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Salvini, il ministero, il gender e la Chiesa che si aggiorna

3 Ott

Fa notizia che durante questa campagna elettorale non siano stati veicolati i “valori non negoziabili”, al centro degli appelli dei vescovi che venivano rivolti a candidati e neoeletti quando (1991-2007) il presidente della Cei, Conferenza episcopale italiana, era Camillo Ruini.
Neanche da quella Destra attenta alla quella che si ritiene essere tradizione cattolica.

“Principi non negoziabili” era un’espressione introdotta nel 2002 dalla Congregazione per la dottrina della fede durante la presidenza di Benedetto XVI, riferendosi alla promozione della vita umana dal suo concepimento fino alla fine naturale, alla tutela della famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, all’educazione dei figli.

Questi “valori non negoziabili” o “diritti non negoziabili” erano la soglia morale che non poteva essere oltrepassata da nessuna “organizzazione civile” (cioè partito), perchè “il compromesso si trasforma in male comune ogni qual volta comporti accordi lesivi della natura dell’uomo”.

Ma, sta di fatto che la tradizione cattolica latina era un po’ diversa da quella concepita dal pontefice germanico. Infatti, da 700 anni il 2 febbraio di ogni anno  si svolge la processione degli uomini “che vivono e sentono come donne” in pellegrinaggio al santuario della Madonna di Montevergine (AV), che secondo la leggenda, nel 1256, aveva salvato due giovani omosessuali che, in seguito allo scandalo provocato dalla loro relazione, erano stati legati a un albero e abbandonati a morire di stenti sulla montagna.
In realtà la “Juta dei femminielli” è una tradizione antica di molti secoli prima di Cristo quando i Coribanti – i preti eunuchi di Cibele – festeggiavano la Candelora, arrampicandosi fino alla sommità del Monte Partenio. Tradizione mantenutasi in quasi due millenni di Cristianesimo, purché rivolta ad una Madonna anzichè ad una dea, ambedue ‘Grandi Madri’ e protettrici della Vita.

Infatti, come osservava papa Bergoglio già nel 2014, “i valori sono valori e basta, non posso dire che tra le dita di una mano ve ne sia una meno utile di un’altra. Per questo non capisco in che senso vi possono essere valori negoziabili. Quello che dovevo dire, l’ho scritto nell’Esortazione Evangelii Gaudium”.

E cosa diceva la prima enciclica di Francesco?
Che la Chiesa sia aperta a tutti e che tutti devono poter partecipare, in particolare per i Sacramenti.
Ad esempio, ricordare che tutti i fedeli sono ‘peccatori’, se «l’Eucaristia, sebbene costituisca la pienezza della vita sacramentale, non è un premio per i perfetti ma un generoso rimedio e un alimento per i deboli.» 

Secondo il Papa (e non è poco), se nessuno è perfetto, perché dovrebbero esserlo ‘di per se’ gli omosessuali, i divorziati e le coppie di fatto … a prescindere, se la loro vita si alterna tra ‘peccato’ e ‘fede rinnovata’ come per gran parte dei comuni mortali?

Peccato e fede rinnovata: una questione che va affrontata con cautela pastorale, come teneva a precisare Francesco, perché … riguarda anche chi desidera cosa d’altri cioè serve non Dio, ma ‘Mammona’ … chi corre dietro a donna d’altri ma non al proprio stesso sesso … chi abusa di alcol e magari non di cannabis … chi si batte per “la famiglia” ma non ha tempo per i figli … chi vede il difetto degli altri e non il proprio disastro.

In altre parole, non dimentichiamo che il Ministero degli Interni è preposto ai diritti civili, inclusi omosessuali, coppie di fatto, ricongiunzioni, adozioni eccetera e non ha “valori non negoziabili”, se non quelli costituzionali, specialmente se 20 anni dopo la loro formulazione quelli cattolici non hanno trovato seguito nel Diritto Canonico e l’attuale Pontefice tiene a precisare «non ho mai compreso l’espressione». (link)

Libertà, onestà, integrità, operosità sono valori per caso ‘più negoziabili’ della ‘castità’ e della ‘fedeltà’?

