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Otto miliardi per le elezioni

30 Gen

L’accordo UE del 15 dicembre pevedeva che 3 miliardi di euro andassero ad istruzione, agenda digitale, credito per l’occupazione, reti e ferrovie meridionali.
La Stampa, quotidiano torinese, ne parla come i “denari che cercavano a fatica sbocco in un’Italia storicamente maglia nera nell’incassare gli euro di Bruxelles. Sono ridiventati una risorsa in questi tempi di crisi e austerità di bilancio“.

Tre miliardi sono una goccia nel mare, se parliamo di un paese, l’Italia, che vanta un Pil da 2.000 miliardi di euro, per l’esattezza sono l’1,5%. Quanto serve per acquistare una ventina di cacciabombardieri F-35, un sesto di quelli ordinati a Finmeccanica … Spiccioli.

Adesso ne arrivano degli altri, sembra 5 miliardi di euro. “La Commissione calcola che per l’Italia la sacca a cui attingere contenga 3,6 miliardi di fondi strutturali (coesione nel Mezzogiorno) e 4,3 del Fondo sociale (lavoro e imprese).

Ci risiamo, una manciata di spiccioli per risanare l’economia di una delle prime potenze industriali del mondo?
Tre virgola sei miliardi di euro per risollevare 150 anni di saccheggio e degrado del Meridione? Ma se non si si ricostruiscono neanche le scuole sgarrupate con quei soldi …

E poi, domanda cruciale, come e da chi verranno spesi quei soldi?
Quale “indecente” campagna elettorale dovranno sostenere, visto che quasi il 50% degli elettori è allo sbando?
Quale ripristino del sistema clientelare e del voto di scambio si sta per prospettare?

In un’Italia con i lavoratori dipendenti allo stremo ed i piccoli privati alle corde è facile immaginare “come, dove e quando” saranno spesi quei soldi.

Euro Hilfe? Bitte, nicht.

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Bagnasco, il cardinale che tifa Monti

26 Gen

Secondo il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, il cardinale Angelo Bagnasco da Pontevico (Brescia), il governo Monti è «un esecutivo di buona volontà, autonomo non dalla politica, ma dalle complicazioni ed esasperazioni di essa, e con l’impegno primario e caratterizzante di affrontare i nodi più allarmanti di una delicata, complessa contingenza».

Chissà se Bagnasco alludesse all’antica massima romana per cui “le strade che portano all’inferno sono lastricate di buona volontà” …

Non v’è dubbio, però, che il “suo” giudizio, data la carica occupata dal Cardinal Bagnasco, dovrà essere necessariamente anche quello dei prelati preposti alla cura delle anime a sud del Garigliano, come  il vescovo di Caserta, Pietro Farina, o gi arcivescovi di Napoli, cardinale Sepe, e di Palermo, cardinal Romeo.
Prelati che, si spera, vorranno adeguatamente spiegare ai propri fedeli – in rivolta, in miseria o con la valigia di cartone in mano – quanta e quale sia la buona volontà del governo Monti …

Certo, Bagnasco è bresciano ed ha trascorso gran parte della vita a Genova: non sa nulla del Sud e potrebbe avere anche qualche pregiudizio poco cristiano e tanto “padano”, … ma non è questo quello che conta.

Ciò che interessa è che l’Alto Clero sostenga il Governo Monti, come già hanno fatto i Partiti che non riescono neanche a votare un regolamento parlamentare, le Banche che ci hanno spesso offerto titoli tossici e interessi da strozzinaggio, le Grandi Imprese che hanno già trasferito gli impianti all’estero, i Media che per anni hanno taciuto sulla crisi.

Alto Clero, Partiti, Banche, Grandi Imprese, Media … basta sfogliare un qualunque libro di Storia per sapere dove si va a finire con un “cartello” così …

Leggi anche cosa ne pensa la blogger Saura Plesio

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70 miliardi per ricominciare

26 Gen

C’è un motivo per il quale l’Italia non riparte, non riesce a riprender quota, non offre speranze ai giovani ed a chi rimane indietro.
Sulle aziende italiane grava la mannaia di almeno 70 miliardi di Euro di crediti che la Pubblica Amministrazione non è in grado di saldare. (fonte Fatto Quotidiano)

La mente corre subito alle farmaceutiche per ospedali e sanità, alle cartiere per la burocrazia onnnipresente, agli autosaloni per i leasing delle auto blu. Ci sono anche loro, ma ancor di più, tante di più, sono le aziende medie e piccole.
Secondo i dati correnti, il 49% delle imprese che in Italia attendono pagamenti pubblici sono piccole e medie aziende. Un attesa che è computata su un tempo medio di 180 giorni e non i 60 di norma previsti.
Altri studi dimostrano che il “tempo medio di spesa”, ovvero il periodo che trascorre tra la registrazione di una norma di spesa e la sua rendicontazione a fattura saldata è nell’ordine di 2,5 anni, con punte, in alcuni settori, di 4-5 anni.

