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Legge di Stabilità? No, è una patrimoniale

13 Ott

Oggi l’ANSA ha diffuso una lista delle principali misure contenute nella Legge di Stabilità. Un provvedimento che è anche una minipatrimoniale, che però colpisce solo lavoratori dipendenti e proprietari rurali, ed è anche un’ulteriore stretta sul welfare, dato che prevede un’ulteriore riduzione dei servizi per malati, anziani e bisognosi.

Riguardo gli aspetti ‘patrimoniali’, le norme più vistose sono:

  1. Aumento dell’IVA di due punti, di cui il primo decorre dal 2012 ed il secondo ‘si vedrà’. Una decisione che accentuerà la recessione, colpisce il settore terziario e creerà non pochi problemi, perchè ‘retrottiva’, con i gestori internazionali di vendite on line.
  2. Riduzione dell’IRPERF, una mossa che può essere di preludio, visto quanto finora fatto dal Governo Monti, per la concessione di maggiori poteri fiscali alle Regioni. Non illudiamoci.
  3. Tassazione dei Tfr, che non è altro che una tassazione ‘postuma’ sui redditi, che – si noti bene – colpisce chi non è ancora andato in pensione e che ha già subito notevoli ‘econonomie’ e dilazioni.
  4. Riduzione il tetto della deducibilità fiscale per le auto aziendali: una misura che contribuirà ad innalzare i costi aziendali ed a ridurre le vendite di auto di fascia medio-alta. Aggiungiamo che gli aumenti salariali aziendali saranno tassati nel 2013 al 10% entro il limite di 3.000 euro lordi e possiamo immaginare chi i colletti bianchi non voteranno assolutamente.
  5. Obbligo di rivalutazione del 15% per i redditi dominicali e agrari: una minipatrimoniale che colpisce solo le aree rurali del Paese.
  6. Tetto di 3.000 euro per la detraibilità fiscale: una misura che colpisce ‘i contribuenti più ricchi’, come li chiama il Corriere della Sera, ovvero quelli che dichiarano più di 15 mila euro l’anno. Più ricchi o meno poveri?

Andando ai servizi, gli interventi di maggior rilievo sono:

  1. Aumento dal 4 al 10% l’Iva sull’assistenza socio sanitaria offerta dalle cooperative sociali: una misura che colpisce direttamente i disabili, gli anziani ed i minori a rischio, gli operatori notoriamente sottopagati. Una misura iniqua che si abbina all’assoggettamento all’Irperf delle pensioni di invalidità e come le riduzioni stipendiali sui permessi previsti dalla legge 104/1992 per genitori e fratelli disabili.
  2. Sconto fiscale pari al 19% dell’imposta lorda per le erogazioni liberali al Fondo per l’ammortamento dei titoli di Stato, una norma che azzererà la contribuzione per il 5xmille, cassando tanti interventi socio sanitari e  tanta ricerca scientifica. Una batosta che si aggiunge ai ‘risparmi’ di 1,5 miliardi sulla spesa sanitaria per l’acquisto di beni, servizi e dispositivi medici.

Anche altre misure vanno a comporre questo patchwork chiamato ‘stabilità’ …

  1. Aumento definitivo delle accise sulla benzina e il gasolio: un balzello iniquo ed indecente, visto che include anche quella per il terremonto in Abruzzo, dove non è che si sia ricostruito granchè.
  2. Stanziati per il 2013, 1,6 miliardi per il trasporto pubblico locale, 800 milioni di euro per la RFI e 300 milioni per l’Anas. Speriamo solo che sia vero e … che gli autobus e  le vetture da acquistare saranno di produzione italiana.
  3. Aumento di 1 miliardo per i tagli lineari alle le regioni a statuto speciale, ma il budget delle Università potrà crescere del 3% all’anno e per alcuni enti di ricerca del 4%. 160 milioni per la Campania e quasi altrettanti per i comuni in fase di pre-dissesto finanziario. Una goccia nel mare.
  4. Vendita di beni demaniali attraverso fondi immobiliari, un’innovazione discutibile, visto che era finora stata evitata a causa della facilità con cui possano verificarsi sia il riciclaggio di denaro sporco sia svendite e speculazioni.
  5. 300 milioni di euro serviranno  “per far fronte agli oneri derivanti da transazioni relative alla realizzazione di opere pubbliche di interesse nazionale” (leggasi Ponte sullo Stretto), cosa di cui il Ministro Passera dovrebbe avere una chiara nozione provenendo proprio dalla banca che garantì in extremis i prestiti indispensabili  per avviare le opere.
  6. Tagli dell’illuminazione nelle strade, di cui non sembra siano quantificati gli effettivi risparmi. Ad ogni modo: degrado metropolitano, infortunistica stradale e malavita ringraziano. Aumenteranno anche i premi assicurativi?

