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Elezioni 2022, vincono gli astenuti, Letta tiene, Salvini crolla, Meloni trionfa. Cosa cambia?

26 Set

Alle elezioni per il rinnovo del Parlamento ha votato il 63,91% degli aventi diritto, cioè circa 30 milioni di elettori per la Camera e poco più di 27 per il Senato.
Il 36% degli italiani (uno su tre) non si è riconosciuto nei partiti e nei candidati proposti.
Congratulazioni a Giorgia Meloni, ma l’Italia ha innanzitutto scelto il dissenso (e starà a lei riconquistarla).

Rispetto alle elezioni del 2018, il dato grezzo mostra che la coalizione Dem / Verdi SI / +Europa è riuscita a mantenere il proprio elettorato (che ha risposto prontamente all’appello ‘antifascista’, as usual) o, comunque, a riassorbirne le perdite.
Fatto sta che nel 2013 – con Bersani e Renzi, opponendosi ai Cinque Stelle e senza “allerta antifascista” – di voti il PD ne aveva presi quasi 3 milioni in più.

Andando ai risultati di coalizione, sorgono diversi quesiti:

  • il Campo Largo immaginato da Zingaretti e Conte avrebbe potuto superare il Centrodestra? Probabilmente no: Conte vince correndo da solo
  • preferire il centro di Azione IV (lasciando Verdi SI alla coalizione a Cinque Stelle) avrebbe aiutato il PD nell’attrarre il voto moderato e dell’Italia che produce?
    Certamente si: i risultati di oggi dimostrano che un’alleanza PD Azione IV raccoglie più voti
  • la responsabilità della debacle della Lega è tutta di Matteo Salvini?
    Probabilmente si: è lui che fece e lasciò il governo con l’allora sconosciuto (ed oggi potente) Giuseppe Conte ed è con lui che ha staccato la spina al governo Draghi

In altre parole:

all’appello manca un 10% di elettori rispetto alle medie storiche e certamente non sono quelli che da sempre votano ‘a destra’ o ‘a sinistra’; è venuto meno il centro moderato e produttivo

Giorgia Meloni ha conquistato il Parlamento, adesso deve conquistare gli italiani, specialmente quel 10% che si è astenuto, ma “conta” nelle imprese e negli uffici

il Centrosinistra ‘storico’ (PD e alleati) regge ma più di tanto non va con le sue priorità ‘sociali’ e ‘redistributive’, a meno di non cascare nel populismo come ai tempi del PCI

il dimezzamento dei voti per la Lega e per i Cinque Stelle dimostrano che un conto sono i Social, un altro i Media e un altro conto ancora sono le piazze quando poi si va alle urne

l’esito del voto capitolino (dove il Campo Largo ‘piace’) e quello (inverso e negativo) delle ‘province meridionali e insulari’ (con Napoli a capintesta) impone una seria riflessione politica nazionale ed internazionale

dulcis in fundo, a quel 10% ‘produttivo’ che si è astenuto il governo Draghi piaceva (magari non troppo, ma andava), come era stato per quelli tutt’altro che populisti di Monti, Renzi, Prodi e – prima ancora – Craxi e Spadolini; un’Italia rimasta senza un partito da oltre 20 anni?


Chiunque che sarà a capo della Res Publica italiana dovrà scegliere se correre dietro al Popolo ‘populista’ o lasciar lavorare i Liberti ‘professionali’ oppure lasciar arricchire i Senatori monopolisti e ‘sovranisti’.
Come al solito a Roma dal 2.700 a.C.

A.G.

Sette semplici frasi per comprendere la società

25 Set

Quando si accetta denaro senza averne il merito, solo chi è nato ladro può credere che sia un suo diritto quel che è frutto del lavoro altrui .

Quando il Potere si sostiene con crescita e consumi, solo uno stolto può credere che si alimenti impoverendo il Popolo.

Quando la Società e le Competenze si fanno complessi, solo uno sprovveduto può credere di metter becco senza studiare ore ed ore per mesi ed anni.

Quando la Scuola e l’Università diventano un ‘parcheggio’ per le nuove generazioni, questo è il segno inequivocabile del fallimento dei loro genitori.

