Tag Archives: Papa Francesco

Salvini, il ministero, il gender e la Chiesa che si aggiorna

3 Ott

Fa notizia che durante questa campagna elettorale non siano stati veicolati i “valori non negoziabili”, al centro degli appelli dei vescovi che venivano rivolti a candidati e neoeletti quando (1991-2007) il presidente della Cei, Conferenza episcopale italiana, era Camillo Ruini.
Neanche da quella Destra attenta alla quella che si ritiene essere tradizione cattolica.

“Principi non negoziabili” era un’espressione introdotta nel 2002 dalla Congregazione per la dottrina della fede durante la presidenza di Benedetto XVI, riferendosi alla promozione della vita umana dal suo concepimento fino alla fine naturale, alla tutela della famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, all’educazione dei figli.

Questi “valori non negoziabili” o “diritti non negoziabili” erano la soglia morale che non poteva essere oltrepassata da nessuna “organizzazione civile” (cioè partito), perchè “il compromesso si trasforma in male comune ogni qual volta comporti accordi lesivi della natura dell’uomo”.

Ma, sta di fatto che la tradizione cattolica latina era un po’ diversa da quella concepita dal pontefice germanico. Infatti, da 700 anni il 2 febbraio di ogni anno  si svolge la processione degli uomini “che vivono e sentono come donne” in pellegrinaggio al santuario della Madonna di Montevergine (AV), che secondo la leggenda, nel 1256, aveva salvato due giovani omosessuali che, in seguito allo scandalo provocato dalla loro relazione, erano stati legati a un albero e abbandonati a morire di stenti sulla montagna.
In realtà la “Juta dei femminielli” è una tradizione antica di molti secoli prima di Cristo quando i Coribanti – i preti eunuchi di Cibele – festeggiavano la Candelora, arrampicandosi fino alla sommità del Monte Partenio. Tradizione mantenutasi in quasi due millenni di Cristianesimo, purché rivolta ad una Madonna anzichè ad una dea, ambedue ‘Grandi Madri’ e protettrici della Vita.

Infatti, come osservava papa Bergoglio già nel 2014, “i valori sono valori e basta, non posso dire che tra le dita di una mano ve ne sia una meno utile di un’altra. Per questo non capisco in che senso vi possono essere valori negoziabili. Quello che dovevo dire, l’ho scritto nell’Esortazione Evangelii Gaudium”.

E cosa diceva la prima enciclica di Francesco?
Che la Chiesa sia aperta a tutti e che tutti devono poter partecipare, in particolare per i Sacramenti.
Ad esempio, ricordare che tutti i fedeli sono ‘peccatori’, se «l’Eucaristia, sebbene costituisca la pienezza della vita sacramentale, non è un premio per i perfetti ma un generoso rimedio e un alimento per i deboli.» 

Secondo il Papa (e non è poco), se nessuno è perfetto, perché dovrebbero esserlo ‘di per se’ gli omosessuali, i divorziati e le coppie di fatto … a prescindere, se la loro vita si alterna tra ‘peccato’ e ‘fede rinnovata’ come per gran parte dei comuni mortali?

Peccato e fede rinnovata: una questione che va affrontata con cautela pastorale, come teneva a precisare Francesco, perché … riguarda anche chi desidera cosa d’altri cioè serve non Dio, ma ‘Mammona’ … chi corre dietro a donna d’altri ma non al proprio stesso sesso … chi abusa di alcol e magari non di cannabis … chi si batte per “la famiglia” ma non ha tempo per i figli … chi vede il difetto degli altri e non il proprio disastro.

In altre parole, non dimentichiamo che il Ministero degli Interni è preposto ai diritti civili, inclusi omosessuali, coppie di fatto, ricongiunzioni, adozioni eccetera e non ha “valori non negoziabili”, se non quelli costituzionali, specialmente se 20 anni dopo la loro formulazione quelli cattolici non hanno trovato seguito nel Diritto Canonico e l’attuale Pontefice tiene a precisare «non ho mai compreso l’espressione». (link)

Libertà, onestà, integrità, operosità sono valori per caso ‘più negoziabili’ della ‘castità’ e della ‘fedeltà’?

Demata

Ucraina: anche il Papa è contro gli “interessi di parte”, ma quali?

25 Gen

Le ‘pretese’ di USA, UK e Russia per l’Ucraina potrebbero riportare la guerra in Europa, che a sua volta non ci sta, mentre dai media arrivano notizie confuse.
Ad esempio, possiamo leggere che la Russia ha ‘invaso’ la Crimea nel 2014 [link], anche se è da sempre russa, fu letteralmente ‘regalata’ all’Ucraina dal dittatore comunista Kruscev nel 1954, è comunque repubblica autonoma dal 1995 e, soprattutto, ha svolto un referendum chiedendo l’annessione alla Russia. Insomma, è la stessa Crimea russa della Guerra di Crimea del 1853 contro … la Russia … a cui partecipò anche il ‘nostro’ Regno di Sardegna.

