La Corte Costituzionale ha bocciato la proposta di referendum abrogativo delle norme introdotte sulle pensioni da Elsa Fornero come ministro del Welfare.
Molti attendono le motivazioni della sentenza della Corte che verranno depositate solo tra qualche settimana e tanti prevedono che ci sarà riferimento all’articolo 75 della Costituzione che non ammette il referendum per leggi tributarie e di bilancio, ma potrebbe non essere così.
Infatti, sarebbe davvero molto difficile spiegare ai cittadini come sia possibile in termini costituzionali che i risparmi dei lavoratori possano entrare a far parte del bilancio dello Stato. E come sia possibile – se la Corte motivasse così – dovrannno spiegarlo i nostri politici affamati di voti ai 18enni pre crisi, oggi venticinquenni senza lavoro e con i genitori cinquantenni allo stremo.
Specialmente se dall’altro lato ci fosse la generazione pre-1952 con le pensioni d’oro e i loro figli pre-1980 che almeno la casa di proprietà ed una da affittare spesso e volentieri ce l’hanno.
Probabile che i serbatoi elettorali di alcuni territori e strati sociali alzeranno, nel segreto dell’urna, l’asso di picche al Partito Democratico, fosse solo in ragione delle note posizioni di Giuliano Amato, oggi giudice costituzionale, ieri autore della riforma – poi ripresa da Dini e Maroni – che allungò oltre ogni aspettativa il sistema retributivo che ci dissangua, e delle poco note posizioni di Camusso e CGIL, che tacciono, invece di sostenere il referendum, come tacciono sul reddito di cittadinanza.
E, probabilmente, andranno altrove tanti elettori ‘moderati’ di un eventuale Partito del Nazareno, che – guarda caso – coinciderebbe più o meno con le forze poltiche che sostennero Monti, in quanto i ‘segati’ della Fornero, figli disoccupati inclusi, rappresentano almeno 4 milioni di voti, forse sette, già nell’immediato.
Intanto, annotiamo che anche mia suocera ottantenne e ‘de sinistra’ ormai afferma che ‘Salvini è razzista, ma ha ragione’ e che è facile immaginare cosa pensino in blocco gli statali il cui padrone si è appropriato dei loro sacrosanti risparmi per la vecchiaia.
Andrà a finire molto male questa storia delle pensioni procastinate ad libitum … anche perchè lasciare questa Inps al palo, senza riformarla e/o senza ri-finanziarla, è davvero contro tendenza: il sistema previdenziale pubblico, da un decennio, si è sostituito a Banca d’Italia nel ‘prestare’ soldi allo Stato. L’Inps per certi versi è (era) una banca, o meglio una ‘cassa’ – ma è l’unica che non ha beneficiato finora di ampie trasfusioni …
originale postato su demata
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.