Quando Sanità e Sociale sono uguali per tutti, hai la certezza di esser stato defraudato tutti i tuoi diritti, dato che la Salute e la Fortuna sono fattori personali.

Quando una Nazione vive con inferriate e allarmi alle finestre, questo è il segno che la Sicurezza per la gente è una chimera ed il crimine fa a modo suo.

Quando i Media e i Social diventano il regno di haters, affabulatori o manipolatori, allora sai che il Futuro non potrà essere che dei peggiori.

Questo è quello che è stato insegnato da che iniziarono le civilizzazioni 4-5.000 anni or sono e fino ad 2-300 anni fa.

D.

Dietro il caro bollette … tante bufale

12 Set

Gira una bizzarra ipotesi sulla crisi energetica, riferendosi ai 2,1 miliardi di utili da Eni in quota allo Stato, come fossero chissà quale somma e che andrebbero redistribuiti socialmente, anche se non bastano a pagare un solo mese di disavanzo energetico nazionale e … come se non fosse prevedibile che il PNRR sia già andato eroso, tra inflazione nell’Eurozona e svalutazione dell’Euro.
Ebbene sì.


In grassetto, la bufala; in corsivo, quel che c’è da sapere.

A MEMORIA (ad memoriam …)

« Eni ha bloccato il prezzo del gas con la Russia 10 anni fa con un contratto. E continua a pagarlo a quel prezzo.

Infatti, è normale che le risorse da sfruttamento minerario siano apprezzate come se si trattasse di una convenzione ventennale.


Però vi applica il prezzo determinato dalla borsa di Amsterdam.

Come per tutte le merci tra produttori e distributori c’è un libero mercato che si svolge in una Borsa.

Quindi lo compra a 2 (come da contratto) e ve lo rivende a 300 (grazie alla borsa che è pura speculazione).
Viste le controsanzioni da parte della Russia, pur avendolo comprato a 2 si ritrova a rivenderlo a 300, per non fallire dato che tanto lo sta pagando e di più lo pagherà. (Se non ci fossero le Borse con i listini in tempo reale, come farebbero investitori, istituzioni e cittadini a monitorare quel che vale e quel che è spreco?)


Eni con questo meccanismo ha avuto un utile di 7 miliardi nei primi 6 mesi di quest’anno.

Eni – per buona norma di bilancio – deve accantonare gli utili per far fronte all’impennata di prezzi, valute e inflazione.

Eni casualmente ha spostato la sede legale in Olanda.

Eni come (ex)-Fiat e tanto altro ha spostato la sede legale in Olanda innanzitutto perchè contrattare ‘ogni stato per se’ comporta squilibri, corruttela e sovraspese, mentre per un Mercato Comune e trasparente serve una Borsa, cioè un luogo pubblico dove si svolgono le contrattazioni.


L’Eni è una compartecipata statale al 30,62% (4 e rotti% ministero dell’economia e finanze e 26 e rotti% Cassa Depositi e Prestiti).

Dunque, se Eni andasse in passivo, dovremmo coprirla con nuove tasse come Alitalia o le varie Regioni e Comuni.

Quindi parte di quell’utile (circa 2,14 MILIARDI) è dello stato italiano, che non vuole ridarlo ai clienti (Cittadini e Imprese).

Una parte dell’utile è e resta utile d’impresa, che doverosamente e cautamente va reinvestito nell’impresa. La principale fonte di raccolta delle risorse finanziarie di Cassa Depositi e Prestiti è costituita da tutto il risparmio postale italiano: se CDP va sotto, vanno sotto i risparmiatori.

Altro che sforamento di bilancio e PNNR.

Lo Debito Pubblico italiano è di 1.000 volte i 2,14 miliardi di temporaneo utile da plusvalenza, con buona pace del Bilancio, cioè il PNRR serve per ripartire e non per tappare i buchi.


Non è finita qui. La società che in borsa contratta il gas, fatalità è americana.

Beh … si sa che gli USA dopo la WWII hanno ereditato il monopolio britannico sulle risorse. E se il gas non è russo, o è americano o è arabo, lo sanno tutti.