Piuttosto, cosa ne è della Difesa Europea che tanti vogliono, che da troppo attende e di cui i media parlavano fino a poco tempo fa per le crisi libiche e siriane?

Ma poco sappiamo di cosa chiedono i vari ‘attori’.
Ed ecco, di cosa si tratta.

Ucraina

Nel 2019 il presidente della Repubblica Volodymyr Zelens’kyj ha potuto sciogliere il Parlamento per ottenere, tramite elezioni, una maggioranza a lui favorevole [link]promettendo di raggiungere una crescita economica del 40% in 5 anni, ma il paese gli si è rivoltato contro per le sue politiche liberiste e adesso non sa che pesci prendere.

Nel frattempo, Mykola Zlochevsky, il plutocrate a capo della Burisma Holdings, è latitante con reiterate accuse di essersi appropriato dei giacimenti di gas naturale ucraini a favore della ‘sua’ Burisma Holdings, quando era ministro delle Risorse Naturali e poi dell’Energia. E, se nel Cda della Burisma c’era il figlio di Joe Biden [link], oggi troviamo noti faccendieri, agenti CIA e, persino, un ex presidente della repubblica.

A sua volta, il popolo ucraino è disorientato, dato che persino il Senato statunitense ha sollevato accuse che  i ‘loro’ Democratici fossero collusi con i poteri forti ucraini per interferire nelle elezioni del 2016, dopo le intercettazioni che dimostravano le stesse interferenze (affare Nuland) nella ‘rivoluzione arancione’ del 2014.

L’Ucraina, inoltre, ha notevolmente incrementato i propri effettivi militari e ben oltre il 10% della popolazione dipende da questa ‘economia di guerra’, se l’esercito ucraino di terra vanta oltre 170.000 militari a cui vanno ad aggiungersi la Guardia Nazionale con i suoi 50.000 uomini, ed altri 10.000 miliziani stranieri del Battaglione Azov. Queste forze ucraine sono in gran parte dislocate non a difesa di Kiev o negli Oblast contesi, ma a ridosso dei confini dell’Unione Europea. [link]
Anche la forza aerea è consistente con le sue circa 300 unità, i droni turchi Bayraktar TB2 (inviati da Ankara per accordo bilaterale, non tramite la NATO), che sono già stati utilizzati contro postazioni separatiste. La difesa contraerea è stata recentemente dotata di missili Javelin statunitensi. [link]

Russia

Il dispiegamento di forze russe è ‘paritetico’ alla crescita dell’esercito ucraino e il fattore di ‘stress’ sarebbe (secondo gli americani) nella distanza più o meno maggiore dal confine ucraino. [link]
In realtà, i sistemi semoventi Bastion [link ] armati con missili ipersonici P-800 Oniks e missili da crociera stealth subsonici Kh-101 [link] che possono raggiungere bersagli a diverse centinaia e migliaia di chilometri.

Le ‘ragioni’ della Russia riguardano tre territori storicamente russi, prima che il dittatore comunista Kruscev non li donasse all’Ucraina nel 1954: la Repubblica di Crimea, la provincia moscovita di Kharkiv e gli Oblast di Luhansk e Donetsk.

Nello specifico, per la Russia è essenziale la protezione del Mar d’Azov, dove a Rostov ha base la storica Flotta del Mar Nero con pregresse infrastrutture difensive che si estendono in Crimea e negli Oblast ucraini. Quanto a Kharkiv, va ricordato che è l’industria aereonautica Antonov, acquisita brevetti russi e chiavi in mano dallo stato ucraino, è ora in via di privatizzazione dopo essere stata rinnovata a carico dei contribuenti … europei e statunitensi tramite aiuti allo sviluppo.

Inoltre, la Russia reclama ben altre ingerenze degli Stati Uniti in Ucraina, dal complotto che ha portato alla ‘rivoluzione arancione’ del 2014 a quello che ha condizionato le elezioni del 2016 fino alla semi-autocrazia dell’attuale presidente insediatosi nel 2019.

La Russia, infine, ha ben chiaro che l’Unione Europea ha una propria sovranità militare, specialmente dopo le vicende siriane e afgane: è prevedibile che possa vedere come una minaccia le forze non europee (statunitensi e britanniche) dislocate ai suoi confini o poco lontano da essi, cioè pretende non solo che l’Ucraina resti fuori dalla Nato, ma anche il ritiro delle truppe anglo-statunitensi Nato dalla Romania e dalla Bulgaria. 

Unione Europea

L’UE dovrebbe essere la ‘regina’ dei negoziati ucraini, dato che vanta una tradizione di dialogo con la Russia, non ha interesse che le risorse naturali e industriali ucraine cadano in mano ad oligarchi ed – almeno sulla carta – ha un proprio dispositivo di supporto e difesa militari, oltre a truppe di provata affidabilità come quelle francesi e italiane.

