La Corruzione – in termini di economie nazionali e finanza internazionale – è un grosso problema, dato che crea voragini di spreco ed inefficienza nei paesi che ne sono afflitti, come la massa di denaro sporco in movimento si apre accessi occulti e tracciati ‘sotterranei’ utilissimi agli speculatori ordinari come alle lobbies del crimine.
In questo grafico, HowMuch.net tenta di dare una percezione visuale dei valori prodotti da Trasparency International sulla corruzione percepita dagli addetti del settore in ogni paese e del PIL coinvolto in questo fenomeno erosivo e metastatico.
L’Italia è uno dei paesi più corrotti d’Europa secondo Trasparency International, con un punteggio di 50 su 100. E non ci sorprende che nell’Eurozona solo Grecia e Romania fanno – leggermente – di peggio, come che, eccetto la Spagna e la Polonia (60/100) o la Francia e il Portogallo (70/100), il resto d’Europa viaggi addirittura su punteggi da 80/100 a salire, Gran Bretagna inclusa.
Dunque, c’è interesse a valutare quale sia il potenziale di fiume di denaro percepito come tangenti, speculazioni, sprechi, cioè Corruzione. Non è una questione di interesse locale, se è di questi giorni l’emersione del Caso Danske Bank, con 4mila miliardi a rischio riciclaggio, in larga parte ‘provenienti’ da Russia, Ucraina e Azerbaijan, presumibilmente da mazzette, speculazioni ed evasioni fiscali del mercato energetico.
Come c’è interesse a valutare quanto pesante sia la palla al piede delle singole nazioni, che trasforma in tangenti, speculazioni e sprechi quelle Entrate Fiscali destinate per servizi ai cittadini o alle imprese, se non peggio alle spese infrastrutturali. Ad esempio, ponti, argini, rifiuti, scuole, ospedali, strade, semplificazione, eccetera …
In parole povere, anche se le computi e grafici sono solo delle proiezioni e delle stime, è credibile che almeno il 16% delle Entrate Fiscali italiane vada disperso in Corruzione, intendendola come tangenti, speculazioni e sprechi?
Ed è possibile che il volume finanziario delle risorse coinvolte in spese che si trasformano in infrastrutture e servizi costosi, carenti, assenti, velleitari o inefficienti sia di 250 miliardi di euro annui?
Servizi ed infrastrutture che potrebbero essere migliori, costando di meno e durando di più. A voler diventare onesti, noi Italiani sistemeremmo il deficit in un biennio ed il debito in quinquennio … proprio come chiedono l’Europa e i Mercati da ormai 10 anni, caso mai lo si fosse dimenticato.
Demata
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.