Arriva anche la Tobin Tax? Sembra di si: secondo il Corriere della Sera “dal testo del provvedimento, che non può ancora considerarsi definitivo, emerge infine un nuovo particolare relativo alla tassa sulle transazioni finanziare. A pagare lo 0,05% sul valore del contratto saranno infatti «in parti uguali le controparti dell’operazione ». Compratore e venditore, dunque, divideranno il costo della Tobin tax.”
Un invito agli italiani ad investire sul ‘mattone’ od a tenere i propri risparmi sotto il materasso? Forse si.

Cosa aggiungere ad un quadro così fosco?
Che è ‘very impressive’ il dato che emerge da tutte le manovre di governo, susseguitesi nel corso degli ultimi 10 mesi.
Un dato che dimostra come si stia evitando accuratamente di toccare gli interessi acquisiti, ma non necessariamente eterni, di alcune categorie di italiani, che appaiono singolarmente omologhe agli attuali governanti: gli over-65 in buona salute, i redditi superiori agli 80.000 euro, gli apparati spreconi ed inamovibili, come le elite universitarie o bancarie.

Raining stones … mala tempora currunt.

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Legge di stabilità, il solito assemblage

10 Ott

La prospettiva verso cui sta navigando l’Italia è tutta in alcune norme contenute nella bozza di Legge di Stabilità, pubblicata da La Stampa: tagli accatastati alla meno peggio, sempre a carico delle componenti sociali più deboli, zero o quasi zero investimenti e crescita, flebili prospettive di riforma del Titolo V e dell’IRPERF, ma l’IVa aumenta.

Per non parlare di alcune norme per le quali si poteva davvero fare di meglio.

Parliamo, ad esempio, delle “controversie relative ai provvedimenti concernenti le procedure di affidamento di pubblici lavori, servizi e forniture” dove  per una causa dell’ordine di 1 milione di euro il contributo fissato è di soli 4.000 Euro, mentre per una controversia amministrativa da 10.000 Euro tocca un contributo solo dimezzato (2.000 euro).

Oppure dei ‘risparmi’ imposti agli enti nazionali di previdenza e assistenza sociale pubblici, “non inferiori a 300 milioni di euro annui, da versare entro il 31 ottobre di ciascun anno ad apposito capitolo dell’entrata del bilancio dello Stato.” Enti nazionali di previdenza e assistenza sociale pubblici  alimentati dai soldi accantonati mensilmente dei lavoratori. Risparmi a carico di diritti essenziali ed interessi legittimi che vengono spalmati su tutti gli aventi diritto, che abbiano, ad esempio, una pensione minima o ne godano una d’annata o privilegiata.

La spesa sanitaria già ridotta di 1.800 milioni di euro per l’anno 2013, viene ulteriormente decurtata di 1.500 milioni.  Un duro contenimento della spesa sanitaria (passando dal -12% a  -23% circa), non dotato di criteri, visto che, come sanno i malati, ogni Regione fa a modo suo. Malati che, a seconda della Regione, hanno accessi e cure o non li hanno. Il ministro Balduzzi ha annunciato che non è d’accordo e che si batterà, ma, intanto, prendiamo atto che le amministrazioni pubbliche – inserite nel conto economico consolidato della pubblica amministrazione – e le autorità indipendenti possano acquistare arredi per l’80% della spesa sostenuta nell’anno 2011, mentre non ci sono vincoli di risparmio per gli enti e organismi vigilati dalle regioni, dalle province autonome di Trento e di Bolzano e dagli enti locali.

