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Fedeli alla patria

25 Apr

L’anno scorso scrivevo che il 25 Aprile è una Festa di tutti gli Italiani.

Quali?

  • i mafiosissimi “picciotti” di Lucky Luciano che facilitarono lo sbarco,
  • i martiri baresi del bombardamento al porto
  • le centinaia di morti “qualunque” delle 4 Giornate dei napoletani, insorti “per campare”,
  • quel centinaio di soldati fattisi inutilmente massacrare dai Tedeschi a Porta San Paolo di Roma, per difendere la Capitale,
  • i tanti soldati massacrati perchè fedeli al Re,
  • le famiglie dei nostri militari massacrati a Torino, mentre lasciavano la città con tanto di salvacondotto,
  • i morti di inedia delle foibe comuniste e quelli linciati nelle vendette emiliane,
  • le puttane della “Pelle” di Curzio Malaparte ed i monaci di Montecassino,
  • i soldati prigionieri, che ritornarono dall’Etiopia solo nel 1948 e dalla Russia mai.

La “Liberazione” non è solo la Festa della Resistenza Partigiana, non è una Festa dell’antifascismo e basta.

E’ una Festa Italiana, senza colori, che ci piaccia o no.

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Viceversa, non mi sembra assolutamente una festa nè una liberazione l’assoluzione di persone che hanno pronunciato, in occasione del G8 di Genova, queste frasi:

  • «Le manifestazioni del 19 e 21 saranno tranquille, il 20 succederà il
  • panico, il 20 succede un casino della madonna… scontri… mazzate»
  • «la città è grande, ci sono mille vie e ognuno è libero di manifestare come crede»
  • «noi dobbiamo fare la guerra civile!»

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La Liberazione ed il “nuovo” che avanza

25 Apr

Da La Repubblica del 25 aprile 2007:
Milano – Intorno alle quattordici su un palazzo è comparso uno striscione di solidarietà agli arrestati del 12 febbraio del centro sociale Gramigna di Padova. Lo striscione, che è stato tolto quasi subito, sarà portato in manifestazione dai padovani insieme ad altri con scritte come “25 aprile la Resistenza continua. Ora e sempre antifascisti partigiani”. In un volantino si legge la ragione della presenza del Centro sociale Gramigna alla manifestazione milanese del 25 aprile: “Partecipiamo numerosi e determinati alla manifestazione nazionale del 25 aprile a Milano per urlare che la lotta partigiana e i suoi insegnamenti sono oggi più vivi che mai. Gli arresti del 12 febbraio portano la firma dei Ds e di tutto il governo Prodi, portati a termine dalle loro squadracce, ovvero Digos, polizia e magistratura. Il 12 febbraio sono stati colpiti partigiani attivi e riconosciuti nei luoghi di lavoro”.

Se questo è il nuovo preferisco cose vecchie.

L’unico posto dove gli Italiani hanno cacciato via i Tedeschi, non i Nazisti, da soli, spontaneamente e senza aiuto, è stato a Napoli. Nella città ci sono lapidi per centinaia di morti, appiccicate alle mura di palazzi che danno sui luoghi degli scontri. E non sono pochi come dice la Storia, basterebbe andarli a contare.    A dire il vero non erano neanche comunisti. Forse neanche troppo italiani: napoletani … tutto qui.
Al punto che di questa “insurrezione popolare” a Napoli ne sono orgogliosi quasi tutti, pure a Destra sotto sotto fa piacere il vanto di aver battuto ‘l’esercito invincibile”. Questo è il senso e l’orgoglio della Liberazione dall’occupazione straniera. Intanto, l’Italia dimentica gli scugnizzi morti e sovrappone un mito partigiano che, andando a fare i conti, grandi cose non fece.

Intendo dire che la “Liberazione” non è solo la Festa della Resistenza Partigiana. Hanno i loro meriti anche i mafiosissimi “picciotti” di Lucky Luciano che facilitarono lo sbarco, i martiri baresi del bombardamento al porto e le centinaia di morti napoletani, insorti “per campare”. Ricordiamo anche quel centinaio di soldati fattisi inutilmente massacrare dai Tedeschi a Porta San Paolo di Roma, per difendere la Capitale, mentre chi li aveva comandati lì fuggiva.
La “Liberazione” non è solo la Festa della Resistenza Partigiana, è una Festa Italiana. Perchè, se non ci fosse stata, oggi avremmo una Sicilia che aggiunge una stella alla bandiera USA, Napoli porto franco e 6-7 macroregioni come capitato alla Germania … (ed a pensarci forse era anche meglio …)

E Liberazione è anche vergogna. Vergogna per il massacro di Torino, per le foibe, per le vendette emiliane, per il processo sommario a Mussolini, per l’esecuzione della Petacci, per “La Pelle” di Malaparte, per i soldati prigionieri, che ritornarono dall’Etiopia solo nel 1948 e dalla Russia mai.
E’ la festa degli Italiani che rischiarono la pelle per nascondere un amico ebreo o disertore, di tutti quelli che nella Amministrazione manipolarono silenziosamente liste, ritardarono inavvertitamente invii ed ordini, … si dettero malati … non fecero il proprio dovere, come invece successivamente avrebbero dichiarato sotto processo i carnefici tedeschi ed i collaborazionisti francesi.

Nei cortei tutto questo non passa, morti e sentimenti dimenticati. Dove sono i Comandanti Taviani e Parri ? 

Dov’è il Comandante delle 4 Giornate di Napoli che volle mantenere l’anomimato. Altro che subComandanti barricati sull’Appennino e le Alpi, altro che “compagno Gigino” e “compagna Titina” …

… ma “forse” siamo già in campagna elettorale. Anzi, il 25 d’aprile sembra proprio d’essere, oggi per 60 anni, in un giorno in cui la Storia viene distorta: le Brigate Garibaldi erano meno di un terzo delle formazioni partigiane e raramente parteciparono ad azioni di un certo rilievo.

Altra storia, ma non erano rossi nè comunisti, fu per i picciotti e gli scugnizzi, come per i combattenti Parri e Taviani.

originale postato su demata