Tempi e progettualità che soffocano le imprese che non abbiano notevoli ricarichi e buona solidità bancaria.

Dunque, chi paga pegno sia dall’incertezza di tempi ed investimenti sia dalla scorrettezza, se non insolvenza, della P.A. è l’Italia che consolida il nostro PIL, dalla fabbrichetta di estintori all’importatore di cerotti, fino al manutentore di fotocopiatrici ed al gestore di una mensa.

Tutti imprenditori che producono reddito e creano lavoro, fermi al palo ed incerti sul futuro perchè il debitore, da anni e decenni, non sa fare governance e, soprattutto, non onora gli impegni.
Tutte imprese che non possono nè permettersi il lusso di attendere altro ancora, nè hanno crediti di un’entità per cui possa essere vantaggioso cederli, nè potrebbero accettare titoli di Stato in vece di contanti, senza cadere nelle fauci delle banche.

Il ministro Corrado Passera – l’uomo dei dissanguanti “salvataggi” di Olivetti e di Alitalia – annuncia che lo Stato farà onore solo al 10% del debito complessivo, ovvero 7,5 miliardi, paventando l’ipotesi che i crediti dei ministeri vengano saldati sotto forma di rimborsi e compensazioni di crediti d’imposta.
Se temevamo una recessione, adesso ve n’è la certezza.

L’unica incognita che resta è nel non poter prevedere quante aziende falliranno, quanti posti di lavoro in meno ci saranno, quante piccole banche o filiali resteranno, quanti siti sanitari troveremo in caso di bisogno.
Ed il rischio maggiore è che si tenti di isolare le problematiche in una sola parte del paese – come già sta accadendo al Sud – e di tentare di mantenere inflazione, consumi e consensi ad un livello accettabile nel resto del Paese.

La speranza degli italiani? Una sola: il Quirinale.
Questo non è il “governo del Presidente”.

Leggi anche Corrado Passera una biografia non autorizzata

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L’astensionismo galoppa verso il 50%?

25 Gen

A dispetto delle entusiastiche notizie sul consenso degli italiani a Mario Monti ed al parlamento che lo sostiene, arrivano diversi sondaggi a dimostrare il contrario.

Iniziamo con i dati SWG del 23 gennaio, per La7, che stimavano al 40% gli astenuti ed i voti “dispersi”, con una iperbolica “Alleanza per Monti” (PdL, FLI, UDC, e PD) al 33% delle indicazioni di voto totali raccolte durante le interviste.

Un dato che è ancora più vistoso nel sondaggio del 24 gennaio, a cura di ISPO srl per Corsera, dove, dopo una messe di dati apparentemente favorevoli all’attuale alleanza di governo, salta fuori che su 800 contatti sono ben 354 (44,3%) coloro che hanno dichiarato che si asterranno o proprio non sanno chi votare.

E’, dunque, decisamente deprecabile che si continuino a diffondere dati, come ha fatto IPSOS per Ballarò ieri sera, senza indicare gli astenuti e così assegnando percentuali che tali non sono.

Dati che danno il Centrodestra (PDL-Lega) ad un 33% che equivale, però, a circa il 20% effettivo? Od un Centrosinistra addirittura al 47%, mentre al 47%, caso mai, ci sono gli astenuti e gli indecisi?
L’unico discorso serio è che nessuno sa cosa voteranno e se voteranno gli oltre dieci milioni di elettori che oggi annunciano l’astensione.

E, continuando sulla strada della correttezza scientifica, sarebbe da chiedersi perchè mai proporre quesiti ed aggregare dati in tal modo.

Perchè non preder atto, ad esempio, che il Partito Democratico fa orecchie da mercante ai richiami al “patto di Vasto”, che l’Italia dei Valori potrebbe preesentarsi con il Terzo Polo e che Sinistra e Libertà è ben più affine al Movimento 5 stelle che al partito di Bersani.
E, d’altra parte, proprio un sondaggio di ieri ci racconta che oltre la metà dei veneti voterebbe per “Veneto Stato”, cosa inappetibile per buona parte del Centrodestra.