Purtroppo, la politica internazionale Dem non prevede questo: nel febbraio 2014, furono rese note [link] le intercettazioni tra l’ambasciatore statunitense in Ucraina e  la sua incaricata per gli affari militari in Europa Victoria Nuland, mentre stava fomentando la ‘rivoluzione arancione’, che dice a chiare lettere “fuck the EU”, per impedire all’Unione europea la ricerca di una soluzione alla crisi ucraina [link].

Ed è dell’altro ieri “l’umiliazione” anglosassone nel dover spostare in Ucraina dai paesi baltici i propri asset dato che gli europei non ci stanno a mettere eserciti e logistica, mentre il presidente Biden invoca le portaerei nel Mar Nero, ma si sente rispondere dal presidente turco Erdogan (che controlla Bosforo e Dardanelli) di essere disponibile ad un incontro con Putin a Mosca.

Quel che è certo che è l’Europa che si è estesa ad est a partire dall’accordo di associazione [link] del 16 dicembre 1991 (in vigore dal 1° febbraio 1994) tra l’Unione e la Polonia, mentre fu ammessa nella Nato più di sette anni dopo, il 12 marzo 1999. Non viceversa.

Difesa Europea e Nato possono coesistere - Limes

Stati Uniti

Come in Afganistan o in Siria e Somalia, anche in Ucraina gli USA (e con loro oggi la Gran Bretagna) e sono molto lontani dalle loro coste, mentre sull’Ucraina si abbattono le stesse disgrazie economico-finanziarie che hanno vessato l’America Latina. E – dopo Brexit e dopo il patto militare Aukus – arriva una eventuale guerra ‘per procura’ che avverrebbe alle porte dell’Unione Europea, con relativi profughi, danni ambientali, speculatori e milizie più o meno mafiose.

Ma nessuno andrebbe a tre o quattro rioni di distanza a dire come tenere i giardinetti o dove porre le fermate dei bus o cosa vendere nei supermercati eccetera, salvo che … non abbia da vendere o comprare qualcosa.

Infatti, le partecipazioni anglosassoni di alto livello nella Burisma Holdings suonano come ‘conflitto di interessi’ e, scorrendo articoli e approfondimenti, le motivazioni dei Dem statunitensi e del presidente Biden non sono affatto chiare:

  • insistono con la richiesta di garanzie ‘democratiche’, ma sono proprio loro a ricevere accuse di interessi politici e finanziari a partire almeno dal 2014
  • non vogliono dei negoziati multilaterali con un’Unione Europea protagonista ed è passato alla storia il veto posto nel 2014 dalla negoziatrice statunitense (“Fuck the EU!”)
  • non considerano una soluzione che avalli l’autonomia di regioni e province o protettorati, come è normale in Europa, ma … non in Irlanda, Galles, Portorico, Scozia, Panama, Haiti eccetera
  • hanno vistosi interessi sia nel gas ucraino sia nella produzione low cost di aeroplani, ma anche nella destabilizzazione del dialogo UE-Russia … con corrispettivo blocco del gasdotto North Stream ed altro ancora
  • non hanno assolutamente interesse che la capacità produttiva europea vada ad espandersi verso est, generando occupazione, ricchezza, sviluppo e … concorrenza.

E, ad un anno dall’insediamento di Biden, i Dem USA non hanno colto risultati e l’economia statunitense ‘rallenta’, mentre l’Unione Europa da giugno – con alle spalle la pandemia e ad elezioni presidenziali ‘fresche’ in Italia e Francia – ha tutti i crismi per ripartire alla grande.
Cosa meglio di un conflitto di trincea ai confini con milioni di profughi ucraini da ricollocare a casa nostra e con sanzioni antirusse che ci mettono in mani altrui per l’energia e i minerali?

E’ un’ipotesi maliziosa, certamente, ma spiega il silenzio dei vertici italiani, francesi e tedeschi.
Ma, domenica scorsa, al termine dell’Angelus, anche Papa Francesco ha raccomandato ai fedeli (tra cui Joe Biden, cattolico) che in Ucraina: “ogni azione e iniziativa politica sia al servizio della fratellanza umana, più che di interessi di parte”. Più chiaro di così?

Quello che è certo è che anche i diretti interessati tacciono, salvo qualche prudentissimo intervento del presidente Zelensky: perchè gli ucraini dovrebbero preferire di ritrovarsi tra pochi mesi peggio che in Iraq, mentre … le ‘previdenti’ Polonia, Ungheria e Slovacchia costruiscono muri e reticolati già da tempo.

Demata

Il Vaticano, gli immobili e il lusso

15 Mag

“Il Vaticano è uno dei più grandi proprietari immobiliari italiani, con un patrimonio di almeno 115mila unità che equivale al 20% dell’intero patrimonio immobiliare italiano. … Ed intorno a queste proprietà ruota un giro d’affari di oltre 4 miliardi di euro l’anno legato al turismo religioso, grazie all’impiego  di questi immobili come bed & breakfast ad esempio”.

