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TAV Torino-Lione: cosa hanno veramente scritto i tecnici

13 Feb

Giorni fa Il Fatto Quotidiano, annunciava che che i costi dell’ Alta Velocità Torino-Lione sono pari a circa 12 miliardi, stando alla capillare Relazione tecnico-giuridica  dell’Avvocatura Generale dello Stato

Documento tecnico, ma interessantissimo, se si conclude ricordando tra le ricadute internazionali di un recesso italiano sono da considerare anche le incognite pesantissime sia per  “l’esercizio della rivalsa dello Stato francese nei confronti dello Stato Italiano” sia per “il Grant Agreement del 2015 che prevede come l’INEA possa recuperare gli importi impropriamente pagati, oltre a sanzioni amministrative quali l’esclusione, per 5 anni, da tutti i programmi di sovvenzioni europee e sanzioni finanziarie per un ammontare ricompreso tra il 2% e il 10 % del contributo”.

Dunque, il costo dell’opera realizzata sembra ormai essere cosa certa e sarà certamente inferiore a quanto andrà reso, con interessi e danni, a chi giustamente vorrà recuperare ciò che ha investito nell’opera per cui lo Stato si è impegnato.

Chiarito questo aspetto essenziale, andiamo ai ‘benefici’, che sono analizzati e stimati in un altro documento, l’Analisi costi-benefici del nuovo collegamento ferroviario Torino – Lione . dove leggiamo che gli esperti del Ministro Toninelli negano che i benefici saranno superiori ai costi, con uno sbilancio di almeno 5,7 miliardi, che potrebbe anche arrivare a 8 miliardi, detto in due parole.

Per porsi domande su queste conclusioni degli esperti del Ministro Toninelli basta dare un’occhiata da profani a questi quattro grafici che loro stessi hanno pubblicato.

Ecco cosa riporta l’Analisi costi-benefici del nuovo collegamento ferroviario Torino – Lione voluta dai Cinque Stelle come previsioni per il 2040:

Andamento del traffico e della capacità delle merci TAV Torino-Lione
1- un Andamento del traffico e della capacità delle merci di oltre 50 milioni di tonnellate, rispetto alla manciata che oggi transita;

Andamento del traffico passeggeri TAV Torino-Lione

2- un Andamento del traffico passeggeri di circa 13 milioni di lunga percorrenza, cioè quasi il triplo dell’attuale e più di 7 milioni di regionali, cioè quasi il doppio di oggi;

Costi a finire e benefici annuali TAV Torino-Lione

3- i “costi a finire e benefici annuali” per muovere un traffico del genere saranno di ben 800 milioni di euro … di utili annui, manutenzione inclusa;

Emissioni totali di ossidi di azoto TAV Torino-Lione

4- le emissioni totali di ossidi di azoto nel 2030 saranno ridotte del 77-80% rispetto al 2016.

Dunque, i flussi di merci ci sono, i passeggeri anche, gli utili arriveranno dopo un ventennio, come per tutte le ferrovie, e tra camion e treni non c’è confronto riguardo le emissioni, ma questo lo sapevamo già.

Allora i tecnici sono impazziti? Neanche questo, basta arrivare alle conclusioni dell’Analisi per scoprire che, come preannunciava questo blog, anche per il Gruppo di Lavoro sulla valutazione dei progetti il problema che va a crearsi con la TAV Torino-Lione sta altrove e, cioè, nelle perdite complessive del sistema Mobilità: se treni e navi sostituiscono i TIR … altri comparti ne soffriranno.

