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Ecco come il Meridione divenne povero

5 Dic

(tempo di lettura 2-3 minuti)

Quando lo Stato italiano prese Roma arrivò anche l’ora di saldare gli enormi debiti contratti dai Savoia in quarant’anni per conquistare un territorio grande dieci volte il Piemonte.

Un problema risolto con l’introduzione della cartamoneta, tramite la quale lo Stato italiano obbligò tutti i cittadini a riconsegnare la moneta metallica.

Le somme raccolte nelle Due Sicilie equivalsero a circa 10 volte quelle versate nel resto d’Italia, oltre 440 milioni di Lire in oro, ma al cambio imposto con Regio Decreto Sabaudo del 17 luglio 1861, n. 452.

In pratica, i Ducati partenopei avevano un tenore molto più elevato della Lira sabaudo-italiana: 19,9 grammi di oro fino rispetto a soli 4,5 con un rapporto di cambio interno fissato a 4,25.

Ma dal 1859 al 1862, quando le varie valute preunitarie vennero sostituite dalla Lira di carta, il prezzi internazionali dell’oro e dell’argento erano mutati e quando i cittadini duosiciliani andarono a cambiare i propri averi, il rapporto lira / ducato era di 4,577 (+10%).

A questa enorme massa d’oro convertita senza l’aggiornamento dei valori metallici si aggiunsero altrettanto enormi quantità di argento e rame, derivanti dai Mezzi Ducati e le Mezze Piastre d’argento, oltre che dai Tarì, i Carlini, i Tornesi.

Una spoliazione del Meridione e dei meridionali, già privati della flotta e delle miniere, se dal Sud arrivarono i 9/10 del patrimonio mobiliare italiano originario, purtroppo, utilizzati in larga parte non per far nascere una Nazione, ma per saldare i creditori (esteri e non) per i tanti debiti contratti dalla corrotta corte sabauda.

Cifre eclatanti, visto che 2.000 tonnellate sono pari a 70,5 milioni di once d’oro.
Una quantità di oro enorme, che se fosse stata requisita nel 1947 sarebbe equivalsa a migliaia di miliardi di euro odierni, secondo l’Istat in termini di rivalutazione finanziaria: figuriamoci quanto doveva valere nel 1861 il patrimonio dei cittadini meridionali.

Verrebbe da credere – ricordando chi erano i creditori dei Savoia e dove avevano i loro interessi – che una discreta fetta dell’industrializzazione esplosa a Lione e Detroit in quegli anni … sia stata ‘finanziata’ con l’oro delle Due Sicile.

Fu un caso che il socialista napoletano Arturo Labriola sostenne che i grandi capitali non hanno origine dallo sfruttamento quanto dalle spoliazioni?

Leggi anche dal Sole24Ore ‘Gli eurobond che fecero l’Unità d’Italia quando il Regno di Napoli era come la Germania

Demata

L’oro delle Due Sicilie, le prove di una spoliazione

10 Set

Subito dopo la presa di Roma, con l’introduzione della cartamoneta, lo Stato italiano obbligò tutti i cittadini a riconsegnare la moneta metallica.  Dal Meridione arrivarono oltre 440 milioni di Lire in oro, che, al cambio imposto dai Savoia, equivalevano nominalmente al 4,25 Ducati partenopei.
Le somme raccolte nelle Due Sicilie equivalsero a circa 10 volte quelle versate nel resto d’Italia, ma, come vedremo l’entità effettiva di quell’oro ed i suo valore di mercato erano enormemente superiori.

Dicevamo dei Ducati partenopei che erano circolanti ed avevano un tenore in oro molto più elevato: una moneta da un Ducato ‘conteneva’ 19,9 grammi di oro fino, mentre una Lira sabaudo-italiana ne conteneva solo 4,5. Il cambio ufficiale fu imposto con Regio Decreto Sabaudo del 17 luglio 1861, n. 452, poi assorbito dalla legislazione italiana.

Una enorme massa d’oro, cui si aggiunsero altrettanto enormi quantità di argento e rame, derivanti dai Mezzi Ducati e le Mezze Piastre d’argento, oltre che dai Tarì, i Carlini, i Tornesi.

