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Come beccarsi multe per un milione di euro e farle pagare (care) ad altri

24 Gen
Le procedure d’infrazione a carico dell’Italia sono 89 – più quelle in itinere – e ci costano un miliardo all’anno, per ora.

Infatti, a leggere Affari Italiani o Sole24Ore, ci rendiamo conto che noi contribuenti italiani “paghiamo ogni giorno milioni di euro per le sanzioni europee” ed altre ancora ne devono arrivare.

In un anno, milioni di euro al giorno diventano almeno un miliardo di Euro … che a sua volta equivale a 50 euro di balzello per i venti circa milioni di italiani al lavoro.
Intanto, altri italiani percepiscono laute indennità e vitalizi proprio per far leggi e norme, che evidentemente non fanno e/o mal fanno, visto che un documento della Camera dei Deputati spiega che  “si tratta di un numero molto elevato che colloca il nostro Paese in ultima posizione fra gli Stati membri dell’Unione quanto agli adempimenti al diritto UE. Una posizione che indebolisce notevolmente l’affidabilità italiana.”
E poi ci siono quelli che beneficiano di status, rendite, privilegi – sempre che non siano fatti una fortuna – grazie al fatto che possono infrangere le norme UE nella piena legittimità italiana …

Non a caso, Merkel ha definito le promesse di riforme di Matteo Renzi come un progetto ‘molto ambizioso’, dato che  …. domani come ieri e come oggi, un cent della nostra IVA e del nostro stipendio andrà all’Europa, per pagare multe che tanti di noi non prenderebbero mai.

L’elenco è qui (link UE) e, scorrendo in basso, scoprirete che, ad esempio, siamo sotto infrazione dal 2004 per il trattamento delle acque reflue urbane,  “rifiuti pericolosi” e “discariche”. Dove crescono e sono cresciuti i nostri figli? E perchè le ‘malattie strane’ aumentano a dismisura?

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Mafia, affari, politica: arrivano le rivelazioni del pentito Iovine

28 Mag

«So benissimo di quali delitti mi sono macchiato, ma posso spiegare un sistema in cui la camorra non è l’unica responsabile», queste le prime dichiarazioni di Antonio Iovine – superboss pentito – al processo che si sta celebrando a Santa Maria Capua Vetere.

Intanto, i cronisti locali iniziano a spulciare i verbali depositati dai Pm Ardituro e Sirignano e, come per le dichiarazioni di Carmine Schiavone, l’impresa criminale aveva contorni ben più ampi del Clan dei Casalesi.

«C’erano soldi per tutti, in un sistema che era completamente corrotto, in questo ambito si deve considerare anche la parte politica ed i sindaci dei comuni che avevano intesse a favorire essi stessi alcuni imprenditori in rapporto con il clan per aver vantaggi durante le campagne elettorali, in termini di voti e finanziamenti.
Generalmente io ero del tutto indifferente rispetto a chi si candidava a sindaco nel senso che chiunque avesse vinto automaticamente sarebbe entrato a far parte di questo sistema da noi gestito».

Valeva “la regola del 5 per cento, della raccomandazione, dei favoritismi, la cultura delle mazzette e delle bustarelle che, prima ancora che i camorristi, ha diffuso nel nostro territorio proprio lo Stato che invece è stato proprio assente nell’offrire delle possibilità alternative e legali alla propria popolazione”.

Non a caso, in Campania, già da molti anni si distingueva tra ‘camorra’ e ‘sistema’ …

“Il sistema era unico, dalla Sicilia alla Campania. Anche in Calabria era lo stesso: non è che lì rifiutassero i soldi. Che poteva importargli a loro se la gente moriva o non moriva? L’essenziale era il business.” (dichiarazione del pentito di camorra Carmine Schiavone alla Commissione Parlamentare d’inchiesta durante la seduta del 7 ottobre 1997 – pag. 25)

Un sistema che si svolgeva fino alle porte della capitale – che aveva i suoi scheletri nell’armadio con la discarica di Malagrotta – visto che, secondo il pentito, “noi arrivavamo fino alla zona di Latina; Borgo San Michele e  le zone vicine erano già di influenza bardelliniana. Anche a scendere giù, cioè non solo Latina, ma anche Gaeta, Scauri e altre zone. Questo avveniva dal 1988 a salire.”

Un sistema funzionale all’industria manifatturiera in fase di smantellamento al Settentrione, visto “che questi rifiuti dal nord dell’Italia o addirittura dall’estero non arrivavano in Campania da soli, ma che l’avvocato Chianese era in grado di organizzare il traffico attraverso circoli culturali e amici.  Erano circoli culturali che stavano al nord, al sud al centro, in tutta Italia e Europa. Faccio un solo nome: so che Cerci stava molto bene con un signore chiamato Licio Gelli … So che a Milano c’erano grosse società che raccoglievano rifiuti, anche dall’estero, rifiuti che poi venivano smaltiti al sud. So che in Lombardia c’erano queste società che gestivano i rifiuti ma non so chi erano i proprietari.”

Antonio Iovine come Carmine Schiavone sanno bene di cosa parlano (e di cosa non devono parlare): erano i ‘contabili’, i manager dell’organizzazione.

Un sistema che doveva esistere per escludere dalla governance i tanti cittadini onesti a vantaggio di saccheggiatori, prestanome e pressappochisti e che poteva esistere grazie ad un sistema di finanziamento della politica cleptocratico, confermato dall’enorme sequel di scandali e arresti da più di vent’anni a questa parte.

Un sistema che era completamente corrotto, in cui l’apporto dei mafiosi, della politica e di certa imprenditoria è da considerarsi paritetico. Esattamente come la Cosa Nostra di cui Buscetta, Falcone e Borsellino svelarono tanti ‘collegamenti’. E parliamo non solo dei rifiuti, ma anche degli appalti e delle grandi opere, di mercati ortofrutticoli e di scali portuali di rilevanza europea, di produzioni su scala nazionale per il made in Italy, eccetera … fino alle elezioni, quanto meno locali e regionali.

Se la Cosa Nostra casalese vuole dissociarsi dall’aver avuto ‘unica e sola’ la responsabilità del saccheggio e della devastazione di una nazione, ben venga. Specialmente se questo potesse portare ad una ‘pacificazione’ della Campania, che ha – tra l’altro – una capacità produttiva e commerciale enorme e potrebbe cavarsela molto meglio senza delinquenti che svendono ricchezze e deturpano bellezze in cambio di pochi spiccioli a confronto.

Una possibile ‘svolta’ su cui Matteo Renzi dovrebbe esporsi in prima persona, dare l’esempio, se rappresenta l’Italia che vuol cambiare. Una questione ‘mafia’ su cui i Cinque Stelle potrebbero essere più attenti, visto che è ‘ovunque’ ed è anche la madre di tutte le mazzette. Un sistema d’affari che – di sicuro – non ha nulla a che spartire con un Centrodestra che sappia leggere i risultati elettorali italiani ed europei.
Specialmente se – come sa chi segue il mercato azionario – il crash mondiale del fotovoltaico deriva anche dalla scoperta che bond del valore di 560 milioni di euro, posti come garanzia in Puglia e Sicilia per la creazione del fondo Global Solar Fund, erano falsi con conseguente crollo borsistico e questo è uno dei fattori che hanno determinato l’espolsione della ‘questione morale’ in Vaticano.
Come anche, chi segue la politica europea sa che, da un momento all’altro, la Germania di Angela Merkel potrebbe ricevere un avviso di infrazione per come (non) gestisce i controlli bancari sul riciclaggio di denaro sporco.

