La Consulta della Corte Costituzionale avrebbe in parte bocciato le norme sul legittimo impedimento, che il governo aveva varato per mettere Berlusconi al riparo dai suoi troppi processi, tra cui quelli inerenti i casi Mills, Mediaset e Mediatrade.
Resta, dunque, affidata al giudice la valutazione del “legittimo impedimento” tra esigenze della giurisdizione, esercizio del diritto di difesa, tutela della funzione di governo e leale collaborazione tra poteri.
La suprema corte ha anche escluso ogni automatismo, nell’ambito dell’elenco di attivita’ indicate come impedimento per premier e ministri, lasciando al giudice la valutazione della differibilita’ dell’udienza per concomitanza di impegni istituzionali.
Sono confermati, dunque, i dubbi di seria incostituzionalità sul provvedimento di legge, per altro approvato in Parlamento e firmato dal Presidente della Repubblica.
Non è la prima volta, nel corso di questa legislatura, che la Magistratura si ritrovi a dover contraddire norme predisposte dal Governo e firmate dal Presidente, magistrato ante litteram, senza apparentemente batter ciglio a fronte di veementi proteste parlamentari e popolari.
Adesso, finalmente, sappiamo con certezza che alcune norme sul legittimo impedimento non andavano firmate perchè non costituzionali
… speriamo non accada di nuovo.
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