Paga il 3% di tasse in Olanda e il resto lo porta chissà dove.

Come è prassi comune nel settore minerario dove il carico fiscale si distribuisce tra paesi produttori, distributori e consumatori.


Nel contempo però sta alzando artificiosamente il prezzo del gas, in modo che i paesi europei siano costretti a comprare (al triplo del prezzo) il gas americano (bontà loro, che mossi da humana pietas ce lo vendono).

Nel frattempo, anzi prima di tutto, le sanzioni Nato alle forniture di gas russe sono ricadute anche sull’Europa, con il risultato che andremo a comprare a caro prezzo il gas rigassificato dagli arabi e si riaprono le centrali a carbone anche se il Clima da i numeri.

Come vedete Putin non c’entra un tubo (scusate la battuta). Il vero nemico è in Italia.»

Come al solito, in guerra come in politica, … dagli amici mi guardi Dio, che dai nemici mi guardo io.

Demata

Ius Scholae e la Lega: ma quali ricadute sulle scuole?

10 Lug

Tra i 1.500 emendamenti della Lega allo Ius Scholae si chiede a dei ragazzini di 18 anni non solo il massimo dei voti all’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione, ma anche di conoscere le principali festività regionali, gli usi e costumi italiani “dagli antichi romani a oggi”, il valore del presepe nel nostro Paese, le sagre tipiche italiane, le ricorrenze del calendario, i prodotti tipici della gastronomia italiana, la musica popolare italiana, le ricorrenze del calendario eccetera.

Ma era solo ieri quando la Lega chiamava Roma “ladrona”, dava del “terrone” chi non mangia la polenta, rivendicava la non italianità della “padania” eccetera.

Ed è l’Italia di oggi quella che spesso ha solo non ha un diploma superiore e se ce l’ha è con il minimo dei voti, come è quella che conosce solo i cantanti di Sanremo, mangia catering o street food, vive di movida e non va alle sagre, mette raramente piede in un museo e … non sa che dal 1948 l’11 dicembre ricorre la Giornata dei Diritti Umani.

Lo stesso italiano medio che allo stadio come sui social è sempre contro qualche altra fazione, ma che la grammatica l’ha un po’ trascurata, di Storia conosce qualche aneddoto e neanche sa come nacquero la Lira e l’Euro.

Naturalmente, la Lega non si rende conto che tutto quel che pretende dai minorenni con genitore straniero ricadrebbe nei programmi scolastici, come diritto all’istruzione insomma e … i diritti sono di tutti, non solo degli stranieri.

E se certi emendamenti della Lega fossero legittimi e appropriati, dopo aver cambiato parte dei programmi scolastici, gli esami di ‘educazione civica’ e/o ‘curricolo locale’ andrebbero a riguardare anche agli italiani.

In sintesi, sagre, cantanti e piatti tipici diventerebbero prima o poi materia di studio per tutti, come … tenta di fare la Lega in Lombardia e Veneto da quando il Ministero istituì il Curricolo Locale.
Chissà se i sindacati degli insegnanti se ne sono accorti … e comunque vedremo cosa ne pensano.

Insomma, l’opposizione allo Ius Scholae finirebbe in una salsa agrodolce, se non fosse per i nostri media – ormai ipnotizzati dal marketing – che non ci informano né dell’accanimento contro tanti alunni meritevoli né della cultura degli italiani al lumicino.
Neanche con lo Ius Scholae in prima pagina l’italiano medio viene informato dell’effettiva posta in ballo sulla Scuola, cioè dell’ultradecennale ed irrisolto confronto tra le autonomie locali e la libertà di insegnamento dei docenti. E dei corrispettivi caotici ritardi regionali per tante risorse del diritto allo studio … a cui sopperisce proprio lo Stato, però accusato di ‘tagli’.

Demata

Diseguaglianze: i dati OCSE e i pregiudizi italiani

23 Feb

L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) è un’organizzazione internazionale di studi economici che cura i Regulatory Reform programs per i Paesi membri. Gli strumenti principali dell’OCSE sono la liberalizzazione, la semplificazione normativa e amministrativa, l’analisi di impatto della regolazione (RIA) sui fornitori di beni di servizi e sugli utenti finali, cioè le famiglie. 

