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Mafia, affari, politica: arrivano le rivelazioni del pentito Iovine

28 Mag

«So benissimo di quali delitti mi sono macchiato, ma posso spiegare un sistema in cui la camorra non è l’unica responsabile», queste le prime dichiarazioni di Antonio Iovine – superboss pentito – al processo che si sta celebrando a Santa Maria Capua Vetere.

Intanto, i cronisti locali iniziano a spulciare i verbali depositati dai Pm Ardituro e Sirignano e, come per le dichiarazioni di Carmine Schiavone, l’impresa criminale aveva contorni ben più ampi del Clan dei Casalesi.

«C’erano soldi per tutti, in un sistema che era completamente corrotto, in questo ambito si deve considerare anche la parte politica ed i sindaci dei comuni che avevano intesse a favorire essi stessi alcuni imprenditori in rapporto con il clan per aver vantaggi durante le campagne elettorali, in termini di voti e finanziamenti.
Generalmente io ero del tutto indifferente rispetto a chi si candidava a sindaco nel senso che chiunque avesse vinto automaticamente sarebbe entrato a far parte di questo sistema da noi gestito».

Valeva “la regola del 5 per cento, della raccomandazione, dei favoritismi, la cultura delle mazzette e delle bustarelle che, prima ancora che i camorristi, ha diffuso nel nostro territorio proprio lo Stato che invece è stato proprio assente nell’offrire delle possibilità alternative e legali alla propria popolazione”.

Non a caso, in Campania, già da molti anni si distingueva tra ‘camorra’ e ‘sistema’ …

“Il sistema era unico, dalla Sicilia alla Campania. Anche in Calabria era lo stesso: non è che lì rifiutassero i soldi. Che poteva importargli a loro se la gente moriva o non moriva? L’essenziale era il business.” (dichiarazione del pentito di camorra Carmine Schiavone alla Commissione Parlamentare d’inchiesta durante la seduta del 7 ottobre 1997 – pag. 25)

Un sistema che si svolgeva fino alle porte della capitale – che aveva i suoi scheletri nell’armadio con la discarica di Malagrotta – visto che, secondo il pentito, “noi arrivavamo fino alla zona di Latina; Borgo San Michele e  le zone vicine erano già di influenza bardelliniana. Anche a scendere giù, cioè non solo Latina, ma anche Gaeta, Scauri e altre zone. Questo avveniva dal 1988 a salire.”

Un sistema funzionale all’industria manifatturiera in fase di smantellamento al Settentrione, visto “che questi rifiuti dal nord dell’Italia o addirittura dall’estero non arrivavano in Campania da soli, ma che l’avvocato Chianese era in grado di organizzare il traffico attraverso circoli culturali e amici.  Erano circoli culturali che stavano al nord, al sud al centro, in tutta Italia e Europa. Faccio un solo nome: so che Cerci stava molto bene con un signore chiamato Licio Gelli … So che a Milano c’erano grosse società che raccoglievano rifiuti, anche dall’estero, rifiuti che poi venivano smaltiti al sud. So che in Lombardia c’erano queste società che gestivano i rifiuti ma non so chi erano i proprietari.”

Antonio Iovine come Carmine Schiavone sanno bene di cosa parlano (e di cosa non devono parlare): erano i ‘contabili’, i manager dell’organizzazione.

Un sistema che doveva esistere per escludere dalla governance i tanti cittadini onesti a vantaggio di saccheggiatori, prestanome e pressappochisti e che poteva esistere grazie ad un sistema di finanziamento della politica cleptocratico, confermato dall’enorme sequel di scandali e arresti da più di vent’anni a questa parte.

Un sistema che era completamente corrotto, in cui l’apporto dei mafiosi, della politica e di certa imprenditoria è da considerarsi paritetico. Esattamente come la Cosa Nostra di cui Buscetta, Falcone e Borsellino svelarono tanti ‘collegamenti’. E parliamo non solo dei rifiuti, ma anche degli appalti e delle grandi opere, di mercati ortofrutticoli e di scali portuali di rilevanza europea, di produzioni su scala nazionale per il made in Italy, eccetera … fino alle elezioni, quanto meno locali e regionali.

Se la Cosa Nostra casalese vuole dissociarsi dall’aver avuto ‘unica e sola’ la responsabilità del saccheggio e della devastazione di una nazione, ben venga. Specialmente se questo potesse portare ad una ‘pacificazione’ della Campania, che ha – tra l’altro – una capacità produttiva e commerciale enorme e potrebbe cavarsela molto meglio senza delinquenti che svendono ricchezze e deturpano bellezze in cambio di pochi spiccioli a confronto.

Una possibile ‘svolta’ su cui Matteo Renzi dovrebbe esporsi in prima persona, dare l’esempio, se rappresenta l’Italia che vuol cambiare. Una questione ‘mafia’ su cui i Cinque Stelle potrebbero essere più attenti, visto che è ‘ovunque’ ed è anche la madre di tutte le mazzette. Un sistema d’affari che – di sicuro – non ha nulla a che spartire con un Centrodestra che sappia leggere i risultati elettorali italiani ed europei.
Specialmente se – come sa chi segue il mercato azionario – il crash mondiale del fotovoltaico deriva anche dalla scoperta che bond del valore di 560 milioni di euro, posti come garanzia in Puglia e Sicilia per la creazione del fondo Global Solar Fund, erano falsi con conseguente crollo borsistico e questo è uno dei fattori che hanno determinato l’espolsione della ‘questione morale’ in Vaticano.
Come anche, chi segue la politica europea sa che, da un momento all’altro, la Germania di Angela Merkel potrebbe ricevere un avviso di infrazione per come (non) gestisce i controlli bancari sul riciclaggio di denaro sporco.

A latere, ci sarebbe anche da chiedersi quanto sarebbe costato all’industria centro-settentrionale smaltire in piena legalità quei rifiuti per anni e decenni, cosa sarebbe stato dei delicati equilibri capitolini se, andando a far luce sui rifiuti, ne andava di mezzo anche Malagrotta, o come sia avvenuto che le testate e le agenzie nazionali non si siano accorte dell’enorme mole di ‘pessime notizie’ che i loro colleghi delle testate locali puntualmente pubblicavano.

Intanto, agli atti processuali come dal lungo elenco di comuni ed enti commissariati risulta da tempo  che una sorta di narco-repubblica si sia estesa fino a pochi chilometri dalla Capitale italiana.
Sarebbe ora che – su antimafia e ripristino della legalità – qualche politico (e qualche editore) ci mettesse ‘in positivo’ la faccia …

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L’Italia nel fango (tossico) di Gomorra e non solo

4 Nov

Il fango che sta sommergendo l’Italia e le sue istituzioni, ad opera di chi dovrebbe servirle, inizia ad essere intollerabile.

