Un ministero per Matteo Salvini è la prima grana che il governo di centrodestra si trova ad affrontare. il Consiglio Federale della Lega lo candida per “un ruolo importante nel governo” e lui vorrebbe il Viminale.
Ma ricollocare Salvini al Ministero degli Interni sarebbe pura follia, non solo per le bagarre internazionali che ha scatenato 3 anni fa e le sanzioni che oggi arriverebbero all’istante, ma soprattutto perché c’è una guerra, il Viminale si occupa di sicurezza dello Stato e lui è (stato) un simpatizzante di Putin. Ed, a parte, c’è che da ministro nel 2019 svolse solo 17 giorni pieni di lavoro su 365 in un anno, stando a La Repubblica (link).
Infatti, “la leader di Fratelli d’Italia ha già fatto intendere il messaggio a via Bellerio. Che il segretario possa tornare a sedere sull’amata poltrona di ministro dell’Interno è escluso. Così com’è escluso che Meloni si lasci affiancare da un sottosegretario alla presidenza del Consiglio targato Lega“. (link)
Tenuto anche conto che Matteo Salvini finora ha dimostrato una forte idiosincrasia per il lavoro d’ufficio tanto quanto ha una propensione per le piazze, è evidente che diventa molto difficile trovargli una collocazione ‘amministrativa’ (tale è un ministro).
Infatti, è difficile immaginare cosa Salvini possa amministrare, se
- gli Affari Regionali è impossibile, con una condanna per razzismo contro i napoletani (link), come per i Rapporti col Parlamento dove c’è da interagire positivamente con l’Opposizione, peggio ancora la Sanità viste le sue posizioni sui vaccini (link)
- l’Istruzione o l’Università sono settori dove comunque Salvini finora non ha mostrato dimestichezza e dove le sue esternazioni susciterebbero scioperi e tensioni di piazza
- qualsiasi ministero a rilevanza economica-finanziaria (Ambiente incluso) esige una cultura storico-giuridica e delle competenze tecniche d’eccellenza
- gli Esteri e altre posizioni a rilevanza internazionale – a parte la scarsa presenza – sono preclusi dalla condanna in Germania per violazione del copyright, che lì è una cosa seria.
Resta solo l’Agricoltura, decurtata dell’Ambiente e magari anche dell’Industria Agroalimentare, dove l’ex ministro degli Interni si ritroverebbe con gli stessi limiti che sussistono per gli Affari regionali o l’Università.
Agricoltura che – tra l’altro – darebbe a Matteo Salvini la possibilità di dimostrare il suo potenziale nel riprendersi consensi tra la gente e fiducia nel partito.
Infatti, il Ministero dell’Agricoltura alla Lega rappresenterebbe il vettore perfetto per Salvini per intaccare e/o conquistare i consensi che PD e M5S hanno costruito nel Meridione.
Ma non solo: occupandosi di Agricoltura, Matteo Salvini dovrà impegnarsi anche nella lotta al Caporalato, che oggi vessa tanti stranieri immigrati, consentendogli una opportunità unica per smentire l’immagine di razzista xenofobo che media e sinistra gli hanno appiccicato addosso.
Riuscirà Matteo Salvini ad accettare le opportunità (non gradite) che gli offre il Destino oppure resterà la spina nel fianco dei governi di cui fa parte la Lega?
A.G.
Tag:agricoltura, Giorgia Meloni, Interni, Salvini, Viminale
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