Una ricchezza spropositatamente enorme, come vedremo, che prese le vie di Roma, Torino e Venezia, ma anche quelle di Inghilterra, Francia e Stati Uniti, dove risiedevano i creditori dei tanti debiti contratti dalla corrotta corte sabauda. Le poche opere realizzate con quelle somme furono l’edificazione ex novo di Roma Capitale, la bonifica delle risaie piemontesi, il ripristino della Via Salaria (indispensabile per azzerare il commercio meridionale).

Un’altra prova, dunque, del saccheggio e della spoliazione del Meridione e dei meridionali, attuata con l‘introduzione della cartamoneta, visto che dal Sud arrivarono i 9/10 del patrimonio mobiliare italiano originario, purtroppo, utilizzati in larga parte non per far nascere una Nazione, ma per saldare debiti pesantissimi e sanare le diffuse malegestioni degli avidi funzionari.

Preso atto dello scempio di un popolo e di una ricchezza, dobbiamo chiederci a quanto oro equivalevano quelle Lire e quanto varrebbero oggi, rivalutandole.

 E qui viene il bello. O meglio l’orrido.

Infatti, 440 milioni di Lire in oro dovrebbero equivalere ad un peso di 1980 milioni di grammi d’oro, cioè 1.980 tonnellate d’oro. Purtroppo, se consideriamo che erano, in realtà, Ducati computati come Lire in oro, di tonnellate ce ne ritroviamo quasi venti volte di più, cioè 37.213.

Un calcolo che tutti possono fare.
Nel primo caso, moltiplichiamo le lire per quanti grammi d’oro contenevano. Nel secondo, convertiamo le lire in ducati e solo dopo moltiplichiamo per i grammi di oro fino contenuto. L’esito dovrebbe essere identico, ma non lo è. Incredibile, vero?

Cifre eclatanti, sia nel primo caso  – 2.000 tonnellate pari a 70,5 milioni di once d’oro – che nel secondo, per 37.000 tonnellate pari a 1.305 milioni di once.

Ma c’è dell’altro: se convertiamo le once in euro odierni e poi li rivalutiamo, ne viene fuori una scoperta sorpendente.

Infatti, 70 milioni di once equivalgono a circa 100 miliardi di euro, mentre 1300 milioni di once si convertono in circa 10 miliardi di valuta europea.
Ebbene, utilizzando il servizio ISTAT per la rivalutaizone finanziaria, scopriamo che – considerando solo il periodo 1947-2012 – nel primo caso (2000 tons di oro) il valore sarebbe stato nel 1947 di ben oltre 4.800 miliardi di euro, mentre nel secondo (37000 tons d’oro) parleremmo di 8.500 miliardi.

Figuriamoci a che somme si possa arrivare nel rivalutarli fino al 1872. Decine e decine di migliaia di miliardi odierni, forse centinaia di migliaia di miliardi. Il valore dell’intera Europa, forse.

Un’iperbole che diventa dubbio legittimo, se consideriamo che le attuali zone ricche d’Europa non erano affatto così benestanti, operose e frequentate fino a 150 anni fa, mentre, da quanto raccontano le documentazioni che emergono via via dall’oblio, gran parte della ricchezza d’Europa era prodotta e concentrata in Campania e Sicilia, nelle Fiandre e nel Galles, in Ungheria ed in Boemia.

Tutto un caso oppure fu spoliazione ed annientamento etnici? Durante il XIX Secolo avvenne un secondo saccheggio dell’Impero Romano d’Oriente (Ottomani e Due Sicilie), dopo quello del 1200, ad opera degli stessi popoli?
Anzi, verrebbe da credere – ricodando i crediti vantati dal ramo Savoia Aimone migrato in USA e quello che accadde nell’arco di 20 anni nel Mediterraneo turco e negli Stati Confederati USA – che l’intero industrialesimo e la nascita stessa del Capitalismo moderno siano stati ‘finanziati’ con l’oro delle Due Sicile e della Sacra Porta.

Fantasie? Forse. Fatto sta che le prove iniziano ad essere evidenti e, probabilmente, ebbero ragione gli oppositori di Karl Marx, come il napoletano Arturo Labriola, nel sostenere che i grandi capitali non hanno origine dallo sfruttamento quanto dalle spoliazioni.

Cosa, quanto e come intendono l’Italia e l’Europa restituire al Meridione d’Italia oppure, nonostante le denunce pendenti a L’Aia per i crimini di guerra sabaudi, anche per il prossimo secolo ci verranno imposti i ‘tarallucci e vino’?

