Tag Archives: turn over

La buona scuola: senza pensioni, niente turn over e niente futuro

19 Gen

Il Rapporto “Education at glance 2013” fotografa la situazione del 2011 e riporta che, in Italia, i docenti ultracinquantenni sono ben oltre il 60% (media OCSE è sotto il 35%), mentre quelli con meno di 30 anni sono il 2,7% (media OCSE 10%).

Trattandosi del 2011, prima dello stop a pensionamenti e turn over, è presumibile che, oggi, tre anni dopo, le cose stiano molto peggio.

Peggio tanto quanto quei dati dimostrano che i docenti, nel mondo, possono staccare intorno alla cinquantina per lasciare il posto a chi è fresco di studi e carico di energie.

Una volta c’era l’Enpas (Ente nazionale di previdenza e assistenza per i dipendenti statali) messo in liquidazione nel 1978, seppur in largo e consolidato attivo al momento dell’istituzione del Servizio sanitario nazionale e, nel 1994, ancora in attivo malgrado tutto, fatto confluire nell’INPDAP a sua volta volta in attivo fino al 2006, ma assorbito dall’Inps con una voragine creatasi in pochi anni per le anticipazioni sulla spesa sanitaria, dal Prodi bis in poi, e l’assorbimento delle Casse delle pensioni d’oro, già in passivo di 4 miliardi dopo pochi anni dall’adozione dell’euro.

Una volta c’erano i versamenti dei lavoratori intangibili ed intoccabili e c’era una cassa che garantiva solidità e solidarietà a chi serve lo Stato di tutti e lo fa tutti i giorni.
Una volta si potevano fare riforme e turn over e gli insegnanti potevano invecchiare arrotondando con le lezioni private la pensione (che le troppe tasse e la malasanità rendono troppo magre) ed dedicare il proprio tempo a tanto utile volontariato ‘vero’.
Oggi, anche i migliori neolaureati devono attendere anni per un concorso e chi è nel tempo giusto per mettere su famiglia deve arrotondare le lezioncine con la speranza di qualche spicciolo di  supplenza, dopo aver studiato anni per, forse, nulla, visto che il lavoro c’è, ma al call center.

I dati dimostrano che i docenti – nel mondo, non in Italia –  possono staccare intorno alla cinquantina per lasciare il posto a chi ne ha meno di trenta, è fresco di studi e carico di speranze.

Detto questo, non credo sia necessario spiegare cosa dovevamo già aver fatto per dare all’Italia una ripresa ‘possibile’, un futuro ‘vero’ e una fiducia internazionale ‘solida’.

originale postato su demata

Decreto Fare, 80 punti su cui prendere le misure

16 Giu

Arrivano le 80 misure del Decreto Fare. Enrico Letta: «Sono misure per rilanciare l’economia», ma di soldi ‘freschi’ non se ne vede l’ombra. Se la cava meglio, il vicepremier e ministro dell’Interno, Angelino Alfano: «Il cittadino deve percepire lo Stato come amico, per questo abbiamo riequilibrato il rapporto tra cittadini e fisco».

Infatti, uno dei provvedimenti annunciati è la revisione dei poteri di Equitalia, che impedisce la messa all’asta della prima casa e, per i contribuenti in difficoltà economica o con momentanea carenza di liquidità, la rateizzazione dei debiti tributari fino a 120 rate e la possibilità di rinviare il pagamento fino a otto rate consecutive.
Un intervento ‘giusto’ che, per come è formulato, rischia di innescare un circolo vizioso di morosi e di ‘meno abbienti’ che accumulano debiti ed interessi sempre più avviluppati in una morsa creditizia.

Saranno destinati 3 miliardi di euro ai cantieri ed ai lavori in infrastrutture e in piccole, medie e grandi opere, recuperando circa 30.000 posti di lavoro.
Non è molto, ma almeno è meglio di niente. Servirà a dare ossigeno al settore edile, a completare opere ed a … garantire equilibri, prebende e accordi vetusti. Niente nuovi investimenti per nuovi interventi.

Si promettono prestiti ad un tasso agevolato per 5 miliardi di euro complessivi per favorire l’acquisto di nuovi macchinari da parte delle imprese, con un massimale fino a 2 milioni di investimenti per ciascuna azienda.
Serviranno a sostenere l’export, che è l’unico settore in attivo che abbiamo, oppure faranno la stessa fine di tanti contributi europei del passato, oggi capannoni vuoti, agriturismi deserti, aziende agricole in passivo, false fatturazioni eccetera?

In tema di giustizia, viene introdotta la mediazione obbligatoria nei contenziosi civili, con la previsione di smaltire un quarto delle pratiche arretrate, che sono oltre un milione.
Arriva la Common Law, finalmente. Non è proprio la Common Law, bisognerà vedere come funzionerà l’arbitrato e con quali poteri, ma è piuttosto improbabile che possa avere successo se “si farà reclutando 400 giudici onorari, che lavoreranno guadagnando 200 euro a sentenza”, come annuncia il ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri. Si tratterà, a quanto pare, di meritevoli neo laureati in giurisprudenza con stage presso tribunali e Corti d’appello …

Si annunciano sgravi energetici per le famiglie o, meglio, per l’energia elettrica prodotta con impianti alimentati da fonti rinnovabili e “assimilate”, come conferma il ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato, che annuncia «misure che consentono di ridurre le bollette energetiche degli italiani di 550 milioni, con l’utilizzo del biodiesel e con la modifica del Cip6».
Nei grandi cenri urbani, dove vive gran parte degli italiani, il problema ‘bolletta’ resta.

E’ anche previsto un investimento straordinario di edilizia scolastica finanziato dall’Inail fino a 100 milioni di euro all’anno dal 2014 al 2016.
Una miseria, considerato che gli edifici sono almeno 50.000 e che, fino a pochi anni fa, in Legge Finanziaria, veniva inserito un ‘fondo’ di 500 milioni di euro a cui gli Enti Locali potevano attingere.

Come anche è annunciato lo sblocco del turn over nelle Università, fino al 50%.
Apparentemente una norma contro i ‘baroni’ e a favore dei ‘precari’. In realtà, è un maggior costo per l’INPS e consolida la spesa di personale delle Università, a tutt’oggi un po’ sprecone, come le statistiche dimostrano … se, poi, tra i ‘precari’ si annidassero un tot di ‘nepoti’, il quadro sarebbe completo, visto che noi li assumiamo a vita ed all’estero i professori ed i ricercatori hanno tutti contratti a termine.

Ed arriva il pagamento di un indennizzo da parte degli uffici pubblici inadempienti nei confronti di un cittadino.
Una norma che, si spera, inciderà su tanti andazzi, visto che pagare un indennizzo per ‘negligenza’ comporterà – gioco forza – la rilevanza giuridica per maggiore spesa erariale. Ci sarà, dunque, da intervenire sulla disciplina del pubblico impiego, sui contratti di lavoro della P.A. e delle scuole, sui poteri ed i doveri di quadri e dirigenti. Chissà se Enrico Letta ha messo in conto l’urgenza di intervenire di concerto con i sindacati dei dipendenti pubblici …

Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare.

originale postato su demata