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Roma, l’illegalità diffusa e l’immagine dell’Italia

26 Apr

Ieri ero in auto con un amico, cercavamo una farmacia. Guidavo io e lui mi indicava dove parcheggiare.
La prima volta mi ha indicato la sosta dei bus turistici e ho declinato. La seconda erano le striscie pedonali ed ho declinato di nuovo. La terza era sull’angolo di un incrocio e gli ho detto: “Guarda che io sono una persona civile e non parcheggio ‘alla romana’.
Il mio amico è rimasto molto perplesso … e mi ha detto che questa è l’Italia. Io gli ho risposto che questa è solo Roma e che non è pensabile che vivere come Vittorio Gassman nei film Anni ’60 senza almeno rendersi conto della pessima immagine che offrono di se e del Paese.

Parcheggiata finalmente l’auto in un ‘vero’ posto di parcheggio, lo spettacolo che ci è presentato  era irrinunciabile.
Eravamo alla Stazione Termini ed il sole calava tra le case dando alla via una luce magica.
Peccato che questa fosse a destra ingombrata di colonne di turisti mordi e fuggi che si accalcavano sullo stretto marciapiedi occupato da ‘astanti vari’ – tutti parenti o del Gatto o della Volpe, mentre a sinistra, sotto il porticato e davanti ai negozi, potevamo ammirare una lunga schiera di alcolisti, non uno dei quali italiano, a sentirli parlare.
E dire che eravamo a meno di un chilomentro dal Quirinale o dalla Colonna Traiana. Chi tornerebbe in Italia dopo una Roma così? Cosa racconterà a casa il turista che per tre giorni s’è ritrovato nel Terzo Mondo anzichè in Europa?
E, soprattutto, perchè quei signori erano lì anzichè a casa propria, dato che non erano in Italia nè per lavoro, nè per turismo, nè per diletto o per una qualche persecuzione nè per affari di famiglia?
Anche il mio amico – ultrasessantenne ed una vita ‘di sinistra’ – ha ammesso che non v’è motivo per il quale dovremmo lasciarli gozzovigliare in pieno centro e proprio dove transitano i turisti.

Si va a recuperare l’autovettura e spunta il ‘parcheggiatore abusivo’, rigorosamente straniero, giovane e col cappellino rap.
Il mio amico immediatamente cercava uno spicciolo, quando con sua grande sorpresa, gli ho chiesto: ‘Perchè lo paghi?’ e lui, farfugliando,: ‘Eh poi … non sai … magari … ti trovi il finestrino … la fiancata …’
Esattamente quello che sospettavo, così ho fatto la domanda fatidica: ‘Scusa ma a Roma perchè pagate il pizzo persino al primo che si mette per strada a fare il bullo?’
Ci ha pensato un po’ su e, poi, mi ha dato amaramente ragione: non c’è salvezza se i romani addirittura pagano ad uno straniero il ‘pizzo’ per parcheggiare davanti casa o di fronte al ristorante dove cenano.

A proposito, visto che c’è l’Expo e l’Anno Santo, a quale città – tra Roma, Milano, Napoli, Venezia e Firenze – consegnerà il cucchiaio di legno ogni turista che visiterà l’Italia?

Demata (blogger since 2007)

Alemanno, Roma ed i nostalgici

26 Apr

Durante la notte tra Pasqua e Lunedì in Albis, qualcuno ha saldato ad un ponte una grossa insegna metallica con la scritta  scritta «Work will make you free», ovvero «Arbeit macht freì» come all’ingresso del lager di Auschwitz. Abominevole: come dire “ci siamo ripresi la città, vi è rimasto solo questo quartiere”.

Il sindaco di Roma Gianni Alemanno ha, ovviamente, fatto rimuovere l’oggetto e ha dato dei «pazzi scellerati» agli autori, senza spiegare come sia possibile saldare di notte un’insegna, lunga ben 4 metri e non incappare in almeno un’autopattuglia.

Come se fossero casi isolati, in una città dove il giorno prima erano apparsi manifesti in diversi quartieri con fasci littori e foto d’epoca di camerati, in armi e con il saluto romano, e le scritte  «25 aprile» e «Buona Pasquetta».

Utile anche sapere che, non appena rimossa l’insegna, è spuntato al suo posto uno striscione con le stelle a cinque punte in bella vista.

