La Liberazione ed il “nuovo” che avanza

25 Apr

Da La Repubblica del 25 aprile 2007:
Milano – Intorno alle quattordici su un palazzo è comparso uno striscione di solidarietà agli arrestati del 12 febbraio del centro sociale Gramigna di Padova. Lo striscione, che è stato tolto quasi subito, sarà portato in manifestazione dai padovani insieme ad altri con scritte come “25 aprile la Resistenza continua. Ora e sempre antifascisti partigiani”. In un volantino si legge la ragione della presenza del Centro sociale Gramigna alla manifestazione milanese del 25 aprile: “Partecipiamo numerosi e determinati alla manifestazione nazionale del 25 aprile a Milano per urlare che la lotta partigiana e i suoi insegnamenti sono oggi più vivi che mai. Gli arresti del 12 febbraio portano la firma dei Ds e di tutto il governo Prodi, portati a termine dalle loro squadracce, ovvero Digos, polizia e magistratura. Il 12 febbraio sono stati colpiti partigiani attivi e riconosciuti nei luoghi di lavoro”.

Se questo è il nuovo preferisco cose vecchie.

L’unico posto dove gli Italiani hanno cacciato via i Tedeschi, non i Nazisti, da soli, spontaneamente e senza aiuto, è stato a Napoli. Nella città ci sono lapidi per centinaia di morti, appiccicate alle mura di palazzi che danno sui luoghi degli scontri. E non sono pochi come dice la Storia, basterebbe andarli a contare.    A dire il vero non erano neanche comunisti. Forse neanche troppo italiani: napoletani … tutto qui.
Al punto che di questa “insurrezione popolare” a Napoli ne sono orgogliosi quasi tutti, pure a Destra sotto sotto fa piacere il vanto di aver battuto ‘l’esercito invincibile”. Questo è il senso e l’orgoglio della Liberazione dall’occupazione straniera. Intanto, l’Italia dimentica gli scugnizzi morti e sovrappone un mito partigiano che, andando a fare i conti, grandi cose non fece.

Intendo dire che la “Liberazione” non è solo la Festa della Resistenza Partigiana. Hanno i loro meriti anche i mafiosissimi “picciotti” di Lucky Luciano che facilitarono lo sbarco, i martiri baresi del bombardamento al porto e le centinaia di morti napoletani, insorti “per campare”. Ricordiamo anche quel centinaio di soldati fattisi inutilmente massacrare dai Tedeschi a Porta San Paolo di Roma, per difendere la Capitale, mentre chi li aveva comandati lì fuggiva.
La “Liberazione” non è solo la Festa della Resistenza Partigiana, è una Festa Italiana. Perchè, se non ci fosse stata, oggi avremmo una Sicilia che aggiunge una stella alla bandiera USA, Napoli porto franco e 6-7 macroregioni come capitato alla Germania … (ed a pensarci forse era anche meglio …)

E Liberazione è anche vergogna. Vergogna per il massacro di Torino, per le foibe, per le vendette emiliane, per il processo sommario a Mussolini, per l’esecuzione della Petacci, per “La Pelle” di Malaparte, per i soldati prigionieri, che ritornarono dall’Etiopia solo nel 1948 e dalla Russia mai.
E’ la festa degli Italiani che rischiarono la pelle per nascondere un amico ebreo o disertore, di tutti quelli che nella Amministrazione manipolarono silenziosamente liste, ritardarono inavvertitamente invii ed ordini, … si dettero malati … non fecero il proprio dovere, come invece successivamente avrebbero dichiarato sotto processo i carnefici tedeschi ed i collaborazionisti francesi.

Nei cortei tutto questo non passa, morti e sentimenti dimenticati. Dove sono i Comandanti Taviani e Parri ? 

Dov’è il Comandante delle 4 Giornate di Napoli che volle mantenere l’anomimato. Altro che subComandanti barricati sull’Appennino e le Alpi, altro che “compagno Gigino” e “compagna Titina” …

… ma “forse” siamo già in campagna elettorale. Anzi, il 25 d’aprile sembra proprio d’essere, oggi per 60 anni, in un giorno in cui la Storia viene distorta: le Brigate Garibaldi erano meno di un terzo delle formazioni partigiane e raramente parteciparono ad azioni di un certo rilievo.

Altra storia, ma non erano rossi nè comunisti, fu per i picciotti e gli scugnizzi, come per i combattenti Parri e Taviani.

originale postato su demata

3 Risposte to “La Liberazione ed il “nuovo” che avanza”

  1. demata giugno 24, 2007 a 10:57 am #

    Il punto non è essere d’accordo o meno.
    Solo essere documentati.
    Ed il numero di morti verificatesi a Napoli in 4 giorni è pari o superiore a quello dei partigiani morti in combattimento.
    Quanto alle distruzioni Napoli e Bari hanno pagato un prezzo altissimo, misurabile in chilometri quadrati.
    Ma forse quello che rende “discutibili” quegli Italiani morti è che … non erano comunisti?

  2. Daniele giugno 23, 2007 a 9:12 PM #

    Io per niente.

  3. Antonio Cracas aprile 25, 2007 a 10:25 PM #

    Sono d’accordo con te.
    Ciao
    Antonio

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