I blogger, si sa, amano usare pseudonimi e, spessissimo, preferiscono restare degli sconosciuti nel grande oceano della Rete. Una filosofia di vita, ben enunciata dagli albori del networking.
Facebook da un annetto ha cercato di assorbire il grande flusso dei nostri più o meno banali post ed anche io avevo scelto di pubblicare i miei sul popolare social network. Anche se, a dire il vero, Facebook non mi attrae e non è che mi abbia fornito un gran traffico di visitatori.
Detto questo, oggi, nel connettermi al social network, mi sono trovato con l'accesso bloccato e la seguente richiesta: "Per poter continuare, abbiamo bisogno del tuo numero di telefono. Questo rapido controllo di sicurezza aiuta a garantire che Facebook continui ad essere una comunità composta da persone reali che si connettono e condividono elementi usando le loro identità reali." Avete mai sentito di un blogger che fornisce il proprio telefono, specialmente se scrive di fatti e misfatti?
Evidentemente, per i guru di Facebook, non basta aggiornare il proprio blog quasi quotidianamente con testi scritti di proprio pugno, per dimostrare di essere effettivamente una persona e non un robot, e, con altrettanta evidenza, non va bene che i blogger usino uno pseudonimo. Peccato che in tantissimi paesi lo facciano anche per tutelare la proria sicurezza o tranquillità che sia.
L'evidenza dei fatti non lascia troppi commenti.
Facebook è un social network estesissimo che, ormai, trae i maggiori introiti dalle concessioni telefoniche visto che è utilizzatissimo come mezzo per chattare. Per tale motivo può sempre meno garantire ai suoi utenti i parametri di riservatezza tipici di internet e dovrà sempre più adeguarsi ai paramentri di rintracciabilità dei sistemi di telefonia, per altro diversamente regolamentati in diversi paesi.
Auguri e buona fortuna dai bloggers, cara Facebook, se così stanno le cose: caso mai davvero servisse ci sono altri social network.
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