Il tutto nella capitale italiana e nella città del Papa, dopo una ininterrotta e spesso impunita serie di atti analoghi.

Tutto molto esecrabile ed indecente, ma come non comprenderne le cause? Se la Sinistra romana ha costruito solo enormi blocchi di case popolari, prima, ed enormi centri commerciali, poi, senza prendersi cura della mobilità e dell’aggregazione, è difficile evitare lo scenario di alienazione metropolitana che Roma ormai rappresenta.

Una città con mezzo milione di inquilini in “edilizia popolare”, due sole linee di metro per 4 milioni di persone su 800 kmq, zero piazze fuori dal centro storico, enormi centri commerciali che hanno cancellato i negozi preesistenti, sostituiti da sale giochi e centri estetici.

Perchè le intellighenzie capitoline non riescono a giubilare chi ha realizzato questo orrore e perchè si meravigliamo se i neonazisti ed i neoBR ci sguazzano?

Alemanno, punto e accapo?

4 Apr

Il sindaco postfascista di Roma, Gianni Alemanno, si cimenta da un po’ di tempo con il blogging, con l’apertura di “Alemanno 2.0”, aggregato tra i “fogli elettronici” dei Tea Party non si sa bene per quale affinità intellettuale con il mondo liberale.

A dire il vero, non è l’ex-ministro Alemanno a scrivere sul blog, ma il suo staff e, dunque, più che di un blog sarebbe corretto parlare di un ufficio stampa e sarebbe interessante sapere se questo staff è pagato e da chi.

Ad ogni modo, quel che conta è la sostanza dell’informazione che il sindaco di Roma intende diffondere. E qui viene il bello: basta visitarlo per comprendere che la politica romana attuale non è assolutamente all’altezza di quella che dovrebbe essere una capitale internazionale, un distretto capitolino e, comunque, una metropoli.

Oggi, ad esempio, si parla di:

“nuovo servizio di fluidificazione del traffico”, ovvero di «Stiamo facendo un grande sforzo per rimettere i vigili in strada nei punti più caldi e strategici della città. Giorno dopo giorno miglioreremo il progetto, la collocazione dei vigili nei punti più critici della città, anche a seconda delle segnalazioni dei cittadini. Insomma un work in progress» … Resta da capire se parliamo di 500 solerti vigili “finora imboscati negli uffici”, di 500 anziani marescialli ormai alle soglie della pensione oppure di … 500 ulteriori assunzioni.

“chi è contro il restauro o è matto o nemico giurato di Roma”, ovvero di «Siamo riusciti a fare un miracolo e finalmente a prevedere un restauro da 25 milioni di euro, integralmente pagato da privati» … che bisognerà vedere quanto spazio e quanta invasività nel centro storico pretenderanno, fermo restante che la manutenzione del Colosseo dovrebbe essere ordinaria e non un “miracolo” e che trovassero gli sonsor per sistemare un po’ meglio le “celebri” periferie romane.

“movida: alcol a quindicenne? E’ da sciagurati!”, ovvero di «Bisogna trovare chi ha somministrato l’alcol a questa quindicenne, non è ammissibile che un minorenne trovi chi gli da dell’alcol» … che, ad esempio, può trovare in qualunque supermercato tra quelli aperti fino a tardi o tutta la notte, mentre si reca alla bolgia di Campo dè Fiori, dove da anni si tollera che ogni notte migliaia di giovani si ubriachino oltre ogni limite.

Certo, c’è da fare qualcosa per il traffico, qualc’altra per il Colosseo ed altre ancora per i giovani.

Altrettanto certamente si potrebbero ricercare sponsor anche per iniziative di aggregazione giovanile, si potrebbe trasformare il turismo a Roma in una macchina produttiva e non solo clientelare, si dovrebbero costruire dei centri direzionali e ricollocare alcuni ospedali, che è lì che si dirige il traffico in città.

Thomas DiBenedetto vuole costruire uno stadio, lo vuole Lo Tito, lo vogliono tanti … e se invece di qualche tempio del far nulla ed una marea di villini, con un sindaco all’altezza della situazione non si trovasse il modo per ricollocare polarità ed aggregazione, turismo ed ‘urbanistica e  ridare vita e dignità a Roma ed una speranza ai suoi giovani?