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Cosa riporta Wikipedia tedesca sui campi di concentramento nazisti?

29 Apr

Fulmine a ciel sereno, Silvio Berlusconi – defenestrato dal Senato e affidato ai servizi sociali – va in televisione e tira fuori una delle sue ‘gaffe’ – le sue ‘battute infelici’ come scrive La Repubblica – affermando che “i tedeschi, secondo loro, i campi di concentramento non ci sono stati (video). Le fosse di Katyn sì, i campi di concentramento no”.
Il tutto a meno di 48 ore dalla celebrazione mondiale della Shoa …

Puntuale la reazione indignata di Angela Merkel: “affermazioni talmente assurde che il governo tedesco non le commenta”.
“Per tutti quelli che hanno la storia europea in mente questo è particolarmente vero per il terrore sperimentato durante l’Olocausto, costato la vita a milioni di innocenti. Mr. Berlusconi, l’Olocausto non è una cosa da ridere”,
ha precisato in un comunicato il lussemburghese Juncker, candidato del PPE alla presidenza.

E non c’è nulla da ridere, proprio nulla, se, andando per siti tedeschi, si scopre che in Germania le cose non stanno certamente come afferma, motteggiando, Berlusconi, ma neanche ‘esattamente’ come vorrebbe chiosare frettolosamente la Merkel.

Un buon metro di paragone può essere Wikipedia in lingua tedesca ed i risultati che ne vengono, anche senza conoscere bene la lingua, sono imbarazzanti.

Innazitutto, la pagina di disambiguazione (ndr. il termine ‘Lager’ ha diversi significati) dove si distingue tra ‘accampamenti’, da un lato, e, dall’altro, campi di concerntramento (Konzentrationslager) o di internamento (Internierungslager) e i Gulag.

Andando alla pagina apposita, tra gli ‘accampamenti’ sono inclusi i Gefangenenlager, i campi di prigionia, tra cui sono menzionati quelli di internamento come a Guantanamo Bay, i Gulag russi, i lavori forzati ovunque esistano e, anche, i campi di sterminio nella Polonia occupata dai tedeschi e bielorussi.

La pagina ‘Internierungslager’ riporta una lunga lista di luoghi e paesi dove si è praticato l’internamento (ndr. inventato dagli inglesi a quanto pare) e, riguardo gli Ebrei, le poche menzioni sono relative ai campi dove vennero collocati dopo essere fuggiti dalla Germania.

Andando ai Konzentrationslager, la notevole massa di notizie e dati non fornisce i numeri agghiaccianti che in Italia tutti conosciamo, mentre l’attenzione è focalizzata sul complesso sistema organizzativo e sulla collocazione dei lager fuori dal territorio tedesco e sotto il controllo delle fanatiche SS. Gli ‘Juden’ sono accomunati ai Roma e Sinti, oltre che ad una imprecisata massa di oppositori politici.

Nessuna fotografia degli internati affamati, delle camere a gas, delle cataste di morti.

Per scoprire l’Olocausto (e la Shoa), bisogna – per caso fortuito o per pignoleria – cliccare su Endlösung der Judenfrage – che si traduce Soluzione finale del problema ebraico – nella pagina di disambiguazione (sic!) oppure su Vernichtungslager (tr. ‘campo di sterminio’), in capo alla pagina dei campi di concentramento.
Nella prima scopriamo che fino alla metà del 1941 i tedeschi avrebbero perseguito lo scopo di espellere gli ebrei (in particolare quelli ‘sovietici’), considerando addirittura la deportazione in Madagascar.
Nella seconda, troviamo ‘finalmente’ menzionati l’Olocausto e il Porajmos (ma non la Shoa) e alcuni  dati sui morti nei sette campi di sterminio, che ammonterebbero a poco più di 2,5 milioni di persone, principalmente ‘Juden, Sinti und Roma’.

Wikipedia non è la Bibbia e neanche una scienza esatta, ma – nel nostro caso – offre una possibilità di paragonare le stesse (almeno in teoria) informazioni per come vengono diffuse e preorganizzate per la fruizione da parte della pubblica opinione, spesso in base a quello che è l’approccio accademico/culturale della nazione in questione.

Quello che appare, dalle diverse pagine visonate, è che i tedeschi sanno bene cosa siano i campi di concentramento, probabilmente con una dovizia di particolari non irrilevante.
Campi ‘inventati’ dagli inglesi durante la WWI (per rinchiudervi proprio i tedeschi residenti sull’isola, come testimonia l’anarchico Boxer in un suo diario) e utilizzati, però, ovunque, con un numero di morti nei lager paragonabile a quello di altri (USA, Giappone, Russia eccetera), mentre ci sarebbero stati ‘solo’ sette campi di sterminio propriamente detti, per internati appartenenti sia all’etnia ebraica sia anche sinti o rom.

Il nesso con l’Olocausto è limitato a pochi link poco evidenziati e solo andando sulla pagina apposita si scoprono gli orrori e le foto dei lager, ma le notizie sono ‘conformi’ a quant’altre girano nel mondo.