A latere, ci sarebbe anche da chiedersi quanto sarebbe costato all’industria centro-settentrionale smaltire in piena legalità quei rifiuti per anni e decenni, cosa sarebbe stato dei delicati equilibri capitolini se, andando a far luce sui rifiuti, ne andava di mezzo anche Malagrotta, o come sia avvenuto che le testate e le agenzie nazionali non si siano accorte dell’enorme mole di ‘pessime notizie’ che i loro colleghi delle testate locali puntualmente pubblicavano.

Intanto, agli atti processuali come dal lungo elenco di comuni ed enti commissariati risulta da tempo  che una sorta di narco-repubblica si sia estesa fino a pochi chilometri dalla Capitale italiana.
Sarebbe ora che – su antimafia e ripristino della legalità – qualche politico (e qualche editore) ci mettesse ‘in positivo’ la faccia …

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Roberto Saviano e il voto di scambio … a Roma

12 Mar

Oggi, il buon Roberto Saviano annuncia sulla sua pagina Facebook che è stato “arrestato per voto di scambio un consigliere comunale di Napoli. Cinquanta euro per un voto: la democrazia in vendita. Passano gli anni, si accumulano denunce e condanne, ma il sistema non cambia. Ne ho scritto molte volte e ho raccontato esattamente come funziona il meccanismo del voto di scambio nel 2010 su Raitre durante “Vieni via con me” …

Immagine

Come al solito, Saviano riesce a parlare di Napoli e della Campania come fosse la terra di Caino, trascurando che a Roma di scandali come quelli napoletani se ne contano a bizeffe, dagli appaltoni alle discariche al voto di scambio ai nepotismo eccetera …
Roberto Saviano non se ne è accorto, ma nella Capitale siamo ai quartieri costruiti senza acqua effettivamente potabile, agli arresti per nDrangheta non si contano più ed un centianio di pattuglie a presidiare – su tre turni a garantire la sicurezza dei cittadini su ben 1.285 km², alla messa sotto processo, in un anno o poco più, di centinaia di personaggi pubblici …

Dunque, caro Roberto Saviano, come non parlare di voto di scambio, quando i voti si ottengono promettendo di non cambiare o, peggio di emanare, leggi inique? Pensioni d’oro, stipendi d’oro, indulti e amnistie, depenalizzazione del falso in bilancio,  posto fisso per i pubblici impiegati, case popolari ai privi di requisiti, zero controlli su ISEE, condoni e rientri di capitale facilitati, esenzioni fiscali per le Coop, mantenere processi talmente lenti da rendere intoccabili politici e medici mentre cleptocrazia e malasanità sono in prima pagina, evitare di legiferare su sindacati e enti … eccetera eccetera … decreto SalvaRoma …

Ci saremmo aspettati che il nostro ‘censore casalese’, dopo Gomorra, ci raccontasse di Sodoma, fosse solo perchè gran parte delle tonnellate di rifiuti tossici ammucchiati nella Terra dei Fuochi son passati dal Grande Raccordo Anulare di Roma o dalla bretella autostradale che scorre a nord della Capitale … e perchè la Commissione che secretò i verbali del pentito Carmine Schiavone avevva sede a Roma.

Ma non l’ha fatto.
Risultato? Di Napoli e Campania se ne parla a reti unificate (senza però intervenire più di tanto), ma della Capitale … no.

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L’Italia nel fango (tossico) di Gomorra e non solo

4 Nov

Il fango che sta sommergendo l’Italia e le sue istituzioni, ad opera di chi dovrebbe servirle, inizia ad essere intollerabile.

A partire da chi l’Italia vorrebbe riformarla, il Partito Democratico.
Gianni Cuperlo da giorni ha lanciato un appello agli altri candidati, a Epifani, alla commissione di garanzia: “cambiamo le regole in corsa. Fermiamo il tesseramento il prima possibile, entro pochi giorni. Non è un modo per comprimere la partecipazione perché le primarie saranno aperte, ma per dire stop alla degenerazione”.
E che degenerazione ci sia e ci sia stata lo dimostra la replica del deputato renziano David Ermini: “Fatemi capire: Cuperlo candida Crisafulli, lo fa eleggere e poi finge di scandalizzarsi? Prima fanno casino poi si scoprono verginelle”.
Intanto, Il segretario regionale pugliese Sergio Blasi, in una lettera a garanti e candidati, descrive una situazione surreale con “dibattiti congressuali tenuti di fronte a pochi iscritti, seguiti da votazioni a cui partecipano file di decine e decine di tesserandi in gran parte sconosciuti alla militanza e tutto sotto la regia di locali mercenari della politica” (fonte La Repubblica).

E di chi vorrebbe rottamarla, come Beppe Grillo.
Basti prendere nota dei silenzi del Movimento Cinque Stelle sul disastro ambientale campano, sulla riforma del catasto, sulla malasanità, sulle spese per ‘cultura e diritto allo studio’ di regioni, province e comuni, sull’INPS e le pensioni, su Cassa Depositi e Prestiti ed il grande Capitale italiano, eccetera eccetera.

Un movimento, il Cinque Stelle, che non riesce ad evolversi dal ‘marketing di base’ del blog grillino, non riesce ad aggregare un ‘qualcuno’ che sappia di politica finanziaria o internazionale, non ha potuto o voluto raccogliere adesioni e suggerimenti dalla blogosfera e dalla Rete, dei tanti che già prima del suo arrivo combattevano la loro battaglia per il rinnovamento del Paese.

Foto ANSA

Fino al ministro Cancellieri, che ha ammesso – al procuratore aggiunto Vittorio Nessi durante l’interrogatorio del 22 agosto – che: “si è trattato di un intervento umanitario assolutamente doveroso in considerazione del rischio connesso con la detenzione”, di avere ricevuto la telefonata di Antonino Ligresti in cui questi le rappresentava preoccupazione per lo stato di salute della nipote Giulia che, pare, “rifiutasse il cibo in carcere” e ha ammesso anche di aver “sensibilizzato i due vice capi del Dap, perché facessero quanto di loro stretta competenza per la tutela della salute dei carcerati”.
Intanto, proprio da una conversazione di Giulia Ligresti intercettata dalla Guardia di Finanza (fonte TGcom24), emergono dettagli su Pier Giorgo Peluso, figlio proprio del ministro Cancellieri: “E’ entrato da noi un anno fa come direttore generale, è uscito ieri e in consiglio gli hanno deliberato la buona uscita di cinque milioni e mezzo, capito?”

