Il 21 settembre le agenzie battevano la notizia che il Decreto Fare dirotterà i 256 milioni di euro destinati alla realizzazione della prima tratta autostradale della San Vittore – Termoli a beneficio dell’adeguamento della strada Statale 372 che collega San Vittore – Caianiello a Benevento.
Pochi giorni dopo, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Sabrina De Camillis, ha precisato: “Ho incontrato il ministro Lupi, che si è subito adoperato convocando i tecnici del suo Dicastero per affrontare la questione e decidere se apportare una modifica normativa o dare, per la soluzione del problema, solo un’interpretazione tecnica.”
Fatto sta che i 256 milioni – che sarebbero serviti per collegare, aggirare e superare Isernia – nel bilancio di spesa al momento non ci sono e qui si rischia di scatenare una guerra tra poveri con i molisani ‘defraudati’ dai campani ‘scippatori’.
Ma la questione non finisce qui.
Fino a ieri c’era da rendere la cosiddetta Trignina una vera superstrada e la Trignina non è una strada qualunque: è una ‘via mercantile’ che esiste dal Paleolitico e che collega l’Adriatico al Tirreno, tramite la quale ‘da sempre’ le merci partivano dalle coste del mar Baltico per arrivare a Barcellona, Tunisi e Marsiglia tramite Napoli.
Una ricchissima via mercantile, di cui Venezia e Napoli detenevano le ‘stazioni di servizio’ e su cui fondarono fortune e ricchezze.
Un’arteria mediterranea che fu deviata con l’Unità d’Italia sulla Via Salaria (e oggi sulla Roma- Firenze – Bologna), determinando l’espansione e le fortune di queste città. Non a caso oggi la Trignina è una buca tutta curve, mentre la Roma-Pescara è un monumento alla cementificazione sprecona ed alla deturpazione ambientale.
Inutile precisare che, se la Trignina decollasse, la quantità di TIR che farebbero la spola tra Adriatico e Napoli-Salerno sarebbe molto più elevata, mentre con la Trignina a pezzi, si avvantaggiano Roma e Bologna, mentre il ‘danno’ arriva fino a Barcellona e Marsiglia.
Utile, invece, sottolineare che la futura San Vittore (Caianiello) – Benevento – Bari, manterrebbe i porti di Salerno e Napoli al guinzaglio come prima, mastelliana e demitiana.
Oltre al rischio che, dopo la Terra dei Fuochi nell’agro casertano-napoletano, la Camorra abbia intenzione di trasformare anche gli scavi della Caianiello – Benevento in un’enorme discarica illegale.
S’era parlato del governo Letta come un ‘manuale Cencelli’ rivisitato, eccone un’ulteriore prova e, come al solito, la ‘questione campana’ viene risolta con la ben collaudata ‘polpetta avvelenata’.

Clemente Mastella e la moglie Sandra Lonardo
Una manciata di centinaia di milioni in appalti e cemento ed un po’ di svuluppo per una provincia poco popolosa e poco lucrativa come benevento, in cambio di un’arteria che bypassa Napoli e Salerno, dove vive la maggior parte dei campani e dove servirebbe davvero un ricco flusso di merci da ricevere e distribuire nel Mediterraneo.
Non a caso il 18 gennaio 2008 è stata costituita “Autostrada del Molise S.p.A.”, una società mista Anas Regione Molise, con l’obiettivo di realizzare il nuovo collegamento autostradale Termoli-San Vittore. Come recita il sito dell’ANAS, “il nuovo collegamento autostradale, con un tracciato di circa 150 km, che si svilupperà in due tratte: San Vittore-Venafro-Isernia-Bojano-Campobasso e Bojano-Termoli, e prevede la realizzazione di due corsie per senso di marcia, più corsia di emergenza; 121 viadotti (per complessivi 40,3 km); 15 gallerie (per uno sviluppo lineare complessivo di 11,8 km); e 35 svincoli di collegamento con la viabilità esistente.”

Viadotto della Diga del LIscione – Termoli
Una stupenda Autostrada dei Laghi per il nascente turismo del Molise e per quella rete di aziende che si snoda lungo la Trignina azzerata in cambio delle terre dei Briganti violate da cavalcavia e sottopassi inutili – visto che Benevento fa 60.000 abitanti e la provincia in tutto supera di poco i 250.000) per una tratta che serve solo a collegare Roma a Bari?
originale postato su demata
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