Anche se nell’Organizzazione non rientra la Cina che non ha un’economia di mercato, i dati OCSE – come abbiamo scoperto per l’istruzione in Italia – sono molto affidabili e predittivi.

Dunque, quale è il raffronto tra oligarchie e diseguaglianze nelle nazioni più importanti?

Tra USA e Russia, in termini di oligarchie, non sembra cambiar molto.
L’unica reale differenza è che negli States esiste un folto ceto medio (52%) che si frappone – demograficamente e mediaticamente – tra il 19% di ricchi e il 29% di poveri.

Andando ad altri luoghi comuni, non sembra affatto che in Spagna o in UK ci siano meno diseguaglianze che in Giappone e neanche … meno ricchezza. Evidentemente i giapponesi sanno amministrarsi meglio.

Dulcis in fundo, a proposito di luoghi comuni, arriviamo al trio Italia, Francia e Germania, per scoprire che in Italia c’è più diseguaglianza, ma le famiglie guadagnano più che in Germania … e meno che in Spagna.

Sembrerebbe che dove c’è meritocrazia (Giappone e Germania) le famiglie campino meglio con meno e che gli approfittatori non eccedano la statistica naturale, mentre diseguaglianze e oligarchie si avvantaggiano dove c’è tanta propaganda commerciale o politica (USA e Russia).

Questo è quello che racconta Better Life Index OECD e qui potete divertirvi (LINK) nello scoprire i vari indicatori e/o svilupparne di vostri.

A proposito, lo sapevate che trattare un po’ di dati rientra nei programmi di matematica applicata delle nostre scuole superiori italiane … da una ventina d’anni?

Demata

Eutanasia : un quesito destinato al … suicidio

17 Feb

La Corte Costituzionale ha bocciato il referendum per l’eutanasia, come c’era da aspettarsi.

Infatti, il quesito riguardava effettivamente l’art. 579 del Codice Penale (omicidio del consenziente) e chiedeva di abrogare la norma per cui “chiunque cagiona la morte di un uomo, col consenso di lui, è punito con la reclusione da sei a quindici anni”.


Eppure, di eutanasia, di cure palliative di fine vita e di scelta del paziente non se ne è fatta parola sui Media durante la campagna referendaria, dato che … avevamo le rianimazioni piene di Novax e non era proprio il caso.

Il punto – però – è che l’eutanasia è riguarda le persone agonizzanti o incoscienti che – ricoverate – hanno lasciato scritta la loro scelta o hanno un tutore che decide per loto.

Viceversa, il pensiero di tanti era per coloro – come DJ Fabio – che si ritrovano a vivere in condizioni inumane, dopo essere stati dimessi dai sanitari, e non possono o non vogliono uccidersi da soli.

Ma l’art. 580 del C.P. non può abrogarsi, dato che l’agevolazione del suicidio può avvenire anche per omissione da parte di un familiare, di un sanitario, di un pubblico ufficiale, un religioso eccetera.

Così, in altre parole, gli italiani – ‘grazie’ al Mainstream e ai corrispettivi No-Vax – avrebbero votato per l’art. 579 del Codice Penale (omicidio del consenziente), “ma anche” per l’art. 580 del Codice Penale (Istigazione o aiuto al suicidio).

A tal punto, la Suprema Corte ha ben pensato di mettere uno stop, perché, “a seguito dell’abrogazione, ancorché parziale, della norma sull’omicidio del consenziente, cui il quesito mira, non sarebbe preservata la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili“.


Non perché questa tutela manchi nell’art. 579 del Codice Penale, che già include il riferimento a minori, infermi, sprovveduti, ricattati, minacciati e ingannati, ma perchè tra “chiunque cagiona la morte di un uomo col suo consenso” c’è anche chi agevola un ‘presunto’ suicidio per omissione …

Insomma, serviva una campagna mediatica ‘a chiare lettere’, che affrontasse il tema della Morte.