Foto da Paesesera

E, dulcis in fundo, vengono desecretate le dichiarazioni del pentito di camorra Carmine Schiavone, rese ben 20 anni fa agli inquirenti, e scopriamo che lo Stato e il Parlamento italiani hanno lasciato avvelenare oltre 300 chilometri quadrati (Terra dei Fuochi: FATE PRESTO), non solo Campania, ma anche Basso Lazio e Molise.

Incredibile ma vero, l’audizione del pentito secretata fu presieduta proprio dal fondatore della Lega per l’Ambiente e delle Liste Verdi, Massimo Scalia, professore di Fisica Matematica al Dipartimento di Matematica dell’Università La Sapienza di Roma, il cui nome è legato alle battaglie contro il nucleare e per le energie sostenibili.

Da Grillo e Matteo Renzi, passando per la sinistra radicale e i moderati centristi, sembrerebbe quasi che l’idea imperante sia quella di arrivare al potere e ‘poi vedremo’, come se gli italiani avessero ancora voglia di firmare assegni in bianco.

Quanto al caso di un ministro della Giustizia che conversa amabilmente con indagati e congiunti di detenuti a loro volta ex ‘datori di lavoro’ di suo figlio … siamo senza parole.

E come non parlare di questione sovranazionale se uno Stato ha abbandonato milioni di cittadini nelle mani della mafia casalese, lasciando che il disastro ambientale prolificasse e che tutto restasse sotto silenzio, mentre addirittura il leader degli ambientalisti manteneva il segreto.
E come non chiedersi per quali oscure logiche e superficialità Roma e i suoi Parlamenti abbiano sempre trascurato fatti gravissimi che accadevano alle porte dell’Urbe.

La questione ‘rapporti tra istituzioni e mafie’ in Italia dovrebbe essere al centro del dibattito, visti i decenni e i costi che serviranno per risanare territori e società. Oppure, in alternativa, Grillo e Renzi dovrebbero spiegarci come intendono ‘liberarsi’ del Meridione.

Ma, forse, non è solo fango quello che sta sommergendo l’Italia.
Forse, è mero oblio.

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Audizione del pentito Carmine Schiavone: camorra e massoneria

3 Nov

Nel leggere le parole di Carmine Schiavone, pentito di mafia, non è possibile non chiedersi cosa abbia fatto lo Stato italiano per fermare un immane disastro ambientale e perchè i diversi Parlamenti che si sono avvicendati abbiano secretato simili notizie, perchè i Governi non sono intervenuti per bonifiche che attendono ormai da 20 anni.
Ma anche c’è da chiedersi come sia potuto accadere che da mezza Europa siano potuti convergere verso Napoli rifiuti di tossicità incommesurabile, proprio mentre gli slogan razzisti inneggiavano ‘alla monnezza da lavare col fuoco del Vesuvio’ e, comunque, eludendo controlli, come quelli tedeschi, che seri dovrebbero essere.

La domanda, ineluttabile, che viene è molto semplice: quando gli autori, le menti, di questo enorme disastro ambientale si sono resi conto di star causando un mostruoso genocidio?
E, allora, perchè hanno continuato?

Audizione del pentito di Camorra Carmine Schiavone alla Commissione Parlamentare d’inchiesta durante la seduta del 7 ottobre 1997 – pag. 22

  • Carmine Schiavone: Il settore dell’immondizia, invece, era gestito, come riscossione soldi, dall’avvocato Chianese, il quale era il coordinatore a livello un po’ massonico, un po’ politico …
  • Presidente Massimo Scalia: Che significa “un po’ massonico, un po’ politico”?
  • Carmine Schiavone: Parecchi avevano il grembiulino, vecchi grembiuli …

Audizione del pentito di Camorra Carmine Schiavone alla Commissione Parlamentare d’inchiesta durante la seduta del 7 ottobre 1997 – pag. 35

  • Presidente Massimo Scalia: Lei ha detto che i rifiuti venivano dall’Italia del Nord e dall’Europa: venivano per conto loro o avete anche svolto un ruolo di procacciatori?
  • Carmine Schiavone: Non per conto loro, l’avvocato Chianese aveva introdotto Cerci in circoli culturali ad Arezzo, a Milano, dove aveva fatto le sue amicizie. Attraverso questi circoli culturali, entrò automaticamente in un gruppo di persone che gestiva i rifiuti industriali, tossici o meno.

Audizione del pentito di Camorra Carmine Schiavone alla Commissione Parlamentare d’inchiesta durante la seduta del 7 ottobre 1997 – pag. 36

  • Presidente Massimo Scalia: Lei sta dicendo una cosa precisa: che questi rifiuti dal nord dell’Italia o addirittura dall’estero non arrivavano in Campania da soli, ma che l’avvocato Chianese era in grado di organizzare il traffico attraverso circoli culturali e amici.
  • Carmine Schiavone: Erano circoli culturali che stavano al nord, al sud al centro, in tutta Italia e Europa.
  • Presidente Massimo Scalia: Quindi il traffico era organizzato per far arrivare i rifiuti in Campania, nell’area del casertano? Quali erano questi collegamenti precisi, se vi era un’attività che potremmo definire di promotion.
  • Carmine Schiavone: Faccio un solo nome: so che Cerci stava molto bene con un signore chiamato Licio Gelli …
  • Presidente Massimo Scalia: Se lei parla di Licio Gelli ci fa sospettare che questa organizzazione fosse ben orchestrata e vi fosse in qualche modo un settore della Massoneri ache si occupava di questi affari.
  • Carmine Schiavone: Non lo so; questo lo lascio pensare a lei. So che a Milano c’erano grosse società che raccoglievano rifiuti, anche dall’estero, rifiuti che poi venivano smaltiti al sud. So che in Lombardia c’erano queste società che gestivano i rifiuti ma non so chi erano i proprietari.

Audizione del pentito di Camorra Carmine Schiavone alla Commissione Parlamentare d’inchiesta durante la seduta del 7 ottobre 1997 – pag. 30

  • Presidente Massimo Scalia: Lei ha alluso al fatto che alcuni esponenti politici erano legati in qualche modo alla Massoneria …
  • Carmine Schiavone: Perchè non lasciamo da parte i politici?
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Audizione del pentito Carmine Schiavone: mappa di un Sud devastato

3 Nov

Nel leggere le parole di Carmine Schiavone, pentito di mafia, non è possibile non chiedersi cosa abbia fatto lo Stato italiano per fermare un immane disastro ambientale e perchè i diversi Parlamenti che si sono avvicendati abbiano secretato simili notizie, perchè i Governi non sono intervenuti per bonifiche che attendono ormai da 20 anni.
Ma anche c’è da chiedersi come sia potuto accadere che da mezza Europa siano potuti convergere verso Napoli rifiuti di tossicità incommensurabile, proprio mentre gli slogan razzisti inneggiavano ‘alla monnezza da lavare col fuoco del Vesuvio’ e, comunque, eludendo controlli, come quelli tedeschi, che seri dovrebbero essere.

La domanda, ineluttabile, che viene è molto semplice: quando gli autori, le menti, di questo enorme disastro ambientale si sono resi conto di star causando un mostruoso genocidio?
E, allora, perchè hanno continuato?

