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Calciomercato Napoli: le cautele di De Laurentis

14 Lug

Si era partiti con Mascherano, ma – in Trentino, il 17 di luglio per il ritiro – potrebbe esserci una sola novità, quella di Miguel “Michu” Pérez Cuesta , trequartista spagnolo classe 1986, ‘sostituto’ di Pandev, Higuain (e Hamsik), in arrivo dallo Swansea City con 52 presenze e 20 goal.

Attesa anche per Kalidou Koulibaly, talentuoso difensore francese, coetaneo di Ghoulam e neocampione di Belgio.

Altra ‘novità’ è il cileno Edu Vargas, di rientro dal Valencia e dal Mondiale dove ha dimostrato sia le buone doti sia il persistere di prestazioni a corrente alternata. E’ un problema di ‘testa’ che dura da tre anni, ma Benitez vuole valutarlo a fondo.
C’è da dare un’alternativa a Callejon sull’ala destra e la richiesta di De Laurentis per il cileno è elevata.
Mentre SSC Napoli chiede 10 milioni di euro, Transfermarkt – noto sito di settore – ne indica soli sei, nonostante il Mundial, per via del suo stipendio da quattro milioni lordi ed un contratto che terminerà nel 2016.

Per il resto, nulla di nuovo, se che a Dimaro, in Trentino, arrivasse anche Lucas Pezzini Leiva, mediano in forza al Liverpool e pupillo di Benitez, con un cartellino da 17 milioni e uno stipendio da otto milioni lordi, se riportato da sterline in euro, oppure il giovane Kramer, neocampione del Mondo o qualcun altro chissà, dato che sarebbe un gran peccato dar via Behrami – senza un sostituto valido – solo perchè non vuole rispettare le consegne di Benitez.
E della difesa da rinforzare assolutamentenon se ne parla più.

Il motivo è tutto nelle esitazioni di Aurelio De Laurentis – astuto imprenditore internazionale – che vede ostacoli all’orizzonte e si prepara a parare i colpi, piuttosto che a darli.

A partire dal terzo posto e dai preliminari di Champions, dove i sorteggi potrebbero estrarre alcune squadre ‘difficili’ per un Napoli rimaneggiato e in avvio di preparazione:

  • FC Zenit (RUS)    73.899
  • SSC Napoli (ITA)    61.387
  • FC Salzburg (AUT)    46.185
  • LOSC Lille (FRA)    45.300
  • FC København (DEN)    45.260
  • FC Steaua Bucureşti (ROU)    39.451
  • APOEL FC (CYP)    39.150
  • R. Standard de Liège (BEL)    38.260
  • Beşiktaş JK (TUR)    32.840
  • Celtic FC (SCO)    36.813
  • FC BATE Borisov (BLR)    33.725
  • FC Dnipro Dnipropetrovsk (UKR)*    32.193
  • Panathinaikos FC (GRE)*    30.220
  • Feyenoord (NED)    13.362

Tutto chiaro, a partire dal ‘rischio Zenit’, o no? Aurelio non scioglierà le sue riserve se non dopo un preliminare d’andata con uno scarto reti significativo.

 

C’è, poi, la questione ‘appetibilità’ dell’Italia e di Napoli, nello specifico.
E nello Stivale, come vediamo per Milan e Inter, le cose vanno davvero male, salvo che a Torino e per l’appunto Napoli, dove delle dirigenze accorte hanno – finora – salvato il business più bello del mondo per la gioia dei tifosi.

Ma, a Napoli, è venuta a mancare la Politica e la sua enorme appetibilità – per vip e ordinari turisti – è quasi azzerata dall’incapacità delle forze legali con il sindaco in testa (e illegali come il crimine organizzato) di garantire la sicurezza e la tranquillità almeno in parte della città, che potrebbe facilmente attrarre top player (e turisti) amanti del mare, della cultura e delle bellezze di Partenope.


Neanche un appello ripetuto con ostinazione settimanale: lasciate in pace almeno le zone dove stiamo cercando di creare una ‘industria’ culturale e turistica.

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Stadio San Paolo, una storia di Comune indecenza

13 Lug

Anche quest’anno la squadra di calcio SSC Napoli si è qualificata per le coppe europee, vedremo se Champions o Europa Cup, e come al solito il Comune di Napoli si fa trovare impreparato e sta montando la questione ‘stadio San Paolo’.
Una criticità  che non dovrebbe esistere, essendo stadio a ridosso di un’area dalle potenzialità turistiche enormi, quella Flegrea che va da Bagnoli a Miseno, Ischia e Procida incluse, e che proprio l’anno scorso ha visto lo sgombero della base NATO, che lascia ettari su ettari praticamente intatti alla città.

Stadio San Paolo e dintorni

Un’area nella quale non si riesce a bonificare l’ex Cementir – nonostante condanne ventennali – e dove De Magistris – quasi all’insediamento – ha autorizzato ricerche per la produzione di energia geotermica, in piena area sismica e bradisismica, praticamente a mezzo chilometro dalle case.
Per non parlare della strana idea di ‘restituire ai cittadini’ l’ex complesso Nato, ovvero da sostenere con tasse e tributi, in una città nota per l’arte dell’arrangiarsi dei suoi poveri.

E’ possibile che Aurelio De Laurentis abbia inseguito un sogno californiano per i Campi Flegrei e lo stadio della SSC Napoli, che avrebbe portato decine e decine di posti di lavoro e miliardi di investimenti: il PIL di Las Vegas rasenta di 100 milioni di dollari e il ‘pro capite’ equivale a quello di Zurigo.

Il 20 maggio scorso, il sindaco di Napoli dichiarava che “per lo stadio siamo ad un punto decisivo e al tavolo di discussione, insieme alla società Calcio Napoli, abbiamo invitato anche il Coni, Il progetto esecutivo lo dovrà presentare il Calcio Napoli entro il 31 dicembre 2014. Noi abbiamo chiesto che lo stadio sia vissuto 24 ore su 24, riqualificando anche il resto di Fuorigrotta. Il Calcio Napoli deve metterci i soldi. Noi non metteremo soldi, visto che non ne abbiamo.”

Ma per sistemare lo stadio San Paolo – al momento non agibile per la Champions – ci vogliono tanti soldi.

San_Paolo_-_Curva_A
L’anello inferiore fu deciso in corso di progetto ed è sotto il livello stradale come il campo (da cui i mille problemi del prato erboso) il terzo anello è inagibile a causa di improvvidi lavori per Euro ’90 (che l’appesantì con circa 8,5 milioni di chili di metallo e un costo  di 140 miliardi finali, triplo rispetto al previsto) e andrebbe smontato, insieme alla copertura che sorregge, prima di piazzare il display elettronico e per riportare  la capienza ad oltre 70.000 spettatori.
Inoltre, gli onerosi costi di gestione dell’impianto, che ha ormai superato il mezzo secolo di vita, hanno dato luogo a un progressivo decadimento della struttura a causa dell’ostinazione del Comune di Napoli – notoriamente povero di risorse – nel voler gestirlo in forma diretta ed esclusiva, un po’ come fosse un’ex municipalizzata.
In poche parole, occorrerebbero diversi milioni di euro solo per eliminare le “avveniristiche” strutture di Euro ’90, che tanti danni fece.