Allo stesso modo, le medesime amministrazioni “possono conferire incarichi di consulenza in materia informatica solo in casi eccezionali, adeguatamente motivati, in cui occorra provvedere alla soluzione di problemi specifici connessi al funzionamento dei sistemi informatici.”
Amministrazioni che ricorrono a consulenze informatiche ‘solo in casi eccezionali’ tra cui: Agenzia del Demanio, Agenzia del Territorio, Agenzia delle Dogane, Agenzia delle Entrate, Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, Amministrazione degli archivi notarili, Anas S.p.A., Ente nazionale per l’aviazione civile – ENAC, Agenzia spaziale italiana – ASI, Consiglio nazionale delle ricerche – CNR, Istituto nazionale di fisica nucleare – INFN, Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia – INGV, Istituto nazionale di statistica – ISTAT, Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione – INVALSI, Istituto superiore di sanità – ISS, Agenzie ed enti regionali del lavoro, Autorità portuali, Aziende ospedaliere, aziende ospedaliero-universitarie, policlinici e istituti di ricovero e cura a carattere scientifico pubblici, Università e istituti di istruzione universitaria pubblici, Enti nazionali di previdenza e assistenza e, forse, le le istituzioni scolastiche, che sarebbero considerate, ma solo ai fini statistici, ‘unità locali’ del MIUR.

I termini di decorrenza degli interessi di mora, dalla data di ricevimento della fattura da parte del debitore, sono prorogati a sessanta giorni per le imprese pubbliche produttive e gli enti pubblici che forniscono assistenza sanitaria. Non è il fallimento di una miriade di artigiani, fornitori e commercianti sia la soluzione alla recessione, come non è vietare la negoziazione al ribasso dei debiti contratti, in una logica davvero ragioneristica – che si migliora la governance pubblica e la responsabilizzazione dei suoi alti dirigenti.

Per non parlare dell’illuminazione in ambienti pubblici, per la quale saranno “individuati standard di spegnimento dell’illuminazione ovvero suo affievolimento, anche automatico, attraverso appositi dispositivi, durante tutte o parte delle ore notturne e per l’individuazione della rete viaria ovvero delle aree, urbane o extraurbane, o anche solo di loro porzioni, nelle quali sono adottate le misure dello spegnimento o dell’affievolimento dell’illuminazione, anche combinate fra loro”. Degrado metropolitano, infortunistica stradale e malavita ringraziano.

Oppure dell’iniquo provedimento riguardo “i permessi fruiti ai sensi dell’art. 33 della Legge 5 febbraio 1992, n. 104” che sono decurtati del 50%, se non riguardano patologie del dipendente stesso o per l’assistenza ai figli o al coniuge. Ed i genitori anziani e malati? Li abbandoniamo a se stessi?

Tra l’altro, questa misura permetterà di raschiare 2-300 milioni di euro, più o meno quelli che serviranno  “per far fronte agli oneri derivanti da transazioni relative alla realizzazione di opere pubbliche di interesse nazionale” (leggasi infrastrutture avviate e mai completate con onerosi costi pubblici in penali), cosa di cui il Ministro Passera dovrebbe avere una chiara nozione provenendo proprio dalla banca che garantì i prestiti per avviare le opere per il Ponte sullo Stretto.

Per la flotta aerea antincendio dal Dipartimento della protezione civile al Dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile è istituito un apposito fondo presso il Ministero dell’interno con una dotazione di … 40 milioni di euro annui, mentre un Canadair costa circa 19-24 milioni di euro e farlo volare costa 6/7mila euro l’ora (fonte Regione Calabria).

Se parliamo di servizi di trasporto pubblico locale e di servizi ferroviari regionali si annuncia “il progressivo incremento del rapporto tra ricavi da traffico e costi operativi, la progressiva riduzione dei servizi offerti in eccesso in relazione alla domanda e il corrispondente incremento qualitativo e quantitativo dei servizi a domanda elevata, la definizione di livelli occupazionali appropriati”.

In nome del risparmio, viene istituita “l’Agenzia per la Coesione interviene nella promozione dello sviluppo economico e della coesione economica, sociale e territoriale e nella rimozione degli squilibri economici, sociali, istituzionali e amministrativi del Paese al fine di favorire l’effettivo esercizio dei diritti della persona”, con un massimo di 250 unità ed un Nucleo tecnico di valutazione di massimo 50 unità, con risparmi previsti in 932.446,86 di euro, quantificati con estrema esattezza fino all’ultimo centesimo. Ovviamente, prevedere una cosa del genere al ‘centesimo spaccato’ è del tutto risibile, dato che nessuno ha la sfera di cristallo. Allo stesso modo per il “Nucleo per la valutazione dei fabbisogni e dei piani e programmi di investimenti pubblici e delle operazioni di partenariato pubblico e privato”, che può raggiungere un massimo di 25 unità e che comporterà risparmi per ben 2.200.000,00 euro, anche questi previsti con esattezza centesimale.

Così andando le cose, il risultato è già scritto: non può essere un governicchio di tecnici senza programma a ‘salvare l’Italia’ e neanche a ‘salvare il salvabile’.