Leggi anche dal Sole24Ore ‘Gli eurobond che fecero l’Unità d’Italia quando il Regno di Napoli era come la Germania

Demata

Meridionali di tutto il mondo, unitevi!

16 Lug

L’autore di questo blog si associa all’appello “Schietti, orgogliosi, allegri, mediterranei” (link), inviato dal Partito del Sud a tutti i meridionali ed a Pino Aprile, l’autore di ‘Terroni’.

Del resto, come possiamo dar fiducia, almeno noi meridionali che viviamo al Sud od altrove, ad un governo i cui ministri rappresentavano, fino a pochi mesi fa, gli interessi degli ‘eredi’ dei saccheggiatori del Meridione e degli ‘speculatori storici’, ovvero la Compagnia di San Paolo, Unicredit, le ‘cooperative’ bianche e rosse, lo IOR ed i vecchi ‘latifondisti’.

E come non riconoscere – ancora oggi come fece Francesco Saverio Nitti quasi 100 anni fa – nel sistema sprecone di overtaxing ed appalti pubblici sabaudo la matrice originaria del dissesto italiano, ampiamente confermata nell’inefficienza e nel carrierismo ‘storici’ dei suoi funzionari. Un sistema di opere pubbliche e di amministrazione pubblica elefantiaca, finalizzato, sotto i Savoia, al mantenimento di un’economia imperialistica e di ‘complesso industrial-militare’ ante litteram ed, oggi, necessario al trasferimento di risorse, centralità e know how verso gli stessi terminali di allora: Torino, Roma, Bologna.

Infine, come non ricordare che prima venne massacrato o deportato chiunque esitò nel ‘sentirsi italiano’, ad esempio inginocchiandosi al passaggio dei soldati sabaudi, poi vennero portate vie le terre demaniali e tanto, tantissimo, oro e poi ancora fu l’ora del trasferimento delle industrie e delle relazioni commerciali, dopo ancora si spostarono le ‘risorse umane’ … finchè, grazie a mafia, camorra e ndrangheta, venne realizzato il sistema d’oppressione perfetto: oggi si lucra sulla manifattura a basso costo, sull’agroalimentare mandato la macero, sull’immondizia da trasformare (altrove) in oro nero, sull’evasione fiscale ed il denaro sporco.

I motivi dell’adesione sono ‘ovvi’, visto che questo blog è uno tra quelli che hanno dato maggiore attenzione all’emergenza ‘immondizia’ in Campania e che hanno denunciato, anche sui media e nelle sedi internazionali, il dovere per lo Stato Italiano ad intervenire. (link1) (link2)

Dicevamo di un ‘appello ai Meridionali’, che sta raccogliendo una notevole messe di qualificate adesioni, che può essere sottoscritto inviando una mail a info@partitodelsud.eu .

Le celebrazioni organizzate per i 150 anni hanno un merito: aver portato l’attenzione sulle statistiche, con la Banca d’Italia costretta ad ammettere che l’area di Napoli aveva un Pil del 40% superiore alla media nazionale. E se da +40% scivoli fino a -40% non può essere per responsabilità interne: è perché hai ceduto alla forza.
Ma il vento sta cambiando e dopo Gaeta oggi Napoli è libera da ceti politici eterodiretti. Ciò incoraggia chi crede che ogni comunità possa scegliere la propria strada, senza aspettare un placet.
 
E’ il momento di osare.
Va promosso un movimento che abbia a cuore gli interessi delle Terre del Sud.
Libero e democratico, certo, ma soprattutto schietto, orgoglioso, allegro, mediterraneo.
Un movimento aperto, ma che tenga fuori chi ha governato a braccetto con partiti nordisti e oggi magari cerca di riverniciarsi.
Un movimento che punti nelle elezioni del 2013 a una rappresentanza diretta in Parlamento e che subito dopo apra, città per città, una fase costituente, perché i giovani del Sud possano contare in Europa senza esser costretti a lasciare le proprie Terre.
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Alea jacta est. Meridionali di tutto il mondo, unitevi!
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Post Scriptum: per chi volesse tenersi aggiornato, il Partito del Sud ha una sua pagina Facebook (link) ed un proprio blog (link) .

originale postato su demata

Secessione, secessione!

18 Set

18 settembre 2011, “Festa dei popoli padani”, ecco l’intervento di  Umberto Bossi, ministro della Repubblica Italiana, accolto dalla platea padana al grido di «Secessione, Secessione».