A partire da chi l’Italia vorrebbe riformarla, il Partito Democratico.
Gianni Cuperlo da giorni ha lanciato un appello agli altri candidati, a Epifani, alla commissione di garanzia: “cambiamo le regole in corsa. Fermiamo il tesseramento il prima possibile, entro pochi giorni. Non è un modo per comprimere la partecipazione perché le primarie saranno aperte, ma per dire stop alla degenerazione”.
E che degenerazione ci sia e ci sia stata lo dimostra la replica del deputato renziano David Ermini: “Fatemi capire: Cuperlo candida Crisafulli, lo fa eleggere e poi finge di scandalizzarsi? Prima fanno casino poi si scoprono verginelle”.
Intanto, Il segretario regionale pugliese Sergio Blasi, in una lettera a garanti e candidati, descrive una situazione surreale con “dibattiti congressuali tenuti di fronte a pochi iscritti, seguiti da votazioni a cui partecipano file di decine e decine di tesserandi in gran parte sconosciuti alla militanza e tutto sotto la regia di locali mercenari della politica” (fonte La Repubblica).

E di chi vorrebbe rottamarla, come Beppe Grillo.
Basti prendere nota dei silenzi del Movimento Cinque Stelle sul disastro ambientale campano, sulla riforma del catasto, sulla malasanità, sulle spese per ‘cultura e diritto allo studio’ di regioni, province e comuni, sull’INPS e le pensioni, su Cassa Depositi e Prestiti ed il grande Capitale italiano, eccetera eccetera.

Un movimento, il Cinque Stelle, che non riesce ad evolversi dal ‘marketing di base’ del blog grillino, non riesce ad aggregare un ‘qualcuno’ che sappia di politica finanziaria o internazionale, non ha potuto o voluto raccogliere adesioni e suggerimenti dalla blogosfera e dalla Rete, dei tanti che già prima del suo arrivo combattevano la loro battaglia per il rinnovamento del Paese.

Foto ANSA

Fino al ministro Cancellieri, che ha ammesso – al procuratore aggiunto Vittorio Nessi durante l’interrogatorio del 22 agosto – che: “si è trattato di un intervento umanitario assolutamente doveroso in considerazione del rischio connesso con la detenzione”, di avere ricevuto la telefonata di Antonino Ligresti in cui questi le rappresentava preoccupazione per lo stato di salute della nipote Giulia che, pare, “rifiutasse il cibo in carcere” e ha ammesso anche di aver “sensibilizzato i due vice capi del Dap, perché facessero quanto di loro stretta competenza per la tutela della salute dei carcerati”.
Intanto, proprio da una conversazione di Giulia Ligresti intercettata dalla Guardia di Finanza (fonte TGcom24), emergono dettagli su Pier Giorgo Peluso, figlio proprio del ministro Cancellieri: “E’ entrato da noi un anno fa come direttore generale, è uscito ieri e in consiglio gli hanno deliberato la buona uscita di cinque milioni e mezzo, capito?”

Foto da Paesesera

E, dulcis in fundo, vengono desecretate le dichiarazioni del pentito di camorra Carmine Schiavone, rese ben 20 anni fa agli inquirenti, e scopriamo che lo Stato e il Parlamento italiani hanno lasciato avvelenare oltre 300 chilometri quadrati (Terra dei Fuochi: FATE PRESTO), non solo Campania, ma anche Basso Lazio e Molise.

Incredibile ma vero, l’audizione del pentito secretata fu presieduta proprio dal fondatore della Lega per l’Ambiente e delle Liste Verdi, Massimo Scalia, professore di Fisica Matematica al Dipartimento di Matematica dell’Università La Sapienza di Roma, il cui nome è legato alle battaglie contro il nucleare e per le energie sostenibili.

Da Grillo e Matteo Renzi, passando per la sinistra radicale e i moderati centristi, sembrerebbe quasi che l’idea imperante sia quella di arrivare al potere e ‘poi vedremo’, come se gli italiani avessero ancora voglia di firmare assegni in bianco.

Quanto al caso di un ministro della Giustizia che conversa amabilmente con indagati e congiunti di detenuti a loro volta ex ‘datori di lavoro’ di suo figlio … siamo senza parole.

E come non parlare di questione sovranazionale se uno Stato ha abbandonato milioni di cittadini nelle mani della mafia casalese, lasciando che il disastro ambientale prolificasse e che tutto restasse sotto silenzio, mentre addirittura il leader degli ambientalisti manteneva il segreto.
E come non chiedersi per quali oscure logiche e superficialità Roma e i suoi Parlamenti abbiano sempre trascurato fatti gravissimi che accadevano alle porte dell’Urbe.

La questione ‘rapporti tra istituzioni e mafie’ in Italia dovrebbe essere al centro del dibattito, visti i decenni e i costi che serviranno per risanare territori e società. Oppure, in alternativa, Grillo e Renzi dovrebbero spiegarci come intendono ‘liberarsi’ del Meridione.

Ma, forse, non è solo fango quello che sta sommergendo l’Italia.
Forse, è mero oblio.

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Alba Dorata: rischi per l’Italia?

4 Nov

In Grecia sale la tensione, dopo l’attentato alla sede di Alba Dorata, con due morti e diversi feriti, che fa seguito ad attentati a giornalisti e uffici avvenuti nel 2013. Una tentata strage attuata proprio mentre la Grecia cercava di fare piazza pulita dei suoi neonazisti e con il solo scopo di gettare in paese nel caos e non per ‘vendetta’, visto che l’omicidio del rapper antifascista era scaturito da una lite da bar e non da un complotto.

In una sua lunga disanima, Harry van Versendaal – noto editorialista della versione inglese del quotidiano greco I Kathimerini – invita non solo la Destra neonazista, ma anche la Sinistra antagonista a “sviluppare una comprensione più inclusiva della violenza, condannandola in ogni sua forma: sia essa razziale, sessuale o politica“.

Un invito che andrebbe esteso anche all’Italia, dove i nostri media in questi anni ci hanno poco o punto informati sull’escalation anarco-insurrezionalista e della sinistra radicale, cui fanno da contraltare (come a Weimar) i neonazisti di Alba Dorata.

Intanto, in Italia non possiamo di certo dire che stiamo al sicuro da rischi simili, ma, nel nostro caso,  di neonazisti o neofascisti non è che se ne vedano tanti come in Grecia. Anzi, all’ennesimo anniversario mussoliniano c’erano forse 5.000 nostalgici.

E’ la minaccia anarco-insurrezionalista che rimane «estesa e multiforme», in grado di tradursi in una «gamma di interventi» che può comprendere anche «attentati spettacolari», questo il report dei servizi segreti nella Relazione annuale consegnata al Parlamento nel marzo 2013.
La sola nDrangheta, secondo il rapporto Eurispes 2008, avrebbe un giro d’affari di 44 miliardi di euro annui e potremmo stimare in almeno 150 miliardi annui il PIL (ndr. attivo o passivo?) derivante da attività crimine organizzato. Il disastro ambientale campano, le fabbrichette della moda o le rivolte degli immigrati schiavizzati comprovano una dimensione ‘messicana’ dei rapporti tra governance nazionale, sistema produttivo e cartelli locali.

La nostra governance – a differenza di quella spagnola – non è riuscita a far altro che congelare il debito interno e quello estero, mentre il Parlamento è in ostaggio di una legge elettorale indecente e di un’informazione pubblica che Freedom House nel suo report annuale considera ‘semilibera’, collocandoci alla stregua degli stati ex-satellite dell’URSS (Ungheria, Romania, Bulgaria, Serbia eccetera) o delle traballanti repubbliche africane (Egitto, Tunisia, Benin, Namibia eccetera).