5cc0ba21240000330036e41e

Di seguito l’elenco delle entità che fanno capo alla Santa Sede e le relative proprietà nel pieno centro di Roma (per l’articolo originale e i dettagli vai a Roma Today 28 marzo 2016)

  • Propaganda Fide = 957 beni tra terreni e immobili
  • Sacra Congregazione per l’evangelizzazione = 80 terreni e immobili
  • Vicariato di Roma = 191 beni tra terreni e immobili
  • Amministrazione del patrimonio della Sede apostolica (Apsa) = 82 beni tra terreni e immobili
  • Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica della Città del Vaticano = 63 beni
  • Caritas Italiana = 79 immobili t
  • Almo Collegio Capranica = 22 immobili
  • Arciconfraternita venerabile Santissimo Sacramento San Pietro in Vaticano = 18 immobili
  • Ancelle francescane del Buon Pastore = 54 immobili
  • Arcipreture che “hanno centinaia di terreni”, ad esempio “180 quella di Mazzano Romano 180 (5 immobili); 128 quella di Magliano Romano; 48 quella di Affile”.

Aggiunge  “Qui Finanza” del 17 maggio 2016 che “ad occuparsi di questo impero” sono in particolare due istituti operativi: “Propaganda Fide e Apsa. Governerebbero appartamenti di lusso per circa 9 miliardi di euro di valore. Molte delle 957 case di proprietà (725 sono a Roma) verrebbero poi date in affitto, e a volte vendute, a prezzo agevolato, a nomi illustri”.

Qui Finanza afferma anche che

  • i 5.050 appartamenti dell’Apsa – Amministrazione patrimonio sede cattolica – sono “affittati a prezzo di mercato agli sconosciuti e a canone zero a chi ha servito la chiesa: giuristi, letterati, direttori sanitari. Sono 860 le locazioni gratuite. Innanzitutto, quelle per le case-reggia dei 41 cardinali di prima fila: tutti intorno a San Pietro”
  • vecchi monasteri, abbazie ed altri locali trasformati in hotel e bed and breakfast, con circa 200mila posti letto corrispondenti a 4,5 miliardi di valore di un crescente turismo religioso.

e precisa che (Qui Finanza 18 maggio 2018)

  • c’è “un piccolo esercito di trecento strutture, le cosiddette case per ferie, gestite da enti ecclesiastici. … Si tratta invece di alberghi veri e propri, con tutte le caratteristiche richieste dal turismo internazionale contemporaneo. Molti delle quali, per inciso, non pagano l’Imu, la Tasi e spesso neanche la tariffa rifiuti. Alcune di queste hanno accumulato debiti con l’amministrazione comunale per centinaia migliaia di euro: una residenza di Prati chiede 150 euro a notte per una camera doppia, ma vanta 105 mila euro di arretrati con il Comune”.

Non è così strano se la Santa Sede da secoli e secoli si sostiene con l’attività turistica.
E Papa Francesco ha già chiarito – a chi vuol sentire – che “i conventi servono per motivi religiosi. Se invece si trasformano in alberghi è giusto che paghino le tasse come tutti gli altri”. 

La domanda è perchè proprio l’elemosiniere del Pontefice, il cardinale Konrad Kajewski, ha infranto i sigilli apposti ai contatori di uno stabile i cui occupanti non avevano pagato da anni bollette della luce per circa trecentomila euro, mentre aveva ampie risorse per saldare “come tutti gli altri” quel credito maturato dagli occupanti verso Roma Capitale che la partecipa Acea al 51% , cioè verso i romani tutti. 

Demata

Migranti: le bugie su Papa Francesco

29 Apr

Anche Papa Francesco è umano e, dunque, pecca inevitabilmente, almeno stando alla dottrina cristiana, ed in quanto Re Assoluto dello Stato del Vaticano alcuni di questi ‘peccati’ sono ‘pubblici’.

Ad esempio, come la mettiamo se un’autorità spirituale mondiale condiziona pesantemente le politiche e le elezioni di USA, Italia e Germania quando afferma sui migranti  che “respingerli è un atto di guerra”, dimenticando che i trattati internazionali prevedono l’ingresso solo per i rifugiati di guerra?

Semplice: verifichiamo la notizia e scopriamo che il Papa non ha MAI fatto riferimento ai migranti, bensì a chi fugge dal proprio Paese a causa di un conflitto, e, soprattutto, crede che “anche i conflitti possono farci bene, perchè ci fanno capire le differenze, come sono le cose diverse. E ci fanno capire che se non troveremo la soluzione che risolve questo conflitto ci sarà una vita di guerra”.

O, anche, che dire di un leader mondiale che “chiede perdono” ai migranti affermando che sono “trattati come un problema, invece sono un dono”, mentre allo stato dei fatti i popoli più disponibili ed aperti verso culture diverse sono proprio gli europei artefici della multiculturalità?