«Come si fa a stare in un Paese che sta addirittura perdendo la democrazia giorno per giorno? Se qualcuno pensa che il fascismo è finito mi sembra sia ritornato con altri nomi e altre facce».

«Bisogna trovare una via democratica forse referendaria perchè un popolo importante e lavoratore come il nostro, non può essere costretto a continuare a mantenere l’Italia. D’altra parte, se l’Italia va giù la Padania va su. Bisogna trovare la strada perchè la gente non ne può più, ma io sono per trovare la via democratica».

La soluzione “democratica” del leader della Lega Nord?

«La soluzione è la secessione. Piano piano, non possiamo illuderci di fare senza la secessione. Dobbiamo avere la forza per ottenere la nostra libertà. L’Italia attuale è uno schifo».

Ancora più “rassicurante” per l’Italia e gli italiani, è il Ministro dell’Interno, Roberto Maroni: «Il governo non è un mezzo ma un fine per combattere la nostra battaglia sul federalismo e ci saremo fino a quando ce lo dirà Umberto Bossi». Dopo di che le barricate?

Così la Lega Nord mostra il suo vero volto e ribadisce il suo progetto antitaliano, cogliendo due piccioni con una fava, ovvero delegittimando ulteriormente il Governo della Repubblica Italiana, dove certamente non può esserci posto per dei ministri dichiaratamente secessionisti.

E’ davvero incredibile che in questi 15 anni un partito secessionista, minoritario e rappresentatosolo in poche regioni, abbia avuto tale potere di veto e di governo, sia durante le legislature berlusconiane sia durante il breve governo di Massimo D’Alema, che volle la riforma del Titolo V della Costituzione che, insieme al Mattarellum, ha reso ingovernabile l’Italia.

«Molti dei nostri sono morti durante la Prima guerra mondiale per un paese democratico, ma se sapessero lo schifo di Paese che c’è oggi avrebbero sparato dall’altra parte», l’ha detto Umberto Bossi, ma dovremmo dirlo noi, i nipoti dei Ragazzi del ’99, che dal Sud accorsero in massa alla chiamata dell’Italia per fermare l’oppressore sul Piave sotto il comando di un generale napoletano, Armando Diaz.

Fortunatamente, noi ci sentiamo ancora italiani.

Un’Italia ordinariamente razzista

8 Set

Mentre i Neonazisti tedeschi superano il 6% dei consensi ed iniziano ad avere una presenza in molti Lander ed amministrazioni, arriva il monito del Consiglio d’Europa verso i politici che usano “slogan razzisti”.

E’ il Commissario per i diritti umani dell’organizzazione internazionale, Thomas Hammarberg, a lanciarlo: “È arrivato il momento per l’Italia di sviluppare con vigore le disposizioni del codice penale relative ai reati di matrice razzista per arginare il continuo uso di slogan razzisti da parte dei politici”.

Infatti, secondo i monitoraggi che l’Unione Europea attua periodicamente, in Italia, poco è stato fatto negli ultimi tre anni dalle autorità italiane nel garantire il rispetto dei diritti umani di rom e immigrati. Tra l’altro, le autorità italiane non hanno ancora affrontato la situazione di molti apolidi Rom arrivati in Italia dall’ex Yugoslavia e dei loro discendenti, che sono ormai quasi 15.000.

Hammarberg ha manifestato forte preoccupazione per gli slogan politici razzisti e xenofobi e per l’assenza di misure efficaci per contrastare questo fenomeno, comprese iniziative di autoregolamentazione da parte dei partiti politici e la vigorosa attuazione delle leggi contro i reati legati al razzismo.

Intanto, come volevasi dimostrare, le prime pagine dei giornali parlano della Lega e del Giro della Padania, ma non degli insulti lanciati via radio da un “esemplere leghista”, il deputato Torazzi. I Presidenti del CSM e della Camera tacciono, come tacciono il leader dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, ed il capogruppo dei senatori del Partito Democratico, Anna Finocchiaro, ambedue meridionali ed ex magistrati.

Eh già, perchè a tollerare gli atteggiamenti razzisti, va a finire che ci si abitua … l’Olocausto è iniziato così e così è stato per tutte le pulizie etniche e le colonizzazioni della Storia, ma questo gli italiani proprio non vogliono capirlo.