 

Per tutta l’organizzazione d Euro ’90 furono spesi 6.868 miliardi di lire, il doppio del previsto, e i danni collaterali includono anche stazioni e terminali di aeroporti semi-abbandonati, alberghi mai completati.
Riguardo gli stadi ricordiamo che gli unici due impianti costruiti ex-novo furono il “Delle Alpi” di Torino, poi demolito, e il “San Nicola” di Bari, sovradimensionato, in posizione isolata e pregiudicato dalla pista d’atletica, che era il presupposto fondamentale per accadere ai finanziamenti del CONI.
Ed, oltre al San Paolo di Napoli, anche per il Sant’Elia di Cagliari i danni di Euro ’90 alle strutture preesistenti furono notevoli: dopo soli dieci anni, rischiava il crollo.

E proprio a Cagliari accadde che il Presidente Cellino si facesse carico degli interventi provvisori (poi divenuti definitivi) che permisero alla squadra di giocare in casa per sette anni, in cambio dell’uso gratuito della parte di Sant’Elia agibile. A seguire, la Commissione di Vigilanza e il sindaco di Cagliari Zedda pretesero comunque il pagamento, il Cagliari finì per giocare a Trieste e, oggi, Cellino ha lasciato la Sardegna ed è proprietario della squadra calcistica inglese Leeds United.
Concessione gratuita in cambio di ingenti lavori? Nulla da fare.

Così succede che il rafforzamento della squadra (e della società calcistica, che rappresenta uno dei primi fatturati della città) sia frenato dall’atteggiamento del Comune di Napoli, rispetto ad uno stadio che richiederebbe forse 20 milioni per essere messo a norma e almeno il doppio per diventare lucrativo, se Inter e Milan prevedono 60 milioni per il restyling di San Siro del 2016, da ‘appoggiare’ ai tanti interventi di Expo 2015.
Comune e Sindaco in testa che farebbero bene a ricordare – specialmente mentre commemorano Ciro Esposito e la sua eroica madre – che la SSC Napoli è l’unica gioia e l’unica bandiera di una città diseredata.
Specialmente se la soluzione per lo stadio San Paolo fosse da tempo chiara e semplice.

Concessione 99ennale dello stadio e di alcune aree comunali dell’area flegrea, con diritti per il Comune sui ricavi e sulle vendite dei biglietti, oltre che su alcuni spazi riservati, e deroghe al Piano Regolatore su progetti appositi.

Aurelio De Laurentis sa far bene due cose: vendere sogni, se il padre Dino vinse l’Oscar come produttore per oltre 500 film holliwoodiani in carriera, e cavar sangue dalle rape, basta vedere i cinepanettoni che rifila in mezzo mondo.
Facciamogli fare il suo mestiere.

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Mondiali 2014: il pessimo spot dell’Italia per #iomangioitaliano

14 Giu

Da qualche giorno è partita la campagna istituzionale del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali , realizzata dal Mipaaf in collaborazione con la FIGC, che vede la nazionale italiana di calcio come testimonial per incentivare i consumi interni di produzione alimentare italiana e che ha avuto un ottimo lancio nel contest #iovivoazzurro.

insigne #iomangioitaliano

Una campagna avviatasi in fretta e furia – a quanto pare – se i consorzi del Nord erano già pronti con il lancio pubblicitario (es. Melinda, Mele Val di Non, Olio Riviera Ligure, Gorgonzola Dop, Pomodoro Pachino, eccetera), mentre per l’enorme produzione agroalimentate campana e pugliese non si trova uno spot uno, a girare internet.
Un’assenza che deriva dal fatto che la Regione Campania sembra vivere ancora nel limbo post Prima Republica, basti vedere quanto breve sia la lista dei prodotti tipici link , a fronte del secondo mercato ortofrutticolo d’Italia. Anche vero che la ‘tempestività’ dei consorzi settentrionali vede un ministro, Maurizio Martina (PD),  lombardo che ha annunciato di voler sviluppare l’agricoltura in val padana.

Andando oltre la antica ‘bilancia che pende’ da un lato e non da ambedue nella nostra amata penisola, c’è il problema dello spot che sta circolando a cura del nostro Mipaaf (ndr. sarebbe il ministero di cui sopra) e dell’effetto che fa, almeno volendo ragionare con i parametri di tutto il mondo e non solo con quelli della nostra scalcinata capitale.

Infatti, l filmato tutto – e soprattutto l’immagine testimonial finale – non mostra alimenti di sorta e ‘non fa venire appetito’, non evoca i nostri cibi e il nostro gusto. Non un tralcio d’uva, un ramo di melo o d’olivo, un formaggio stagionato, un salume saporito.
Neanche il solito rosso dei pomodori  e il verde del basilico sul bianco della pasta italiana.

Non bisogna aver studiato marketing per capire che non funziona granchè.
Specialmente se i due marchi che vogliamo promuovere (IGP e DOP) sono illeggibili e se una musica ‘aggressiva’ ci distrae e non crea quel ‘relax italiano’, quello ‘slow time’ che vorrebbe sostenere.

 

Inoltre, se osserviamo con attenzione, le immagini dello spot in cui c’è il ct della nazionale di calcio, Cesare Prandelli, non sono certamente il ‘massimo’: piatti sbilanciati, cravattino fuori posto, riflessi che mostrano l’azione alle spalle dell’operatore … ed un cielo celeste sbiadito, che non rievoca affatto quell’Azzurro delle canzoni e delle maglie calcistiche.

Prandelli #iomangioitaliano

Speriamo solo che lo spot in questione sia stato girato da qualche amatore con il telefonino e … non, viceversa, realizzato da una squadra professionale della RAI o, addirittura, commissionato con fondi pubblici ad una ditta esterna … pur avendo RAI.

Altrove, a leggere delle polemiche analoghe su spot governativi, qualcuno avrebbe già reclamato, parlando di sprechi e di pessima figura.

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Mafia, affari, politica: arrivano le rivelazioni del pentito Iovine

28 Mag

«So benissimo di quali delitti mi sono macchiato, ma posso spiegare un sistema in cui la camorra non è l’unica responsabile», queste le prime dichiarazioni di Antonio Iovine – superboss pentito – al processo che si sta celebrando a Santa Maria Capua Vetere.

Intanto, i cronisti locali iniziano a spulciare i verbali depositati dai Pm Ardituro e Sirignano e, come per le dichiarazioni di Carmine Schiavone, l’impresa criminale aveva contorni ben più ampi del Clan dei Casalesi.

«C’erano soldi per tutti, in un sistema che era completamente corrotto, in questo ambito si deve considerare anche la parte politica ed i sindaci dei comuni che avevano intesse a favorire essi stessi alcuni imprenditori in rapporto con il clan per aver vantaggi durante le campagne elettorali, in termini di voti e finanziamenti.
Generalmente io ero del tutto indifferente rispetto a chi si candidava a sindaco nel senso che chiunque avesse vinto automaticamente sarebbe entrato a far parte di questo sistema da noi gestito».

Valeva “la regola del 5 per cento, della raccomandazione, dei favoritismi, la cultura delle mazzette e delle bustarelle che, prima ancora che i camorristi, ha diffuso nel nostro territorio proprio lo Stato che invece è stato proprio assente nell’offrire delle possibilità alternative e legali alla propria popolazione”.

Non a caso, in Campania, già da molti anni si distingueva tra ‘camorra’ e ‘sistema’ …

“Il sistema era unico, dalla Sicilia alla Campania. Anche in Calabria era lo stesso: non è che lì rifiutassero i soldi. Che poteva importargli a loro se la gente moriva o non moriva? L’essenziale era il business.” (dichiarazione del pentito di camorra Carmine Schiavone alla Commissione Parlamentare d’inchiesta durante la seduta del 7 ottobre 1997 – pag. 25)

Un sistema che si svolgeva fino alle porte della capitale – che aveva i suoi scheletri nell’armadio con la discarica di Malagrotta – visto che, secondo il pentito, “noi arrivavamo fino alla zona di Latina; Borgo San Michele e  le zone vicine erano già di influenza bardelliniana. Anche a scendere giù, cioè non solo Latina, ma anche Gaeta, Scauri e altre zone. Questo avveniva dal 1988 a salire.”