Indice di Competitività UE 2013

Aggiungiamo che un malgoverno durato 150 anni ha ormai creato e sigillato tre aree geografiche ben distinte: un Settentrione con una produttività paragonabile a quella tedesca, un Meridione ormai ridotto a vicereame ispanico (come il Messico, Columbia e quant’altri), un Centro che sopravvive – oggi come ieri – di speculazioni finanziarie e immobiliari in nome del ‘paesaggio italiano’ e della ‘bona fidae’.

PIL pro capite UE 2009
Tenuto conto dell’irriducibilità di Silvio Berlusconi e di Matteo Renzi nell’anteporre una visione personale all’interesse generale, oggi, come durante la Guerra Fredda, l’Italia sta andando a porsi al centro di una serie di ‘affari internazionali’, di cui un ‘assaggio’ sono state le montagne russe dello spread del 2011.

Dunque, se la Grecia prendesse fuoco, l’Italia potrebbe non esserne esente.

In assenza di un sufficiente numero di ‘fascisti’, per ora, la furia del ‘tanto peggio tanto meglio’ non avrebbe che prendersela con le istituzioni – che non sono nè i partiti nè gli speculatori – e con chi le difende, a danno di gran parte della popolazione, che è ‘moderata’, ‘conformista’, ‘populista’ …

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La Grecia (di nuovo) sull’orlo del caos

4 Nov

Due morti e un ferito in condizioni gravissime: questo il bilancio di una sparatoria avvenuta questa sera ad Atene, nel quartiere periferico di Neo Eraklio, davanti alla sede del partito Chrysi Avgì (Alba Dorata) due uomini su una moto di grossa cilindrata hanno aperto il fuoco sulle persone presenti: due, per ora, le vittime, due ragazzi di 20 anni, più i feriti di cui uno in sala di rianimazione.

L’attentato terroristico arriva dopo l’omicidio di Pavlos Fyssas, un rapper antifascista ucciso il 18 settembre da Georgos Roupakias, simpatizzante di Alba Dorata, che ha confessato di aver accoltellato il musicista. Dalle intercettazioni telefoniche era emerso che Yannis Lagos, uno dei 18 deputati del partito neonazista, la notte del 18 settembre era stato informato dell’imminente omicidio del rapper Pavlos Fyssas.

Squadristi di Alba Dorata – Greekreporter.com

A tal punto, il governo del primo ministro Antonis Samaras si è deciso finalmente ad agire contro Alba Dorata, partito esplicitamente neonazista. Non sorprende nessuno che durante una perquisizione a casa di Christos Pappas, deputato e numero due di Alba dorata, sarebbero state trovate nella casa una bandiera con la svastica e foto di Adolf Hitler, assieme ad alcuni cimeli nazisti.

Le indagini hanno portato all’arresto di quattro deputati di Alba Dorata, per “costituzione e appartenenza ad una organizzazione criminale” – tra cui Nikos Michaloliakos, “Führer” del partito – ma solo Yannis Lagos è rimasto in carcere con accuse di riciclaggio di denaro, ricatto e possesso illegale di armi.
Inoltre, due membri di Alba dorata hanno ottenuto la libertà condizionale con l’accusa di appartenenza a gruppo criminale, omicidio e riciclaggio, (fonte I Kathimerini), ma uno dei due, Dimitris Frangakis, ha negato di avere qualsiasi “legame politico o ideologico” con Alba Dorata, come Georgos Roupakias, l’assassino reo confesso, aveva negato di avere dei complici, mentre gli atti comprovano che l’accoltellamento avvenne in conseguenza di un alterco tra i due in una taverna dove la gente stava guardando una partita una partita di calcio di una squadra greca in Europa League.

Quel che sembra è che l’establishment e la società greci abbiano deciso che metter fine ad una lunga serie di azioni criminali, perpetuate da aderenti di Alba Dorata, sull’onda dell’omicidio del rapper Pavlos F, che, però, sembra essersi originato in quel sottobosco di criminalità comune ed antagonismo sociale tipico, ormai, di ogni grande città.

Scontri ad Atene – Voanews.com

Una mossa ‘a metà’ – essendo i consensi per Alba Dorata al 10% circa e nel timore che la situazione degeneri – come reso evidente dal fatto che a dieci suoi deputati non sia stato contestato il reato di ‘organizzazione criminale’, nè le perquisizioni a tappeto hanno trovato il presunto arsenale segreto del partito. Non ci sono altri arresti, salvo quelli dei quattro deputati. Allo stesso modo, Chrysi Avgì non è stata dichiarata fuorilegge nè è stato sciolto il suo gruppo parlamentare. Anzi, Il vice premier greco Evangelos Venizelos ha escluso la possibilità di elezioni anticipate e ha attaccato il partito di sinistra Syriza, che aveva chiesto di tornare al voto dopo l’arresto dei militanti di Alba dorata. Secondo Venizelos, il governo vorrebbe convincerli a lasciare il loro incarico al parlamento greco, nel rispetto della costituzione.

Ricordiamo che la Grecia aveva trovato un po’ di pace sono nel maggio 2012, dopo due anni di crisi e di ‘stato d’assedio’ a causa dei disordini, quando i conservatori di Nuova democrazia, i socialisti del Pasok e il centrosinistra filoeuropeo del partito Dimar trovarono un’intesa su un governo della durata di due anni, con all’opposizione la destra neonazista di Alba Dorata e la sinistra radicale di Syriza.

Dal 2008, la Grecia ha subito un intensificarsi di azioni anarco-insurrezionaliste, sia spontanee per effetto di una crisi economica di portata mondiale, con aggressioni nei confronti delle forze di polizia e di cittadini comuni, sia su base internazionale con incendi dolosi, atti di vandalismo e guerriglia urbana, durati molti mesi con morti e feriti tra passanti e residenti.
Da anni le indagini della polizia greca si imbattono in un’organizzazione anarchica che agisce come cellula locale di una rete anarco-terroristica internazionale, che, di recente, ha attuato tre attentati incendiari ad Atene.

Arriva, dunque, come un fulmine a ciel sereno l’attentato di Neo Eraklio, che ha il palese scopo di fomentare tensioni e reazioni nel già instabile contesto greco. Tra l’altro, il commando ha operato con notevole freddezza utilizzando un’arma, l’AKM versione Zastava, che richiede un certo addestramento.

Zastava M77

Chi ha organizzato l’attentato?

La solita CIA, puntualmente quanto inspiegabilmente impegnata a destabilizzare i paesi amici? Un’improbabile ex Unione Sovietica, con la sua ricerca di uno sbocco nel Mediterraneo (leggasi Siria), mentre il Pireo parla ormai cinese? Una Jihad islamica che agli attentati di massa e alle operazioni finanziarie sta affiancando azioni di destabilizzazione politica e valutaria?
Sempre possibile, ma difficile da credersi.

I Cartelli del narcotraffico che vedono nelle aree ‘Euro sofferenti’ (Grecia, Italia e Spagna meridionali) un potenziale ‘arcipelago pirata’ da consolidare, usando – come da tradizione consolidata – l’antagonismo sociale come arma di ricatto verso i Palazzi del Potere?
Una fazione anarchica mondiale che ‘vuole fare a pezzi questa società, perchè non ne teme le rovine’ – come Buenaventura Durrutti ebbe a dire quasi ottanta anni fa – e non si rende conto che siamo già dinanzi alle rovine e non c’è bisogno di peggiorarle?
O ambedue?

