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Discorso Monti: i commenti sui giornali

30 Dic

Tirando le somme, l’Italia 2011 – e anche quella dell’anno prima – è stata una interminabile  bugia di se stessa. E  nei calici di San Silvestro resterà l’amaro retrogusto di una colossale perdita di tempo. (A)

Vorremmo tanto poter dire che l’atteso segnale di inversione di tendenza è già arrivato, purtroppo non è così. La verità è che siamo al centro dell’attenzione mondiale per sapere se sarà scongiurata o meno la catastrofe dei debiti sovrani. (B)

Oltre a questo fuoco internazionale, il Professor Monti se la deve vedere con un secondo fuoco che cova, in maniera preoccupante all’interno del Paese, dove si moltiplicano i segnali di crescenti diseguaglianze economiche e di disgregazione sociale. (C)

Sempre più chiaro sui pericoli scampati, sempre asettico sulle tante persone che già soffrono un disagio sociale e nell’indicare una mission collettiva, ancora una volta Monti ha condito la lunga conferenza con le sue spruzzate di ironia. Di stile un po’ gesuitico, invece, le parole con quali ha battezzato un nuovo slogan: «Non avrei obiezioni se chiamaste “cresci-Italia”», le misure in gestazione per ridare competitività al sistema. (D)

Monti fa una lezione di quasi tre ore, ma il suo “Cresci Italia” è vuoto. E’ la parabola del tecnico. Parole forbite, sfoggio di inglesismi, qualche freddura. Una cosa, però, la sappiamo: Monti parla ai tedeschi. (E)

Il Professore giura: “Sono sicuro che il Paese ci capisce”. Ma usa termini inglesi incomprensibili all’italiano medio. Non è mai facile riportare sui giornali il senso di una così importante conferenza stampa.  (F)

E’ quasi inutile chiedere a Mario Monti conforto e calore. Il suo governo “di scopo” non è nato per questo. La sua forza, che è anche la sua debolezza, deriva dal vuoto pneumatico della politica che si autosospende momentaneamente per manifesta incapacità. (G)

Non potendo attaccare Monti, Pierluigi Bersani se la prende con Berlusconi. Invece di commentare Monti, il Cavaliere lo tratta come un suo collaboratore e finge di essere ancora a Palazzo Chigi. (H)

(A) (Mario Bracconi – La Repubblica) – (B) (Dario Di Vico – Corriere della Sera) – (C) (Mario Deaglio – La Stampa) – (D) (Fabio Martini – La Stampa) – (E) (Alessandro Sallusti – Il Giornale) –  (F) (Cristiano Gatti – Il Giornale) (G) (Massimo Giannini – La Repubblica) – (H) (G.Fregonara e M.T.Meli – Corriere della Sera)

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Cariche incompatibili, la Lega c’è

22 Dic

Marco Azzolini e Vincenzo Nespoli sono sindaci di centro-destra a Molfetta e Afragola, comuni al di sopra dei 20.000 abitanti, e senatori della Repubblica.

Un incarico oneroso, quello del Senato, dove l’assenza di due parlamentari può comportare il successo o l’insuccesso di una proposta di legge. Un incarico oneroso, quello di sindaco, visto che parliamo di comuni di 60.000 abitanti con attività agroalimentari ed industriali di rilievo e con, ahimé, una notoria presenza mafiosa sul territorio.

Finalmente, dopo 3 anni dall’inizio della legislatura, arriva al voto in Senato la questione dell’incompatibilità tra le due cariche, che la Corte Costituzionale ha già sentenziato. Ed il tutto accade proprio mentre l’Italia borbotta sempre più verso un governo che appare “solo del Presidente” e verso un Parlamento che rema contro tutto e tutti.

Serviva un segno di cambiamento? Un segnale di buon senso, mica di “resa”, da parte della Casta? Specialmente dopo che le pensioni di magistrati e professionisti son rimaste fuori dal “pacchetto Fornero”?

Bene, non c’è stato.

Il Partito Democratico del timido Bersani e l’Italia dei Valori del roboante Di Pietro sono uscite dall’assise, il PdL del Berlusconi “ad personam” ha votato come sempre e la Lega anche, giusto per chiarire da che parte stia.

Sono note le preoccupazioni di francesi e tedeschi per il proprio benessere, inesorabilmente legato alla stabilità dell’Italia, ma è davvero difficile pensare che questo Parlamento riesca ad arrivare al termine “naturale” della legislatura, mettendo, tra l’altro, i conti a posto “a senso unico”, visto che la Casta non ci sta, e con i cittadini e la società civile sempre più attoniti od inferociti, a seconda dei gusti.

Qui ci vuole un “Piano B” …

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