Un sistema funzionale all’industria manifatturiera in fase di smantellamento al Settentrione, visto “che questi rifiuti dal nord dell’Italia o addirittura dall’estero non arrivavano in Campania da soli, ma che l’avvocato Chianese era in grado di organizzare il traffico attraverso circoli culturali e amici.  Erano circoli culturali che stavano al nord, al sud al centro, in tutta Italia e Europa. Faccio un solo nome: so che Cerci stava molto bene con un signore chiamato Licio Gelli … So che a Milano c’erano grosse società che raccoglievano rifiuti, anche dall’estero, rifiuti che poi venivano smaltiti al sud. So che in Lombardia c’erano queste società che gestivano i rifiuti ma non so chi erano i proprietari.”

Antonio Iovine come Carmine Schiavone sanno bene di cosa parlano (e di cosa non devono parlare): erano i ‘contabili’, i manager dell’organizzazione.

Un sistema che doveva esistere per escludere dalla governance i tanti cittadini onesti a vantaggio di saccheggiatori, prestanome e pressappochisti e che poteva esistere grazie ad un sistema di finanziamento della politica cleptocratico, confermato dall’enorme sequel di scandali e arresti da più di vent’anni a questa parte.

Un sistema che era completamente corrotto, in cui l’apporto dei mafiosi, della politica e di certa imprenditoria è da considerarsi paritetico. Esattamente come la Cosa Nostra di cui Buscetta, Falcone e Borsellino svelarono tanti ‘collegamenti’. E parliamo non solo dei rifiuti, ma anche degli appalti e delle grandi opere, di mercati ortofrutticoli e di scali portuali di rilevanza europea, di produzioni su scala nazionale per il made in Italy, eccetera … fino alle elezioni, quanto meno locali e regionali.

Se la Cosa Nostra casalese vuole dissociarsi dall’aver avuto ‘unica e sola’ la responsabilità del saccheggio e della devastazione di una nazione, ben venga. Specialmente se questo potesse portare ad una ‘pacificazione’ della Campania, che ha – tra l’altro – una capacità produttiva e commerciale enorme e potrebbe cavarsela molto meglio senza delinquenti che svendono ricchezze e deturpano bellezze in cambio di pochi spiccioli a confronto.

Una possibile ‘svolta’ su cui Matteo Renzi dovrebbe esporsi in prima persona, dare l’esempio, se rappresenta l’Italia che vuol cambiare. Una questione ‘mafia’ su cui i Cinque Stelle potrebbero essere più attenti, visto che è ‘ovunque’ ed è anche la madre di tutte le mazzette. Un sistema d’affari che – di sicuro – non ha nulla a che spartire con un Centrodestra che sappia leggere i risultati elettorali italiani ed europei.
Specialmente se – come sa chi segue il mercato azionario – il crash mondiale del fotovoltaico deriva anche dalla scoperta che bond del valore di 560 milioni di euro, posti come garanzia in Puglia e Sicilia per la creazione del fondo Global Solar Fund, erano falsi con conseguente crollo borsistico e questo è uno dei fattori che hanno determinato l’espolsione della ‘questione morale’ in Vaticano.
Come anche, chi segue la politica europea sa che, da un momento all’altro, la Germania di Angela Merkel potrebbe ricevere un avviso di infrazione per come (non) gestisce i controlli bancari sul riciclaggio di denaro sporco.

A latere, ci sarebbe anche da chiedersi quanto sarebbe costato all’industria centro-settentrionale smaltire in piena legalità quei rifiuti per anni e decenni, cosa sarebbe stato dei delicati equilibri capitolini se, andando a far luce sui rifiuti, ne andava di mezzo anche Malagrotta, o come sia avvenuto che le testate e le agenzie nazionali non si siano accorte dell’enorme mole di ‘pessime notizie’ che i loro colleghi delle testate locali puntualmente pubblicavano.

Intanto, agli atti processuali come dal lungo elenco di comuni ed enti commissariati risulta da tempo  che una sorta di narco-repubblica si sia estesa fino a pochi chilometri dalla Capitale italiana.
Sarebbe ora che – su antimafia e ripristino della legalità – qualche politico (e qualche editore) ci mettesse ‘in positivo’ la faccia …

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Bagnoli (Napoli), ricchezza buttata al vento

26 Nov

Napoli – partendo dallo Stadio San Paolo ed arrivando fino al Lago Fusaro, passando per Bagnoli, Pozzuoli, Baia, Bacoli e Cuma, estendendosi fino a Monte di Procida e Procida – ha ancora un territorio relativamente ‘intatto’ e di una bellezza spettacolare, chiamato Campi Flegrei.

Un territorio che aveva posto dei limiti al proprio sviluppo sia grazie alla prima legge paesaggistica d’Italia sia a causa della presenza di due ‘ingombranti’ fabbriche  (Italsider e Eternit) e del ‘campus scolastico’ del fu Banco di Napoli, destinato a base militare NATO.

Campi Flegrei per siti di interesse

Un’area servita da tre linee di metropolitana, con un porto per traghetti come quello di Pozzuoli e due o tre porticcioli turistici (in prospettiva) a Bagnoli, Baia, Procida e fino ad Ischia, un vulcano visitabile come La Solfatara, uno stadio, un ippodromo e un palasport, spiagge, scogliere e ritrovi a go go., un’enclave di musicisti, artisti ed acculturati, che da sempre vive lì, in quella che negli Anni ’70 era la West Coast italiana.

Campi Flegrei Mappa5-800

Aggiungiamo un tot di laghi vulcanici dall’alone misterioso e tanti tanti reperti greci e romani, tra cui il mitico Antro della Sibilla Cumana e la misteriosa Grotta di Seiano od il Tempio semisommerso di Serapide e tant’altro ancora.

casina vanvitelliana fusaro

Più sedi universitarie, centri di ricerca, un ospedale generale e tante cliniche, l’area storica di Bagnoli con la sua archeologia industriale e le sue palazzine d’inizio Novecento, il Rione Terra di Pozzuoli, evacuato e mai recuperato, che affaccia direttamente sulla baia ed il porto.

Un territorio che nei decenni si è dimostrato meno afflitto degli altri da fenomeni criminali e che, in termini di ‘rifiuti nocivi’, ha ‘solo’ il problema dell’amianto dell’Eternit, per il quale c’è una sentenza di primo grado che condannava a 16 anni del magnate svizzero Stephan Schmidheiny e del barone belga Louis De Cartier, ex vertici della multinazionale, per disastro ambientale doloso e omissione volontaria di cautele antinfortunistiche. Sentenza finita però in prescrizione.

Bagnoli-2

Ci sarebbe anche da monitorare l’itticolutra, visto cosa hanno scaricato i Casalesi a Giugliano e Pianura che sono limitrofi a quell’area, ma qualunque costo d’investimento sarebbe ampiamente ripagato dai ricavi nell’arco di decenni e secoli, grazie alla bellezza mozzafiato dei luoghi, alle già buone infrastrutture, alla possibilità – visto che vi si accede solo tramite Tangenziale e Via Domiziana – di creare un ‘quartiere europeo’ SAFE a Napoli per turisti e visitatori, di cui già Goethe segnalava l’esigenza.