Pochi mesi fa, sono stati deposti ordini esplosivi sulle porte di casa di cinque noti giornalisti (Giorgos Oikonomeas, Antonis Liaros, Antonis Skyllakos, Christos Konstas e Petros Karsiotis) e l’azione è stata rivendicata dalla ‘Cellula degli Amanti di un Mondo senza leggi’.

In una sua lunga disanima, Harry van Versendaal – noto editorialista della versione inglese del quotidiano greco I Kathimerini – ha invitato non solo la Destra neonazista, ma anche la Sinistra antagonista a “sviluppare una comprensione più inclusiva della violenza, condannandola in ogni sua forma: sia essa razziale, sessuale o politica“.

Chi vuole che il Sud Europa s’infiammi come il Nord Africa o il Medio Oriente?

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Audizione del pentito Carmine Schiavone: camorra e massoneria

3 Nov

Nel leggere le parole di Carmine Schiavone, pentito di mafia, non è possibile non chiedersi cosa abbia fatto lo Stato italiano per fermare un immane disastro ambientale e perchè i diversi Parlamenti che si sono avvicendati abbiano secretato simili notizie, perchè i Governi non sono intervenuti per bonifiche che attendono ormai da 20 anni.
Ma anche c’è da chiedersi come sia potuto accadere che da mezza Europa siano potuti convergere verso Napoli rifiuti di tossicità incommesurabile, proprio mentre gli slogan razzisti inneggiavano ‘alla monnezza da lavare col fuoco del Vesuvio’ e, comunque, eludendo controlli, come quelli tedeschi, che seri dovrebbero essere.

La domanda, ineluttabile, che viene è molto semplice: quando gli autori, le menti, di questo enorme disastro ambientale si sono resi conto di star causando un mostruoso genocidio?
E, allora, perchè hanno continuato?

Audizione del pentito di Camorra Carmine Schiavone alla Commissione Parlamentare d’inchiesta durante la seduta del 7 ottobre 1997 – pag. 22

  • Carmine Schiavone: Il settore dell’immondizia, invece, era gestito, come riscossione soldi, dall’avvocato Chianese, il quale era il coordinatore a livello un po’ massonico, un po’ politico …
  • Presidente Massimo Scalia: Che significa “un po’ massonico, un po’ politico”?
  • Carmine Schiavone: Parecchi avevano il grembiulino, vecchi grembiuli …

Audizione del pentito di Camorra Carmine Schiavone alla Commissione Parlamentare d’inchiesta durante la seduta del 7 ottobre 1997 – pag. 35

  • Presidente Massimo Scalia: Lei ha detto che i rifiuti venivano dall’Italia del Nord e dall’Europa: venivano per conto loro o avete anche svolto un ruolo di procacciatori?
  • Carmine Schiavone: Non per conto loro, l’avvocato Chianese aveva introdotto Cerci in circoli culturali ad Arezzo, a Milano, dove aveva fatto le sue amicizie. Attraverso questi circoli culturali, entrò automaticamente in un gruppo di persone che gestiva i rifiuti industriali, tossici o meno.

Audizione del pentito di Camorra Carmine Schiavone alla Commissione Parlamentare d’inchiesta durante la seduta del 7 ottobre 1997 – pag. 36

  • Presidente Massimo Scalia: Lei sta dicendo una cosa precisa: che questi rifiuti dal nord dell’Italia o addirittura dall’estero non arrivavano in Campania da soli, ma che l’avvocato Chianese era in grado di organizzare il traffico attraverso circoli culturali e amici.
  • Carmine Schiavone: Erano circoli culturali che stavano al nord, al sud al centro, in tutta Italia e Europa.
  • Presidente Massimo Scalia: Quindi il traffico era organizzato per far arrivare i rifiuti in Campania, nell’area del casertano? Quali erano questi collegamenti precisi, se vi era un’attività che potremmo definire di promotion.
  • Carmine Schiavone: Faccio un solo nome: so che Cerci stava molto bene con un signore chiamato Licio Gelli …
  • Presidente Massimo Scalia: Se lei parla di Licio Gelli ci fa sospettare che questa organizzazione fosse ben orchestrata e vi fosse in qualche modo un settore della Massoneri ache si occupava di questi affari.
  • Carmine Schiavone: Non lo so; questo lo lascio pensare a lei. So che a Milano c’erano grosse società che raccoglievano rifiuti, anche dall’estero, rifiuti che poi venivano smaltiti al sud. So che in Lombardia c’erano queste società che gestivano i rifiuti ma non so chi erano i proprietari.

Audizione del pentito di Camorra Carmine Schiavone alla Commissione Parlamentare d’inchiesta durante la seduta del 7 ottobre 1997 – pag. 30

  • Presidente Massimo Scalia: Lei ha alluso al fatto che alcuni esponenti politici erano legati in qualche modo alla Massoneria …
  • Carmine Schiavone: Perchè non lasciamo da parte i politici?
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Audizione del pentito Carmine Schiavone: mappa di un Sud devastato

3 Nov

Nel leggere le parole di Carmine Schiavone, pentito di mafia, non è possibile non chiedersi cosa abbia fatto lo Stato italiano per fermare un immane disastro ambientale e perchè i diversi Parlamenti che si sono avvicendati abbiano secretato simili notizie, perchè i Governi non sono intervenuti per bonifiche che attendono ormai da 20 anni.
Ma anche c’è da chiedersi come sia potuto accadere che da mezza Europa siano potuti convergere verso Napoli rifiuti di tossicità incommensurabile, proprio mentre gli slogan razzisti inneggiavano ‘alla monnezza da lavare col fuoco del Vesuvio’ e, comunque, eludendo controlli, come quelli tedeschi, che seri dovrebbero essere.

La domanda, ineluttabile, che viene è molto semplice: quando gli autori, le menti, di questo enorme disastro ambientale si sono resi conto di star causando un mostruoso genocidio?
E, allora, perchè hanno continuato?

Audizione del pentito di Camorra Carmine Schiavone alla Commissione Parlamentare d’inchiesta durante la seduta del 7 ottobre 1997 – pag. 11

  • Carmine Schiavone: Vi erano fusti che contenevano toluene, ovvero rifiuti provenienti da fabbriche della zona di Arezzo: si trattava di residui di pitture.
  • Presidente Massimo Scalia: Solventi?
  • Carmine Schiavone: Si, materiali del genere. I rifiuti venivano anche da Massa Carrara, da Genova, da La Spezia, da Milano. Vi sono molte sostanze tossiche, come fanghi industriali, rifiuti di lavorazione di tutte le specie, tra cui quelli provenienti da concerie. Vi era inoltre qualche camion che veniva dall’estero.
  • Presidente Massimo Scalia: Poichè lei ha parlato di rifiuti radioattivi, è al corrente di dove siano stati collocati?
  • Carmine Schiavone: Alcuni dovrebbero trovarsi in un terreno sul quale oggi vi sono i bufali e su cui non cresce più erba.
  • Presidente Massimo Scalia: Lei ha già mostrato all’autorità giudiziaria i luoghi in cui sono stati effettuati questi interramenti di rifiuti pericolosi?
  • Si.