Semplice: verifichiamo la notizia e scopriamo che il Papa non ha MAI fatto riferimento ai migranti, bensì chiede a “tutti i Paesi, finché perdura la situazione di precarietà, a estendere l’asilo temporaneo, a concedere lo status di rifugiato a quanti ne sono idonei, ad ampliare gli sforzi per portare soccorso e ad adoperarsi insieme a tutti gli uomini e le donne di buona volontà per una fine sollecita dei conflitti in corso”, i quali – comunque – anche secondo il Santo Padre “possono farci bene”.

E cosa dire se poi leggiamo titoli come “Migranti, Obama cita il Papa: Non servono muri. E lancia appello per Europa unita” e poi scopriamo che il presidente USA ha semplciemente ricordato all’Europa che “Francesco ha detto che i profughi non sono numeri, ma sono persone, che hanno volti e storie” e “che è necessario aumentare le spese sulla Difesa”?

Le questioni sono due: o i redattori dei nostri media non conoscono la differenza tra migrante e rifugiato oppure i direttori delle testate stanno manipolando l’opinione pubblica. Temo sia la prima che ho detto …

Inoltre, l’equivoco si è allargato a dismisura e potrebbe condizionare seriamente le prossime elezioni o referendum, se troviamo on line un appello /petizione ricco di adesioni anche autorevoli o significative che chiede “un’Europa dalle porte aperte, che garantisca ai migranti una via d’accesso sicura e legale senza costringerli a mettere a repentaglio la propria vita.”

E’ cosa nota che per i rifugiati già da due anni servisse un canale umanitario per dislocarli negli stati confinanti (vedi Grecia e Turchia) ed un cordone militare per impedire l’espansione di Isis e per contenere la reazione a volte incontrollata degli eserciti e delle milizie che difendono il territorio.

E’ meno noto che le notevoli difficoltà a gestire i rifugiati sono dovute innanzitutto alla marea di migranti che si infiltra tra di loro sperando di farla franca o, peggio, di campare di sussidi per un paio di anni alle nostre spalle.

Non sarebbe affatto male se i nostri media e chi amministra i nostri soldi iniziassero a distinguere i rifugiati dagli asilanti temporanei o dai migranti illegali.
Perchè creare una falsa querelle sui migranti – sfavorendo come ‘razzisti’ i vari soliti noti – mentre il Papa e il Mondo parlano di rifugiati e, sembrerebbe, si prefigura non la pace, ma la guerra?

Demata

Clandestini, perchè Renzi vuole depenalizzare

11 Gen

Mentre in tutta l’Europa gli Stati stanno progressivamente irrigidendo le norme sugli stranieri che violano le leggi, dopo i morti di Parigi e le aggressioni in branco contro le donne in molte città, Matteo Renzi si accinge a depenalizzare il reato di clandestinità “per far capire che gestiamo il fenomeno immigrazione con umanità ma anche con rigore”, ma soprattutto “perché intasa le procure”.

Un problema di ‘braccino corto’ del solito Ministero dell’Economia e delle Finanze, che evidentemente, intende ‘ricaricare’ le maggiori risorse necessarie alle forze dell’ordine per il terrorismo ‘sottraendole’ a quelle già necessarie per l’immigrazione e l’accoglienza ed, allo stesso modo, alleggerire le Procure dai carichi, piuttosto che snellirne i procedimenti con la separazione delle carriere.

Una follia, insomma.
Specialmente tenuto conto che, con la sospensione di Schengen o comunque con un forte irrigidimento dei paesi d’Oltralpe, gli stranieri che accogliamo ‘in transito’ rischiano davvero di restare tutti qui da noi …

Un atto d’imperio da parte di Matteo Renzi in Consiglio dei Ministri, senza consultare gli alleati di governo, necessario non solo alla cassa ed allo status quo, ma soprattutto al sottobosco del volontariato ‘fai da te’: può una onlus ricevere finanziamenti o commesse pubblici se accoglie stranieri ‘rei di clandestinità”?
Secondo i nostri partner europei, ne ‘favoriscono il transito’ verso altre nazioni … alla stregua degli scafisti …

Ebbene sì, anche se Francesco I ha proclamato l’Anno della Misericordia a casa ‘sua ma anche nostra’, gli ‘altri’ potrebbero anche contarcela così e vaglielo a dire che a ‘favorire il transito di irregolari’ c’è un mare di brava gente e pure qualche prete …

 

Demata

Roma, l’esempio di Cristo e la corruzione

11 Ott

Cambiare mentalità a Roma, ma quale?

Il cristianesimo romano è sempre stato in conflitto (dai tempi di Callisto e Ippolito, ergo dalle Origini) con gli altri cristinesimi perchè inculca il principio del ‘non giudicare, non accusare, sopportare in silenzio’. In due parole, non DENUNCIARE e comunque non farlo PUBBLICAMENTE, dato che è a Dio (e al Clero come alla Magistratura) che compete il diritto di accusa e non ai noi mortali.
Viceversa, dagli eretici nordafricani a quelli mitteleuropei, passando per gli scismi protestanti od ortodossi o per le chiese minori la questione che puntualmente divarica le posizioni è il diritto individuale alla giustizia e la corruttibilità /corruzione del clero.

