Era il 7 agosto 2016 e, mentre i nostri bambini erano indaffarati tra spiagge, piscine e giardinetti, Il Giornale lanciava l’allarme: il Ministero parla ancora di “gender” nelle scuole !
Una bufala del genere non si era mai vista e, quel che è peggio, interferisce con la soluzione di un problema nazionale chiamato ‘femminicidio’.

Pari diritti, ora !
Iniziamo col dire che il Miur non scrive di ‘gender’, bensì di “genere”, che è il termine che le Scienze Naturali da secoli hanno scelto per distinguere tra maschi e femmine. Se per qualcuno il ‘genere’ fosse sconveniente … andasse a parlare con Carlo Linneo (1707-1778), che è considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi.
E aggiungiamo – visto che si parla di scuola – che, se qualunque persona che abbia superato il biennio delle superiori, questo lo dovrebbe sapere a memoria – resta il fatto che una bella metà degli italiani non lo sa, sono prevalentemente maschi e … noi parlavamo dei femmincidi e tutto il resto.
Diciamo anche che il 6 luglio e il 15 settembre 2015 (un anno prima dell’articolo de Il Giornale), il Miur aveva precisato con circolari apposite che “le famiglie hanno il diritto, ma anche il dovere, di conoscere prima dell’iscrizione dei propri figli a scuola i contenuti del Piano dell’Offerta Formativa e, per la scuola secondaria, sottoscrivere formalmente il Patto educativo di corresponsabilità”.
A proposito di doveri e di cose da conoscere quando si mandano i figli a scuola, va evidenziato che Piano dell’Offerta Formativa e il Patto educativo di corresponsabilità sono deliberati dal Consiglio d’istituto, dove famiglie e studenti sono solitamente in maggioranza rispetto ai docenti.
E’ non solo impossibile che possa essere imposto quello che paventano Il Giornale e Matteo Salvini, ma – soprattutto – questo può fare presa solo su genitori, nonni e zii davvero molto poco informati.
Il Giornale e Matteo Salvini attaccano la “decostruzione degli stereotipi di genere” e che “sono infiniti i pregiudizi e gli stereotipi che vengono spacciati come naturali” o che “la differenza sessuale può al contrario essere vissuta secondo uno spettro ampio di inclinazioni, affinità, scelte”. Ma nel concreto di cosa si tratta?
Ad esempio, che anche le donne portano i pantaloni ed anche i maschi sono ottimi babysitter. Oppure che il vero imbranato è quello che NON va bene a scuola e che una ragazza non è meno femminile se fa pugilato.
O che i maschi – quando fanno i galletti con insistenza – stanno molestando una donna. Oppure una donna può avere tanti partner quanti sia ‘leggittimo’ che ne abbia un maschio.
Negli ultimi dieci anni le donne uccise in Italia sono state quasi 1.800, di cui otto su dieci da familiari, il 20,2% ha subìto violenza fisica, il 10,6% ha subìto violenze sessuali prima dei 16 anni, il 16,1% ha subìto stalking nel corso della vita.
Le differenze di genere vedono le donne al di sotto della soglia di povertà, specie tra i single (maschi 18,2%, donne 31,1%), mentre, nelle giovani generazioni, il 42,4% è diplomata (uomini 40,2%) e il 15,9% sono laureate ( (uomini (10%).
E che esista una ‘iniquità di genere’ è dimostrato dai maggiori tassi di disoccupazione, soprattutto giovanile, e d’inattività, dalle retribuzioni più basse rispetto agli uomini, dalle pensioni d’importo più modesto, del doversi far carico dei figli spesso a discapito della propria indipendenza economica.
Dunque, a proposito degli “stereotipi di genere”, potremmo iniziare ad elogiare le bambine quando sono ‘forti’ o ‘assertive’ed i bambini se sono ‘gentili’ e ‘rispettosi’. O fare lezione su una cosa che si chiama sesso per far comprendere la differenza dall’Amore. Vi sembra poco?
Una rivoluzione. Quella Liberale.
Chissà se anche Santanchè, Meloni e Binetti non siano – in quanto donne – contro gli ‘stereotipi di genere’ …
P.S. A proposito, come non considerare ‘omofobo’ chi straparla di ‘gender’ anche quando ‘non c’azzecca niente’ e – così facendo – accantona le pari opportunità per gli esseri umani a prescindere dal sesso e – addirittura – le cause della violenza sulle donne?
Demata
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