Una chiave strategica, se si pensa che dallo sviluppo turistico di Bagnoli e dei Campi Flegrei ne verrebbe anche il decollo del turismo in tutta Napoli senza alterare ‘usi, costumi e territorialità’ di un’antica metropoli.

Politecnico Napoli

Las Vegas, creata dal nulla cinquant’anni fa, oggi vale un PIL di 100 miliardi di dollari per circa 600.000 abitanti.
Napoli, con gli investimenti e gli interventi normativi giusti, potrebbe generarne almeno il triplo entro vent’anni, senza tener conto dell’apporto che ne riceverebbero le attuali attività produttive locali.

La ripresa non può che ripartire da dove si è toccato il fondo.

campi flegrei baia arco felice

Las Vegas nacque grazie ad un establishment statunitense che volle ‘risolvere’ il problema Cosa Nostra – accettando l’esistenza di un’area ‘franca’ ben circoscritta – e da ‘famiglie’ e padrini stanchi di vedere la proprie mani lorde si sangue e i propri figli seppelliti prima del tempo per qualche faida o vendetta, dopo essere cresciuti nella violenza intrinseca di quelle piccole Kabul che sono le aree di spaccio o i ‘quartieri fortino’ dei boss.

Il problema non è la Camorra, non in termini assoluti, dato che – dinanzi al disastro epocale ed il danno causato alla propria gente, oltre che l’attenzione mediatica mondiale ormai attratta – non dovrebbe altro che badare ad ‘evolversi’ verso business meno infamanti e illegali dei rifiuti tra i campi e della droga a cielo aperto di Secondigliano. L’opportunità di investire in modo legale enormi risorse ormai ‘pulite’ da anni e anni di reinvestimenti legali tramite società come tante altre sarebbe imperdibile ed imperdonabile.
Las Vegas esiste anche e soprattutto perchè nel 1946, Bugsy Siegel – emissario di Cosa Nostra – aprì il famoso primo hotel casinò di Las Vegas, il Flamingo Hotel, con un progetto di urbanizzazione che fu inizialmente preventivato a 1’500’000 di dollari dell’epoca, ma alla fine arrivò a costare sei milioni.

sant'angelo ischia

Mentre gli USA hanno sempre mostrato una certa pragmatica lungimiranza, in Italia accade, ad un anno di distanza dalla partenza dell’ultimo contingente di militari, che la base NATO di Bagnoli – che ha un valore immobiliare quasi inestimabile – sia lì, ferma, in  attesa di Godot o, meglio, del sindaco De Magistris e della Fondazione Banco di Napoli per l’assistenza all’infanzia, proprietaria dell’enorme resort.

Solo il primo dicembre prossimo la base riaprirà – eccezionalmente – i suoi cancelli ai cittadini, questo è tutto. Ci sarà Edoardo Bennato e tanti (noti e meno noti) artisti e musicisti del posto.
Tutto qui: nessuno (per ora) si lagna di un enorme impianto con edifici, campi sportivi e aree verdi da un anno non ‘rende’ più i cinque milioni di euro che la NATO versava per l’affitto.
E che – se assorbito nel patrimonio pubblico nei costi gestionali – di sicuro aggravierebbe notevolmente le casse del Comune di Napoli senza portare nè i migliaia (decine?) di posti di lavoro nè i ricavi che deriverebbero da un piano complessivo per i Campi Flegrei.

Ne abbiamo già un esempio nell’ipotesi di Parco urbano della Mostra d’Oltremare, per altro ‘adiacente’ all’ex base NATO, i cui costi di manutenimento andranno a cadere tutti sul ‘pubblico’, mentre finalizzarlo a primo nucleo di ‘area turistica SAFE’ sarebbe un presupposto essenziale per portare ricchezza e lavoro a Napoli.

Mostra-Oltremare

E se il Comune di Napoli si fa attendere – mentre congettura ipotetiche e costose ‘restituzioni’ delle aree e delle infrastrutture’ ad una cittadinanza stremata da decenni di disoccupazione, disinvestimento e malaffare – dalla Provincia non si ode eco, forse perchè dal 1 gennaio 2014 si dovrà parlare di Città Metropolitana, di cui faranno parte tutti i comuni della ex provincia (ndr. tanto per cambiar tutto per non cambiar nulla).

Il problema non è la Camorra, non semplicemente: Las Vegas ce lo insegna. Specialmente se – dinanzi al disastro epocale ed il danno causato alla propria gente, oltre che l’attenzione mediatica mondiale ormai irrimediabilmente attratta – non dovrebbe altro che badare ad ‘evolversi’ verso business meno infamanti e illegali dei rifiuti tra i campi e della droga a cielo aperto di Secondigliano.
Piuttosto la questione è – evidentemente – nella mentalità di coloro che hanno scelto di restare piuttosto che emigrare. Infatti, non si comprende come sia possibile che dagli architetti, dagli ingegneri e dagli economisti partenopei non si levi un coro unanime per uno sviluppo urbanistico che tenga conto di come la democratica Parigi, la beneamata Barcellona e persino la piccola Firenze abbiano deciso di trasformare in un’enorme area cultural-intrattenente i propri gioielli metropolitani.

Dunque, a voler far conto sulla politica del momento, i napoletani possono attendere. Anzi attendono da tempo, visto che, dinanzi alla scelta di candidati che le segreterie di partito gli propinano, ormai sono anni che si registrano astensionismi che hanno raggiunto anche al 70% degli elettori. Anche Luigi De Magistris, eletto a furor di popolo secondo i media nazionali, in realtà doveva constatare l’opposizione o l’indifferenza di sette napoletani su dieci, all’atto delle elezioni a sindaco.

E può attendere l’Italia che avrebbe davvero bisogno di un ‘crocevia mondiale dell’intrattenimento’ e del conseguente PIL napoletano incrementato di diverse centinaia di miliardi di euro, senza tener conto delle minori spese per welfare e della minore aggressività e diffusione dei fenomeni criminali.

Sfogliando il maggiore quotidiano italiano, La Repubblica, sembra che la priorità ‘turistica’, per l’Italia e anche per Napoli (o Agrigento), è la creazione nel bel mezzo di Roma Capitale – molto fantasiosa, visto che andrebbe nel bel mezzo dei palazzi del potere e dell’asfittico e caotico traffico  – di un parco archeologico romano che vada a far concorrenza a quello di Pompei ed a quello che dovrebbe già esistere da tempo, ai Campi Flegrei …

Senza ingenti e lucrativi investimenti e senza la ripresa di almeno una parte del Meridione ci vorranno almeno due o tre generazioni per ripianare l’enorme debito che affligge lo Stato italiano. Ammesso che ci si riesca: 1.000 miliardi di euro son tanti davvero, se il Paese è incravattato dalla pressione fiscale, dall’irresolutezza della politica e dalla stagnazione strisciante.

E quel che succede nella Napoli di Luigi De Magistris (o meglio NON succede) con immobili e territori di pregio, che andrebbero messi a ricavo e non ad ammortamento, ne rende esemplarmente la prospettiva economica generale dell’Italia.

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Audizione del pentito Carmine Schiavone: camorra e massoneria

3 Nov

Nel leggere le parole di Carmine Schiavone, pentito di mafia, non è possibile non chiedersi cosa abbia fatto lo Stato italiano per fermare un immane disastro ambientale e perchè i diversi Parlamenti che si sono avvicendati abbiano secretato simili notizie, perchè i Governi non sono intervenuti per bonifiche che attendono ormai da 20 anni.
Ma anche c’è da chiedersi come sia potuto accadere che da mezza Europa siano potuti convergere verso Napoli rifiuti di tossicità incommesurabile, proprio mentre gli slogan razzisti inneggiavano ‘alla monnezza da lavare col fuoco del Vesuvio’ e, comunque, eludendo controlli, come quelli tedeschi, che seri dovrebbero essere.