Audizione del pentito di Camorra Carmine Schiavone alla Commissione Parlamentare d’inchiesta durante la seduta del 7 ottobre 1997 – pag. 11

  • Carmine Schiavone: Vi erano fusti che contenevano toluene, ovvero rifiuti provenienti da fabbriche della zona di Arezzo: si trattava di residui di pitture.
  • Presidente Massimo Scalia: Solventi?
  • Carmine Schiavone: Si, materiali del genere. I rifiuti venivano anche da Massa Carrara, da Genova, da La Spezia, da Milano. Vi sono molte sostanze tossiche, come fanghi industriali, rifiuti di lavorazione di tutte le specie, tra cui quelli provenienti da concerie. Vi era inoltre qualche camion che veniva dall’estero.
  • Presidente Massimo Scalia: Poichè lei ha parlato di rifiuti radioattivi, è al corrente di dove siano stati collocati?
  • Carmine Schiavone: Alcuni dovrebbero trovarsi in un terreno sul quale oggi vi sono i bufali e su cui non cresce più erba.
  • Presidente Massimo Scalia: Lei ha già mostrato all’autorità giudiziaria i luoghi in cui sono stati effettuati questi interramenti di rifiuti pericolosi?
  • Si.

Audizione del pentito di Camorra Carmine Schiavone alla Commissione Parlamentare d’inchiesta durante la seduta del 7 ottobre 1997 – pag. 12

  • Presidente Massimo Scalia: Nel 1990 il clan dei Casalesi ha deciso che l’affare dei rifiuti dovesse essere portato avanti non più di soppiatto, ma secondo le leggi dei clan.
  • Carmine Schiavone: Si, è diventato un affare autorizzato, che faceva entrare soldi nelle classe del clan. Tuttavia, quel traffico veniva già attuato in precedenza e gli abitanti del paese rischiano di morire tutti di cancro entro venti anni; non credo, infatti, che si salveranno.

Audizione del pentito di Camorra Carmine Schiavone alla Commissione Parlamentare d’inchiesta durante la seduta del 7 ottobre 1997 – pag. 18

  • Carmine Schiavone: Come zona di influenza nostra arrivavamo fino a latina, diciamo la zona di Roma. A Roma c’era qualche società finanziaria.
  • Presidente Massimo Scalia: Sta parlando sempre del problema dei rifiuti?
  • Carmine Schiavone: Per quanto riguarda i rifiuti, noi arrivavamo fino alla zona di Latina; Borgo San Michele e  le zone vicine erano già di influenza bardelliniana.
  • Presidente Massimo Scalia: A quando risale tutto questo?
  • Carmine Schiavone: Questo avvenicva dal 1988 a salire. Gia prima, però, la gestivano i Bardellino …
  • Presidente Massimo Scalia: Se ho ben compreso, lei sta dicendo che lo smaltimento illegale dei rifiuti in provincia di Latina avveniva già prima del 1988 …
  • Carmine Schiavone: Anche a scendere giù, cioè non solo Latina, ma anche Gaeta, Scauri e altre zone.

Audizione del pentito di Camorra Carmine Schiavone alla Commissione Parlamentare d’inchiesta durante la seduta del 7 ottobre 1997 – pag. 19

  • Presidente Massimo Scalia: Vorremmo capire quale fosse l’estensione territoriale del fenomeno, almeno in base a ciò che le risulta. Il controlle del fenomeno, almeno in base a ciò che le risulta. Il controlle di clan malavitosi sul trafico dei rifiuti, per quanto ne sa, si spingeva, grosso modo, fino a Latina e non più a nord?
  • Carmine Schiavone: Dal nord arrivava …!

Audizione del pentito di Camorra Carmine Schiavone alla Commissione Parlamentare d’inchiesta durante la seduta del 7 ottobre 1997 – pag. 21

  • Presidente Massimo Scalia: Al nord, quindi, l’attività di svolgeva fino a Latina; dove arrivava ad est? Nella zona del Matese? In Molise?
  • Carmine Schiavone: Si, quella era una zona di nostra influenza.
  • Presidente Massimo Scalia: Quale?
  • Carmine Schiavone: Tutto il Matese, fino alla zona di Benevento.

Audizione del pentito di Camorra Carmine Schiavone alla Commissione Parlamentare d’inchiesta durante la seduta del 7 ottobre 1997 – pag. 22

  • Presidente Massimo Scalia: Lei ha parlato di fanghi radioattivi provenienti dalla Germania. Può dirici qualcosa in più a tale propositio? Conosce società …
  • Carmine Schiavone: No. So solo che questi fanghi arrivavano in casette di piombo da 50, un po’ lunghe. Qualcuno me lo ha spiegao, anche perchè non andavo certo a vedere l’immodizia di notte. C’erano ragazzi che controllavano la zona. Avevamo creato un sistema tipo militare, con ragazzi incensurati, muniti di regolare porto d’armi, che giravano in macchina. Vi erano persone addette ai controlli alle macchine. Avevamo divise e palette dei carabinieri, della finanza, della polizia. Ci preparavano anche le macchine a doppione …

Audizione del pentito di Camorra Carmine Schiavone alla Commissione Parlamentare d’inchiesta durante la seduta del 7 ottobre 1997 – pag. 25

  • Presidente Massimo Scalia: Le risulta che nella discarica di Battipaglia siano stati riversati rifiuti tossici da parte del clan dei Casalesi o di clan in contatto con quest’ultimo?
  • Carmine Schiavone: Non lo so. Però, è possibile, visto che il sistema era unico, dalla Sicilia alla Campania. Anche in Calabria era lo stesso: non è che lì rifiutassero i soldi. Che poteva importargli a loro se la gente moriva o non moriva? L’essenzaile era il business. So per esperienza che, fino al 1992, la zone del sud, fino alle puglie era tutta infettata da rifiuti tossici provenienti da tutta Europa e non solo dall’Italia.
  • Presidente Massimo Scalia: In quali aree della Puglia, a sua conoscenza?
  • Carmine Schiavone: A mia conoscenza personale, nel Salento, ma sentivo parlare anche delle province di Bari e Foggia.

Audizione del pentito di Camorra Carmine Schiavone alla Commissione Parlamentare d’inchiesta durante la seduta del 7 ottobre 1997 – pag. 28

  • Presidente Massimo Scalia: Sa se questi collegamenti hanno fatto sì che si utilizzassero parti della Calabria e della Sicilia per lo smaltimento illegale dei rifiuti?
  • Carmine Schiavone: A voce lo so; erano tutte le zone, come vi ho detto poc’anzi. Tutti i clan, tutte le associazioni criminali erano interessate, perchè si trattava di decine di miliardi all’anno nel libro mastro.

Audizione del pentito di Camorra Carmine Schiavone alla Commissione Parlamentare d’inchiesta durante la seduta del 7 ottobre 1997 – pag. 29

  • Presidente Massimo Scalia: Non ha mai sentito parlare di traffici di rifiuti con le navi?
  • Carmine Schiavone: So che c’erano navi e che qualcuna è stata affondata nel Mediterraneo, però sono ricordi sbiaditi. Ricordo che una volta si parlò di una nave che portava rifiuti speciali e tossici, scorie nucleari, che venne affondata sulle costa tra Calabria e Campania.