Audizione del pentito di Camorra Carmine Schiavone alla Commissione Parlamentare d’inchiesta durante la seduta del 7 ottobre 1997 – pag. 12

  • Presidente Massimo Scalia: Nel 1990 il clan dei Casalesi ha deciso che l’affare dei rifiuti dovesse essere portato avanti non più di soppiatto, ma secondo le leggi dei clan.
  • Carmine Schiavone: Si, è diventato un affare autorizzato, che faceva entrare soldi nelle classe del clan. Tuttavia, quel traffico veniva già attuato in precedenza e gli abitanti del paese rischiano di morire tutti di cancro entro venti anni; non credo, infatti, che si salveranno.

Audizione del pentito di Camorra Carmine Schiavone alla Commissione Parlamentare d’inchiesta durante la seduta del 7 ottobre 1997 – pag. 18

  • Carmine Schiavone: Come zona di influenza nostra arrivavamo fino a latina, diciamo la zona di Roma. A Roma c’era qualche società finanziaria.
  • Presidente Massimo Scalia: Sta parlando sempre del problema dei rifiuti?
  • Carmine Schiavone: Per quanto riguarda i rifiuti, noi arrivavamo fino alla zona di Latina; Borgo San Michele e  le zone vicine erano già di influenza bardelliniana.
  • Presidente Massimo Scalia: A quando risale tutto questo?
  • Carmine Schiavone: Questo avvenicva dal 1988 a salire. Gia prima, però, la gestivano i Bardellino …
  • Presidente Massimo Scalia: Se ho ben compreso, lei sta dicendo che lo smaltimento illegale dei rifiuti in provincia di Latina avveniva già prima del 1988 …
  • Carmine Schiavone: Anche a scendere giù, cioè non solo Latina, ma anche Gaeta, Scauri e altre zone.

Audizione del pentito di Camorra Carmine Schiavone alla Commissione Parlamentare d’inchiesta durante la seduta del 7 ottobre 1997 – pag. 19

  • Presidente Massimo Scalia: Vorremmo capire quale fosse l’estensione territoriale del fenomeno, almeno in base a ciò che le risulta. Il controlle del fenomeno, almeno in base a ciò che le risulta. Il controlle di clan malavitosi sul trafico dei rifiuti, per quanto ne sa, si spingeva, grosso modo, fino a Latina e non più a nord?
  • Carmine Schiavone: Dal nord arrivava …!

Audizione del pentito di Camorra Carmine Schiavone alla Commissione Parlamentare d’inchiesta durante la seduta del 7 ottobre 1997 – pag. 21

  • Presidente Massimo Scalia: Al nord, quindi, l’attività di svolgeva fino a Latina; dove arrivava ad est? Nella zona del Matese? In Molise?
  • Carmine Schiavone: Si, quella era una zona di nostra influenza.
  • Presidente Massimo Scalia: Quale?
  • Carmine Schiavone: Tutto il Matese, fino alla zona di Benevento.

Audizione del pentito di Camorra Carmine Schiavone alla Commissione Parlamentare d’inchiesta durante la seduta del 7 ottobre 1997 – pag. 22

  • Presidente Massimo Scalia: Lei ha parlato di fanghi radioattivi provenienti dalla Germania. Può dirici qualcosa in più a tale propositio? Conosce società …
  • Carmine Schiavone: No. So solo che questi fanghi arrivavano in casette di piombo da 50, un po’ lunghe. Qualcuno me lo ha spiegao, anche perchè non andavo certo a vedere l’immodizia di notte. C’erano ragazzi che controllavano la zona. Avevamo creato un sistema tipo militare, con ragazzi incensurati, muniti di regolare porto d’armi, che giravano in macchina. Vi erano persone addette ai controlli alle macchine. Avevamo divise e palette dei carabinieri, della finanza, della polizia. Ci preparavano anche le macchine a doppione …

Audizione del pentito di Camorra Carmine Schiavone alla Commissione Parlamentare d’inchiesta durante la seduta del 7 ottobre 1997 – pag. 25

  • Presidente Massimo Scalia: Le risulta che nella discarica di Battipaglia siano stati riversati rifiuti tossici da parte del clan dei Casalesi o di clan in contatto con quest’ultimo?
  • Carmine Schiavone: Non lo so. Però, è possibile, visto che il sistema era unico, dalla Sicilia alla Campania. Anche in Calabria era lo stesso: non è che lì rifiutassero i soldi. Che poteva importargli a loro se la gente moriva o non moriva? L’essenzaile era il business. So per esperienza che, fino al 1992, la zone del sud, fino alle puglie era tutta infettata da rifiuti tossici provenienti da tutta Europa e non solo dall’Italia.
  • Presidente Massimo Scalia: In quali aree della Puglia, a sua conoscenza?
  • Carmine Schiavone: A mia conoscenza personale, nel Salento, ma sentivo parlare anche delle province di Bari e Foggia.

Audizione del pentito di Camorra Carmine Schiavone alla Commissione Parlamentare d’inchiesta durante la seduta del 7 ottobre 1997 – pag. 28

  • Presidente Massimo Scalia: Sa se questi collegamenti hanno fatto sì che si utilizzassero parti della Calabria e della Sicilia per lo smaltimento illegale dei rifiuti?
  • Carmine Schiavone: A voce lo so; erano tutte le zone, come vi ho detto poc’anzi. Tutti i clan, tutte le associazioni criminali erano interessate, perchè si trattava di decine di miliardi all’anno nel libro mastro.

Audizione del pentito di Camorra Carmine Schiavone alla Commissione Parlamentare d’inchiesta durante la seduta del 7 ottobre 1997 – pag. 29

  • Presidente Massimo Scalia: Non ha mai sentito parlare di traffici di rifiuti con le navi?
  • Carmine Schiavone: So che c’erano navi e che qualcuna è stata affondata nel Mediterraneo, però sono ricordi sbiaditi. Ricordo che una volta si parlò di una nave che portava rifiuti speciali e tossici, scorie nucleari, che venne affondata sulle costa tra Calabria e Campania.

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The declassified hearing of a mafia turncoat on waste traffic in Naples

2 Nov

Reading the words of Carmine Schiavone, the Casalesi mafia turncoat, you wonder why the Italian government to stop a so huge environmental disaster and why the various parliaments – that have come and gone – have secreted similar news. Why governments were waiting for 20 years.
But you have to wonder how that could happen that half of Europe was able to converge on Naples a enormous waste, just while North Italian racist slogans were chanting ‘Oh God,  wash their rubbish with the fire of Vesuvius ‘ and, anyway ,how was possibile evading controls , such as those Germans, who should be serious .

The question, inevitable , which is very simple: when the authors of this huge environmental disaster realized that they are the killers of monstrous genocide?
And then ,why they have continued ?