La domanda, ineluttabile, che viene è molto semplice: quando gli autori, le menti, di questo enorme disastro ambientale si sono resi conto di star causando un mostruoso genocidio?
E, allora, perchè hanno continuato?

Audizione del pentito di Camorra Carmine Schiavone alla Commissione Parlamentare d’inchiesta durante la seduta del 7 ottobre 1997 – pag. 22

  • Carmine Schiavone: Il settore dell’immondizia, invece, era gestito, come riscossione soldi, dall’avvocato Chianese, il quale era il coordinatore a livello un po’ massonico, un po’ politico …
  • Presidente Massimo Scalia: Che significa “un po’ massonico, un po’ politico”?
  • Carmine Schiavone: Parecchi avevano il grembiulino, vecchi grembiuli …

Audizione del pentito di Camorra Carmine Schiavone alla Commissione Parlamentare d’inchiesta durante la seduta del 7 ottobre 1997 – pag. 35

  • Presidente Massimo Scalia: Lei ha detto che i rifiuti venivano dall’Italia del Nord e dall’Europa: venivano per conto loro o avete anche svolto un ruolo di procacciatori?
  • Carmine Schiavone: Non per conto loro, l’avvocato Chianese aveva introdotto Cerci in circoli culturali ad Arezzo, a Milano, dove aveva fatto le sue amicizie. Attraverso questi circoli culturali, entrò automaticamente in un gruppo di persone che gestiva i rifiuti industriali, tossici o meno.

Audizione del pentito di Camorra Carmine Schiavone alla Commissione Parlamentare d’inchiesta durante la seduta del 7 ottobre 1997 – pag. 36

  • Presidente Massimo Scalia: Lei sta dicendo una cosa precisa: che questi rifiuti dal nord dell’Italia o addirittura dall’estero non arrivavano in Campania da soli, ma che l’avvocato Chianese era in grado di organizzare il traffico attraverso circoli culturali e amici.
  • Carmine Schiavone: Erano circoli culturali che stavano al nord, al sud al centro, in tutta Italia e Europa.
  • Presidente Massimo Scalia: Quindi il traffico era organizzato per far arrivare i rifiuti in Campania, nell’area del casertano? Quali erano questi collegamenti precisi, se vi era un’attività che potremmo definire di promotion.
  • Carmine Schiavone: Faccio un solo nome: so che Cerci stava molto bene con un signore chiamato Licio Gelli …
  • Presidente Massimo Scalia: Se lei parla di Licio Gelli ci fa sospettare che questa organizzazione fosse ben orchestrata e vi fosse in qualche modo un settore della Massoneri ache si occupava di questi affari.
  • Carmine Schiavone: Non lo so; questo lo lascio pensare a lei. So che a Milano c’erano grosse società che raccoglievano rifiuti, anche dall’estero, rifiuti che poi venivano smaltiti al sud. So che in Lombardia c’erano queste società che gestivano i rifiuti ma non so chi erano i proprietari.

Audizione del pentito di Camorra Carmine Schiavone alla Commissione Parlamentare d’inchiesta durante la seduta del 7 ottobre 1997 – pag. 30

  • Presidente Massimo Scalia: Lei ha alluso al fatto che alcuni esponenti politici erano legati in qualche modo alla Massoneria …
  • Carmine Schiavone: Perchè non lasciamo da parte i politici?
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Audizione del pentito Carmine Schiavone: mappa di un Sud devastato
Terra dei Fuochi: FATE PRESTO

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Audizione del pentito Carmine Schiavone: mappa di un Sud devastato

3 Nov

Nel leggere le parole di Carmine Schiavone, pentito di mafia, non è possibile non chiedersi cosa abbia fatto lo Stato italiano per fermare un immane disastro ambientale e perchè i diversi Parlamenti che si sono avvicendati abbiano secretato simili notizie, perchè i Governi non sono intervenuti per bonifiche che attendono ormai da 20 anni.
Ma anche c’è da chiedersi come sia potuto accadere che da mezza Europa siano potuti convergere verso Napoli rifiuti di tossicità incommensurabile, proprio mentre gli slogan razzisti inneggiavano ‘alla monnezza da lavare col fuoco del Vesuvio’ e, comunque, eludendo controlli, come quelli tedeschi, che seri dovrebbero essere.

La domanda, ineluttabile, che viene è molto semplice: quando gli autori, le menti, di questo enorme disastro ambientale si sono resi conto di star causando un mostruoso genocidio?
E, allora, perchè hanno continuato?

Audizione del pentito di Camorra Carmine Schiavone alla Commissione Parlamentare d’inchiesta durante la seduta del 7 ottobre 1997 – pag. 11

  • Carmine Schiavone: Vi erano fusti che contenevano toluene, ovvero rifiuti provenienti da fabbriche della zona di Arezzo: si trattava di residui di pitture.
  • Presidente Massimo Scalia: Solventi?
  • Carmine Schiavone: Si, materiali del genere. I rifiuti venivano anche da Massa Carrara, da Genova, da La Spezia, da Milano. Vi sono molte sostanze tossiche, come fanghi industriali, rifiuti di lavorazione di tutte le specie, tra cui quelli provenienti da concerie. Vi era inoltre qualche camion che veniva dall’estero.
  • Presidente Massimo Scalia: Poichè lei ha parlato di rifiuti radioattivi, è al corrente di dove siano stati collocati?
  • Carmine Schiavone: Alcuni dovrebbero trovarsi in un terreno sul quale oggi vi sono i bufali e su cui non cresce più erba.
  • Presidente Massimo Scalia: Lei ha già mostrato all’autorità giudiziaria i luoghi in cui sono stati effettuati questi interramenti di rifiuti pericolosi?
  • Si.

Audizione del pentito di Camorra Carmine Schiavone alla Commissione Parlamentare d’inchiesta durante la seduta del 7 ottobre 1997 – pag. 12

  • Presidente Massimo Scalia: Nel 1990 il clan dei Casalesi ha deciso che l’affare dei rifiuti dovesse essere portato avanti non più di soppiatto, ma secondo le leggi dei clan.
  • Carmine Schiavone: Si, è diventato un affare autorizzato, che faceva entrare soldi nelle classe del clan. Tuttavia, quel traffico veniva già attuato in precedenza e gli abitanti del paese rischiano di morire tutti di cancro entro venti anni; non credo, infatti, che si salveranno.

Audizione del pentito di Camorra Carmine Schiavone alla Commissione Parlamentare d’inchiesta durante la seduta del 7 ottobre 1997 – pag. 18

  • Carmine Schiavone: Come zona di influenza nostra arrivavamo fino a latina, diciamo la zona di Roma. A Roma c’era qualche società finanziaria.
  • Presidente Massimo Scalia: Sta parlando sempre del problema dei rifiuti?
  • Carmine Schiavone: Per quanto riguarda i rifiuti, noi arrivavamo fino alla zona di Latina; Borgo San Michele e  le zone vicine erano già di influenza bardelliniana.
  • Presidente Massimo Scalia: A quando risale tutto questo?
  • Carmine Schiavone: Questo avvenicva dal 1988 a salire. Gia prima, però, la gestivano i Bardellino …
  • Presidente Massimo Scalia: Se ho ben compreso, lei sta dicendo che lo smaltimento illegale dei rifiuti in provincia di Latina avveniva già prima del 1988 …
  • Carmine Schiavone: Anche a scendere giù, cioè non solo Latina, ma anche Gaeta, Scauri e altre zone.

