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Vatileaks, come da tradizione

28 Mag

Lo scandalo Vatileaks che sta scuotendo la Santa Sede non stupisce nessuno. Non potrebbe essere altrimenti, visto che siamo nel III Millennio ed i segreti corrono nell’etere e visto che la Chiesa Cattolica è sempre stata caratterizzata da questi fenomeni.

Del resto, è nella natura stessa delle norme vaticane l’origine del dissidio che si perpetua nei secoli.

Infatti, Gesù non istituì nè i Cardinali nè gli Ordini Laici che compongono la Corte della Monarchia Assoluta che regge lo stato temporale di Città del Vaticano. E cos’altro potremmo aspettarci da una ‘corte di palazzo’, se non trame sterili, speculazioni all’ombra dei potenti, corruzione e lussuria?

La Chiesa non ha bisogno dei suoi Cardinali, se il loro ruolo è quello di principi a corte, ovvero fazione, e non ha bisogno della sua finanza, se questa si fa strumento di impoverimento ed oppressione. Ma, se quanto sta accadendo in Vaticano non stupisce, certamente tutto questo preoccupa.

Le fughe di notizie, le trame di una parte dell’Alto Clero ‘contro’  Benedetto XVI, l’ambigua posizione del Cardinal Bertone, il mancato obbligo di denuncia per i casi di pedofilia tra chierici, il ‘licenziamento’ di Gotti Tedeschi, la marcia indietro nell’attuazione della trasparenza bancaria, le riluttanze messicane a schierarsi contro i Narcos, la centralizzazione del rapporto politico con l’Italia su temi marginali come ‘aborto, unioni civili, eutanasia’, la poca voglia di accomunarsi agli italiani nel pagamento dei tributi locali.

Ce ne è di che preoccuparsi, specialmente se si tratta dell’Italia e degli italiani, che di tutto avevano bisogno fuorchè della ulteriore delegittimazione del clero o di qualche ‘battaglia per la vera fede’ piuttosto che per ‘una etica buona ‘.

E c’è di che preoccuparsi anche dietro le mura vaticane, se, a dieci anni dall’inizio del Millennio 2.0, sono così vistose le crepe di un edificio (ndr un sistema di governance) nato per gli intrighi del ‘600, solo ristrutturato per le speculazioni finanziarie del XIX Secolo e già in forte crisi a partire da cent’anni a questa parte.

Crepe che si concretizzano nell’enorme ammontare dei danni che le sentenze contro i preti pedofili stanno accollando alla Santa Sede, nei casi in cui fosse informata, delle perdite registrate dalle ‘banche amiche’ travolte dalla Crisi dell’Eurozona tedesca, dei minori ricavi che le norme sulla trasparenza bancaria e sui rapporti con narcomafiosi stanno via via producendo, della minore disponibilità dello Stato italiano (o meglio dei suoi cittadini) a sostenere quasi esclusivamente il Centro Italia, per quanto riguarda monumenti, turismo e storia.

Una brutta fase di transizione – di cui resterà ampia traccia nei libri di storia – che scaturisce dalla lunga durata del pontificato di Carol Woytila – papa beato e grande comunicatore, ma non ugualmente abile come pastore di uomini – che ha lascia allo Stato del Vaticano alcune ‘opere’, alcune infrastrutture tipiche del Novecento: una banca d’affari, l’Istituto Opere di Religione, il controllo di una casa farmaceutica, la Orphan Europe, dominante nel settore dei farmaci orfani, e qualcosa di mezzo tra una ‘corporation’ ed una loggia, ovvero l’Opus Dei.

Probabilmente, Benedetto XVI sperava di ‘bonificare’ e trasformare queste infrastrutture, in modo che esse potessero non solo finanziare il mantenimento ed il funzionamento del clero (a quanto pare enormemente costoso), ma anche la carità e la ‘buona economia’.

Evidentemente, non è andata così e possiamo solo confidare nella fermezza del Pontefice a mantenersi dalla parte di “quelli che soffrono a causa della povertà, della corruzione, della violenza domestica, del narcotraffico, della crisi di valori o della criminalità”, come ha ricordato, giorni fa, nell’omelia dei Vespri.

C’è molta pulizia da fare nelle stanze vaticane e tutto il mondo attende di sapere se si risolverà con qualche arresto semi-secretato oppure se cambierà qualcosa nel sistema bancario e qualcos’altro nella ‘corte di palazzo’.

Non a caso ‘Paoletto’ il Corvo ha tenuto a precisare (fonte La Repubblica) che “chi lo fa agisce in favore del Papa”, “la mente dell’operazione non è una sola, ma sono più persone. Ci sono i cardinali, i loro segretari personali, i monsignori e i pesci piccoli.” Infatti, secondo il “corvo” tutto è stato organizzato per far venir fuori “il marcio” che c’è nella Chiesa ma “alla fine è diventato un tutti contro tutti”.”