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Audizione del pentito Carmine Schiavone: politica e camorra

2 Nov

Nel leggere le parole di Carmine Schiavone, pentito di mafia, non è possibile non chiedersi cosa abbia fatto lo Stato italiano per fermare un immane disastro ambientale e perchè i diversi Parlamenti che si sono avvicendati abbiano secretato simili notizie, perchè i Governi non sono intervenuti per bonifiche che attendono ormai da 20 anni.
Ma anche c’è da chiedersi come sia potuto accadere che da mezza Europa siano potuti convergere verso Napoli rifiuti di tossicità incommensurabile, proprio mentre gli slogan razzisti inneggiavano ‘alla monnezza da lavare col fuoco del Vesuvio’ e, comunque, eludendo controlli, come quelli tedeschi, che seri dovrebbero essere.

La domanda, ineluttabile, che viene è molto semplice: quando gli autori, le menti, di questo enorme disastro ambientale si sono resi conto di star causando un mostruoso genocidio?
E, allora, perchè hanno continuato?

Audizione del pentito di Camorra Carmine Schiavone alla Commissione Parlamentare d’inchiesta durante la seduta del 7 ottobre 1997 – pag. 9

  • Presidente Massimo Scalia: Quando quello dei rifiuti è diventato un settore di attività del clan?
  • Carmine Schiavone: Questa situazione diventò subito operativa e cominciarono a versare soldi nelle casse dello stato …
  • Presidente Massimo Scalia: Vuol dire nelle casse del clan?
  • Carmine Schiavone: E’ lo stesso, più o meno.
  • Presidente Massimo Scalia: Perchè dice che è lo stesso?
  • Carmine Schiavone: Mi confondo. Mi riferivo alle casse del clan: era un clan di stato …
  • Presidente Massimo Scalia: Il vostro stato!
  • Carmine Schiavone: La mafia e la camorra non potevano esistere se non era lo Stato … Se le istituzoni non avessero voluto l’esistenza del clan, questo avrebbe forse potuto esistere?

Audizione del pentito di Camorra Carmine Schiavone alla Commissione Parlamentare d’inchiesta durante la seduta del 7 ottobre 1997 – pag. 28

  • Presidente Massimo Scalia: Quanto valeva complessivamente il business dei rifiuti, per i Casalesi, in tutto il periodo che lei conosce? Quanti soldi sono entrati in cassa dalla pertita rifiuti?
  • Carmine Schiavone: Per quanto ne so, dal 1990 2-3 miliardi (ndr. di lire)
  • Presidente Massimo Scalia: Così poco?
  • Carmine Schiavone: Ma nella cassa comune, con la quale si pagava il mensile, non nelle casse private. Ho fatto sequestrare allo Stato 2.200 miliardi (ndr. di lire) e penso che sono ancora pochi, i conti non tornano. Ci sono anche proprietà all’estero che non si possono sequestrare, per esempio in Brasile, in Spagna. Ci sono proprietà in Germania, in Francia.

Audizione del pentito di Camorra Carmine Schiavone alla Commissione Parlamentare d’inchiesta durante la seduta del 7 ottobre 1997 – pag. 22

  • Presidente Massimo Scalia: Lei ha parlato di fanghi radioattivi provenienti dalla Germania. Può dirici qualcosa in più a tale propositio? Conosce società …
  • Carmine Schiavone: No. So solo che questi fanghi arrivavano in casette di piombo da 50, un po’ lunghe. Qualcuno me lo ha spiegao, anche perchè non andavo certo a vedere l’immodizia di notte. C’erano ragazzi che controllavano la zona. Avevamo creato un sistema tipo militare, con ragazzi incensurati, muniti di regolare porto d’armi, che giravano in macchina. Vi erano persone addette ai controlli alle macchine. Avevamo divise e palette dei carabinieri, della finanza, della polizia. Ci preparavano anche le macchine a doppione (ndr. finte volanti).

Audizione del pentito di Camorra Carmine Schiavone alla Commissione Parlamentare d’inchiesta durante la seduta del 7 ottobre 1997 – pag. 32

  • Presidente Massimo Scalia:  Lei ha messo in connessione la costruzione della superstrada Napoli-Caserta con le opere che si facevano per i Regi Lagni; vi è il sospetto naturale che, rispetto a volumi di affari così rilevanti, ci fossero …
  • Carmine Schiavone: Questo non capita solo in Italia; in Germania, un nostro affiliato che aveva 99 società ha costruito l’autostrada da Baden-baden a Monaco con 27 miliardi in soldi tedeschi. Quindi non c’è da meravigliarsi, non capita solo in Italia; purtroppo, siamo abituati dai giornali a pensare che gli italiani sono tutti ladri, ma questo capita in Francia, in tutta Europa, non parliamo del Sud America.

Audizione del pentito di Camorra Carmine Schiavone alla Commissione Parlamentare d’inchiesta durante la seduta del 7 ottobre 1997 – pag. 30

  • Presidente Massimo Scalia: Lei ha alluso al fatto che alcuni esponenti politici erano legati in qualche modo alla Massoneria …
  • Carmine Schiavone: Perchè non lasciamo da parte i politici?
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8 Ott

Fate presto testata

A Caivano, i cavoli sono gialli e non bianchi, come normale. “Era inquinata la falda, i pozzi, la terra e pure i cavoli. Abbiamo trovato in particolare cadmio, arsenico e piombo con parametri che superavano di 4-500 volte il limite massimo consentito.” (Generale Giovanni Costa, capo della Guardia Forestale di Napoli e provincia, intervistato dal Corriere del Mezzogiorno).

I comuni limitrofi non se la passano meglio: “Qualiano, Villaricca e Giugliano sono il triangolo industriale dello sversamento illegale dei rifiuti tossici, gestito dal clan Mallardo, mentre i casalesi controllavano i territori del casertano.” (Italia 24ore)

Ma la Terra dei Fuochi non si limita a queste popolose cittadine o al triangolo della morte” di Acerra, Nola e Marigliano, dove si registra da anni un aumento esponenziale dei tumori, soprattutto nei bambini, e della mortalità.
Sono 47 i comuni ufficialmente ‘contaminati’, tra cui Afragola, Arzano, Aversa, Caivano, Calvizzano, Cardito, Carinaro, Casal di principe, Casaluce, Casandrino, Casapesenna, Casavatore, Casoria, Cesa, Crispano, Frattamaggiore, Frattaminore, Frignano, Giugliano, Gricignano di Aversa, Grumo Nevano, Lusciano, Marano, Melito, Mugnano, Orta di Atella, Parete, Qualiano, San Cipriano d’Aversa, San Marcellino, Sant’Antimo, Sant’Arpino, Succivo, Teverola, Trentola-Ducenta, Villa di Briano, Villa Literno, Villaricca.