Audizione del pentito di Camorra Carmine Schiavone alla Commissione Parlamentare d’inchiesta durante la seduta del 7 ottobre 1997 – pag. 19

  • Presidente Massimo Scalia: Vorremmo capire quale fosse l’estensione territoriale del fenomeno, almeno in base a ciò che le risulta. Il controlle del fenomeno, almeno in base a ciò che le risulta. Il controlle di clan malavitosi sul trafico dei rifiuti, per quanto ne sa, si spingeva, grosso modo, fino a Latina e non più a nord?
  • Carmine Schiavone: Dal nord arrivava …!

Audizione del pentito di Camorra Carmine Schiavone alla Commissione Parlamentare d’inchiesta durante la seduta del 7 ottobre 1997 – pag. 21

  • Presidente Massimo Scalia: Al nord, quindi, l’attività di svolgeva fino a Latina; dove arrivava ad est? Nella zona del Matese? In Molise?
  • Carmine Schiavone: Si, quella era una zona di nostra influenza.
  • Presidente Massimo Scalia: Quale?
  • Carmine Schiavone: Tutto il Matese, fino alla zona di Benevento.

Audizione del pentito di Camorra Carmine Schiavone alla Commissione Parlamentare d’inchiesta durante la seduta del 7 ottobre 1997 – pag. 22

  • Presidente Massimo Scalia: Lei ha parlato di fanghi radioattivi provenienti dalla Germania. Può dirici qualcosa in più a tale propositio? Conosce società …
  • Carmine Schiavone: No. So solo che questi fanghi arrivavano in casette di piombo da 50, un po’ lunghe. Qualcuno me lo ha spiegao, anche perchè non andavo certo a vedere l’immodizia di notte. C’erano ragazzi che controllavano la zona. Avevamo creato un sistema tipo militare, con ragazzi incensurati, muniti di regolare porto d’armi, che giravano in macchina. Vi erano persone addette ai controlli alle macchine. Avevamo divise e palette dei carabinieri, della finanza, della polizia. Ci preparavano anche le macchine a doppione …

Audizione del pentito di Camorra Carmine Schiavone alla Commissione Parlamentare d’inchiesta durante la seduta del 7 ottobre 1997 – pag. 25

  • Presidente Massimo Scalia: Le risulta che nella discarica di Battipaglia siano stati riversati rifiuti tossici da parte del clan dei Casalesi o di clan in contatto con quest’ultimo?
  • Carmine Schiavone: Non lo so. Però, è possibile, visto che il sistema era unico, dalla Sicilia alla Campania. Anche in Calabria era lo stesso: non è che lì rifiutassero i soldi. Che poteva importargli a loro se la gente moriva o non moriva? L’essenzaile era il business. So per esperienza che, fino al 1992, la zone del sud, fino alle puglie era tutta infettata da rifiuti tossici provenienti da tutta Europa e non solo dall’Italia.
  • Presidente Massimo Scalia: In quali aree della Puglia, a sua conoscenza?
  • Carmine Schiavone: A mia conoscenza personale, nel Salento, ma sentivo parlare anche delle province di Bari e Foggia.

Audizione del pentito di Camorra Carmine Schiavone alla Commissione Parlamentare d’inchiesta durante la seduta del 7 ottobre 1997 – pag. 28

  • Presidente Massimo Scalia: Sa se questi collegamenti hanno fatto sì che si utilizzassero parti della Calabria e della Sicilia per lo smaltimento illegale dei rifiuti?
  • Carmine Schiavone: A voce lo so; erano tutte le zone, come vi ho detto poc’anzi. Tutti i clan, tutte le associazioni criminali erano interessate, perchè si trattava di decine di miliardi all’anno nel libro mastro.

Audizione del pentito di Camorra Carmine Schiavone alla Commissione Parlamentare d’inchiesta durante la seduta del 7 ottobre 1997 – pag. 29

  • Presidente Massimo Scalia: Non ha mai sentito parlare di traffici di rifiuti con le navi?
  • Carmine Schiavone: So che c’erano navi e che qualcuna è stata affondata nel Mediterraneo, però sono ricordi sbiaditi. Ricordo che una volta si parlò di una nave che portava rifiuti speciali e tossici, scorie nucleari, che venne affondata sulle costa tra Calabria e Campania.

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The declassified hearing of a mafia turncoat on waste traffic in Naples

2 Nov

Reading the words of Carmine Schiavone, the Casalesi mafia turncoat, you wonder why the Italian government to stop a so huge environmental disaster and why the various parliaments – that have come and gone – have secreted similar news. Why governments were waiting for 20 years.
But you have to wonder how that could happen that half of Europe was able to converge on Naples a enormous waste, just while North Italian racist slogans were chanting ‘Oh God,  wash their rubbish with the fire of Vesuvius ‘ and, anyway ,how was possibile evading controls , such as those Germans, who should be serious .

The question, inevitable , which is very simple: when the authors of this huge environmental disaster realized that they are the killers of monstrous genocide?
And then ,why they have continued ?

Hearing of the Camorra turncoat Carmine Schiavone by Italian Parliamentary Commission of Inquiry at its meeting on October 7, 1997 – p. 9 (declassified October 31, 2013)

  •     President Massimo Scalia : When the waste has become an ​​activity of the clan ?
  •     Carmine Schiavone : This situation immediately became operational and began to pour money into the coffers of the state …
  •     President Massimo Scalia : You mean in the coffers of the clan ?
  •     Carmine Schiavone : It ‘the same , more or less.
  •     President Massimo Scalia : Why do you say that is the same ?
  •     Carmine Schiavone : I am embarrassed. I was referring to the coffers of the clan as a clan of state …
  •     President Massimo Scalia : It is your state !
  •     Carmine Schiavone : The Mafia and the Camorra could not exist if it was not the state … If Institutions want not the existence of a clan, what possibility to exist?

Hearing of the Camorra turncoat Carmine Schiavone by Italian Parliamentary Commission of Inquiry at its meeting on October 7, 1997 – p. 28 (declassified October 31, 2013)

  •     President Massimo Scalia : How much money have entered into cash by pertita waste ?
  •     Carmine Schiavone : As far as I know, from 2-3000 millions (of lire) in 1990
  •     President Massimo Scalia : So little?
  •     Carmine Schiavone : But in the common fund , with which he was paying monthly , not in private funds . I did seize the state 2.200 billions (of lire) and I think there are still few , it does not add up . There are also properties that can not be seized abroad , for example in Brazil , Spain. There are properties in Germany , in France.

Hearing of the Camorra turncoat Carmine Schiavone by Italian Parliamentary Commission of Inquiry at its meeting on October 7, 1997 – p. 22 (declassified October 31, 2013)

  •     President Massimo Scalia : You spoke of radioactive sludge from Germany. Can tell us something more?
  •    Carmine Schiavone : No. I just know that this sludge coming in lead logs of 50 cm, a bit long . Someone told me.

Hearing of the Camorra turncoat Carmine Schiavone by Italian Parliamentary Commission of Inquiry at its meeting on October 7, 1997 – p. 32 (declassified October 31, 2013)

  •     President Massimo Scalia : You was involved into the construction of the expressway connecting Napoli- Caserta … there is a natural suspicion that, with respect to such large volumes of business , there were …
  •     Carmine Schiavone : This does not happen only in Italy and in Germany , one of our affiliates – who had 99 company – built the highway from Baden- Baden to Monaco with a renevue of 27 billion marks. So it’s no wonder , it’s not only in Italy , but unfortunately  we are accustomed to think that  Italians are all thieves , but this happens in France , in Europe , to not speak of South America.