La Giustizia NON è un proposito da conseguire entro i limiti compatibili con le esigenze della società e dei principi che la dirigono. La Giustizia è un diritto soggettivo della vittima e dei suoi superstiti: se la Società provvede, bene, se non lo fa, gli individui hanno almeno il diritto a reclamarla: questo è il sale della Democrazia che si è sostituita alle Monarchie ‘in nome di Dio’.

A contraltare della Misericordia c’è l’Angelo Vendicatore, così caro alle culture protestanti quanto aborrito a Roma. Ma nei testi sacri più antichi ci sono Michele e Gabriele, non solo l’uno o soltanto l’altro.

Da oltre un secolo le statistiche documentano una minore produttività ed una maggiore corruttibilità dei territori cattolici rispetto a quelli che non lo sono: una sequel di dati che inizia nell’Otttocento, quando non si capiva perchè in Germania due villaggi adiacenti dessero questo vistoso problema.

Gesù non porse solo l’altra guancia ai suoi fratelli o perdonò l’adultera lapidata da altri adulteri. Lui dette il fatto suo ai falsi Sapienti, cacciò i Mercanti travestiti da Santi, si sottopose all’Imperium di Cesare accettando la pena comminatagli: non è che a Roma ci siamo persi qualcosa?

Demata

Naboth, il Vaticano, l’etica capitalista e gli schiavi moderni

3 Ago

Naboth di Jezreel aveva una vigna vicina al palazzo di Achab, re di Samaria, che gli chiese di cedergliela in cambio una vigna migliore o dell’equivalente in denaro. Ma Naboth si rifiutò di cedere “l’eredità dei suoi padri”.
Così accadde che Jezebel, moglie del re Achab, facesse accusare Naboth di blasfemia e condannarlo alla lapidazione, impossessandosi della vigna alla sua morte. (1Re 21,1-16)

Di questo episodio biblico si occupò un’opera di Sant’Ambrogio (De Nabuthae historia) nel IV Secolo, recentemente pubblicata (La vigna di Naboth) dalle Edizioni Dehoniane di Bologna. Un testo che “che andrebbe caldamente consigliato in particolare a manager, banchieri, imprenditori e politici, nonché inserito nei programmi di studio di economisti e sociologi“, scrive Leonardo Lugaresi sull’Osservatore Romano.

Infatti, Ambrogio opera in un contesto storico in cui la Chiesa tentava di farsi Impero e dovette affrontare la ‘questione sociale’.
Così il Santo milanese si trovò – antesignano – a denunciare la tesaurizzazione («estraete l’oro dal fondo delle miniere, ma subito lo nascondete»), i cartelli di mercato («l’avaro è sempre messo in difficoltà dall’abbondanza dei prodotti») ed i monopoli («la carestia è redditizia solo per l’avaro»).

Ricchezze sterili, secondo Ambrogio, perchè accaparrate ed accumulate: «Ciò che è suo, il ricco lo guarda con fastidio, come roba di poco conto; ma quello che è di altri, lo agogna come ciò che vi è di più prezioso (…) perché chi vuole essere padrone di tutto non può accettare che l’altro possieda qualcosa». Ma … «a che mi servono, se non sono capaci di liberarmi dalla morte?»

Ma soprattutto Sant’Ambrogio si accorgeva già nel IV Secolo che esisteva una sproporzione tra il lavoro (salariato) e le rendite (di posizione), annotando che il «guadagno si misura non con il denaro, ma con la riconoscenza».

Infatti, non possiamo dimenticare che a quell’epoca non pochi cittadini romani divenivano di proprietà più o meno temporanea (ovvero schiavi a tutti gli effetti) a causa dei debiti contratti (nexum) o percchè venduti dal padre in virtù della sua condizione di pater familias.
Diventare debitori insolventi non era difficile (es. il gioco d’azzardo) e, anche se si può pensare il contrario, non si registrò mai una chiara condanna della schiavitù da parte dei Padri della Chiesa.

E questo perchè, già all’epoca di Sant’Ambrogio, questi cittadini resi(si) schiavi temporanei avevano molte più tutele di quanto si creda.
Ad esempio, il padrone poteva destinare gli schiavi ad bestias (lavori pesanti) solo sotto il controllo del magistrato. A partire da Adriano fu vietata la vendita delle schiave ai postriboli e puniti i maltrattamenti loro inflitti dalle matrone.
Uno schiavo abbandonato perchè vecchio o malato aveva diritto alla tutela imperiale ed il padrone poteva essere condannato per la sua morte. Marco Aurelio garantì il diritto di asilo per i fuggitivi presso le statue dell’imperatore, ovvero del Sole Invitto, e nei templi (poi chiese e conventi).

Condizioni non troppo peggiori di quelle di tanti lavoratori dipendenti (il)legali del mondo odierno, vittime di una competizione sfrenata sul costo del lavoro, prima ancora che del traffico di esseri umani e del lavoro nero. Per non parlare del potere delle pubbliche amministrazioni e dei sistemi fiscali in certi stati, dove – se va bene – i cittadini sono essere equiparati ai liberti dell’antica Roma.