Adesso, la parola passa al Parlamento: la questione di chi muore ‘attaccato a una macchina per mesi e anni’ tocca da vicino tutti gli anziani e i malati gravi. E passa alle Regioni: la questione di sopravvive nel dolore e senza assistenza domiciliare diventa cogente la mezza età, con i postumi di infortuni e le malattie ‘congenite’ prima latenti.

I nostri eletti se ne disinteresseranno come finora fatto?

Demata

Mauro da Mantova, la morte di un no-vax in un paese illiberale

6 Gen

Una settimana fa, moriva a Verona Maurizio B. , un ex carrozziere di 61 anni che il programma radiofonico «La zanzara» aveva portato alla notorietà come ‘Mauro da Mantova’.

Il motivo per cui Maurizio B. è morto è l’aver contratto il Covid, senza essere vaccinato e ricorrendo alle cure solo ad infezione in fase avanzata, quando ormai la saturazione polmonare era molto critica.

Nel suo ultimo intervento a “La Zanzara”, ‘Mauro da Mantova’ si era vantato di essere andato al supermercato con la mascherina abbassata – “a fare l’untore”, come aveva precisato – e “la spocchia che mostrava in radio è appena il dieci per cento di quella che ha fatto vedere di persona quando è arrivato in Pronto soccorso”, raccontano le infermiere al Corriere del Veneto.

Eppure, Maurizio B. non aveva speso cinque anni della sua vita per conseguire un diploma liceale a pieni voti, nè aveva speso altri sei anni per arrivare alla laurea in medicina, come non aveva consumato sui libri e in ospedale quegli altri 2-4 anni necessari per specializzarsi.

In base a cosa Maurizio B. ha intrapreso una scelta così estrema e radicale che l’ha portato ad una brutta morte, visto che non aveva trascorso almeno una 15ina di anni a studiare per 10-14 ore al giorno allo scopo di curare gli altri nel miglior modo possibile, cioè era del tutto profano?

E’ presto detto: Maurizio B. non sarebbe diventato ‘Mauro da Mantova’ se La Zanzara non gli avesse dato voce, credibilità e notorietà. Come lui ce ne sono tanti altri, che troppe redazioni non hanno aiutato a distinguere le opinioni dai pareri tecnici e dai commenti:

  • le opinioni sono dei profani e restano in salotto e al ‘bar dello sport’,
  • i pareri tecnici sono forniti solo dagli esperti e servono a dettare protocolli e regole,
  • i commenti arrivano dai settori coinvolti, nell’applicare protocolli e regole.

Possibile mai che con tanti laureati in comunicazione, marketing e giurisprudenza che spingono per far carriera, ci sia confusione tra cosa sia un’opinione (ed il tempo che lascia) e cosa è un parere tecnico (e quanto sia cogente), trasformando i commenti in un elenco di premesse e dubbi affatto applicativi?

Eppure, dovrebbero sapere che nel 1993, Levy e Nail hanno definito il “contagio sociale” come la diffusione di affetti, atteggiamenti o comportamenti “in cui il destinatario non percepisce un tentativo di influenza intenzionale da parte dell’iniziatore”, cioè ritiene che le idee siano proprie ed originali, mentre non sta facendo altro che imitare qualcuno che viene proposto come riferimento (testimonial) dai media.

Sapendo che in questi ultimi anni i maggiori leader politici non avevano una laurea nè una professione, sappiamo anche perchè in Italia conta più cosa suppone un carrozziere e non quel che affermano un medico o un farmacologo.
Del resto – mancando una forza politica liberale – tutto qui da noi si trasforma in sociale e/o popolare a differenza di Francia, Germania, Spagna e Olanda, dove i liberali raccolgono voti a meni basse tra chi crede nel merito conquistato col sudore della propria fronte.

Uno Stato (liberale) non avrebbe spacchettato l’Ordine dei Medici in 101 provincie, cassato la pubblica sicurezza sanitaria insieme alle Prefetture, derubricato la Sanità ad affare esclusivamente regionale, abbandonato scuola e trasporti alle bizzarrie comunali, anteposto il consenso alle riforme.
Se non si vuol essere divisivi (come il centrosinistra socialista) o lo si è a senso unico (come il centrodestra conservatore), non si fanno mai scelte, cioè riforme.