Hearing of the Camorra turncoat Carmine Schiavone by Italian Parliamentary Commission of Inquiry at its meeting on October 7, 1997- p. 30 (declassified October 31, 2013)

  •     President Massimo Scalia : You alluded to the fact that some politicians were related in some way to Freemasonry …
  •     Carmine Schiavone : Why do not we leave aside the politicians?

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Audizione del pentito Carmine Schiavone: politica e camorra

2 Nov

Nel leggere le parole di Carmine Schiavone, pentito di mafia, non è possibile non chiedersi cosa abbia fatto lo Stato italiano per fermare un immane disastro ambientale e perchè i diversi Parlamenti che si sono avvicendati abbiano secretato simili notizie, perchè i Governi non sono intervenuti per bonifiche che attendono ormai da 20 anni.
Ma anche c’è da chiedersi come sia potuto accadere che da mezza Europa siano potuti convergere verso Napoli rifiuti di tossicità incommensurabile, proprio mentre gli slogan razzisti inneggiavano ‘alla monnezza da lavare col fuoco del Vesuvio’ e, comunque, eludendo controlli, come quelli tedeschi, che seri dovrebbero essere.

La domanda, ineluttabile, che viene è molto semplice: quando gli autori, le menti, di questo enorme disastro ambientale si sono resi conto di star causando un mostruoso genocidio?
E, allora, perchè hanno continuato?

Audizione del pentito di Camorra Carmine Schiavone alla Commissione Parlamentare d’inchiesta durante la seduta del 7 ottobre 1997 – pag. 9

  • Presidente Massimo Scalia: Quando quello dei rifiuti è diventato un settore di attività del clan?
  • Carmine Schiavone: Questa situazione diventò subito operativa e cominciarono a versare soldi nelle casse dello stato …
  • Presidente Massimo Scalia: Vuol dire nelle casse del clan?
  • Carmine Schiavone: E’ lo stesso, più o meno.
  • Presidente Massimo Scalia: Perchè dice che è lo stesso?
  • Carmine Schiavone: Mi confondo. Mi riferivo alle casse del clan: era un clan di stato …
  • Presidente Massimo Scalia: Il vostro stato!
  • Carmine Schiavone: La mafia e la camorra non potevano esistere se non era lo Stato … Se le istituzoni non avessero voluto l’esistenza del clan, questo avrebbe forse potuto esistere?

Audizione del pentito di Camorra Carmine Schiavone alla Commissione Parlamentare d’inchiesta durante la seduta del 7 ottobre 1997 – pag. 28

  • Presidente Massimo Scalia: Quanto valeva complessivamente il business dei rifiuti, per i Casalesi, in tutto il periodo che lei conosce? Quanti soldi sono entrati in cassa dalla pertita rifiuti?
  • Carmine Schiavone: Per quanto ne so, dal 1990 2-3 miliardi (ndr. di lire)
  • Presidente Massimo Scalia: Così poco?
  • Carmine Schiavone: Ma nella cassa comune, con la quale si pagava il mensile, non nelle casse private. Ho fatto sequestrare allo Stato 2.200 miliardi (ndr. di lire) e penso che sono ancora pochi, i conti non tornano. Ci sono anche proprietà all’estero che non si possono sequestrare, per esempio in Brasile, in Spagna. Ci sono proprietà in Germania, in Francia.

Audizione del pentito di Camorra Carmine Schiavone alla Commissione Parlamentare d’inchiesta durante la seduta del 7 ottobre 1997 – pag. 22

  • Presidente Massimo Scalia: Lei ha parlato di fanghi radioattivi provenienti dalla Germania. Può dirici qualcosa in più a tale propositio? Conosce società …
  • Carmine Schiavone: No. So solo che questi fanghi arrivavano in casette di piombo da 50, un po’ lunghe. Qualcuno me lo ha spiegao, anche perchè non andavo certo a vedere l’immodizia di notte. C’erano ragazzi che controllavano la zona. Avevamo creato un sistema tipo militare, con ragazzi incensurati, muniti di regolare porto d’armi, che giravano in macchina. Vi erano persone addette ai controlli alle macchine. Avevamo divise e palette dei carabinieri, della finanza, della polizia. Ci preparavano anche le macchine a doppione (ndr. finte volanti).

Audizione del pentito di Camorra Carmine Schiavone alla Commissione Parlamentare d’inchiesta durante la seduta del 7 ottobre 1997 – pag. 32

  • Presidente Massimo Scalia:  Lei ha messo in connessione la costruzione della superstrada Napoli-Caserta con le opere che si facevano per i Regi Lagni; vi è il sospetto naturale che, rispetto a volumi di affari così rilevanti, ci fossero …
  • Carmine Schiavone: Questo non capita solo in Italia; in Germania, un nostro affiliato che aveva 99 società ha costruito l’autostrada da Baden-baden a Monaco con 27 miliardi in soldi tedeschi. Quindi non c’è da meravigliarsi, non capita solo in Italia; purtroppo, siamo abituati dai giornali a pensare che gli italiani sono tutti ladri, ma questo capita in Francia, in tutta Europa, non parliamo del Sud America.

Audizione del pentito di Camorra Carmine Schiavone alla Commissione Parlamentare d’inchiesta durante la seduta del 7 ottobre 1997 – pag. 30

  • Presidente Massimo Scalia: Lei ha alluso al fatto che alcuni esponenti politici erano legati in qualche modo alla Massoneria …
  • Carmine Schiavone: Perchè non lasciamo da parte i politici?
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Naples is calling under an unbelievable enviromental disaster

8 Ott

Hurry for Naples! – (Andy Wahrol)

Read also The declassified hearing of a mafia turncoat on waste traffic, envitomental disaster and political connections

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In the town of Caivano (Italy) , cabbages are yellow and not white , as normal. ‘It was polluted everything: groundwater, wells , land and even the cabbage. We found , in particular, cadmium , arsenic and lead with parameters of 4-500 times that exceeded the maximum allowed’. (General Giovanni Costa , head of the Forest Guard of Naples and its province, interviewed by Corriere del Mezzogiorno) .

The boundaries do not fare better : Qualiano, Villaricca and Giugliano towns are the industrial triangle of illegal dumping of toxic waste , which is managed by the Mallardo  clan, while Casalesi Clan control the territories of Caserta . ” (Italia24ore)

But the Land of Fires (this is the nickname of that territory of Campania by the hundreds of illegal fires of industrial garbage done by Camorra) is not limited to these populous towns or to the ‘triangle of death’ of Acerra , Nola and Marigliano , where in last years an exponential increase of tumors , especially in children , and mortality is growing.
47 municipalities are officially ‘ contaminated ‘ , including Afragola, Arzano, Aversa, Caivano, Calvizzano, Cardito, Carinaro, Casal di principe, Casaluce, Casandrino, Casapesenna, Casavatore, Casoria, Cesa, Crispano, Frattamaggiore, Frattaminore, Frignano, Giugliano, Gricignano di Aversa, Grumo Nevano, Lusciano, Marano, Melito, Mugnano, Orta di Atella, Parete, Qualiano, San Cipriano d’Aversa, San Marcellino, Sant’Antimo, Sant’Arpino, Succivo, Teverola, Trentola-Ducenta, Villa di Briano, Villa Literno, Villaricca.

