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Soros, i soldi a +Europa e lo Stato di diritto

3 Nov

“Il finanziere George Soros ha sovvenzionato con un milione e mezzo di euro +Europa ponendo come condizione imprescindibile che si facesse un listone antifascista. Me lo disse ripetutamente Della Vedova prima della rottura”, accusa il leader di Azione Carlo Calenda nell’intervista riportata da Bruno Vespa nel suo ultimo libro.

Lo stesso Vespa, però, riporta la precisazione di Benedetto Della Vedova, segretario nazionale di +Europa, che non ha ricevuto contributi da Soros, che altrimenti sarebbero già stati pubblicati, cioè rendicontati.
A ricevere fondi, invece, secondo Della Vedova sono stati “alcuni candidati di +Europa“, i quali “hanno ricevuto un contributo diretto da parte di George Soros per le spese della campagna elettorale.”

I rendiconti di +Europa di questi ultimi 4 anni convalidano quanto afferma il segretario di +Europa, che – però – non va a smentire Calenda, anzi conferma che ci siano stati contributi del finanziere di origini ungheresi ad esponenti del suo partito.

Infatti, Libero racconta dei prestiti erogati dalla Fondazione Open Society di Soros e ricevuti dalla Lista Bonino nel 2004 e nel 2006 per circa 3,5 milioni di euro complessivi per la campagna elettorale.

A riguardo il comunicato di +Europa di poche ore fa è ben chiaro: “il filantropo di origini ungheresi da tempo condivide e sostiene i nostri valori europeisti e le nostre battaglie per i diritti umani e lo Stato di diritto. Siamo orgogliosi che alcuni nostri candidati abbiano chiesto e ricevuto il suo sostegno, certamente disinteressato”.

Fa piacere essere rassicurati che Soros sia disinteressato, dato che è impressionante la mole di finanziamenti che Soros spende fuori dagli Stati Uniti, specialmente in Africa, ma anche in Europa.

Riguardo i valori europeisti, Soros divenne famoso perchè il 16 settembre 1992 ha sbancato la Banca d’Inghilterra, immettendo sul mercato 10 miliardi di sterline, che aveva pazientemente accumulato.
Per far fronte alla mossa speculativa, il Regno Unito dovette abbandonare il Sistema monetario europeo, svalutando la sterlina. Nello stesso giorno, Soros vendette lire allo scoperto, costringendo la Banca d’Italia a svalutare per compensare l’ormai insostenibile sopravvalutazione della moneta e anche la lira dovette uscire dal Sistema monetario europeo.

Quello del 1992 è stato l’evento che maggiormente ha condizionato il futuro dell’Europa sul suo nascere.

Riguardo le ricadute sui diritti umani, nel 1997, la sua azione causò il deprezzamento delle monete malesi e thailandesi, dando il via alla crisi asiatica finanziaria che coinvolse anche Indonesia e Corea del Sud. Nel 2007 ha piazzato un numero di aste tendenti al ribasso nel settore immobiliare degli Stati Uniti, traendo così un profitto di oltre un miliardo di dollari.

Quanto allo Stato di diritto, nel 2006 Soros è stato condannato da un tribunale francese a pagare una penale di 2,3 milioni di dollari per insider trading, dopo l’accumulazione di azioni della Société Génèrale francesi in via di privatizzazione. E nel 2016 ha investito in oro e minerali preziosi, avvantaggiandosi dal ‘black friday’ della Brexit.

Soros si propone come un critico del neoliberismo e del libero mercato, ma ha fatto fortuna ai primi Anni ’70 con i Fondi di investimento speculativo (Hedge Funds) nel paradiso fiscale di Curacao.

Demata

Senza Fede (Emilio)

29 Mar

Due giorni fa, il Corriere della Sera raccontava l’inusitata storia di Emilio Fede, respinto alla cassa di una banca svizzera mentre tentava di versare “una valigiata” di contanti, sembra circa due milioni di euro.  Oggi arriva il comunicato di Mediaset che “dopo una trattativa per la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro non approdata a buon fine, Emilio Fede lascia l’azienda”.