Altro sarebbe un Monti bis con incarichi di governo attribuiti a politici ‘di mestiere’ – attenti al bilancio, ma anche al consenso – ed a personalità del mondo delle imprese e del lavoro. Finora questo governo si è dimostrato espressione del potere bancario e della generazione del baby boom (i nati prima del 1955), garantendo la sopravvivenza di una banca ‘italiana’, pesantemente involved nel crack polacco, ed il mantenimento di interessi soggettivi del tempo che fu ache oggi appaiono a tanti come dei privilegi insostenibili.

Un governo che ha salvato il passato, finora, a discapito del futuro.

Affrontare il ‘disastro 2013’ senza un economista al timone e senza una solida maggioranza parlamentare è pura follia, lo si scriveva l’altroieri. E, d’altra parte, nè il PD mette in prima fila un Fassina nè il Centrodestra lo fa con Baldassarri, nè si propongono candidati-premier come Cicchitto, Montezemolo o Lanzillotta.

Se questo non accade l’unica alternativa a Monti è Mario Monti, che però non governa, ma somiglia sempre più ad un commissario ad acta. Ed i commissari non hanno un piano e non hanno un’agenda, gestiscono il contingente.

Esattamente quello di cui non ha bisogno una barca che affonda.

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Mario Monti, finalmente Supermario?

24 Lug

Domenica scorsa, Eugenio Scalfari, che per mesi aveva difeso a spada tratta il Governo Monti e la legislatura corrente contro pressappochismi e qualunquisti vari, in nome dello Spread e della Mitteleuropa, annunciava la necessità di terminare questo parlamento ed andare ad elezioni anticipate con una coalizione ‘montiana’ tra ‘Sinistra Democratica’ ed UDC, PdL e FLì … … …

Oggi, da Mosca, le agenzie battono la risposta di Mario Monti e, finalmente, assistiamo ad un ‘atto politico’ da parte del nostro Premier, che ci permette di capire – leggendo tra le righe – sia quali siano i suoi effettivi punti di vista, rispetto la crisi dell’Eurozona, sia quanti ‘piedi in due scarpe’ sia costretto a tenere dai partiti della ‘sua’ maggioranza e dai veti incrociati.

E così scopriamo che Mario Monti è tutt’altro che d’accordo con Angela Merkel e con la Deutsche Bank di Ackermann, che l’Italia non sta messa così male come sbraitano i media, che il suo è un governo tecnico, che a lui tocca salvare la ‘cassa’ e che la riforma della Casta e della PA compete al Parlamento, cioè ai partiti.

Era ora.

Mi hanno chiesto di assicurare la gestione del Paese fino alla primavera del 2013. A fine del mio mandato di premier io rimarrò, come lo sono adesso, un senatore a vita“.

Oggi ho il potere diretto dello Stato, rafforzato dalle leve predisposte dalla Costituzione.
Tenendo conto che non avevo mai desiderato tale potere, lo valuto come una possibilità unica di provare a cambiare la realtà politica, economica, sociale, spirituale, avendo a disposizione per questo delle leve potenti. Questo è al contempo il potere, ma anche un’enorme responsabilità“.

Il nostro paese si basa su fondamenta solide. E’ vero che abbiamo il debito estero più alto, è vero, altresì, che il livello dei debiti privati dei cittadini è uno dei più bassi in Europa, grazie ai risparmi accumulati nei decenni dalle famiglie italiane“.

La colpa non è dell’Italia, ma delle incertezze sullo scudo dell’Ue. E’ ovvio che c’è grande nervosismo sui mercati ma per motivi che hanno poco a che vedere con problemi specifici dell’Italia ma piuttosto con notizie, dichiarazioni o indiscrezioni sull’applicazione delle decisioni del Consiglio Ue“.

Ho avuto l’occasione di lavorare nella Commissione europea e in questo senso ho dei vantaggi.
Conosco abbastanza bene gli affari europei, ma il mio difetto è quello di essere un principiante in qualità del capo di un governo nazionale e non sono così esperto nelle questioni che riguardano la gestione politica“.

Pongo molta speranza e  auspico che in quel momento i partiti politici sappiano assumersi tutta la responsabilità.
Speriamo che una buona legislazione elettorale possa facilitare la vita politica“.

Prendiamo atto, dunque, che da oggi abbiamo un capo di governo a tutto tondo, capace anche di esprimere dissenso e disappunto verso le azioni politiche altrui.