Ratzinger, dunque, riuscirà a creare un ‘sistema costituzionale’, che separi le funzioni religiose da quelle gestionali, ovvero subordini denaro e profitto alla fede ed al servizio? Riuscirà Benedetto XVI ad affermare che fede, verità e trasparenza sono l’un l’altra imprescindibili?

Oppure in Oltretevere si continuerà come ‘da tradizione’?

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Roma, il volto balneare della crisi

28 Mag

Quattro notizie in un solo giorno, uno spaccato di Roma e dintorni in tempo di crisi.

“Complice un’improvvisa domenica di sole e caldo (quasi) estivo, le spiagge del litorale romano sono state prese d’assalto. I più coraggiosi non hanno rinunciato a un primo tuffo nonostante l’acqua è ancora gelida. Da questa mattina, così, le spiagge di Ostia, Fregene, Ladispoli, Torvajanica, Nettuno e Sabaudia si sono popolate anche solo per chi voleva concedersi un passeggiata sull’arenile o per un pranzo all’aperto per godersi un primo anticipo dell’estate.

Affollati anche i parchi capitolini con lunghe file di macchine parcheggiate nei pressi di Villa Pamphili, Villa Ada e Villa Borghese. Anche qui asciugamani, bikini e picnic.” (Roma, 27 mag. – Ign)

Poche ore prima, durante la notte, un operaio 44enne, originario di Rieti, veniva trovato impiccato in un bosco tra Acquasparta e Spoleto. Padre di tre figli, era rimasto disoccupato un anno fa. Nell’auto c’erano appunti per incontri di lavoro.

27 maggio 2012, domenica di Pentecoste, “la festa dell’unione, della comprensione e della comunione umana”, ha ricordato Papa benedetto XVI all’omelia da San Pietro, aggiungendo che “tutti possiamo constatare come nel nostro mondo, anche se siamo sempre piu’ vicini l’uno all’altro – con lo sviluppo dei mezzi di comunicazione, e le distanze geografiche sembrano sparire – la comprensione e la comunione tra le persone e’ spesso superficiale e difficoltosa”.

Più o meno alla stessa ora, un centinaio di Grillini, a piazza Montecitorio, hanno dato il via all’assemblea pubblica della città di Roma del Movimento Cinque Stelle, tra i passanti incuriositi ed un po’ intimiditi, che però applaudono se si sente dire “perché se siamo in questa situazione è grazie alla classe dirigente di oggi”.

Con i Cinque Stelle anche il Movimento per l’acqua pubblica – “perché Alemanno sta privatizzando l’acqua, e sta calpestando la volontà dei romani che hanno detto no a vendere l’Acea” – e l’immancabile Movimento noTav capitolino.

Parole destinate alle agenzie, quelle del Papa o dei Grillini, ma non ai romani che erano al mare, come se rotolare in allegria verso il baratro faccia meno male.
Parole non destinate a chi vive (e muore) nel disagio se non nella disperazione, dissanguati dalle speculazioni finanziarie e dagli egoismi dei potentati finanziari, dall’assenza di opportunità. Persone, la maggioranza di noi, che necessitano di un cambiamento strutturale – un cambio di mentalità – e non di neofiti o vecchie volpi della politica e pannicelli caldi nelle riforme attese da decenni od eccesso di tutele per le rendite di posizione.

Comprensione e comunione tra le persone, che non possono fermarsi al moto affettivo od al bel gesto senza intervenire sulle cause e sugli effetti, e che possono, se ancora disattese, portarci a ‘vivere in una Babele’, come ricordava Ratzinger.

Ad ogni modo, questa è Roma nell’anno della Crisi e se il quadro d’insieme preoccupa, ricordiamo che è la capitale della terza potenza dell’Eurozona, ovvero dell’ottavo PIL del mondo, e di uno dei principali potentati finanziari mondiali, lo Stato del Vaticano.

Resta solo da chiedersi cosa accadrà (o non accadrà) durante il lungo black out balneare romano, che, prevedibilmente, inizierà tra un paio di settimane, con l’esodo vacanziero (e spendaccione) di donne, vecchi e bambini, e che finirà tra 3-4 mesi, alla riapertura delle scuole.

Intanto, oggi 28 maggio, il cielo è coperto e forse pioverà.

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Berlusconi ed i ministri cattolici

21 Gen

Il ministro Sacconi, da buon cattolico, ribadisce sul suo sito che :”moralita’, giustizia e legalita’ sono principi di riferimento per coloro che esercitano funzioni pubbliche, elettive e non”.