Sono gli stessi tecnici del Ministro Toninelli a spiegarci che, nonostante “un beneficio positivo pari a 1,3 miliardi di euro dal traffico passeggeri”,  l’effetto negativo – secondo loro sia chiaro – di una TAV Torino-Lione si determina perchè 

  1. “lo spostamento modale dalla strada alla ferrovia risulta essere socialmente inefficiente” e “i flussi di traffico su ferrovia esistenti  sono di entità molto modesta sia in termini assoluti sia rispetto a quelli che dovrebbero cambiare modo“, cioè ci sarà un esercito di autisti, benzinai, ristoratori, riparatori, venditori eccetera che dovranno cambiar lavoro
  2. “in una situazione in cui il trasporto merci stradale sarà ipertariffato” questo comporterà la “perdita di accise” per Stato e Regioni e, infatti, per compensare i costi del trasporto merci stradale ipertariffato già si prevede di ridurre “per un pari importo i pedaggi previsti per l’utilizzo dei trafori del M. Bianco e del Fréjus“.

Tutto scritto dai tecnici : perchè il ministro Toninelli ed il Governo tutto continuano a dire che la TAV non s’ha da fare? 

Demata

Salvini: un’immunità che non conviene a nessuno

30 Gen

A quanto sembra fa paura davvero quello che è scritto nelle 50 pagine depositate dai magistrati riguardo il sequestro di persona dei naufraghi imbarcati sulla nave militare Diciotti: una nave militare addetta al soccorso in mare che viene interdetta allo sbarco dei naufraghi, mentre a Catania erano pronti ad applicare le normali procedure, “manifesta il carattere illegittimo della conseguente condizione di coercizione a bordo patita dai migranti” , scrivono i magistrati.

Infatti, almeno secondo logica prima avviene lo sbarco, poi l’identificazione definitiva e la messa in sicurezza, infine si apre la questione della relocation.

Giorno memoria: le celebrazioni al Quirinale

Foto Ansa

Nessuno – benchè meno Matteo Salvini – vorrebbe trovarsi con una condanna in primo grado per sequestro di persona (da tre a quindici anni nel caso dei minore di anni quattordici) e … poi l’Appello e poi la Cassazione, specialmente se si è anche  segretario federale di un partito che ‘vanta’ una pendenza di ben 49 milioni di euro per danni dello Stato.

Il problema nel problema è che con l’immunità il processo è solo sospeso e la prescrizione per un reato è pari al tempo di pena massima previsto più un quarto (15 anni + circa 4). Dunque, arriverà nel lontano 2037: Matteo Salvini (classe 1973) comunque avrà la spada di Damocle di dover essere rieletto in una delle due Camere italiane fino all’età di 65 anni, sempre sperando che in vent’anni non cambi qualche regola sull’immunità dei parlamentari.

In ambedue i casi una situazione molto scomoda e rischiosa, senza parlare del fatto che non è una cosa semplice rimanere ministro con un’accusa di sequestro plurimo di persona che è solo sospesa per via dell’immunità , se … tutti i pubblici impiegati sono soggetti alla sospensione cautelare in caso di procedimento penale  ….

Allo stesso modo, il M5S non avrebbe giustificazioni verso i propri elettori nel mantenere un “privilegio della casta” – l’immunità – proprio riguardo le decisioni di Matteo Salvini che una parte degli stessi grillini non condividevano: Di Maio, Toninelli e Conte apparirebbero come coloro che hanno messo da parte i principi fondamentali del Movimento, pur di governare con Matteo Salvini, il duro e puro che ha fermato l’invasione scafista, cioè la fine del Movimento Cinque Stelle e la nascita di partito vero e proprio.

E non è che dal lato della Lega andrà meglio, dato che l’immunità per Salvini accentuerebbe ancora di più l’unica immagine che offre agli elettori, cioè quella di estrema destra xenofoba con tanto di alleanze con Kacinsky, Orban e Le Pen.

Viceversa, inviando Matteo Salvini a processo, come accadrebbe a qualunque cittadino, i Cinque Stelle salverebbero faccia, elettorato e unità, la Lega potrebbe continuare ad attrarre elettori di centrodestra, il Governo del ‘Cambiamento’ ne guadagnerebbe in autorevolezza e, tenuto conto che gli Interni si renderebbero vacanti, si perverrebbe a quel “rimpasto di governo e tagliando del contratto” che il Premier Conte sollecitava già il 29 dicembre scorso.

