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Proroghe degli sfratti: perchè dire di no

7 Gen

Francesca Danese, Daniela Benelli e Alessandro Fucito – assessori alle politiche abitative dei comuni di Milano, Roma e Napoli – chiedono al governo di prorogare il blocco degli sfratti, non contemplato tra le Milleproroghe.

“Fra le 30 e le 50mila famiglie, in tutta Italia sono a rischio di sfratto esecutivo per la mancata proroga degli sfratti di fine locazione. Dall’inizio della crisi, cinque anni fa, Roma ha registrato oltre diecimila sentenze per fine locazione; 4500 a Napoli e 4mila le sentenze di sfratto a Milano sempre tra il 2008 al 2013”.

Una famiglia /abitazione sentenziata ogni anno ogni 350 circa, a Roma, una ogni 500 circa, a Milano, una ogni 250, a Napoli, di cui la metà viene effettivamente sfrattata.

In totale, però, su oltre 70.000 sentenze di sfratto in Italia alla fine dello scorso anno, quasi la metà (32.000) sarebbero poi stati effettivamente eseguiti, di cui il 90% dei quali per morosità, spesso incolpevole. Sono, dunque, oltre 40.000 le famiglie proprietarie di abitazioni che ogni anno, pur avendo ottenuto ragione da un magistrato, non riescono a rientrare in possesso dei propri beni, rinviando il matrimonio di un figlio, l’allargamento della famiglia, l’estinzione di un debito eccetera. E gli ‘arretrati’ devono essere notevoli se si registrano ben 120.000 richieste di intervento della forza pubblica da parte degli ufficiali giudiziari.

 Inoltre, secondo La Repubblica, “escludendo le famiglie proprietarie di case e gli assegnatari di alloggi pubblici, significa che ogni anno in Italia una sentenza di sfratto, quasi sempre per morosità incolpevole, tocca una famiglia su quattro” tra quelle che vivono in affitto. Settantamila sentenze nel 2013, fanno 280.000 familie in affitto totali in Italia … un po’ poche tenuto conto che in totale sono 24.512.012 …

Al di là di quanto siano verificati i dati che La Repubblica ‘spara’ ed anche senza degli abituee della morosità – se uno su quattro, di questo si tratterebbe – c’è il dato che la politica locale dovrebbe offrire eventualmente welfare a queste persone – se, secondo i tre assessori, “il 70% di queste famiglie avrebbe i requisiti di reddito e sociali (anziani, minori, portatori di handicap)” –  ma, soprattutto, evitare di scaricare proroghe ‘sociali’ sull’andamento della giustizia e su altri cittadini (famiglie proprietarie delle abitazioni), come fanno da mezzo secolo.

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Milleproroghe? No, grazie …

18 Feb

Era il 2005 quando tra mille polemiche vide alla luce il primo ‘decreto Milleproroghe’, necessario a prorogare norme non convertite in legge o emanare disposizioni urgenti per materie in cui non si è pervenuti a legge organica.

Questo strumento, nato come misura eccezionale perchè la consueta finanziaria di Natale non era pervenuta ad accordo, è stato riproposto in tutti gli anni a seguire, eccetto che nel 2012, quando il governo Monti anticipò le mosse con la stangata di Natale.

E c’è passato di tutto nei decreti Milleproroghe …

Ad esempio, le micidiali – come oggi sappiamo bene – normative sulle discariche del 2006 o le deroghe nel settore delle infrastrutture e dei trasporti e la modifica del patto di spesa sanitaria delle Regioni del 2007.
Del 2008 ricordiamo l’ulteriore slittamento del termine entro il quale effettuare le assunzioni di personale pubblico già programmate per l’anno 2008 e la liberalizzazione del telemarketing tramite l’autorizzazione alle chiamate pubblicitarie anche senza il consenso dell’utente.
Peggio ancora il 2009, quando si cancella la norma sugli edifici ecologici e si concede alle aziende la possibilità di usare, per la propria attività promozionale, le banche dati tratte dai vecchi elenchi telefonici.