Naboth

Tanti manager, banchieri, imprenditori e politici di oggi sono i regnanti e i nobili di una volta, spesso per discendenza di sangue, sempre e comunque se badiamo alla posizione ed al ruolo nella società.

E – ieri come oggi o domani – quale re o quale potente può essere giudicato solo in base alla ricchezza personale senza tener conto anche della riconoscenza del suo popolo /dei suoi lavoratori o clienti /dei propri elettori, che hanno contribuito ‘nella sostanza’ a tale arricchimento?

Demata

P.S. Ricordiamo anche che Roger Williams, il fondatore della colonia americana di Rhode Island e il co- fondatore della First Baptist Church in America, scrisse sulla storia di Naboth in “The Bloudy Tenent”, come un esempio di disapprovazione divina nell’uso (o fomento) del potere politico in materia religiosa.

Mafia Capitale: fate presto

12 Giu

Oggi, si parla di ‘mafia’ ogni qual volta ci si trova dinanzi ad una cospiracy tra colletti  bianchi e delinquenza comune finalizzata ad assumere il controllo della governance di un territorio e, nei fatti, del denaro pubblico come dei servizi o del lavoro. Una mafia che non necessariamente deve essere gerarchizzata, ma che può operare anche per ‘cartelli’ che si dividono mutualmente le aree di influenza e ricorrendo a reati violenti solo in forma poco appariscente.

Il ‘picciotto con la lupara’? E’ un luogo comune, lo sappiamo bene fin dagli scandali romani di fine Ottocento, quando per le prime volte in Parlamento si iniziò a discutere di ‘mafia e politica’,  ma lo risentiamo in questi giorni come se nulla fosse.

Nell’epoca dei cartelli e delle holding criminali, quello che le diverse indagini stanno rivelando somiglia molto ad un’occupazione, da parte di diversi ‘cartelli d’affari’, della governance per il controllo dei fondi pubblici. Come anche, dopo il parziale repulisti per gli scandali del Centrodestra avvenuti ai tempi della Polverini e di Alemanno,  oggi assistiamo al coivolgimento esteso del Partito Democratico laziale e di interi settori d’apparato locali.

Ignazio Marino dovrebbe lasciare il passo ad un Commissariamento: a prescindere dalla ‘mafia’, il Comune – con tanti consiglieri e funzionari sotto indagine – non è verosimilmente in grado di gestire appalti e servizi, specie se il Sindaco ha poca esperienza amministrativa.

Nicola Zingaretti si ritrova in una situazione diversa, dato che il suo Consiglio regionale sembra essere fuori dalle indagini, ma proprio il suo Capo di Gabinetto ne è coinvolto, oltre al problema degli appalti e degli apparati come ad esempio – tra le tante inerenti la Sanità romana – dimostra la vicenda Recup avvenuta mentre proprio  lui era Commissario ad acta.

Dovrebbero dimettersi, non per colpe loro, ma perchè si possano garantire i servizi essenziali, visto che finora tutto o quasi tutto ‘era una mucca da mungere’.
Dovrebbero dimettersi, non per colpe loro, ma per dovere istituzionale, perchè ci sono  anche le vittime, non di lupara, ma ci sono e sono tante.

Ad esempio i tanti incidentati (e talvota deceduti) per la situazione delle strade  abbandonate a se stesse  (leggasi buche) per finanziare proprio quel ‘welfare’ di cui si occupavano Carminati & co. E, come loro, i malati e i bisognosi depredati degli aiuti che a loro dovevano arrivare e che mai hanno visto?
I tanti dipendenti pubblici onesti  che son stati tartassati per escluderli dalle posizioni ‘chiave’ o le famiglie di lavoratori con un affitto salato, mentre si davano sussidi e case a chi guadagnava magari il doppio, … i giovani  in fuga verso le università del nord ‘perchè qui ormai non c’è futuro’ e chi più ne ha più ne metta.

E’ difficile che questi elettori  possano continuare a dare fiducia al Partito Democratico senza un passo indietro di almeno uno dei due. E’ difficile non notare gli stessi guasti che le mafie producono tipicamente nei territori che sfruttano.

Sindaco e Governatore, come altri personaggi del Partito Democratico, non danno a vedere di aver compreso l’entità del problema e della debacle, Renzi e il partito si, specialmente dopo l’exploit degli astenuti alle ultime amministrative: il  Giubileo sarà commissariato.

