Bin Laden, dal mistero il mito

5 Mag

Già nelle prime 24 ore dopo l’assalto dei Navy seals ad Abbottabad, questo blog avanzava delle perplessità sulle informazioni diffuse dal governo USA e, più precisamente sull’assenza di prove, su dove e come fosse morto Osama Bin Laden e sul ruolo avuto dai pakistani.
Riflessioni della prima ora, che stonavano con l’esultanza generale e che trovano, già dopo pochi giorni dai fatti, ampio fondamento.

Quali sono gli elementi critici della versione fornita dalla Casa Bianca?

  1. Innanzitutto, le modalità di attacco. Secondo le dichiarazioni USA, il “covo” sarebbe stato trovato grazie alle ammissioni di un detenuto di Guantanamo, per giunta estorte sotto tortura (Waterboarding). Secondo i militari afgani e pakistani, l’abitazione era stata segnalata da tempo.
  2. Ingannare l’ISI (ndr. i servizi segreti) è difficile come lo è far atterrare 2-3 grossi elicotteri a poche centinaia di metri dai comandi d’elite dell’esercito pakistano, dopo aver sorvolato buona parte del paese. Non  a caso Islamabad protesta vivamente per la violazione dello spazio aereo e per la conduzione di azioni militari sul suo territorio.
  3. La villetta dove viveva Bin Laden da tempo è sita in un quartiere abitato da militari, dove nessuno è accorso (neanche la polizia locale) durante una sparatoria di 40 minuti preceduta da una forte esplosione. E’ evidente che c’è stato un supporto da parte dei pakistani.
  4. Alcuni video amatoriali mostrebbero un elicottero diverso dal Black Hawk, che la Casa Bianca afferma essere stati utilizzati per l’operazione.
  5. Sono stati necessari oltre 70 Navy Seals e 40 minuti di combattimento per abbattere gli uomini della guardia del corpo, che la Casa Bianca quantifica, però, in sole cinque unità, incluso il figlio diciottenne di Bin Laden.
  6. Nel flusso di informazioni tra i Navy Seals e la Casa Bianca c’è stato un black out di 20 minuti, proprio nella fase cruciale dell’attacco, come rivelato dal direttore della Cia, Leon Panetta,
  7. Non viene ancora diffusa alcuna immagine che comprovi la morte di Osama o la cattura dei suoi familiari. Gli USA si rifiutano dire prove, giustificandosi col fatto che sono troppo cruente.
  8. Bin Laden è stato riconosciuto in base ad un test del DNA, affidabile al 99% secondo la Casa Bianca, senza considerare che in assenza di fratelli (come per Osama) l’affidabilità dei test crolla sotto il 90%.
  9. Una delle mogli sarebbe stata usata come scudo umano, questa una delle prime notizie, poi cambiata in un più credibile ferita da una raffica mentre assaliva (a mani nude?) un Navy Seal.
  10. Nel “covo” c’erano altre mogli di Osama e numerosi bambini, che sono stati legati e portati via dai militari americani in una località sconosciuta, dopo aver assistito all’esecuzione del padre: un’azione fermamente vietata dalla Carta per i diritti dell’infanzia.
  11. Dulcis in fundo, “Osama Bin Laden è stato catturato vivo e poi ucciso”, cosa in contrasto con la Convenzione di Ginevra, se parliamo di un combattente, e col diritto ad un giusto processo, come sancito da qualunque costituzione democratica, se parlassimo di un criminale.

Fermo restante che il “principe del terrore” è certamente morto, quanto contribuiranno al suo mito la sete di vendetta statunitense e l’ansia di manipolazione dei servizi segreti USA?

leggi anche Hamza bin Laden, l’erede

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