Che per il Governo Monti inizi a cambiare il vento è una percezione generalizzata, che massmediologi e statistici non possono confutare: basta andare ad un pranzo od una cena per ascoltare le battute od i reclami piuttosto impietosi, che i nostri quotidiani ignorano.
E così andando le cose, non era difficile immaginare l’accoglienza dei quotidiani alla notizia delle dimissioni di Carlo Malinconico Castriota Scanderberg, sottosegretario di Mario Monti, proprio lui, il Presidente uscente della Federazione Italiana Editori Giornali.
Ad esempio la Stampa, che scrive “il sottosegretario, secondo un rapporto dei Ros del 2009 riportato dalla stampa, avrebbe usufruito di vacanze in un hotel di lusso all’argentario da 19.876 euro.” Avrebbe? Ma se lo stesso Malinconico a confermare “di aver proceduto pertanto a versare all’albergo l’intera somma” (fonte Corsera)?
O proprio il Corriere della Sera, che si rifugia in calcio d’angolo con un “Carlo Malinconico non è indagato: non è infatti reato accettare favori se non si fa nulla in cambio.” Ad essere esatti, all’epoca Malinconico era segretario generale della presidenza del Consiglio con Romano Prodi e i favori si possono ricambiare anche dopo anni.
Per non parlare del Messaggero, sulla difensiva: “Ieri l’ex presidente della Fieg aveva spiegato di non aver «mai fatto favori ai personaggi coinvolti» e di aver appreso «solo ora che Piscicelli avrebbe pagato di propria iniziativa e per ragioni a me del tutto ignote alcuni dei miei soggiorni presso la struttura alberghiera”. Avete visto mai un resort di lusso come quello dell’Argentario lasciare andare via un cliente che ha un conto di circa 20mila Euro?
Meglio il Giornale che riesce a sottolineare “Non l’avrà «mai incrociato nella sua attività istituzionale», così come ha detto, attraverso il suo staff, nella laconica replica al Giornale. Ma il sottosegretario Carlo Malinconico e Francesco De Vito Piscicelli, l’imprenditore che rideva del terremoto all’Aquila, erano amici.” Dimmi chi frequenti e ti dirò chi sei.
Per finire alla “solita” Repubblica: “Doveva cacciarlo senza aspettare che montasse la vergogna e sarebbe stata alta politica se Mario Monti l’avesse licenziato in diretta tv. E invece Fabio Fazio, tra mille comode domande non si è ricordato (oops) di Carlo Malinconico Castrota Scandeberg.” E, giustappunto, se lo scandalo e le frequentazioni erano già noti e se Mario Monti voleva davvero fare “alta politica”, il problema avrebbe dovuto porsi prima di nominare Malinconico sottosegretario e non dopo.
D’altra parte, credevate voi che i nostri quotidiani si sarebbero spesi “di più” dinanzi ad uno scandalo “piccolo piccolo” che coinvolge, ricordiamolo ancora, il Presidente uscente della Federazione Italiana Editori Giornali, già segretario generale della presidenza del Consiglio con Romano Prodi?
La Casta è casta.
originale postato su demata
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