Hearing of the Camorra turncoat Carmine Schiavone by Italian Parliamentary Commission of Inquiry at its meeting on October 7, 1997 – p. 9 (declassified October 31, 2013)

  •     President Massimo Scalia : When the waste has become an ​​activity of the clan ?
  •     Carmine Schiavone : This situation immediately became operational and began to pour money into the coffers of the state …
  •     President Massimo Scalia : You mean in the coffers of the clan ?
  •     Carmine Schiavone : It ‘the same , more or less.
  •     President Massimo Scalia : Why do you say that is the same ?
  •     Carmine Schiavone : I am embarrassed. I was referring to the coffers of the clan as a clan of state …
  •     President Massimo Scalia : It is your state !
  •     Carmine Schiavone : The Mafia and the Camorra could not exist if it was not the state … If Institutions want not the existence of a clan, what possibility to exist?

Hearing of the Camorra turncoat Carmine Schiavone by Italian Parliamentary Commission of Inquiry at its meeting on October 7, 1997 – p. 28 (declassified October 31, 2013)

  •     President Massimo Scalia : How much money have entered into cash by pertita waste ?
  •     Carmine Schiavone : As far as I know, from 2-3000 millions (of lire) in 1990
  •     President Massimo Scalia : So little?
  •     Carmine Schiavone : But in the common fund , with which he was paying monthly , not in private funds . I did seize the state 2.200 billions (of lire) and I think there are still few , it does not add up . There are also properties that can not be seized abroad , for example in Brazil , Spain. There are properties in Germany , in France.

Hearing of the Camorra turncoat Carmine Schiavone by Italian Parliamentary Commission of Inquiry at its meeting on October 7, 1997 – p. 22 (declassified October 31, 2013)

  •     President Massimo Scalia : You spoke of radioactive sludge from Germany. Can tell us something more?
  •    Carmine Schiavone : No. I just know that this sludge coming in lead logs of 50 cm, a bit long . Someone told me.

Hearing of the Camorra turncoat Carmine Schiavone by Italian Parliamentary Commission of Inquiry at its meeting on October 7, 1997 – p. 32 (declassified October 31, 2013)

  •     President Massimo Scalia : You was involved into the construction of the expressway connecting Napoli- Caserta … there is a natural suspicion that, with respect to such large volumes of business , there were …
  •     Carmine Schiavone : This does not happen only in Italy and in Germany , one of our affiliates – who had 99 company – built the highway from Baden- Baden to Monaco with a renevue of 27 billion marks. So it’s no wonder , it’s not only in Italy , but unfortunately  we are accustomed to think that  Italians are all thieves , but this happens in France , in Europe , to not speak of South America.

Hearing of the Camorra turncoat Carmine Schiavone by Italian Parliamentary Commission of Inquiry at its meeting on October 7, 1997- p. 30 (declassified October 31, 2013)

  •     President Massimo Scalia : You alluded to the fact that some politicians were related in some way to Freemasonry …
  •     Carmine Schiavone : Why do not we leave aside the politicians?

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Audizione del pentito Carmine Schiavone: politica e camorra

2 Nov

Nel leggere le parole di Carmine Schiavone, pentito di mafia, non è possibile non chiedersi cosa abbia fatto lo Stato italiano per fermare un immane disastro ambientale e perchè i diversi Parlamenti che si sono avvicendati abbiano secretato simili notizie, perchè i Governi non sono intervenuti per bonifiche che attendono ormai da 20 anni.
Ma anche c’è da chiedersi come sia potuto accadere che da mezza Europa siano potuti convergere verso Napoli rifiuti di tossicità incommensurabile, proprio mentre gli slogan razzisti inneggiavano ‘alla monnezza da lavare col fuoco del Vesuvio’ e, comunque, eludendo controlli, come quelli tedeschi, che seri dovrebbero essere.

La domanda, ineluttabile, che viene è molto semplice: quando gli autori, le menti, di questo enorme disastro ambientale si sono resi conto di star causando un mostruoso genocidio?
E, allora, perchè hanno continuato?

Audizione del pentito di Camorra Carmine Schiavone alla Commissione Parlamentare d’inchiesta durante la seduta del 7 ottobre 1997 – pag. 9

  • Presidente Massimo Scalia: Quando quello dei rifiuti è diventato un settore di attività del clan?
  • Carmine Schiavone: Questa situazione diventò subito operativa e cominciarono a versare soldi nelle casse dello stato …
  • Presidente Massimo Scalia: Vuol dire nelle casse del clan?
  • Carmine Schiavone: E’ lo stesso, più o meno.
  • Presidente Massimo Scalia: Perchè dice che è lo stesso?
  • Carmine Schiavone: Mi confondo. Mi riferivo alle casse del clan: era un clan di stato …
  • Presidente Massimo Scalia: Il vostro stato!
  • Carmine Schiavone: La mafia e la camorra non potevano esistere se non era lo Stato … Se le istituzoni non avessero voluto l’esistenza del clan, questo avrebbe forse potuto esistere?

Audizione del pentito di Camorra Carmine Schiavone alla Commissione Parlamentare d’inchiesta durante la seduta del 7 ottobre 1997 – pag. 28

  • Presidente Massimo Scalia: Quanto valeva complessivamente il business dei rifiuti, per i Casalesi, in tutto il periodo che lei conosce? Quanti soldi sono entrati in cassa dalla pertita rifiuti?
  • Carmine Schiavone: Per quanto ne so, dal 1990 2-3 miliardi (ndr. di lire)
  • Presidente Massimo Scalia: Così poco?
  • Carmine Schiavone: Ma nella cassa comune, con la quale si pagava il mensile, non nelle casse private. Ho fatto sequestrare allo Stato 2.200 miliardi (ndr. di lire) e penso che sono ancora pochi, i conti non tornano. Ci sono anche proprietà all’estero che non si possono sequestrare, per esempio in Brasile, in Spagna. Ci sono proprietà in Germania, in Francia.

Audizione del pentito di Camorra Carmine Schiavone alla Commissione Parlamentare d’inchiesta durante la seduta del 7 ottobre 1997 – pag. 22

  • Presidente Massimo Scalia: Lei ha parlato di fanghi radioattivi provenienti dalla Germania. Può dirici qualcosa in più a tale propositio? Conosce società …
  • Carmine Schiavone: No. So solo che questi fanghi arrivavano in casette di piombo da 50, un po’ lunghe. Qualcuno me lo ha spiegao, anche perchè non andavo certo a vedere l’immodizia di notte. C’erano ragazzi che controllavano la zona. Avevamo creato un sistema tipo militare, con ragazzi incensurati, muniti di regolare porto d’armi, che giravano in macchina. Vi erano persone addette ai controlli alle macchine. Avevamo divise e palette dei carabinieri, della finanza, della polizia. Ci preparavano anche le macchine a doppione (ndr. finte volanti).

Audizione del pentito di Camorra Carmine Schiavone alla Commissione Parlamentare d’inchiesta durante la seduta del 7 ottobre 1997 – pag. 32

  • Presidente Massimo Scalia:  Lei ha messo in connessione la costruzione della superstrada Napoli-Caserta con le opere che si facevano per i Regi Lagni; vi è il sospetto naturale che, rispetto a volumi di affari così rilevanti, ci fossero …
  • Carmine Schiavone: Questo non capita solo in Italia; in Germania, un nostro affiliato che aveva 99 società ha costruito l’autostrada da Baden-baden a Monaco con 27 miliardi in soldi tedeschi. Quindi non c’è da meravigliarsi, non capita solo in Italia; purtroppo, siamo abituati dai giornali a pensare che gli italiani sono tutti ladri, ma questo capita in Francia, in tutta Europa, non parliamo del Sud America.