Demata

Istituto Spallanzani e le indicazioni Covid: vorremmo capire …

3 Gen

Roma Capitale ha annullato la decima edizione dell’Atleticom We Run Rome, una gara che si sarebbe svolta in una “bolla” e patrocinata dal Coni-Fidal, con soli 6mila atleti e circa 500 tra operatori per la sicurezza tra Protezione Civile, Polizia Municipale e  Associazioni.

Infatti, la ASL RM1 ha proposto al Sindaco “di annullare lo svolgimento della maratona per scongiurare i conseguenti inevitabili assembramenti che possano contribuire all’ulteriore diffusione della malattia, sentito il Seresmi, Servizio regionale sorveglianza e controllo delle malattie infettive dell’Istituto Spallanzani”.

Dunque, cosa indicherà l’Istituto Spallanzani per le 2-30mila persone dirette e assembrate allo stadio tra qualche giorno e per le centinaia di migliaia che convergeranno nelle aree commerciali della Capitale per i saldi e che … erano lì anche giorni fa?

Per noi profani, è davvero difficile prevederlo, se questo è – sommariamente – il contributo dato dell’Istituto Spallanzani nelle informazioni diffuse e nelle decisioni prese:

02/03/2020 – “I casi positivi hanno link epidemiologico lombardo e veneto

13/03/2020 – “Molti pazienti in terapia intensiva stanno bene

17/03/2020 – “Nel Lazio dati confortanti, aumento contenuto dei contagi”

19/03/2020 – “I cittadini devono darci una mano rimanendo a casa”

 02/05/2020 – “Pronto il vaccino anti-COVID dello Spallanzani: a luglio i test”

 06/05/2020 – “Con mascherine e regole di igiene vinceremo guerra”

 21/05/2020 – “Terapia al plasma, allo Spallanzani la stiamo sperimentando”

15/10/2020 – “Basta scenari gravi, a Natale apriamo i negozi H24

03/12/2020 – “I guariti non hanno bisogno di iniezioni, ma di monitorare la durata dei loro anticorpi”

 29/03/2021 – “Sono contrario a drammatizzare la questione delle varianti del coronavirus”

 21/05/2021 – “Già da tempo tra vaccinati si potrebbe eliminare la mascherina

 26/08/2021 – “Per stare tranquilli, vaccinare l’85% della popolazione”

05/09/2021 – “Sarebbe meglio dare ai nostri studenti mezzi di trasporto più civili”

22/09/2021 – “Vaccini ai bambini? E’ ancora troppo presto, non sono pozioni magiche”

01/11/2021 – “Serve l’obbligo vaccinale per chi lavora a contatto col pubblico”

11/11/2021 – “Il vaccino non è la pozione magica da prendere 3 volte l’anno”.

L’Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani è un istituto di ricovero e cura a carattere scientifico, è sede del polo nazionale contro il bioterrorismo, che (come l’ospedale Luigi Sacco di Milano) ospita  in piena città (come a Wuhan) uno dei due laboratori con livello di biosicurezza 4 presenti in Italia.

Sarà che siamo profani e che la medicina è sempre più complessa tra chimica, biologia eccetera, ma questa volta vorremmo capire: perchè la maratona no e lo stadio o lo shopping si?

Demata

Omicron, il Fatto Quotidiano e le buone ragioni di Draghi

30 Dic

Sarà la Corte dei Conti a dirci cosa ne è stato dei nostri soldi sotto i Governi del ‘buon’ Giuseppe Conte, ma si tende a dimenticare, evitata la dispersione ‘a pioggia’ del PNRR con la sua defenestrazione ad opera del ‘cattivo’ Matteo Renzi.
Ed a quale degrado si sia ridotta la politica sotto il suo mandato è sotto gli occhi di tutti, se Mario Draghi servirebbe a presiedere il Consiglio e pure la Repubblica, magari anche il Mef.

Ricordiamo tutti che fu Conte ad optare per lo stato d’emergenza come se una pandemia possa finire in qualche mese o un anno.
E lo ricordiamo tutti ogni sera a reti unificate nello scandire numeri su numeri tutti da verificare, perpetuando un’emergenza nell’emergenza mentre nazione, istruzione, commercio, sanità, occupazione e produzione rimanevano in stallo per mesi e mesi.