Capace anche di prendere il toro per le corna come si chiedeva da tempo?  Che sia finalmente arrivata l’ora di Supermario, il tecnico ‘ammazzacattivi’ del videogame della Nintendo?

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Scalfari, il PD ed il v(u)oto anticipato

23 Lug

Son trascorsi pochi giorni o settimane da quando Eugenio Scalfari, nei suoi domenicali, difendeva a spada tratta il Governo Monti e la legislatura corrente contro pressappochismi e qualunquisti vari, in nome dello Spread e della Mitteleuropa, e da quando Antonio Polito, in un editoriale, annunciava vittoria su un’adombrata lobby che mirava alle elezioni anticipate ed al ritorno al passato.

In effetti, a leggere giornali e ad ascoltare le dichairazioni di ‘leader’ di partito, nulla in quai giorni lasciava adombrare tutto questo, ovvero la necessità di un Monti bis o delle elezioni, se non qualche tentennamento di Pier Ferdinando Casini e le critiche di questo (e pochi altri) blog.

Al di la di quanto NON sono riusciti a raccontare i nostri media, andiamo a constatare che le crepe in questa maggioranza ed i dubbi sulla ‘cura che amamzza il cavallo’ erano esistenti e consistenti: fatto sta che Eugenio Scalfari, nel suo domenicale, se ne venga fuori con frasi eloquenti, quanto sorprendenti.

Il colloquio con il Quirinale (ndr. dell’altro ieri) aveva tutt’altro tema; un tema che Monti sta rimuginando da tempo e che al punto in cui siamo riteneva indispensabile sottoporre al capo dello Stato: l’eventuale anticipo delle elezioni entro il prossimo ottobre anziché attendere l’aprile del 2013 come finora si pensava e come i tre partiti della “strana maggioranza” si erano impegnati a garantire. Non crisi pilotata, dunque, ma scioglimento delle Camere e nuove elezioni.


Perchè mai questo parlamento dovrebbe voler approvare una legge elettorale per poi essere sciolto è un mistero, visto che sono sette anni – dai tempi del Prodi bis – che sussite il problema, che non riguarda solo il numero degli eletti e come sceglierli, ma anche l’ammissibilità dei pregiudicati, la formazione delle liste, l’effetto delle alleanze, i premi ed gli sbarramenti.

A partire dalla ripresa settembrina i partiti entreranno di fatto in campagna elettorale; le distanze e le crepe all’interno della strana maggioranza aumenteranno per ovvie ragioni elettorali e le forze d’opposizione a loro volta accresceranno i toni per convogliare i voti dei ceti che sopportano i maggiori sacrifici della politica di rigore. Insomma, l’atmosfera peggiorerà e l’azione di governo rischierà di risultare paralizzata, come in parte sta già avvenendo. I mercati ne approfitteranno spargendo sul fuoco politico il loro olio ribassista.”

Ma questo lo sapevamo già, egregio dottor Scalfari, dall’anno scorso, da prima o durante l’insediamento di Mario Monti. Forse è per questa incombenza che l’azione del governo ha sorpreso (deluso) tanti: tutto preso dai salvataggi della Cassa Depositi e Prestiti, di Finmeccanica, di Unicredit e degli altri orticelli della finanza italiana, Supermario s’è dimenticato (o ha tralasciato) la ‘politica’, ovvero la sua funzione di Presidente del Consiglio di una strana, provvisoria e grosse koalition da ristrutturare al più presto.

Che cosa pensi Napolitano su quest’argomento è impossibile dirlo, ma un punto è chiaro: il calendario è strettissimo. Se si decidesse di votare entro la fine di ottobre bisognerebbe sciogliere le Camere nella seconda metà di settembre. Prima di allora occorre che il Parlamento approvi una nuova legge elettorale perché andare a votare con questa è escluso“.

Eh già, il calendario è strettissimo … ma guarda un po’ …

La decisione naturalmente spetta al presidente della Repubblica al quale la Costituzione conferisce il potere di scioglimento anticipato della legislatura. Dice esattamente così la Costituzione e non mette alcun paletto a questa prerogativa presidenziale. Naturalmente non sarebbe certo uno scioglimento determinato dal cattivo esito della politica di Monti. Al contrario: proverrebbe da una valutazione positiva dell’operato del governo e dai suoi dieci mesi di attività.

Per l’amor di Dio, “non sarebbe certo uno scioglimento determinato dal cattivo esito della politica di Monti” e cosa mai allora, visto che Supermario poteva assumere un incarico puramente tecnico e temporizzato, con ben altri scopi, metodi ed esiti?