Più chiaro di così …

Non credo che l’autorevole politico ci sta anticipando che il premier Berlusconi abbia intenzione di rimettere il mandato e/o di controfirmare al Presidente napolitano lo scioglimento anticipato delle Camere.

Però, c’è da chiedersi se accadrà “soltanto” che i ministri cattolci  rimetteranno l’incarico per dissociarsi dalla sequela di fatti che turbano e, temo, turberanno la nazione, la diplomazia ed i mercati, oltre che le coscienze degli italiani.

Italia a picco, allarme di Napolitano

21 Gen

Il Presidente della repubblica, Giorgio Napolitano, è intervenuto di nuovo riguardo lo scandalo Ruby Rubacuori, ribadendo che «occorre … scongiurare ulteriori esasperazioni e tensioni  … troppe sollecitazioni sono cadute nel vuoto, troppe occasioni sono state perdute, e oggi ne paghiamo il prezzo».

Un invito che non coinvolge solo il Presidente del Consiglio, ormai travolto dagli scandali e dalla diffidenza generale.

Un richiamo che, certamente, si rivolge alla CGIL della Camusso ed a SeL di Nicki Vendola, che dovrebbero “fare autocritica”, visto che rigettando l’alleanza con Fini ed agitando la piazza, proprio mentre in Parlamento di discuteva la fiducia, non hanno permesso il consolidamento di un governo tecnico.

Come, altrettanto certamente, la palma delle “occasioni perdute” tocca al duo democratico D’Alema e Veltroni, che dovrebbero valutare seriamente il “passo indietro” od optare per quell’incarico internazionale od umanitario, che ambedue avevano annunciato ma non hanno mantenuto.

Si passa, poi, a Casini, Cesa, Franceschini, Letta, Bindi, De Mita e Giovannardi che cattolici sono ed ai cattolici parlano, ma, stranamente, non parlano tra loro e che, opportunamente, dovrebbero “allentare la tensione”:

Arriviamo al blocco liberale, quell’eterno Amleto che va da Rutelli, Tabacci e Bonanni a Fini, Baldassarri, Montezemolo, Rutelli, Dini e Guzzanti: non è un fattore di tensione anche l’incertezza ed il procastinare?

Ce n’è anche per Di Pietro, Grillo e De Magistris, tra le tensorie provocazioni del primo, l’improponibilità politica del secondo e la posizione “liberal ma di sinistra” del terzo: tre piedi in quante scarpe sono fonte di grande turbamento, no?

Finiamo alla Lega, che ha la grande responsabilità di non aver mai tentato di coinvolgere il Sud nel suo progetto federale e di aver sempre tentato soluzioni sottobanco con il potere romano. Più destabilizzante di così?

Resta quel che resta del PdL, travolto dalla corruzione, dai nepotismi, dalla corruzione, dai rapporti con le mafie e le lobbies, dal controllo ossessivo, dalle carriere fulminanti, dalla onnipresenza delle escort: un’esperienza politica, ammesso che lo sia stata, iniziata durante gli scorci della Prima Repubblica ed ormai terminata dalla crisi di valori e di risorse che incombe.

Silvio Berlusconi dovrebbe prendere atto che, a prescindere dalla grave situazione giudiziaria in cui versa, ha il dovere, come primo funzionario dello Stato, di rimettere il proprio mandato nelle mani del Presidente Napolitano.

Non lo farà, questo è quasi certo, e così andando trascinerà nel suo baratro una delle più importanti nazioni industrializzate del mondo.

Anzi,  a sentire “lui” pare addirittura che ci si diverta.

Ratzinger e le radici morali dell’Italia

21 Gen

Papa Ratzinger richiama l’Italia: “Società e istituzioni ora ritrovino le radici morali”.

Prima di iniziare quella che somiglia più una caccia al “tesoro che non c’è”, piuttosto che un atto catartico e liberatorio, vale la pena di chiedersi quali radici morali?

Quelle della Banca Romana, di Nogara e Pacelli e delle Guarentingie? O quelle della razzia del Banco di Napoli, della cancellazione delle politiche mediterranee e del Meridione asservito agli Enti capitolini ed alle aziende del Nord?

Oppure, ancora, quella di quel sottobosco elettorale trasformista che da sempre si avvantaggia dei “buoni rapporti col clero”, pur predicando, forse, bene e razzolando, spesso, male?

Tardiva riflessione, quella vaticana, dopo aver interferito con i fatti italiani pur di ampliare il proprio potere finanziario ed il  fund rising.

Riuscirà un papa bavarese, come lo fu Martin Lutero, a liberare Roma (e l’Italia) da prebende, privilegi e prelazioni?