Alberto Torazzi, un esemplare leghista

7 Set

Alberto Torazzi è il capogruppo del Carroccio alla Camera per la Commissione attività produttive. E’ tra i primi 200 deputati per “produttività”, secondo i paramentri della Camera, che però tengono conto principalmente delle presenze e non, ad esempio, delle proposte di legge approvate (o bocciate) e del tempo consumato a tale scopo.

Anche grazie al suo voto le Provincie non sono state soppresse, il Ministro Bondi rimase al suo posto dopo il disastro di Pompei, alla Procura di Milano fu negata la competenza nel caso Ruby-Berlusconi, l’aggravante di omofobia o di razzismo è stata esclusa dai codici, l’acqua fu privatizzata, è passata la vergognosa legge per il terremoto in Abruzzo, sono stati rinnovati gli incentivi “industria e quote latte”, abbiamo salvato banche ed Alitalia-CAI, abbiamo approvato il Lodo Alfano e le “ronde”, abbiamo abbandonato Napoli all’emergenza rifiuti con la Legge 126 del 2008.

Ed è sua una singolare proposta di legge per “il trasferimento delle funzioni amministrative relative al personale della scuola alle regioni” …

L’On. Torazzi è nato a Milano il 16 agosto del 1963, è un ingegnere meccanico, esperto del settore “automotive”, almeno secondo quanto afferma lo stringato curriculum sul sito della Camera.
A dire il vero, in rete c’è pochissimo su di lui e questa è una cosa davvero singolare per un ingegnere meccanico, esperto del settore “automotive” …

L’unica cosa che, noi elettori, possiamo sapere di lui è che, nel 2007, viene candidato al Comune di Crema dalla Lega Nord Padania, ma, nonostante sia il quarto della lista, non viene eletto. Ha più fortuna l’anno successivo, alle Politiche del 2008, quando nel Collegio Lombardia 3 (Cremona-Mantova-Pavia-Lodi) risulta essere il terzo eletto della Lega.
E’ davvero un po’ poco, considerato che tutti i dirigenti pubblici devono esibire on line curriculum e cartella esattoriale.
Ma il punto non è questo.

Il problema è che l’On. Alberto Torazzi ha, stamane, offeso e discriminato almeno 20 milioni di italiani, i Meridionali, tra cui numerosi suoi colleghi parlamentari ed, insieme a loro, anche le nostre Forze dell’Ordine, la Magistratura, per non parlare del Presidente della Repubblica (e del CSM), Napolitano di nome e di fatto.

Queste le sue dichiarazioni a Radio Padania Libera: “In Padania la mafia non esisterebbe, perché la nostra magistratura, che è fatta tutta di ragazzi del sud coi loro burocrati del sud, è un autentico groviera di informazioni: come fa uno a denunciare un mafioso se il mafioso, dopo tre minuti, lo sa perché viene informato da qualcuno, dagli amici? Perché questi sono così: qualcuno sarà codardo, qualcuno sarà venduto, qualcuno semplicemente facilone… Poi il magistrato, quando tornerà dalle ferie, quando avrà voglia, quando penserà che, interverrà, perché questa è la loro cultura, il loro modo di fare.”

Inoltre, sempre secondo l’ing. Torazzi, è “Maroni che ha arrestato tantissimi mafiosi”, mica i tanti e coraggiosi magistrati, carabinieri e poliziotti meridionali.
Il suo esempio sono i “sindaci coraggiosi, come Cesarino Monti e Gentilini, che hanno preso iniziative contro i mafiosi, contro il riciclaggio, contro gli islamici”. Peccato che lo stesso deputato leghista ricordi che “è però intervenuta la Corte Costituzionale” e che questa “è fatta tutta di ragazzi del sud che, putacaso, vengono da regioni mafiose”.

Non credo che l’ing. Alberto Torazzi abbia presente che un deputato della Repubblica si rivolge a tutto il corpo elettorale e non solo  i 177.799 cremaschi e lodigiani che hanno votato Lega nel 2008.

E c’è da temere che, dai banchi del Centrosinistra come dalle note testate giornalistiche, non partirà alcuna richiesta di dimissioni: non hanno aperto bocca neanche per i cori razzisti con i ministri della Lega a cantare …

Così andando le cose, ai Meridionali non resta che attendere fiduciosi l’intervento dei Presidenti del CSM e della Camera, cioè Giorgio Napolitano e Gianfranco Fini.