Demata

Auguri per l’8 marzo

8 Mar

L’ESSERE DONNA E’ SOLO APPARTENERE AD UN GENERE DIVERSO DA QUELLO MASCHILE CON UNA SESSUALITA’, UN METABOLISMO, UNA MENTALITA’, UN COMPORTAMENTO DIVERSI E COMPLEMENTARI.

NON DIVERGENTI E NON INFERIORI.

LA DONNA E IL MASCHIO SONO AMBEDUE HOMO SAPIENS: HANNO PARI DIRITTI.

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Prendimi come sono o guardami mentre vado via.

Demata

Macron maschilista e anti-gender?

20 Feb

L’Assemblea nazionale francese ha approvato un emendamento, promosso dal partito del presidente Macron, che vieta al corpo docente, durante le ore di lezione, l’utilizzo delle parole “padre” e “madre” e dispone la sostituzione con i termini “genitore 1” e “genitore 2”.

Marine Le Pen, leader del Rassemblement National, ha accusato Macron di volere “mettere sottosopra” la società francese, di volere “avvelenare le menti dei bambini, malleabili e non ancora strutturate” e di volere fondare lo Stato su una “radicale filosofia del politicamente corretto”.

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Prima dei complotti, ci sono sempre le soluzioni semplici, come dimostra anche la matematica.

In breve, la formula corretta nel III Millennio dovrebbe essere “titolare della potestà genitoriale’, dato che – a parte i relativamente scarsi casi di figli di coppie omosessuali, c’è tutto il mondo delle coppie separate, di ‘matrigne e patrigni’ ormai genitori effettivi ed amorevoli, della non più scandalosa situazione dei genitori single, nonni affidatari eccetera.

Una sfilza di soggetti diversi che diventa un bel problema se il libretto delle giustifiche dell’alunno è microscopico o … c’è da stabilire quante colonne per le firme inserire e se sono genitori, parenti, affidatari, delegati eccetera. Figuratevi la modulistica …tenuto conto che se i genitori litigano, una parte di questi carteggi finiscono, contestati o pro partes, in tribunale.
Chi lavora in una scuola sa bene di cosa sto parlando, a partire dal permesso a consegnare un bambino ad una vicina di casa fino a come regolarsi nel caso l’alunno venga ritirato da uno dei 3-4 contendenti in giudizio da qualche parte.

Dunque, partiamo dalla semplice ipotesi che il Rassemblement National non sappia che in inglese – patria del politically correct – la dicitura è da sempre asessuata ed è usato il termine ‘parent’, genitore/genitrice.
Dunque, visto che l’inglese è la lingua più parlata nel mondo e che … anche in cinese il termine è neutro ( 亲 ) finisce che anche l’Europa di lingua romanza faccia allo stesso modo.

A proposito, anche in Francia genitore è ‘neutro’ genitore (mère), anzi deriva dal  latino “mater” … dunque, tutto questo scandalo non si comprende e, caso mai, dovrebbero essere i ‘padri’ a lagnarsene, se proprio si vuole spaccare il capello in salsa francese. Infatti, in Germania la polemica non esiste: il termine è Elternteil, neutro come parent in inglese e 亲 in cinese.

Ovviamente, in Italia dove i termini variano col sesso e dove c’è una propensione immane per la burocrazia, la questione che il  ‘parent’ sia donna, maschio o altro diventa un caos.

Il guaio è che in lingua italiana ‘genitore’ è solo maschile, replicarlo due volte è un tantinello maschilista … e comunque significa colui che genera, cioè procreatore, … con buona pace di chi non è madre o padre e … qualche reminiscenza di Priapo?

Paradossalmente, applicato a casa nostra  il ‘genitore 1 e 2’ di Macron è anti-gender e pure maschilista.
Ineffabile davvero …

Demata

La bufala del ‘gender’ a scuola e i diritti delle donne

2 Feb

Era il 7 agosto 2016 e, mentre i nostri bambini erano indaffarati tra spiagge, piscine e giardinetti, Il Giornale lanciava l’allarme: il Ministero parla ancora di “gender” nelle scuole !
Una bufala del genere non si era mai vista e, quel che è peggio, interferisce con la soluzione di un problema nazionale chiamato ‘femminicidio’.