To these towns three districts of Naples have to be added: Bagnoli and Cavalleggeri, where the dismantling of the former Eternit factory has turned into a huge pile of asbestos few meters far from the houses , and Pianura, where is a landfill hotly contested by the population.

Eternit Bagnoli Process: Some relatives of the more than 500 victims – so far proven.

At a guess we are talking about two million people daily exposed to industrial products or their smogs that are toxic, mutagenic, harmful to health.

Not for particular sins of the people that lives there, but for the gangs acting in plain sight, for a local political class selected elsewhere and for an Italian Republic which intervenes little and badly , unless it is distracted and busy in a completely different .
Needless to say, the costs of health are becoming increasingly unsustainable for the Campania Region and one of the richest agricultural production in Europe will be thrown away for years and years, relegating those territories to subsidiaryty.

Map of the Land of Fires for hazard index of the buried/ burned waste

The causes of an environmental disaster of so large and so dramatic consequences are few: the Camorra, the Italian Republic, the Italian Parliament.

In fact, the root of all evils is the traffic of hazardous wastes, which began in 1982 , thanks to an Italian law that deregulated the treatment of industrial waste, without – as tragically proved – adequate controls on the sites and on the certifiers .
In the 80s , long ago, we report the first investigation, ‘Adelphi’,  for international traffic of industrial bins and sewage buried in the quarries of Caserta and in the plains of Terra di Lavoro (today Land of Fires).
Only then (it was 1991 ) Italian Republic established an observatory and a parliamentary commission of inquiry , but not a comprehensive inspectorate and not a stricter rule on sites and certifications .

Today, it is a fact that the legislation and control systems were inadequate, as demonstrated by the process of Eternit Bagnoli which ended in the first instance with the sentencing to 16 years of the Swiss tycoon Stephan Schmidheiny and the Belgian Baron Louis De Cartier, former leaders of the multinational, (con)damned for environmental disaster and malicious willful default of safety precautions , but … the sentences are gone in prescription and asbestos is still there, in open air not so far from houses.

A sieve, which benefits – imposing it as dominant thanks to a billion- euro business – the Casalesi Clan, legal dealers for the construction of fish tanks from Lago Patria up to Mondragone, used for the extraction of sand and … the burying more of everything .

Burial of toxic waste in a quarry

Still, the principal dealer of the Casalesi Clan, Carmine Schiavone – already during the interrogation of ’93 , ’94 and ’96 – had described the whole illegal chain for the spillage of waste, stemming in large part ‘outputs’ from North Italy companies,  on time untouched by all the investigations .

Then, at the beginning of the second millennium, while the Italian Republic and its Parliament  were managing a disaster with unexplainable ease, the Campania Felix was wasted also by the vainglory of the Policy.
So it happened that the national news, in those years – rather than to make pressure on the Casalesi Camorra and the regional misrule, all twisted the question like ‘ incinerator yes-no ‘ as suggested by Minister Pecoraro Scanio and flashed the general attention on popular uprisings against legal landfills ( there have been convictions ) but not against those abusive …
Meanwhile , our companies of the North Italy continued to send their industrial wastes at unbeatable prices … why would they suspect of those who offered them it without problems?
Meanwhile, while tons of harmful waste are coming from northern Italy to Naples and Caserta, the same Italy refused to place in its landfills  the relatively few tons of garbage that invaded the city of Naples (without legal landfills) and created a global healthcare alarm even to WHO in New York.

Since then it goes on with a dozen fires per day, organized by small gangs employed by the Camorra around the provinces of Naples and Casert , to burn waste, solvents, tires, harmful products come from everywhere. And now even the wind is the enemy , in Terra di Lavoro aka Land of Fires , because it takes anywhere dioxins , heavy metals, toxic or mutagenic compounds.
Who  can is leaving  fine owned homes or work activities to take refuge in the few ‘safe’ areas. A silent, desperate exodus with no return.

Burning of toxic materials – Photo from Giornalettismo.it

The Italian Republic, its Parliament, its national Media? Absent or at least silent.

Not seen if , until 31 December 2007, the Province of Caserta – with an  international alarm for environmental disaster in progress – legislated to certify every wells with any statement provided by its owner and only from that date it was needed certain checks to be allowed to create and use a pit. Actually, ’60-70% of the wells used to irrigate the land is outlawed ” (CampaniaNotizie.com)

An Italy that stalls, sipping resources and responsibilities, if ” the third largest city in Campania, one of the most populous regions of Italy, is the ‘capital of poisons’. In Giugliano town is taking place in plain sight and in the general silence, one of the the most serious disasters in Europe.
In the almost ninety-five km square area – that extends from Marano to Aversa  stretching up into the Domitian coast, three of the four elements of nature are – in some cases – irreparably compromised : the dioxin breathed by the air, the leachates gone in many agricultural wells as the the (in)famous ponds where the Camorra has spilled the impossible, the industrial poisons filling the earth.

Photo by Il Mattino di Napoli

The Giugliano ecosystem  is so devastated that – few months ago – Prosecutor Alessandro Milita, author of a complex investigation into the Resit landfill (note: as big as 2,600 football fields ), told the parliamentary committee on waste cycle that exponential growth of pollution ‘can only be compared to AIDS , because in the coming years it will be extended again. Among forty years will inevitably come to terms. According to the expertise of the geologist Giovanni Balestri, in 2064 the aquifer under the Resit will be compromised by thousands of tons of poisons leached through the tuff’.
In Resit – by the initiative of the clan but behind a facade of legality represented by false claims – 341,000 tonnes of hazardous waste have been downloaded over the years, including 30,600 tons of all kinds of waste from chemical factory Acna Cengio, actually found less than twelve feet below ground. The landfill in Scafarea is the head of the monster that has already polluted twelve exploration wells in the surrounding countryside planted with vegetables and fruit and spits out , day after day, streams of toxic leachate.’ ( Il Corriere del Mezzogiorno)

Photo by Today.it

A distracted Parliament while invoking the fight against tax evasion and undeclared work, if the prefectural Commission found that the  city of Giugliano in Campania denotes a ‘lack of control and serious administrative problems at the vegetable market’, which is the second in Italy after Milan with a movement of one million tons per year of fruit and vegetables.

Even plans to introduce tougher sentencing, mandatory arrest for environmental crimes, summary trials on the basis of biochemical tests of the police.
No notice on the evidence that it is thanks to his laws and his (deficient) controls that Camorra has been able to achieve a kolossal environmental disaster, which otherwise continues unabated .
Not even wonders how it can still be fully asserted its jurisdiction in so abandoned lands in hands of  Camorra Clan, where citizens, rather than conspiratorial, are quite intimidated and deeply disheartened .

Not even a prominent politician in the sit ins as in the events promoted by parish priests and bishops , the ones remained in the forefront among the people.
Not a national front-page for a carnage – if unintended – is a massacre , and an ethnic cleansing – if still tolerated.

Event by Football Team S.S.C. Naples – Photo by La Repubblica

So, in this unfunny game, it happened that – few weeks ago – a well-known Italian newspaper  asked why the Neapolitan people does not rebel. A quite paradoxical question: against the Camorra or against the State – that claims taxes and does not guarantee safety and health – or both?

Do not blow on the embers which may be fire, if anyone does not recall the facts and/or forgets our history, after having spoken and written with contempt – and with impunity for decades – ‘on the Neapolitan people’ , starting from the stands of stadiums, as if racism could be everything else than racism.
Rather, we should ask whether the state exists in the provinces of Naples and Caserta or whether, as seems just , something has failed.

Meanwhile, hurry.
To save those who are still alive and help those who have nothing … to believe .

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