A questi si aggiungono i quartieri di Bagnoli e Cavalleggeri di Napoli, dove lo smantellamento dell’ex fabbrica Eternit si è trasformato in un enorme ammasso di amianto a pochi metri dalle case, e di Pianura, dove esiste una discarica molto contestata dalla popolazione.

Parenti delle oltre 500 vittime finora accertate al Processo Eternit

Ad occhio e croce parliamo di due milioni di persone quotidianamente esposte ad agenti tossici, mutageni, nocivi per la salute.
Non per particolari loro colpe, ma per il malaffare che agisce alla luce del sole, per una classe politica le cui liste elettorali sono scelte altrove e per uno Stato italiano che interviene poco e male, sempre che non sia distratto ed in tutt’altro affaccendato.
Inutile aggiungere che le spese per la Sanità diventano sempre più insostenibili per la Regione Campania e che una delle più ricche produzioni agricole d’Europa sarà da buttare per anni e anni, relegando quei territori alla sussidiareità.

Mappa della Terra dei Fuochi per indice di pericolosità dei rifiuti interrati/bruciati

Le cause di un disastro ambientale di così ampie dimensioni e di così drammatiche conseguenze sono poche, la Camorra, lo Stato, il Parlamento.

Infatti, all’origine di tutti i mali c’è il traffico di rifiuti speciali, iniziato nel 1982, grazie ad una normativa italiana che deregolava il trattamento dei rifiuti industriali, senza – come tragicamente dimostratosi – prevedere controlli adeguati sui siti dichiarati e sugli enti certificatori.
Agli Anni ’80, tanto tempo fa, risale la prima inchiesta, “Adelphi”, per traffico internazionale di bidoni e liquame industriale sotterrato nelle cave del casertano e nelle pianura della Terra di Lavoro.
Solo allora (era ormai il 1991) furono  istituiti un Osservatorio e una Commissione parlamentare d’inchiesta, ma non un corpo ispettivo capillare e non una norma più rigida sui siti e sugli enti certificatori.

Che la normativa ed i sistemi di controllo fosse indaguati e insufficienti è dimostrato dal processo Eternit di Bagnoli che si è concluso in primo grado con la condanna a 16 anni del magnate svizzero Stephan Schmidheiny e del barone belga Louis De Cartier, ex vertici della multinazionale, per disastro ambientale doloso e omissione volontaria di cautele antinfortunistiche, ma … i reati sono finiti in prescrizione e l’amianto sta ancora lì, a cielo aperto.

Un sistema colabrodo, di cui si avvantaggiano – imponendosi come Clan dominante grazie ad un business da miliardi di euro – i Casalesi, concessionari per la realizzazione delle vasche ittiche dal Lago Patria fino a Mondragone, utilizzate per l’estrazione della sabbia e … l’interramento di tutto di più.

Interramento di rifiuti tossici in una cava

Eppure, il pentito Carmine Schiavone già durante gli interrogatori del ’93, ’94 e ’96 aveva descritto tutta la catena illegale per lo sversamento dei rifiuti, provenienti in larga parte da aziende del Nord uscite puntualmente intonse da tutte le indagini.

Poi, all’inizio del II Millennio, all’inspiegabile leggerezza con cui Stato e Parlamento italiani stanno gestendo un disastro annunciato si aggiunge anche la vanagloria della Politica.
Così accadde che le news nazionali di quegli anni, piuttosto che di occuparsi della Camorra casalese e del malgoverno regionale, si attorcigliavano tutte nel ‘termovalorizzatore si-no’ del ministro Pecoraro Scanio e sulle sommosse popolari eterodirette (ci sono state delle condanne) contro le discariche legali ma non contro quelle abusive …
Intanto, le nostre aziende del Settentrione continuavano a smaltire scarti industriali ed intere aziende dismesse in Campania a prezzi imbattibili …perchè mai avrebbero dovuto dubitare di chi gliele offriva sull’unghia e senza problemi?

Da allora, si va avanti con una dozzina di roghi al giorno, organizzati da piccole bande criminali alle dipendenze della Camorra in giro per le provincie di Napoli e Caserta, per bruciare scarti, solventi, gomme, prodotti nocivi arrivati da chissà dove. Ed ormai anche il vento è nemico, in Terra di Lavoro aka Terra dei Fuochi, perchè porta dovunque diossine, metalli pesanti, composti tossici o mutageni.
Chi può sta lasciando anche belle case di proprietà o attività di lavoro per rifugiarsi nelle poche aree ‘sicure’. Un esodo silenzioso, disperato, senza ritorno.

Rogo di materiali dannosi per la salute – Foto da Giornalettismo

Lo Stato? Assente o quanto meno silente.

Non interviene se, fino al 31 dicembre 2007, la Provincia di Caserta – con un allarma internazionale per il disastro ambientale in corso – provvedeva ancora a sanare i pozzi con qualsiasi dichiarazione fornita dal suo proprietario e solo da quella data in poi, per essere autorizzati a creare e usare un pozzo superare una serie di controlli, in un territorio dove “il 60-70% dei pozzi utilizzati per irrigare la terra è fuorilegge” (CampaniaNotizie.com).

Un’Italia che temporeggia, centellinando risorse e responsabilità, se “la terza città della Campania, una delle più popolose d’Italia, è la capitale dei veleni. A Giugliano si sta consumando sotto i nostri occhi, e nel silenzio generale, una delle più gravi catastrofi del Paese.
Nei quasi novantacinque chilometri quadrati di un’area che va da Marano ad Aversa, estendendosi fino al litorale domizio, tre dei quattro elementi della natura sono compromessi in qualche caso irrimediabilmente: la diossina è entrata nell’aria, i percolati in molti pozzi agricoli, nei famosi «laghetti» la camorra ha sversato l’impossibile, i veleni industriali riempiono la terra.

Foto da Il Mattino

L’ecosistema giuglianese è così devastato che il pm Alessandro Milita, autore di una complessa indagine sulla discarica Resit (ndr. grande come 2600 campi di calcio), pochi mesi fa ha spiegato alla Commissione parlamentare sul ciclo rifiuti che la crescita esponenziale dell’inquinamento «può essere paragonata soltanto all’Aids», perché nei prossimi anni esso si estenderà ancora. Tra quarantun anni dovranno per forza di cose farci i conti. Secondo la perizia del geologo Giovanni Balestri, nel 2064 la falda idrica sotto la Resit sarà compromessa da migliaia di tonnellate di veleni colati attraverso il tufo.
Nella Resit a iniziativa dei clan, e dietro una facciata di legalità rappresentata da false attestazioni, sono state scaricate nel corso degli anni 341.000 tonnellate di rifiuti pericolosi, tra questi 30.600 tonnellate di ogni sorta di schifezze chimiche provenienti dall’Acna di Cengio che si trovano ora sotto terra a meno dodici metri. La discarica in località Scafarea è la testa del mostro che ha già inquinato dodici pozzi nelle campagne circostanti coltivate a ortaggi e frutta e che rilascia, giorno dopo giorno, fiumi di percolato tossico.” (Il Corriere del Mezzogiorno)

Foto da Today.it

Un Parlamento distratto, pur invocando la lotta all’evasione fiscale e al lavoro nero, se la Commissione prefettizia ha scoperto che il Comune di Giugliano in Campania denota una «assenza di controlli e gravi disfunzioni amministrative presso il mercato ortofrutticolo», che è il secondo  d’Italia dopo quello di Milano con una movimentazione di un milione di quintali l’anno di frutta e verdura.