Intanto, Roma è bloccata senza un futuro, nel degrado e nell’insicurezza. Fate presto …

Demata

Papa Francesco e la puzza che arriva anche da Roma

27 Mar

Ormai è ufficiale, Galli della Loggia dixit: esiste una filtrabilità ‘mafiosa’ tra base ‘popolare’ e partiti di ‘sinistra’. Addio ‘mani pulite’, addio ‘la storia siamo noi’ eccetera eccetera

“Il Pd era l’unico partito romano che conservava almeno in parte un rapporto con la base popolare, quella del vecchio Partito comunista: e probabilmente proprio questo è ciò che l’ha perduto. Una base popolare dai tratti spesso plebei — chi ha una certa età se lo ricorda — che per forza era contigua a persone e cose non proprio in regola con la legalità (ladruncoli, piccoli spacciatori, topi d’auto): ma finché a sovrintendere ci sono stati il controllo etico-politico del partito e la decisione inappellabile dei vertici in materia di cariche e di mandati elettorali, nessun problema.
Come si sa, però, a un certo punto tutto questo è svanito. È accaduto allora come se quella base popolare fosse rimasta affidata a se stessa e alle regole spesso demenziali (vedi primarie «aperte») ed estranee della nuova democrazia interna. È allora che si è aperto il varco: non avendo più un vero corpo, il partito non ha avuto più anticorpi. “

VIGNETTA-ROMA-MAFIA

Una questione ormai storica, quella della contiguità dei ‘partiti popolari’ con sette e mafie, ben descritta da Jacques de Saint-Victor in “Patti scellerati. Una storia politica della mafia in Europa” (UTET). L’unico dubbio irrisolto è come mai Eugenio Scalfari – censore di Roma – non se ne sia mai accorto.

E le accuse di Ernesto Galli della Loggia – nell’editoriale di oggi su Corsera con la foto del Governatore Zingaretti in bella vista – non si fermano: “Lo ha capito anche la delinquenza più sveglia e più attrezzata, che è stata pronta a stabilire rapporti con la sua nuova classe, a mettere a libro paga persone, a costruire filiere, a organizzare complicità e ricatti. Così, servendosi dei mezzi del clientelismo politico più ovvi, è cominciata la scalata al Pd da parte del malaffare.
Lo ha detto bene in un rapporto Fabrizio Barca, dopo aver indagato quanto accaduto nei circoli dem della Capitale: il Pd è diventato «un partito cattivo, ma anche pericoloso e dannoso», i suoi iscritti sono troppo spesso «carne da cannone da tesseramento». ”

Intanto, mentre il Capo di Gabinetto della Regione Lazio è anche lui coinvolto nelle inchieste di Mafia Capitale, arriva il crollo verticale del consiglio municipale di Ostia con appelli pubblici a inviare militari come in Calabria o Sicilia  …
E, a confermare che il PD, a Roma, non c’è più, prendiamo atto che Zingaretti (Regione Lazio) tace e Marino (Roma Capitale) è all’estero …

Dunque, mentre Renzi trema (ndr. la caduta del PD romano per mafia comporta de facto la fine di molte cose), non resta che attendere l’intevento del vescovo di Roma, come si usa nelle terre assediate dalla Mafia …

papa mafia

La domanda, dunque, è: si dimetteranno oppure l’Italia e i romani dovranno subire l’onta di una Roma che ‘puzza’, proclamata Urbis et Orbis? Di sicuro, Papa Francesco non può scagliarsi contro mafiosi e narcos se a casa sua si razzola male …

Original posted on Demata

Papa Francesco su famiglia, pedofilia e mafia

14 Lug

Intervista del 13 luglio 2014, La Repubblica.

“L’educazione come noi l’intendiamo sembra quasi aver disertato le famiglie.

Ciascuno è preso dalle proprie personali incombenze, spesso per assicurare alla famiglia un tenore di vita sopportabile, talvolta per perseguire un proprio personale successo, altre volte per amicizie e amori alternativi.

L’educazione come compito principale verso i figli sembra fuggito via dalle case. Questo fenomeno è una gravissima omissione.” 

“Molti miei collaboratori che lottano con me mi rassicurano con dati attendibili che valutano la pedofilia dentro la Chiesa al livello del 2%. Questo dato dovrebbe tranquillizzarmi ma debbo dirle che non mi tranquillizza affatto. Lo reputo anzi gravissimo.

Il due per cento di pedofili sono sacerdoti e perfino vescovi e cardinali. E altri, ancor più numerosi, sanno ma tacciono, puniscono ma senza dirne il motivo.

Io trovo questo stato di cose insostenibile ed è mia intenzione affrontarlo con la severità che richiede.”

“Non conosco a fondo il problema delle mafie, so purtroppo quello che fanno, i delitti che vengono commessi, gli interessi enormi che le mafie amministrano.

Debbo aggiungere che alcuni sacerdoti tendono a sorvolare sul fenomeno mafioso. Ma mi sfugge il modo di pensare dei mafiosi, i capi, i gregari.

È un fatto che la maggior parte delle donne legate alla mafia da vincoli di parentela, le moglie, le figlie, le sorelle, frequentano assiduamente le chiese dei loro paesi dove il sindaco e altre autorità locale sono spesso mafiose.
Quelle donne pensano che Dio perdoni le orribili malefatte dei loro congiunti?”

mafia papa francesco

2percento pedofili papa franesco Educazione Famiglia Papa Francesco

originale postato su demata