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Pari diritti, ora !

Iniziamo col dire che il Miur non scrive di ‘gender’, bensì di “genere”, che è il termine che le Scienze Naturali da secoli hanno scelto per distinguere tra maschi e femmine. Se per qualcuno il ‘genere’ fosse sconveniente … andasse a parlare con Carlo Linneo (1707-1778), che è considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi.
E aggiungiamo – visto che si parla di scuola – che, se qualunque persona che abbia superato il biennio delle superiori, questo lo dovrebbe sapere a memoria – resta il fatto che una bella metà degli italiani non lo sa, sono prevalentemente maschi e  … noi parlavamo dei femmincidi e tutto il resto.

Diciamo anche che il 6 luglio e il 15 settembre 2015 (un anno prima dell’articolo de Il Giornale), il Miur aveva precisato con circolari apposite che “le famiglie hanno il diritto, ma anche il dovere, di conoscere prima dell’iscrizione dei propri figli a scuola i contenuti del Piano dell’Offerta Formativa e, per la scuola secondaria, sottoscrivere formalmente il Patto educativo di corresponsabilità”.

A proposito di doveri e di cose da conoscere quando si mandano i figli a scuola, va evidenziato che Piano dell’Offerta Formativa e  il Patto educativo di corresponsabilità sono deliberati dal Consiglio d’istituto, dove famiglie e studenti sono solitamente in maggioranza rispetto ai docenti.
E’ non solo impossibile che possa essere imposto quello che paventano Il Giornale e Matteo Salvini, ma – soprattutto – questo può fare presa solo su genitori, nonni e zii davvero molto poco informati.

Il Giornale e Matteo Salvini attaccano la “decostruzione degli stereotipi di genere” e che “sono infiniti i pregiudizi e gli stereotipi che vengono spacciati come naturali” o che “la differenza sessuale può al contrario essere vissuta secondo uno spettro ampio di inclinazioni, affinità, scelte”. Ma nel concreto di cosa si tratta?

Ad esempio, che anche le donne portano i pantaloni ed anche i maschi sono ottimi babysitter. Oppure che il vero imbranato è quello che NON va bene a scuola e che una ragazza non è meno femminile se fa pugilato.
O che i maschi – quando fanno i galletti con insistenza – stanno molestando una donna. Oppure una donna può avere tanti partner quanti sia ‘leggittimo’ che ne abbia un maschio.

Negli ultimi dieci anni le donne uccise in Italia sono state quasi 1.800, di cui otto su dieci da familiari, il 20,2% ha subìto violenza fisica, il 10,6% ha subìto violenze sessuali prima dei 16 anni, il 16,1% ha subìto stalking nel corso della vita.

Le differenze di genere vedono le donne al di sotto della soglia di povertà, specie tra i single (maschi 18,2%, donne 31,1%),  mentre, nelle giovani generazioni, il 42,4% è diplomata (uomini 40,2%) e il 15,9% sono laureate ( (uomini (10%).
E che esista una ‘iniquità di genere’ è dimostrato dai maggiori tassi di disoccupazione, soprattutto giovanile, e d’inattività, dalle retribuzioni più basse rispetto agli uomini, dalle pensioni d’importo più modesto, del doversi far carico dei figli spesso a discapito della propria indipendenza economica.

Dunque, a proposito degli “stereotipi di genere”, potremmo iniziare ad elogiare le bambine quando sono ‘forti’ o ‘assertive’ed i bambini se sono ‘gentili’ e ‘rispettosi’. O fare lezione su una cosa che si chiama sesso per far comprendere la differenza dall’Amore. Vi sembra poco?

Una rivoluzione. Quella Liberale.

Chissà se anche Santanchè, Meloni e Binetti non siano – in quanto donne – contro gli ‘stereotipi di genere’ …

P.S. A proposito, come non considerare ‘omofobo’ chi straparla di ‘gender’ anche quando ‘non c’azzecca niente’ e – così facendo – accantona le pari opportunità per gli esseri umani a prescindere dal sesso e – addirittura – le cause della violenza sulle donne?

Demata