Neanche pensa di introdurre un inasprimento delle pene, l’arresto obbligatorio per i reati ambientali, il processo per direttissima sulla base dei test biochimici delle forze dell’ordine.
Neanche si pone il problema che è grazie alle sue leggi ed ai suoi (carenti) controlli che si è potuto realizzare un tale disastro ambientale, che per altro prosegue senza sosta.
Neanche si chiede come possa ancora affermare pienamente la propria giurisdizione in terre abbandonate al potere camorristico e mafioso, dove i cittadini, più che omertosi, sono decisamente intimiditi e profondamente sfiduciati.

Neanche un esponente politico di spicco alle manifestazioni promosse da parroci e vescovi, che solo loro son rimasti in prima linea tra la gente.
Neanche una prima pagina nazionale per quella che – se non voluta – è una mattanza e che – se fosse ancora tollerata – somiglia molto ad una pulizia etnica.

Iniziativa della squadra S.S.C. Napoli – Foto da La Repubblica

Così è accaduto che – qualche settimana fa – un noto giornale italiano si chiedesse perchè i campani, i partenopei, non si ribellino. Un quesito davvero paradossale: alla Camorra, allo Stato che pretende tasse e non garantisce sicurezza e salubrità, a tutt’e due?

Non soffiamo sulla brace che può farsi incendio, se non si rammentano i fatti e si dimentica la Storia, dopo averne dette e scritte impunemente di tutti i colori sui ‘napoletani’, a partire dagli spalti degli stadi, come se il razzismo non fosse altro che razzismo.
Piuttosto, chiediamoci se lo Stato esiste nelle provincie di Napoli e Caserta o se, come proprio sembrerebbe, qualcosa è venuto a mancare.

Intanto, fate presto.
Per salvare chi è ancora vivo e aiutare chi non ha più nulla … in cui credere.

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Mario Monti, finalmente Supermario?

24 Lug

Domenica scorsa, Eugenio Scalfari, che per mesi aveva difeso a spada tratta il Governo Monti e la legislatura corrente contro pressappochismi e qualunquisti vari, in nome dello Spread e della Mitteleuropa, annunciava la necessità di terminare questo parlamento ed andare ad elezioni anticipate con una coalizione ‘montiana’ tra ‘Sinistra Democratica’ ed UDC, PdL e FLì … … …

Oggi, da Mosca, le agenzie battono la risposta di Mario Monti e, finalmente, assistiamo ad un ‘atto politico’ da parte del nostro Premier, che ci permette di capire – leggendo tra le righe – sia quali siano i suoi effettivi punti di vista, rispetto la crisi dell’Eurozona, sia quanti ‘piedi in due scarpe’ sia costretto a tenere dai partiti della ‘sua’ maggioranza e dai veti incrociati.

E così scopriamo che Mario Monti è tutt’altro che d’accordo con Angela Merkel e con la Deutsche Bank di Ackermann, che l’Italia non sta messa così male come sbraitano i media, che il suo è un governo tecnico, che a lui tocca salvare la ‘cassa’ e che la riforma della Casta e della PA compete al Parlamento, cioè ai partiti.

Era ora.

Mi hanno chiesto di assicurare la gestione del Paese fino alla primavera del 2013. A fine del mio mandato di premier io rimarrò, come lo sono adesso, un senatore a vita“.

Oggi ho il potere diretto dello Stato, rafforzato dalle leve predisposte dalla Costituzione.
Tenendo conto che non avevo mai desiderato tale potere, lo valuto come una possibilità unica di provare a cambiare la realtà politica, economica, sociale, spirituale, avendo a disposizione per questo delle leve potenti. Questo è al contempo il potere, ma anche un’enorme responsabilità“.

Il nostro paese si basa su fondamenta solide. E’ vero che abbiamo il debito estero più alto, è vero, altresì, che il livello dei debiti privati dei cittadini è uno dei più bassi in Europa, grazie ai risparmi accumulati nei decenni dalle famiglie italiane“.

La colpa non è dell’Italia, ma delle incertezze sullo scudo dell’Ue. E’ ovvio che c’è grande nervosismo sui mercati ma per motivi che hanno poco a che vedere con problemi specifici dell’Italia ma piuttosto con notizie, dichiarazioni o indiscrezioni sull’applicazione delle decisioni del Consiglio Ue“.

Ho avuto l’occasione di lavorare nella Commissione europea e in questo senso ho dei vantaggi.
Conosco abbastanza bene gli affari europei, ma il mio difetto è quello di essere un principiante in qualità del capo di un governo nazionale e non sono così esperto nelle questioni che riguardano la gestione politica“.

Pongo molta speranza e  auspico che in quel momento i partiti politici sappiano assumersi tutta la responsabilità.
Speriamo che una buona legislazione elettorale possa facilitare la vita politica“.

Prendiamo atto, dunque, che da oggi abbiamo un capo di governo a tutto tondo, capace anche di esprimere dissenso e disappunto verso le azioni politiche altrui.

Capace anche di prendere il toro per le corna come si chiedeva da tempo?  Che sia finalmente arrivata l’ora di Supermario, il tecnico ‘ammazzacattivi’ del videogame della Nintendo?

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Scalfari, il PD ed il v(u)oto anticipato

23 Lug

Son trascorsi pochi giorni o settimane da quando Eugenio Scalfari, nei suoi domenicali, difendeva a spada tratta il Governo Monti e la legislatura corrente contro pressappochismi e qualunquisti vari, in nome dello Spread e della Mitteleuropa, e da quando Antonio Polito, in un editoriale, annunciava vittoria su un’adombrata lobby che mirava alle elezioni anticipate ed al ritorno al passato.

In effetti, a leggere giornali e ad ascoltare le dichairazioni di ‘leader’ di partito, nulla in quai giorni lasciava adombrare tutto questo, ovvero la necessità di un Monti bis o delle elezioni, se non qualche tentennamento di Pier Ferdinando Casini e le critiche di questo (e pochi altri) blog.

Al di la di quanto NON sono riusciti a raccontare i nostri media, andiamo a constatare che le crepe in questa maggioranza ed i dubbi sulla ‘cura che amamzza il cavallo’ erano esistenti e consistenti: fatto sta che Eugenio Scalfari, nel suo domenicale, se ne venga fuori con frasi eloquenti, quanto sorprendenti.

Il colloquio con il Quirinale (ndr. dell’altro ieri) aveva tutt’altro tema; un tema che Monti sta rimuginando da tempo e che al punto in cui siamo riteneva indispensabile sottoporre al capo dello Stato: l’eventuale anticipo delle elezioni entro il prossimo ottobre anziché attendere l’aprile del 2013 come finora si pensava e come i tre partiti della “strana maggioranza” si erano impegnati a garantire. Non crisi pilotata, dunque, ma scioglimento delle Camere e nuove elezioni.