Dunque, perchè continuare a proporre e ad aggregare alleanze in quel modo?

Misteri della pubblica opinione, che, come noto, non equivale affatto alla sommatoria delle private opinioni …

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11 domande

27 Ott

Dieci domande. Sono di moda 10 domande, così provo a farne anche io, anzi, esagero, ne faccio undici, … magari mi risponde La Repubblica …

  1. Arriva la Pandemia e la gente diffida dei vaccini. Vi sembra strano, se l’informazione parla di “un’influenza normale”, per non frenare i consumi e contenere le spese sanitarie?

  2. In Sicilia, tempo fa, una frana inondante ha raso al suolo case e distrutto vite. Non c’è stata neanche una colletta e s’è parlato di abusivismo, se non dei “soliti terroni”. Sarà per questa “falsa partenza” che nessuno ci racconta dello strano clima “tropicale” che imperversa sull’isola da un paio di mesi e del rischio idrogeologico che incombe?

  3. In Campania tutto tace salvo i soliti ammazzati, qualche arresto ed i soliti ragazzi pazzi. Eppure, era la regione più ricca del Mediterraneo fino a 150 anni e soprattutto una delle più fertili. Il disastro ambientale della Camorra e della monnezza ha dei corresponsabili, è evidente prim’ancora che comprovato. Come si fa a tacere su una possibile ricandidatura di Bassolino?

  4. La Finanziaria non c’è, non se ne parla e, per giunta,  le pressioni sono tali da costringere Tremonti a minacciare le dimissioni e pretendere la vicePresidenza. Intanto, la Crisi va a proseguire e, con un disoccupato ogni 10 occupati, è prevedibile che la criminalità comune e l’azione politica violenta aumentino. E’ mai possibile che il Parlamento, nonostante gli appelli di Napolitano e Fini, debba perder tempo sulla riscrittura del Lodo Alfano?

  5. Il tasso di disoccupazione vola oltre il 10% e la maggioranza dei maschi adulti non ha un diploma superiore. Speranze di riconversione o di innovazione praticamente a zero. Sarà per questo che nessuno parla di scuola ed università?

  6. Rutelli molla la Sinistra, rovinando la festa di Bersani, proprio mentre corre in fabbrica per riconciliarsi  con i “soliti” compagni.  Tutti ne parlano, ma perchè nessuno annota che, forse, con lui ci sono Cacciari e Soro e che la presenza di liberal-democratici, di “veri” laici nel PD è pressochè uguale a zero?

  7. Ci sono leggi precise sulla protezione dei minori nella visione televisiva, le cosiddette “fasce protette”, i ben noti bollini rossi o verdi. Mi sapete dire come fanno i programmi di quiz delle 20 a non incorrere in sanzioni, se mostrano  con sapienti inquadrature i microslip e annessi fondoschiena delle danzatrici? Non dovrebebro avere il bollino?

  8. Dopo 30 anni scopriamo che la Guerra di Segrate non si era mai conclusa e che c’è una sentenza, oggi, che ieri avrebbe cambiato l’intera storia del nostro Paese, se non mondiale. E’ mai possibile che sui Media non si legga una retrospettiva, un sunto, un inserto?

  9. Ogni tanto si sente parlare di bullismo. Un rogo qui, una devastazione lì, un pestaggio quando capita, qualche furtarello perchè no, l’immigrato bruciacchiato o l’handicappato schiavizzato come dessert. E’ il terrore di ritrovarsi i figli in Tribunale che ci fa passar per bulli dei giovani da soccorso psichiatrico che si avviano ad una carriera criminale?

  10. Si sente parlare spesso dell’aiuto dei nonni alle famiglie giovani, anche in termini finanziari e non solo di supporto, come normale. Eppure, nessuno si chiede come mai una pensione sia diventata più “sostanziosa” di uno stipendio? Cosa è accaduto con la conversione all’Euro?

  11. Napoli ha un patrimonio museale enorme, potrebbe attirare un flusso turistico ben superiore a Firenze e paragonabile a quello di Roma ed il Vaticano. Ha anche un’infinita serie di baie, calette e porticcioli, che meriterebbero, per la bellezza dei luoghi, una frequentazione del livello di Montecarlo e Cannes. E’ vero che ci sono i delinquenti, ma perchè, con tutti gli impegni per risanamento e sviluppo, gli aereoporti ed i treni finiscono tutti a Roma ed i porticcioli turistici si costruiscono a Montenero di Bisaccia od a Ladispoli?

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