Secondo le cronache, i responsabili della banca non avevano accettato il versamento, tenendo conto della necessità di fornire spiegazioni, presumibilmente, in relazione al procresso per concorso in bancarotta fraudolenta ed i diversi problemi avuti in precedenza con i magistrati italiani. Secondo Emilio Fede si tratta di “un falso organizzato per colpirmi e convincermi a lasciare la direzione del Tg4”.

Un abbandono che trova origine sia nell’età avanzata dei Emilio Fede (80 anni) sia, soprattutto, nel suo coinvolgimento nello scandalo Ruby Rubacuori, che vedeva una ragazzina fuggita dalla casa famiglia inserirsi nel giro delle escort, addirittura lavorando “regolarmente” in locali notturni e partecipando a “feste private” anche in sedi “istituzionali”, come le residenze del Premier.

Uno scandalo che ha lasciato aperta una sola domanda: quanti adulti “sbagliati” o distratti ha incontrato Karima El Mahroug mentre diventava Ruby Rubacuori, tra cui Emilio Fede che l’accompagnò a casa di Silvio Berlusconi?

Un pensionamento forzato che arriva dopo una trattativa durata mesi in cui Emilio Fede probabilmente sperava di diventare – come ha spiegato lui stesso – direttore editoriale dell’informazione.

E invece no: è finita con Mediaset che chiude le porte e “ringrazia per il lavoro svolto in tanti anni di collaborazione e per il contributo assicurato alla nascita dell’informazione del gruppo”.

Finalmente.

Finalmente, è finita con le notizie che puntano in un senso ed i commenti frapposti da Emilio Fede che, tra “pro e contro”, spingevano gli ascoltatori in una sola, altra o confusa, direzione.

Nessuno dimenticherà il TG4 “religiosamente” berlusconiano o “pregiudizialmente” anti-islamico ed anti-immigrazione oppure “inderogabilmente” anticomunista, come resterà indimenticabile il sospiro ispirato con cui Emilio Fede pronunciava “il nostro presidente, Silvio Berlusconi”, cosa che ha reso l’anziano giornalista famoso (ed anche un po’ “sfottuto”).

E’ la fine dell’epoca secondorepubblicana dei direttori “sudditi” del Potere, anzichè censori, e dei “lavoratori dipendenti” per un Editore, anzichè professionisti “tenuti a porre anche domande sgradite”?

No, c’è ancora Bruno Vespa ed una bella fetta di RAI …

originale postato su demata

Chi ha rapito Ruby Rubacuori?

1 Nov

La vicenda della diciassettenne Karima El Mahroug e del settantaquattrenne Silvio Berlusconi si racconta da sola.

C’è poco da spiegare, se sentiamo raccontare di qualche facoltoso ed anziano signore e del regalo di una collana di Damiani o della promessa di una lussuosa Audi ad una ragazzina senza arte nè parte: una storia vecchia come il mondo. Un’amicizia indiscutibilmente profonda, se vede il potente Berlusconi affannarsi nella notte per sottrarre la giovane alla cella.

Se c’è poco da dire sul legame tra i due, se non nell’abuso di potere pubblico e nelle conseguenze politiche che  automaticamente comporta, molto ce ne sarebbe riguardo la storia di Karima, la ragazzina quattordicenne di Letojanni, affidata a servizi del Comune, arrivata poco dopo nella Milano da bere e rimastaci con un certo agio, a quanto pare.

Come è possibile che una ragazzina fuggita dalla casa famiglia possa inserirsi nel giro delle escort, addirittura lavorando “regolarmente” in locali notturni, senza neanche avere una carta di identità con se?

Quanti adulti “sbagliati” o distratti ha incontrato Karima  mentre diventava Ruby Rubacuori?   E quanti di loro erano datori di lavoro o uomini delle istituzioni?