Audizione del pentito di Camorra Carmine Schiavone alla Commissione Parlamentare d’inchiesta durante la seduta del 7 ottobre 1997 – pag. 30

  • Presidente Massimo Scalia: Lei ha alluso al fatto che alcuni esponenti politici erano legati in qualche modo alla Massoneria …
  • Carmine Schiavone: Perchè non lasciamo da parte i politici?
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San Vittore – Termoli ed il gioco delle tre carte

9 Ott

Il 21 settembre le agenzie battevano la notizia che il Decreto Fare dirotterà i 256 milioni di euro destinati alla realizzazione della prima tratta autostradale della San Vittore  – Termoli a beneficio dell’adeguamento della strada Statale 372 che collega San Vittore – Caianiello a Benevento.

Pochi giorni dopo, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Sabrina De Camillis, ha precisato: “Ho incontrato il ministro Lupi, che si è subito adoperato convocando i tecnici del suo Dicastero per affrontare la questione e decidere se apportare una modifica normativa o dare, per la soluzione del problema, solo un’interpretazione tecnica.”

Fatto sta che i 256 milioni – che sarebbero serviti per collegare, aggirare e superare Isernia – nel bilancio di spesa al momento non ci sono e qui si rischia di scatenare una guerra tra poveri con i molisani ‘defraudati’ dai campani ‘scippatori’.

Ma la questione non finisce qui.

Fino a ieri c’era da rendere la cosiddetta Trignina una vera superstrada e la Trignina non è una strada qualunque: è una ‘via mercantile’ che esiste dal Paleolitico e che collega l’Adriatico al Tirreno, tramite la quale ‘da sempre’ le merci partivano dalle coste del mar Baltico per arrivare a Barcellona, Tunisi e Marsiglia tramite Napoli.

Una ricchissima via mercantile, di cui Venezia e Napoli detenevano le ‘stazioni di servizio’ e su cui fondarono fortune e ricchezze.

Un’arteria mediterranea che fu deviata con l’Unità d’Italia sulla Via Salaria (e oggi sulla Roma- Firenze – Bologna), determinando l’espansione e le fortune di queste città. Non a caso oggi la Trignina è una buca tutta curve, mentre la Roma-Pescara è un monumento alla cementificazione sprecona ed alla deturpazione ambientale.

Inutile precisare che, se la Trignina decollasse, la quantità di TIR che farebbero la spola tra Adriatico e Napoli-Salerno sarebbe molto più elevata, mentre con la Trignina a pezzi, si avvantaggiano Roma e Bologna, mentre il ‘danno’ arriva fino a Barcellona e Marsiglia.

Utile, invece, sottolineare che la futura San Vittore (Caianiello) – Benevento – Bari, manterrebbe i porti di Salerno e Napoli al guinzaglio come prima, mastelliana e demitiana.
Oltre al rischio che, dopo la Terra dei Fuochi nell’agro casertano-napoletano, la Camorra abbia intenzione di trasformare anche gli scavi della Caianiello – Benevento in un’enorme discarica illegale.

S’era parlato del governo Letta come un ‘manuale Cencelli’ rivisitato, eccone un’ulteriore prova e, come al solito, la ‘questione campana’ viene risolta con la ben collaudata ‘polpetta avvelenata’.

Clemente Mastella e la moglie Sandra Lonardo

Una manciata di centinaia di milioni in appalti e cemento ed un po’ di svuluppo per una provincia poco popolosa e poco lucrativa come benevento, in cambio di un’arteria che bypassa Napoli e Salerno, dove vive la maggior parte dei campani e dove servirebbe davvero un ricco flusso di merci da ricevere e distribuire nel Mediterraneo.

Non a caso il 18 gennaio 2008 è stata costituita “Autostrada del Molise S.p.A.”, una società mista Anas Regione Molise, con l’obiettivo di realizzare il nuovo collegamento autostradale Termoli-San Vittore. Come recita il sito dell’ANAS, “il nuovo collegamento autostradale, con un tracciato di circa 150 km, che si svilupperà in due tratte: San Vittore-Venafro-Isernia-Bojano-Campobasso e Bojano-Termoli, e prevede la realizzazione di due corsie per senso di marcia, più corsia di emergenza; 121 viadotti (per complessivi 40,3 km); 15 gallerie (per uno sviluppo lineare complessivo di 11,8 km); e 35 svincoli di collegamento con la viabilità esistente.”

Viadotto della Diga del LIscione – Termoli

Una stupenda Autostrada dei Laghi per il nascente turismo del Molise e per quella rete di aziende che si snoda lungo la Trignina azzerata in cambio delle terre dei Briganti violate da cavalcavia e sottopassi inutili – visto che Benevento fa 60.000 abitanti e la provincia in tutto supera di poco i 250.000) per una tratta che serve solo a collegare Roma a Bari?

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Naples is calling under an unbelievable enviromental disaster

8 Ott

Hurry for Naples! – (Andy Wahrol)

Read also The declassified hearing of a mafia turncoat on waste traffic, envitomental disaster and political connections

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In the town of Caivano (Italy) , cabbages are yellow and not white , as normal. ‘It was polluted everything: groundwater, wells , land and even the cabbage. We found , in particular, cadmium , arsenic and lead with parameters of 4-500 times that exceeded the maximum allowed’. (General Giovanni Costa , head of the Forest Guard of Naples and its province, interviewed by Corriere del Mezzogiorno) .

The boundaries do not fare better : Qualiano, Villaricca and Giugliano towns are the industrial triangle of illegal dumping of toxic waste , which is managed by the Mallardo  clan, while Casalesi Clan control the territories of Caserta . ” (Italia24ore)

But the Land of Fires (this is the nickname of that territory of Campania by the hundreds of illegal fires of industrial garbage done by Camorra) is not limited to these populous towns or to the ‘triangle of death’ of Acerra , Nola and Marigliano , where in last years an exponential increase of tumors , especially in children , and mortality is growing.
47 municipalities are officially ‘ contaminated ‘ , including Afragola, Arzano, Aversa, Caivano, Calvizzano, Cardito, Carinaro, Casal di principe, Casaluce, Casandrino, Casapesenna, Casavatore, Casoria, Cesa, Crispano, Frattamaggiore, Frattaminore, Frignano, Giugliano, Gricignano di Aversa, Grumo Nevano, Lusciano, Marano, Melito, Mugnano, Orta di Atella, Parete, Qualiano, San Cipriano d’Aversa, San Marcellino, Sant’Antimo, Sant’Arpino, Succivo, Teverola, Trentola-Ducenta, Villa di Briano, Villa Literno, Villaricca.

To these towns three districts of Naples have to be added: Bagnoli and Cavalleggeri, where the dismantling of the former Eternit factory has turned into a huge pile of asbestos few meters far from the houses , and Pianura, where is a landfill hotly contested by the population.

Eternit Bagnoli Process: Some relatives of the more than 500 victims – so far proven.

At a guess we are talking about two million people daily exposed to industrial products or their smogs that are toxic, mutagenic, harmful to health.