Ed il processo sarebbe un’ottima tribuna mediatica per Matteo Salvini, che non ha nulla da temere, anzi solo da guadagnare, se è convinto delle sue buone ragioni e della legittimità dei propri atti. 

Demata

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Come voterà la Giunta del Senato non è dato saperlo, ma gli inviti a ben riflettere sul potenziale ‘collasso’ della situazione politica arrivano da più parti, di cui alcuni di seguito tra i più interessanti.

Intanto, riguardo il salvataggio a Cinque Stelle e la storia della responsabilità collettiva e dunque ‘politica’, ci sono delle vistose falle, se – come sottolinea Alessandro De Angelis, vicedirettore di L’Huffington Post – “i Cinque Stelle, politicamente parlando, sostengono che Salvini ha agito in modo collegiale rispetto al governo, e dunque sulla base di un interesse nazionale, ma lo spediscono col loro voto davanti ai giudici per sequestro di persona.
Rischiando poi di finirci anche loro, perché potrebbero essere chiamati in correità ai sensi dell’articolo 100 del codice penale Di Maio, Toninelli e Conte, se hanno avuto una responsabilità nel verificarsi dell’evento. Prima ancora che a una eventuale crisi di governo, siamo di fronte a una crisi della logica“.

 

Roberta Lombardi, Deputata M5S uscente e consigliere della Regione Lazio scrive oggi con  grande lucidità che “votando favorevolmente all’autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini, il M5S e la Lega hanno una grande opportunità:

  • il M5S di confermare e rafforzare la propria identità ribadendo che su etica e legalità non facciamo sconti a nessuno né all’interno delle nostre fila né tanto meno a un nostro alleato di Governo
  • la Lega, e Salvini in primis, di dimostrare che non ha nulla da temere perché ha piena fiducia nel proprio operato, senza doversi così rimangiare la parola data rispetto a quanto dichiarato inizialmente sulla sua disponibilità a sottoporsi al giudizio della magistratura
  • il Governo del Cambiamento di dare, nel suo complesso, una nuova prova di tenuta e di convergenza d’intenti e di valori”. Viceversa, “Salvare Salvini ci costerà caro”.

 

Del resto il Fatto Quotidiano ha ben spiegato che “dopo l’insediamento del nuovo governo, il senatore Matteo Salvini, nella sua qualità di ministero dell’Interno, pur rimanendo inalterata la procedura amministrativa” per assegnare il Pos (Palce of safety) “ha ritenuto di dare seguito a un proprio convincimento politico, che aveva costituito uno dei cardini della campagna elettorale quale leader del partito della Lega, secondo cui i migranti giunti nel nostro territorio nazionale non sbarcherebbero in Italia bensì in Europa con la conseguenza che il correlato problema dell’accoglienza dovrebbe essere gestito a livello europeo, con una ripartizione degli Stati membri dell’Ue … Dunque l’unica vera ragione che ha indotto il ministro a non autorizzare tempestivamente lo sbarco è da rinvenire nella sua ‘decisione politica’ di attendere l’esito della riunione che si sarebbe tenuta” il 24 agosto al livello europeo per il caso”.

 

Un mondo e un metodo che non piace ai nuovi ‘giovani’, come scrive Linkiesta, se al Nord “c’è una generazione nuova, quella cresciuta con l’Erasmus, con i voli low-cost, internet, che i primi soldi che ha guadagnato erano euro che si affaccia anche nel mondo dell’impresa e che potrebbe essere in prima linea per la riscossa dell’Italia.”
E sono “quel quel popolo delle Partite Iva e sedotto dalla Flat Tax, che davanti alla disumanità ha deciso di non voltarsi dall’altra parte“, ad esempio inviando proprio alla Sea Watch beni di prima necessità prodotti nelle loro aziende …