Per non parlare dell’eterna proroga del commissario per il terremoto dell’Irpinia del 1980 e quella del commissario ai rifiuti di Palermo …

Queste le perle – solo alcune – inserite in un ammasso di regole e regolette, condite con disposizioni di spesa, che spesso non potrebbero essere approvate tout court se rese leggi a pieno titolo.
Nel caso del Milleproroghe in corso di approvazione, ad esempio, la proroga nella messa in opera del sistema di tracciabilità dei rifiuti (Sistri), per i produttori iniziali di rifiuti pericolosi, e per i Comuni e le imprese di trasporto dei rifiuti urbani del territorio della Campania che diventerà operativo tra un anno e non tra un mese.
Il tutto mentre non si comprende perchè il Sistri non debba funzionare su tutto il Paese, visto che i rifiuti in Campania sono arrivati da altre regioni.

O che non riuscirebbero a sopravvivere al battage mediatico, se discusse in Parlamento, come ad esempio gli sfratti per «morosità incolpevole» di persone (famiglie) che hanno perso il lavoro ‘ope legis’ senza un corrispettivo aiuto sociale, come nel caso degli esodati.
Piove sul bagnato, raining stones …

A cosa serve il Milleproroghe?
Ad avere la prova documentale dell’incapacità a governare in modo organico.
Altro che Spending Review triennale (quella vera e non quella di Mario Monti) altro che programma di governo e di riforme.

Ecco qualcosa che potrebbe prometterci Matteo Renzi: mai più Milleproroghe. Le cose vanno fatte per tempo.

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Case occupate, iniquità pubblica

16 Set

Fa scalpore quella del Comune di Napoli che ha approvato, praticamente all’unanimità, la sanatoria degli occupanti abusivi delle case comunali: circa 4.500 le domande di condono saranno accolte dal Comune per altrettanti alloggi.

Un’inezia se si considera che solo a Roma sono 48.000 gli edifici pubblici senza custode o guardiania, spesso occupati dagli ex dipendenti, mentre nelle case popolari propriamente dette troviamo almeno 5.378 persone che le occupano abusivamente, ma gli è consentito restare in cambio di un’indennità di occupazione calcolata al modo del vecchio equo canone.

foto da Roma Today

Solo nel III Municipio “sono almeno 829 gli alloggi occupati abusivamente” – conferma consigliere Riccardo Corbucci – “c’è da anni chi ci racconta la favola che il problema dell’emergenza abitativa si contrasta con le occupazioni illegali, scopriamo invece che gli abusivi a Roma sono migliaia e sottraggono alloggi popolari ai cittadini onesti, che chiedono un’abitazione ed aspettano nella legalità ed in lista d’attesa. Bisogna procedere agli sgomberi e alla riassegnazione immediata degli alloggi a chi ne ha diritto con priorità assoluta”.

Il Messaggero, nel 2010, denunciava una situazione da Far West, se l’ATER Roma dovevai indire un  censimento degli inquilini e se, su 7.410 alloggi messi in vendita solo 434 erano stati effettivamente venduti e meno di tremila inquilini avevano chiesto di essere ammessi alla procedura di rogito.

E cosa dire dell’enorme quantità di alloggi occupati da dieci anni e passa, che sono siti in edifici pubblici, i quali restano privi di piani antincendio e vigilanza notturna e per i quali non sembra che qualcuno abbia mai pensato a provvedere agli sgomberi?

Quanti sono gli edifici a Roma – comunali e non – dove sono presenti alloggi di servizio occupati da persone che non ne avrebbero alcun diritto?
Perchè ci si scandalizza se a Napoli il Comune fa quello che a Roma si faceva da 20 anni?
Perchè a Roma e solo a Roma, parlando anche degli alloggi privati, si sono prorogati sfratti per 20 o 30 anni e forse ancora oggi?

Perchè, in Italia, chi riceve aiuti pubblici non viene controllato fiscalmente più degli altri? E perchè, con le PA indebitate come sono, non vengono monetarizzati immobili che ormai – almeno per collocazione – sono di lusso e non certamente popolari?

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