È possibile che un partito come il Pd proponga ai suoi elettori un’alleanza politica che attui il programma economico montiano ed abbia come alleato il partito di Berlusconi? La risposta è sicuramente no.Il tema di oggi è un altro e si risolve con un’alleanza della sinistra democratica con un centro liberale per proseguire il montismo dando spazio allo sviluppo e all’equità, naturalmente nel quadro europeo”, che “ha come obiettivo finale la nascita di uno Stato federale al quale gli Stati nazionali cedano una parte della loro sovranità, soprattutto per quanto riguarda la politica di bilancio e quindi il fisco, la spesa, la politica dell’immigrazione, le grandi opere infrastrutturali europee, i diritti e i doveri di cittadinanza. In questo quadro, la Germania ha un ruolo di grande rilievo.”

L’Europa del partito unico e della cleptocrazia, come tanti tedeschi (almeno il 30% tra Grunen, Linke e Piraten) lamentano riguardo la ‘Grosse Koalition” (si traduce Ammucchiata) che sostiene Angela Merkel?

Una parte notevole dei votanti per il Pd e del bacino potenziale ha la fisionomia di quella che un tempo si chiamava sinistra democratica. La sinistra democratica può essere disponibile ad allearsi con partiti d’ispirazione liberale, non certo con il partito proprietario berlusconiano. In esso i veri liberali non mancano. Si facciano avanti“.

Un Partito Democratico alleato dell’UDC di Cesa e Casini, del PdL di Alfano, Giovannardi e Pisanu, di FLi di Gianfranco Fini? Ma questo è un partito, un’alleanza di centrodestra, mica di ‘sinistra democratica’.

L’attacco in corso contro il presidente della Repubblica persegue un fine di destabilizzazione al tempo stesso istituzionale e politico. Vuole colpire Napolitano e indebolire Monti. … Qual è dunque l’accusa? Non c’è, è inventata, è una manipolazione di marca eversiva. Il tema è di capire se il ricorso – necessario – di Napolitano alla Corte impedisca l’accertamento della verità sulla morte di Borsellino. Un accertamento che non ha e non può avere come obiettivo la cosiddetta verità storica, ma la verità che riguarda i reati, quali reati e commessi da chi. Finora e da vent’anni questa verità non è stata accertata o lo è stata in modo drammaticamente sbagliato.

Finalmente, ci si pone il dubbio “se il ricorso – necessario – di Napolitano alla Corte impedisca l’accertamento della verità sulla morte di Borsellino”, ovvero se la trattativa con la Mafia – che non sarebbe di per se reato, incredibile ma vero – non abbia comportato, nella volontà di alcuni o come mera conseguenza, l’occultamento della verità.
Eppure, contestualmente, si rinuncia a lanciare il ‘sasso nello stagno’, paventando “un fine di destabilizzazione al tempo stesso istituzionale e politico“.

Se qualcuno si stava chiedendo quale abisso della politica ci dovesse attendere andando alle elezioni anticipate, eccone un preciso esempio.  Tra l’altro, i tempi non sono ‘strettissimi’, come solo adesso si sta accorgendo la vetusta intellighentzia italiana.

Anzi, a dire il vero i tempi sono ‘over’, la riforma della politica andava conclusa in primavera, lo si scrive da tempo. Adesso è troppo tardi per ripristinare un minimo di consenso diffuso e ricompattare ‘ideologie ed alleanze’ in vista di ottobre, mentre le prevedibilissime turbolenze finanziarie sconsigliano vivamente di votare tra novembre e gennaio.

La frittata, egregio dottor Scalfari, è fatta, anzi l’avete fatta.

Adesso, abbiate almeno il senso di responsabilità di prendere il toro per le corna e riformare Casta ed Amministrazioni locali nei due o tre mesi che ci restano, magari scopiazzando da Hollande una patrimoniale ‘patriottica’ sui redditi e collegandola a provvedimenti di riduzione della pressione fiscale a partire dal 2013, mentre la BCE di Draghi e la Deutsche Bank – finalmente libearatasi di Ackermann – si decidono a creare un’unione bancaria europea e por fine a questa mattanza.

Il voto? A febbraio o marzo, si spera. Non è con PD-UDC-PdL ‘contro tutti’ che si esce da questa situazione, la Grecia ed i suoi governi evanescenti dovrebbero  – almeno questo – avercelo insegnato.

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