Si è aperto a L’Aquila il processo agli scienziati della Commissione Grandi Rischi “per accertare se ci sono state delle responsabilità delle omissioni o dei comportamenti delle condotte sbagliate da parte degli scienziati” stessi.
Si tratta di un’accusa di omicidio colposo plurimo e lesioni in riferimento al terremoto avvenuto all’Aquila il 6 aprile 2009, con ben 60 parti civili.
Secondo l’accusa, sostenuta dal procuratore capo dell’Aquila, Alfredo Rossini e il sostituto, Fabio Picuti, al termine della riunione tenuta all’Aquila il 31 marzo del 2009, sei giorni prima del sisma, la Commissione Grandi rischi avrebbe fatto dichiarazioni rassicuranti e, per l’esattezza, viene contestata «una valutazione del rischio sismico approssimativa, generica e inefficace in relazione alla attività della Commissione e ai doveri di prevenzione e previsione del rischio sismico».
Secondo gli atti, però, il prof. Boschi, scienziato di levatura mondiale e presidente dell’Istituto nazionale di fisica e vulcanologia (Ingv), precisò, dopo una scossa di magnitudo 4.0 avvenuta una settimana prima del sisma del 6 aprile, che «i forti terremoti in Abruzzo hanno periodi di ritorno molto lunghi. È improbabile che ci sia a breve una scossa come quella del 1703, pur se non si può escludere in maniera assoluta».
Improbabile non significa che le possibilità siano nulle, ma solo poche, almeno stando alle statistiche raccolte. Cosa mai avrebbero dovuto dire quegli scienziati, non è dato saperlo.
E’ una questione di dizionario e di matematica, ma in Abruzzo non sembra che lo sappiano.
C’è dell’altro.
Dal 31 agosto 2011 ad oggi, in Italia si sono verificati ben 16 terremoti di magnitudo superiore al 3° grado.
Di questi, ben quattro scosse hanno segnato una magnitudo tra i 3,5 gradi ed i 3,7, e, dunque, confrontabili con l’evento del 30 marzo a L’Aquila.
Avremmo dovuto sgomberare Catania, Termoli e Venafro, nonchè mezzo Parmense e Lamezia Terme?
Secondo le accuse, probabilmente si ed avremmo duvuto tenere centinaia di migliaia di persone accampate fino a quando la scossa, magari tra cent’anni, non fosse arrivata …
Ma l’aspetto più incredibile della vicenda è un altro ancora.
Ammesso e non concesso che i terremoti si prevedano, L’Aquila non avrebbe dovuto comunque essere sgomberata.
Infatti, i terremoti del VI grado della Scala Richter provocano, in edifici ben costruiti, solo lo spostamento di mobili pesanti, caduta di intonaco e danni ai comignoli, oltre a danni lievi alle persone, soprattutto per il panico.
Il processo sta avanzando lentamente e nessuno da noi ci fa caso, dato che l’Italia è un paese che tollera addirittura che il vicepresidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche, Roberto De Mattei, affermi che “Le catastrofi sono esigenza della giustizia di Dio, della quale sono i giusti castighi”.
All’estero, non v’è dubbio, si stanno facendo delle grasse risate: siamo l’unico luogo al mondo dove si processano gli scienziati per non aver previsto una scossa che “di per se” non avrebbe dovuto provocare neanche un crollo od un morto.
originale postato su demata
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