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Nord Stream: perché è un crimine contro l’Umanità

30 Set

Da alcuni giorni, ci ritroviamo con una enorme bolla di metano che sta iniziando ad alterare il clima a ridosso del Polo Nord, proprio all’inizio dell’inverno e proprio nell’area chiave per la Corrente del Golfo come per la nascita di super-cicloni.

Infatti, il metano, quello che fuoriesce dal Nord Stream, ha un capacità termica per u.m. (0,528 kcal/kg) più che doppia rispetto all’aria (0,24 kcal/kg).
E la capacità termica di un qualunque sistema è il rapporto fra il calore scambiato tra il corpo e l’ambiente rispetto alla variazione di temperatura che ne consegue.

In parole povere, parliamo di quanto calore serve per far salire la temperatura di un grado.
E il calore che serve al metano è oltre il doppio dell’aria.

Tra la superficie terrestre e la fonte di calore (Sole) c’è di mezzo l’atmosfera e, se maggiore è la capacità termica, allora meno salirà la temperatura con l’assorbimento del calore che arriva dal Sole.

Dunque, il Nord Atlantico si riscalderà di meno e questo accade proprio nell’area dove si attivano i super-cicloni e dove passa(va) quel che resta della Corrente del Golfo, che assicura(va) inverni temperati all’Europa.

Sarebbe già un disastro nel medio-lungo periodo ritrovarci con un’emissione di metano pari a quella delle “emissioni di 20 milioni auto” e/o “equivalente a 30 milioni di tonnellate di CO2”, come avverte Greenpeace.

Ma sarebbe ben peggio il subire già questo inverno ripercussioni climatiche sull’Europa (e su tutto l’Atlantico fino all’Equatore).
Se le ricadute di un inverno gelido con forti venti sono già immaginabili, peggio ancora sarebbe se quel metano agisse da ‘coperta termica’, regalandoci un clima temperato e … secco.

Chi ha sabotato il Nord Stream ha colpito l’intera Umanità.

A.G.

Scie chimiche: pioggia o desertificazione?

23 Dic

Far piovere non è poi tanto difficile.

I primi esperimenti risalgono agli Anni ’40, quando Vincent Schaefer, nei laboratori della General Electric di Schenectady (NY), riuscì a coagulare le goccioline di acqua che compongono le nuvole, aggiungendo ghiaccio secco, ovvero anidride carbonica raffreddata.
Oggi il reagente più usato per “inseminare” le nuvole è lo ioduro di argento, una sostanza economica che viene immessa nel carburante di aerei o razzi, che poi andranno ad attraversare le nubi.
L’inseminazione può essere anche fatta con sostanze igroscopiche, come il carbonato di calcio, per far aumentare le dimensioni delle goccioline e provocarne la caduta per l’appesantimento.

«Molti ecologisti concordano sul fatto che queste tecniche, utilizzate  in molti paesi per l’irrigazione, non costituiscono una minaccia per l’ambiente o la salute delle persone, come anche il periodo di influenza attiva sulle nuvole è molto breve». (fonte BBC)

Ovviamente, questi sono interventi su scala locale, ma va ricordato che, nel 2009, la Cina Popolare intervenne su vastissima scala, alterando così il clima, ricorrendo alla pioggia artificiale per porre fine a una lunga e diffusa siccità.

Ed, infatti, la capacità di intervenire sul meteo è anche un business.
Si parla, ormai, di “ingegneria climatica”, di azoto liquido contro la nebbia, di vulcani artificiali contro il riscaldamento globale”, di “microonde contro i tornadi”, di “nuvole sintetiche”, mentre la gente è preoccupata da notizie non verificate riguardo le “scie chimiche” e presunti danni o complotti.
Non a caso, la Weather Modification Inc., azienda leader nel settore che vanta “cinquant’anni di esperienza nelle scienze atmosferiche”, ha clienti negli Stati Uniti, Canada, Messico, Argentina, Mali, Marocco, Arabia Saudita, Spagna, Grecia, India, Tailandia, Australia e Indonesia, enti governativi inclusi.

Intanto, sono tante le voci che attraversano la Rete, nel timore generale causato dal Global Warming, e che raccontano delle semisegrete tecniche che l’ingegneria climatica sta approntando e diffondendo.
Infatti, oltre alla questione delel cosiddette “scie chimiche”, tutta da verificare, si racconta di certi aeroporti, in cui si utilizzerebbe sistematicamente metodi antinebbia a base di azoto liquido, o degli esperimenti inglesi in Devonshire, che avrebbero provocato il disastroso nubifragio del 1952 con 34 morti, per non parlare dei tentativi USA, di cui si parlò già durante la guerra in Vietnam, per anticipare i monsoni e tagliar fuori i rifornimenti dei Vietcong.

D’altra parte, stante l’incrementale necessità di acqua per colture, allevamenti, industrie e persone, l’esigenza di controllarne il ciclo è un target essenziale per  la nostra società tecnologica e sovraffollata.

In Italia, è operativo, con buoni risulati per l’agricoltura e gli acquedotti, il “Progetto Pioggia”, che prevede l’inseminazione delle nubi con ioduro di argento, una tecnica utilizzata in tutto il mondo e con scarse contestazioni degli ambientalisti, dato che, come detto, si tratta di irrorazioni a bassa quota su scala locale.

originale postato su demata