Perchè mai questo parlamento dovrebbe voler approvare una legge elettorale per poi essere sciolto è un mistero, visto che sono sette anni – dai tempi del Prodi bis – che sussite il problema, che non riguarda solo il numero degli eletti e come sceglierli, ma anche l’ammissibilità dei pregiudicati, la formazione delle liste, l’effetto delle alleanze, i premi ed gli sbarramenti.

A partire dalla ripresa settembrina i partiti entreranno di fatto in campagna elettorale; le distanze e le crepe all’interno della strana maggioranza aumenteranno per ovvie ragioni elettorali e le forze d’opposizione a loro volta accresceranno i toni per convogliare i voti dei ceti che sopportano i maggiori sacrifici della politica di rigore. Insomma, l’atmosfera peggiorerà e l’azione di governo rischierà di risultare paralizzata, come in parte sta già avvenendo. I mercati ne approfitteranno spargendo sul fuoco politico il loro olio ribassista.”

Ma questo lo sapevamo già, egregio dottor Scalfari, dall’anno scorso, da prima o durante l’insediamento di Mario Monti. Forse è per questa incombenza che l’azione del governo ha sorpreso (deluso) tanti: tutto preso dai salvataggi della Cassa Depositi e Prestiti, di Finmeccanica, di Unicredit e degli altri orticelli della finanza italiana, Supermario s’è dimenticato (o ha tralasciato) la ‘politica’, ovvero la sua funzione di Presidente del Consiglio di una strana, provvisoria e grosse koalition da ristrutturare al più presto.

Che cosa pensi Napolitano su quest’argomento è impossibile dirlo, ma un punto è chiaro: il calendario è strettissimo. Se si decidesse di votare entro la fine di ottobre bisognerebbe sciogliere le Camere nella seconda metà di settembre. Prima di allora occorre che il Parlamento approvi una nuova legge elettorale perché andare a votare con questa è escluso“.

Eh già, il calendario è strettissimo … ma guarda un po’ …

La decisione naturalmente spetta al presidente della Repubblica al quale la Costituzione conferisce il potere di scioglimento anticipato della legislatura. Dice esattamente così la Costituzione e non mette alcun paletto a questa prerogativa presidenziale. Naturalmente non sarebbe certo uno scioglimento determinato dal cattivo esito della politica di Monti. Al contrario: proverrebbe da una valutazione positiva dell’operato del governo e dai suoi dieci mesi di attività.

Per l’amor di Dio, “non sarebbe certo uno scioglimento determinato dal cattivo esito della politica di Monti” e cosa mai allora, visto che Supermario poteva assumere un incarico puramente tecnico e temporizzato, con ben altri scopi, metodi ed esiti?

È possibile che un partito come il Pd proponga ai suoi elettori un’alleanza politica che attui il programma economico montiano ed abbia come alleato il partito di Berlusconi? La risposta è sicuramente no.Il tema di oggi è un altro e si risolve con un’alleanza della sinistra democratica con un centro liberale per proseguire il montismo dando spazio allo sviluppo e all’equità, naturalmente nel quadro europeo”, che “ha come obiettivo finale la nascita di uno Stato federale al quale gli Stati nazionali cedano una parte della loro sovranità, soprattutto per quanto riguarda la politica di bilancio e quindi il fisco, la spesa, la politica dell’immigrazione, le grandi opere infrastrutturali europee, i diritti e i doveri di cittadinanza. In questo quadro, la Germania ha un ruolo di grande rilievo.”

L’Europa del partito unico e della cleptocrazia, come tanti tedeschi (almeno il 30% tra Grunen, Linke e Piraten) lamentano riguardo la ‘Grosse Koalition” (si traduce Ammucchiata) che sostiene Angela Merkel?

Una parte notevole dei votanti per il Pd e del bacino potenziale ha la fisionomia di quella che un tempo si chiamava sinistra democratica. La sinistra democratica può essere disponibile ad allearsi con partiti d’ispirazione liberale, non certo con il partito proprietario berlusconiano. In esso i veri liberali non mancano. Si facciano avanti“.

Un Partito Democratico alleato dell’UDC di Cesa e Casini, del PdL di Alfano, Giovannardi e Pisanu, di FLi di Gianfranco Fini? Ma questo è un partito, un’alleanza di centrodestra, mica di ‘sinistra democratica’.

L’attacco in corso contro il presidente della Repubblica persegue un fine di destabilizzazione al tempo stesso istituzionale e politico. Vuole colpire Napolitano e indebolire Monti. … Qual è dunque l’accusa? Non c’è, è inventata, è una manipolazione di marca eversiva. Il tema è di capire se il ricorso – necessario – di Napolitano alla Corte impedisca l’accertamento della verità sulla morte di Borsellino. Un accertamento che non ha e non può avere come obiettivo la cosiddetta verità storica, ma la verità che riguarda i reati, quali reati e commessi da chi. Finora e da vent’anni questa verità non è stata accertata o lo è stata in modo drammaticamente sbagliato.

Finalmente, ci si pone il dubbio “se il ricorso – necessario – di Napolitano alla Corte impedisca l’accertamento della verità sulla morte di Borsellino”, ovvero se la trattativa con la Mafia – che non sarebbe di per se reato, incredibile ma vero – non abbia comportato, nella volontà di alcuni o come mera conseguenza, l’occultamento della verità.
Eppure, contestualmente, si rinuncia a lanciare il ‘sasso nello stagno’, paventando “un fine di destabilizzazione al tempo stesso istituzionale e politico“.

Se qualcuno si stava chiedendo quale abisso della politica ci dovesse attendere andando alle elezioni anticipate, eccone un preciso esempio.  Tra l’altro, i tempi non sono ‘strettissimi’, come solo adesso si sta accorgendo la vetusta intellighentzia italiana.

Anzi, a dire il vero i tempi sono ‘over’, la riforma della politica andava conclusa in primavera, lo si scrive da tempo. Adesso è troppo tardi per ripristinare un minimo di consenso diffuso e ricompattare ‘ideologie ed alleanze’ in vista di ottobre, mentre le prevedibilissime turbolenze finanziarie sconsigliano vivamente di votare tra novembre e gennaio.

La frittata, egregio dottor Scalfari, è fatta, anzi l’avete fatta.

Adesso, abbiate almeno il senso di responsabilità di prendere il toro per le corna e riformare Casta ed Amministrazioni locali nei due o tre mesi che ci restano, magari scopiazzando da Hollande una patrimoniale ‘patriottica’ sui redditi e collegandola a provvedimenti di riduzione della pressione fiscale a partire dal 2013, mentre la BCE di Draghi e la Deutsche Bank – finalmente libearatasi di Ackermann – si decidono a creare un’unione bancaria europea e por fine a questa mattanza.

Il voto? A febbraio o marzo, si spera. Non è con PD-UDC-PdL ‘contro tutti’ che si esce da questa situazione, la Grecia ed i suoi governi evanescenti dovrebbero  – almeno questo – avercelo insegnato.

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