No, purtroppo, non siamo tutti a ricordarlo, anche se è passato meno di un anno.

C’è il Fatto Quotidiano che lamenta a tutta pagina che “le (poche) parole del governo mandano in tilt i cittadini”, anche dinanzi a norme molto chiare come quelle che finalmente distanziano i Novax da bar, autobus e ristoranti. E, in video, c’è Gomez che accusa: “Buffoni, Draghi doveva presentarsi agli italiani e dire che hanno deciso di far correre il virus. Scelta vigliacca”.

Le ragioni? Secondo Gomez, “tutti noi sappiamo che il 90% degli italiani, o almeno il 70%, se non il 50, comunque un numero enorme, non seguirà queste regole” e “Mario Draghi si sarebbe dovuto presentare agli italiani e dire ‘signori riteniamo che Omicron sia molto poco letale, ce lo dicono i dati. Pensiamo che il Paese debba continuare a correre, e quindi abbiamo deciso di far correre il virus’”.

Ognuno ha le sue opinioni e, del resto, il Fatto Quotidiano non è da ieri che si occupa ‘criticamente’ dei vaccini.

Ma sono decine di milioni gli italiani che da due anni sono attenti alle regole, la stragrande maggioranza, basta andare al supermercato per saperlo. Ed Omicron è molto poco letale solo per chi è vaccinato, ma colpisce duro chi non lo è.
Purtroppo, non è quello che leggiamo o sentiamo da troppi media che, ad esempio, non stanno sottolineando che il booster vaccinale consente l’azzeramento della quarantena, dato che conferisce una protezione adeguata e, soprattutto, riduce sensibilmente la proliferazione della carica virale.

Che siano semplicemente queste le buone ragioni di Mario Draghi?

E, comunque, perché non titolare “il booster protegge”, “il vaccino funziona”, “la libertà è nella cura appropriata”?

Demata

Omicron: l’Italia ha fatto meglio

13 Dic

(tempo di lettura 2-3 minuti)

Italia, Francia e Regno Unito hanno più o meno lo stesso numero di abitanti e tutte hanno un sistema sanitario di tipo Leveridge: ad una ventina di giorni dallo ‘sbarco’ di Omicron in Europa quali informazioni possiamo ottenere, confrontando la situazione?

E’ molto semplice: il grafico che segue non è altro che la sovrapposizione delle curve pandemiche di queste tre nazioni e la differenza si vede a colpo d’occhio.

In altre parole, in Italia (curva verde) la risalita dei contagi è stata molto meno rapida di quella delle altre due nazioni.

Viceversa, in Gran Bretagna (rosso) la situazione è quella che è, dopo il rifiuto di Boris Johnson di introdurre il Green Pass a settembre nonostante la ripresa epidemica di agosto. In Francia (blu), in autunno è vistoso l’effetto delle vacanze scolastiche e della campagna vaccinale sulla riduzione del numero di contagi, ma lo è anche la risalita degli ultimi 15 giorni.

La ragione di un così diverso andamento dei contagi trova sicuramente origine dalle diverse misure di prevenzione adottate dai tre Stati. Ma Italia, Francia e Regno Unito non hanno usato gli stessi vaccini nè lo hanno fatto con modalità analoghe.


Infatti, in Italia il vaccino prodotto da Pfitzer è stato quello di gran lunga prevalente, ma nel Regno Unito si è utilizzato esclusivamente quello sviluppato da Astrazeneca, come anche per gli anziani in Francia dove è stato usato anche il monodose della Janssen.


Anche senza le odierne conferme, era ben prevedibile che ci saremmo trovati dinanzi a diverse ricadute sull’efficacia anticorpale e sulla sua durata, cioè sull’esigenza di precauzioni sociali diffuse e di vaccinazioni di richiamo.
Di questo sarebbe stato bene discutere e informare i cittadini in tanti mesi, piuttosto che ossessionarli con dubbi e confonderli con la retorica.
Per la nostra Salute, ma anche per le Borse e per l’Occupazione.

A.G.