Not for particular sins of the people that lives there, but for the gangs acting in plain sight, for a local political class selected elsewhere and for an Italian Republic which intervenes little and badly , unless it is distracted and busy in a completely different .
Needless to say, the costs of health are becoming increasingly unsustainable for the Campania Region and one of the richest agricultural production in Europe will be thrown away for years and years, relegating those territories to subsidiaryty.

Map of the Land of Fires for hazard index of the buried/ burned waste

The causes of an environmental disaster of so large and so dramatic consequences are few: the Camorra, the Italian Republic, the Italian Parliament.

In fact, the root of all evils is the traffic of hazardous wastes, which began in 1982 , thanks to an Italian law that deregulated the treatment of industrial waste, without – as tragically proved – adequate controls on the sites and on the certifiers .
In the 80s , long ago, we report the first investigation, ‘Adelphi’,  for international traffic of industrial bins and sewage buried in the quarries of Caserta and in the plains of Terra di Lavoro (today Land of Fires).
Only then (it was 1991 ) Italian Republic established an observatory and a parliamentary commission of inquiry , but not a comprehensive inspectorate and not a stricter rule on sites and certifications .

Today, it is a fact that the legislation and control systems were inadequate, as demonstrated by the process of Eternit Bagnoli which ended in the first instance with the sentencing to 16 years of the Swiss tycoon Stephan Schmidheiny and the Belgian Baron Louis De Cartier, former leaders of the multinational, (con)damned for environmental disaster and malicious willful default of safety precautions , but … the sentences are gone in prescription and asbestos is still there, in open air not so far from houses.

A sieve, which benefits – imposing it as dominant thanks to a billion- euro business – the Casalesi Clan, legal dealers for the construction of fish tanks from Lago Patria up to Mondragone, used for the extraction of sand and … the burying more of everything .

Burial of toxic waste in a quarry

Still, the principal dealer of the Casalesi Clan, Carmine Schiavone – already during the interrogation of ’93 , ’94 and ’96 – had described the whole illegal chain for the spillage of waste, stemming in large part ‘outputs’ from North Italy companies,  on time untouched by all the investigations .

Then, at the beginning of the second millennium, while the Italian Republic and its Parliament  were managing a disaster with unexplainable ease, the Campania Felix was wasted also by the vainglory of the Policy.
So it happened that the national news, in those years – rather than to make pressure on the Casalesi Camorra and the regional misrule, all twisted the question like ‘ incinerator yes-no ‘ as suggested by Minister Pecoraro Scanio and flashed the general attention on popular uprisings against legal landfills ( there have been convictions ) but not against those abusive …
Meanwhile , our companies of the North Italy continued to send their industrial wastes at unbeatable prices … why would they suspect of those who offered them it without problems?
Meanwhile, while tons of harmful waste are coming from northern Italy to Naples and Caserta, the same Italy refused to place in its landfills  the relatively few tons of garbage that invaded the city of Naples (without legal landfills) and created a global healthcare alarm even to WHO in New York.

Since then it goes on with a dozen fires per day, organized by small gangs employed by the Camorra around the provinces of Naples and Casert , to burn waste, solvents, tires, harmful products come from everywhere. And now even the wind is the enemy , in Terra di Lavoro aka Land of Fires , because it takes anywhere dioxins , heavy metals, toxic or mutagenic compounds.
Who  can is leaving  fine owned homes or work activities to take refuge in the few ‘safe’ areas. A silent, desperate exodus with no return.

Burning of toxic materials – Photo from Giornalettismo.it

The Italian Republic, its Parliament, its national Media? Absent or at least silent.

Not seen if , until 31 December 2007, the Province of Caserta – with an  international alarm for environmental disaster in progress – legislated to certify every wells with any statement provided by its owner and only from that date it was needed certain checks to be allowed to create and use a pit. Actually, ’60-70% of the wells used to irrigate the land is outlawed ” (CampaniaNotizie.com)

An Italy that stalls, sipping resources and responsibilities, if ” the third largest city in Campania, one of the most populous regions of Italy, is the ‘capital of poisons’. In Giugliano town is taking place in plain sight and in the general silence, one of the the most serious disasters in Europe.
In the almost ninety-five km square area – that extends from Marano to Aversa  stretching up into the Domitian coast, three of the four elements of nature are – in some cases – irreparably compromised : the dioxin breathed by the air, the leachates gone in many agricultural wells as the the (in)famous ponds where the Camorra has spilled the impossible, the industrial poisons filling the earth.

Photo by Il Mattino di Napoli

The Giugliano ecosystem  is so devastated that – few months ago – Prosecutor Alessandro Milita, author of a complex investigation into the Resit landfill (note: as big as 2,600 football fields ), told the parliamentary committee on waste cycle that exponential growth of pollution ‘can only be compared to AIDS , because in the coming years it will be extended again. Among forty years will inevitably come to terms. According to the expertise of the geologist Giovanni Balestri, in 2064 the aquifer under the Resit will be compromised by thousands of tons of poisons leached through the tuff’.
In Resit – by the initiative of the clan but behind a facade of legality represented by false claims – 341,000 tonnes of hazardous waste have been downloaded over the years, including 30,600 tons of all kinds of waste from chemical factory Acna Cengio, actually found less than twelve feet below ground. The landfill in Scafarea is the head of the monster that has already polluted twelve exploration wells in the surrounding countryside planted with vegetables and fruit and spits out , day after day, streams of toxic leachate.’ ( Il Corriere del Mezzogiorno)

Photo by Today.it

A distracted Parliament while invoking the fight against tax evasion and undeclared work, if the prefectural Commission found that the  city of Giugliano in Campania denotes a ‘lack of control and serious administrative problems at the vegetable market’, which is the second in Italy after Milan with a movement of one million tons per year of fruit and vegetables.

Even plans to introduce tougher sentencing, mandatory arrest for environmental crimes, summary trials on the basis of biochemical tests of the police.
No notice on the evidence that it is thanks to his laws and his (deficient) controls that Camorra has been able to achieve a kolossal environmental disaster, which otherwise continues unabated .
Not even wonders how it can still be fully asserted its jurisdiction in so abandoned lands in hands of  Camorra Clan, where citizens, rather than conspiratorial, are quite intimidated and deeply disheartened .

Not even a prominent politician in the sit ins as in the events promoted by parish priests and bishops , the ones remained in the forefront among the people.
Not a national front-page for a carnage – if unintended – is a massacre , and an ethnic cleansing – if still tolerated.

Event by Football Team S.S.C. Naples – Photo by La Repubblica

So, in this unfunny game, it happened that – few weeks ago – a well-known Italian newspaper  asked why the Neapolitan people does not rebel. A quite paradoxical question: against the Camorra or against the State – that claims taxes and does not guarantee safety and health – or both?

Do not blow on the embers which may be fire, if anyone does not recall the facts and/or forgets our history, after having spoken and written with contempt – and with impunity for decades – ‘on the Neapolitan people’ , starting from the stands of stadiums, as if racism could be everything else than racism.
Rather, we should ask whether the state exists in the provinces of Naples and Caserta or whether, as seems just , something has failed.

Meanwhile, hurry.
To save those who are still alive and help those who have nothing … to believe .

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In

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