Il Giornale ha pubblicato un’interessantissima intervista all’On. La Malfa.
Il contributo solleva per la prima volta alcune riflessioni “indedite” sul “grande equivoco” in cui sono coinvolti tanti Italiani, candidati e/o elettori che siamo.
“Gli eredi del Partito comunista hanno evitato di riflettere seriamente su che cosa c’era in esso di sbagliato. Non hanno mai cercato di spiegarsi come e perché il movimento reale delle cose aveva sconfitto i loro propositi. Invece essi si sono concentrati solo nel fine reiterato di presentarsi nuovi e senza storia.”
“Più che una rimozione, direi un tentativo di celare quanto invece non era politicamente sensato ed utile eludere. Il Pci non si può lasciar perdere, senza fare i conti con la sua storia. E il risultato è stato deludente: hanno lasciato irrisolto il tema delle relazioni tra Stato e mercato. Perciò hanno tassato e speso. Con la complicità dei soliti soccorritori del vincitore, di quelle certe élite italiane che credevano Prodi destinato a durare.”
“Per chi è stato comunista il cammino verso una nuova posizione politica avrebbe richiesto un grande e serio dibattito di revisione intellettuale.”
“Insomma, anche per questo vizio di camuffamento dubiterei che a sinistra vi sia vera consapevolezza della gravità della crisi italiana.”
Era ora che qualcuno lo dicesse.
Quanto tempo dovremo aspettare finchè i “diretti interessati” riconosceranno “l’equivoco”?
Anni, generazioni?