Google è riuscita a progettare, costruire e testare auto intelligenti grazie a una laboriosa integrazione di gps, radar, sensori e centraline, impiantati su quattro Toyota Prius ibride e due Audi TT.
Quanto intelligenti?
Abbastanza da viaggiare per 224 mila chilometri sulle strade della California senza un guidatore attivo, anche in strade ed autostrade densamente trafficate o “difficili”, come la Lombard Street, una delle vie più tortuose di San Francisco.
Un successo, per ora sperimentale, che ha indotto Google a chiedere allo stato del Nevada l’autorizzazione a circolare per le sue auto senza pilota. Infatti, la casa di Mountain View ha ingaggiato David Goldwater, un lobbista con sede a Las Vegas, per promuovere un emendamento alla legge per estendere alle “autovetture autonome” le licenze per le auto elettriche, che dovrebbero arrivare al voto prima sessione della legislatura scade nel mese di giugno.
Ryan Calo, esperto del Center for Internet and Society della Stanford Law School, ha dichiarato che “si riconosce la necessità di creare un processo per testare (ndr. negli usi comuni) questi veicoli e mettere da parte una zona del Nevada dove il test può avere luogo.”
Ed infatti, molti funzionari del traffico e della logistica sono consapevoli che la tecnologia sta avanzando molto rapidamente e sono necessarie nuove leggi, visto che le attuali risalgono anche ai tempi delle carrozze e delle biciclette.
Il Nevada è solo il primo territorio a prendere in considerazione la distribuzione commerciale di una generazione di veicoli che possono ritornare al parcheggio da soli, eseguire consegne automatiche o persino funzionare come taxi automatizzati, per non parlare della logistica su gomma dato che i TIR potranno viaggiare senza soste e con elevata ottimizzazione.
Arrivano tempi duri per padroncini e tassisti.
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