Wikipedia angloamericana riporta: L’Olocausto (dal Holos, “tutto” e kaustós, “bruciato”), noto anche come la Shoah (in ebraico: la catastrofe”; “distruzione“), si intende l’omicidio di massa o genocidio di sei milioni di ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale, un programma di uccisioni sistematiche predisposto dallo stato della Germania nazista, guidato da Adolf Hitler e il partito nazista, nel Reich tedesco e i territori occupati.
Dei nove milioni di ebrei che avevano risieduto in Europa prima dell’Olocausto, circa due terzi sono stati uccisi. Oltre un milione di bambini ebrei sono stati uccisi nell’Olocausto, come circa due milioni di donne ebree e tre milioni di uomini ebrei. Una rete di oltre 40.000 impianti in Germania e in territori occupati sono stati utilizzati per concentrare, detenere e uccidere gli ebrei e le altre vittime.

Wikipedia tedesca riporta: Holocaust o Shoah (in ebraico “la grande sfortuna / calamità”) è il genocidio di 5,6-6,3 milioni di persone definite ‘ebrei’ dal Reich tedesco nell’era del nazionalsocialismo. Fondato sulla propaganda del regime nazista all’antisemitismo, finalizzato alla completa distruzione degli ebrei d’Europa, è stata svolto dal 1941-1945 sistematicamente, a partire dal 1942 con metodi industriali.

Tutto bene, allora? Non del tutto, visto che ‘persone definite ebrei’ – come nella versione tedesca – lascia di nuovo il dubbio che si trattasse di Juden oppure anche di Sinti e Rom, più oppositori politici e deportati vari.
A riguardo, Wikipedia italiana riporta: Con il termine Olocausto (con l’adozione della maiuscola), a partire dalla seconda metà del XX secolo, si indica il genocidio perpetrato dalla Germania nazista e dai suoi alleati nei confronti degli ebrei d’Europa e, per estensione, lo sterminio nazista verso tutte le categorie ritenute “indesiderabili”, che causò circa 15 milioni di morti in pochi anni.

In effetti, i 15 milioni riguardano forse l’intero conflitto e qui arriviamo ai Kapò che operavano nei campi di internamento e lavoro dove vennero ‘destinati’ gli italiani che, dopo l’Armistizio, rimasero fedeli al Re, anzichè farsi repubblicani e/o seguire Mussolini.
Parliamo di 650.000 prigionieri di guerra disarmati dai tedeschi nei giorni successivi all’8 settembre del ’43 ed in buona parte inviati ai campi di lavoro, di 220.000 lavoratori ‘schiavi’ come lo fu Primo Levi, 23.000 deportati “politici”, di 8500 ebrei italiani rastrellati ‘in difesa della razza’. Tra i militari i morti furono 70.000 circa, degli italiani di origine ebraica fece ritorno uno su sette.

La Germania non ha mai chiesto scusa all’Italia per quei morti, come non lo ha fatto la Russia per le decine di migliaia di ‘dispersi’ dell’Armir.

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Un Giorno della Memoria anche per il Sud

27 Gen

Il Giorno della Memoria, a Sud, è un giorno “speciale”, vuoi perchè i Nazisti li cacciammo senza l’aiuto degli Alleati e senza scappare in montagna, vuoi perchè quelle facce smunte dietro i reticolati ce ne ricordano altre.

Anche noi Meridionali abbiamo una memoria e, trascorso il Centocinquantenario ed i suoi fasti, sarebbe il caso di indire un giorno “a nefasta memoria”.

Per ricordare le centinaia di migliaia di morti,  caduti nei campi di concentramento sabaudi, mitragliati come briganti, seppelliti sotto le macerie di un villaggio raso al suolo per rappresaglia, fucilati sul posto per non essersi inginocchiati al passaggio delle truppe del Nord.

Per non dimenticare  l’enorme bottino in oro e rendite, indispensabile alla nascita dell’industrialesimo padano, che venne asportato non al re Borbone, ma alla gente comune, tramite gli espropri, i saccheggi, l’introduzione della cartamoneta.

Per ricordare l’immediato raccordo tra potere “straniero” e criminalità locale, ampiamente documentato sia per quanto riguarda il Napoletano sia per quanto relativo il Palermitano, che portò al crollo dell’economia meridionale ed all’instaurarsi di Mafia e Camorra.

Per non dimenticare la rinuncia ad una qualsiasi politica mediterranea, in cambio della benevolenza delle allora nascenti corporation, e della cancellazione del trasporto via mare, al fine di creare un asse commerciale Roma-Bologna, indispensabile per portare un po’ di ricchezza nel Centro Italia roccioso ed impervio.

Per prendere semplicemente atto – visitando Napoli, Palermo, Otranto, Cosenza, eccetera – che il Meridione era ricchissimo ed efficiente fino a 150 anni fa e che “inspiegabilmente”, da un giorno all’altro, è diventato il contrario di quello che è stato per almeno duemila anni …

Anche il Meridione dovrebbe avere il suo “Giorno della Memoria”.
Ma non ce l’ha.

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