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Roma Capitale: cosa prevede il bilancio a Cinque Stelle

23 Lug

I revisori dei conti dell’Oref hanno dato parere favorevole all’assestamento di bilancio approvato ieri in Commissione bilancio con i soli voti favorevoli dei consiglieri a Cinque Stelle.

L’assestamento dovrà essere approvato dal Consiglio comunale entro il 31 luglio prossimo con gli eventuali emendamenti. Già annunciato quello di Davide Bordoni (Fi) chiedere «al Governo di mettere a disposizione i 200 milioni della gestione commissariale in modo da poter intervenire sulle reali emergenze della città: dalla pulizia alle buche, alla sicurezza».
Un tentativo accorato quanto disperato, dato che parliamo dei denari destinati a coprire il debito pregresso accumulato dal Comune di Roma per diverse decine di miliardi, di cui circa quindici ancora correnti verso Ubi Bank … mentre le spese prive di effettiva copertura ammontano a circa il 15% del bilancio complessivo e mentre Atac nel 2013 era in rosso per ‘soli’ 139 milioni, AMA copriva solo il 25% della raccolta differenziata con tassi di assenteismo al 18% ed, intanto,  il disavanzo e il disequilibrio strutturale sostanzialmente coincidevano, confermando un buco annuo di circa 440 milioni.

Infatti, “i revisori rilevano, tra i vari problemi, «il costante ricorso all’anticipazione di tesoreria, che denota la carenza cronica di liquidità», ma anche «l’ingente importo dei pignoramenti da parte dei terzi nei confronti di Roma Capitale, che evidenzia l’incapacità dell’Ente di provvedere al pagamento dei propri debiti nei modi e nei tempi stabiliti dalla legge». Per questi motivo l’Oref prescrive all’amministrazione capitolina «il rispetto del piano di riequilibrio», rispetto al quale «appare indispensabile la dismissione» delle partecipate di secondo livello e «la razionalizzazione delle società rientranti nel perimetro di Roma Capitale». Insomma, quel piano di privatizzazione e liquidazione delle partecipate previsto nell’accordo siglato quasi tre anni fa con il Governo e, almeno sul fronte delle aziende, rimasto lettera morta, o quasi.” (Il Messaggero)

Essendo il parere dei revisori ‘prescrittivo’, come lo è il Piano di Rientro, ecco cosa Virginia Raggi e la sua Giunta dovranno rispettare ed attuare nel proprio programma:

  • riduzione del 10% delle spese per la dirigenza e contrazione di 2,6% della quota non fissa del monte salari nelle spese di personale
  • solo il 40% delle economie derivanti dal blocco del turn over può concorrere a nuove assunzioni; il restante 60% va acquisito come ‘risparmio’
  • revisione di tutti i contratti di affitto adeguandoli ai valori non catastali, bensì dell’Osservatorio del Mercato Immobiliare
  • rimozione dei debiti fuori bilancio nell’ambito della razionalizzazione di beni e servizi
  • risparmio di spesa del 30-40% derivante dalla revisione dei contratti di acquisto di energia elettrica per l’illuminazione pubblica – attualmente eccedenti la tariffa unica nazionale (sic!) – e interventi sugli impianti per il risparmio energetico
  • contenimento del 7% sulle spese di gestione delle mense perchè eccedenti i valori Consip e riduzione degli oneri di spesa correnti per 10 milioni di euro, onde garantire l’incremento dei servizi di asilo nido
  • spesa più che raddoppiata (da 20 a 47 milioni) per la manutenzione stradale
    risparmio di almeno il 30% sulle spese di assistenza sistemistica (informatica) attualmente “circa 8 volte quella desumibile dagli indicatori standard”
  • sostanziali risparmi nell’assistenza anziani – causati dalla segmentazione e dal mancato ricorso a procedure competitive di acquisto – da destinarsi al potenziamento del servizio stesso
  • revisione di tutti i contratti di fornitura (riscaldamento, elettricità, acqua, telefonia), per i quali “il Comune di Roma Capitale fa rilevare scostamenti significativi dagli standard nazionali”
  • recupero di circa 20 milioni annui dalla Regione Lazio ripristinando il contributo regionale per le residenze sanitarie assistenziali, su cui la Regione “ha legiferato in maniera non ortodossa, disponendo autonomamente un maggiore onere per il Comune”
  • riduzione di almeno il 25% della spesa per le assicurazioni RCA dei propri automezzi e cessione delle Assicurazioni di Roma, che “costituisce un unicum nel panorama nazionale e internazionale” e che “vista la morosità dei clienti, versa in uno stato di difficoltà”
  • dismissione di tutte le società partecipate che non svolgono attività strumentale a quella del Comune, perchè “lesive della concorrenza”
  • mantenimento delle società partecipate solo in quei casi in cui “la presenza di privati non è in grado di garantire l’erogazione di beni pubblici”
  • cessione o liquidazione da parte di AMA delle quote di Roma Multiservizi, Fondazione Insieme per Roma, Cisterna Ambiente, Centro Sviluppo Materiali, Società per il Polo Teconologico Romano, Acea, Consel Scarl
  • cessione o liquidazione da parte di Atac delle quote di Trambus Open, Bravobus, SMS Sicurezza Mobilità Consel Scarl, Banca Etica, BCC Roma, Polo Tecnologico
    fusione pe rincorporazione di AMA con “AMA Soluzioni Integrate” e di Atac con OGR e con “Atac Patrimonio”
  • cessione o liquidazione di Servizi Azionista Roma, Roma Patrimonio, Agenzia Turistica per il Lazio, Agenzia Comuale tossicodipendenza e delle quote in BCC Roma, Alta Roma, Centrale del Latte
  • salvataggio di Farmacap salvaguardando i profili di economicità e solo entro le finalità istituzionali
  • incorporazione di Cargest e del Centro Ingrosso Fiori nel Centro Agroalimentare Romano, per la gestione diretta e non dei mercati ortofrutticoli ed ittici all’ingrosso di Roma e dintorni.

Questo è quello che il comune di Roma deve fare da anni: non c’è riuscito Gianni Alemanno, idem per Ignazio Marino, adesso tocca a Virginia Raggi.

Prima della ‘volontà popolare’ c’è sempre la legge di bilancio: senza denari non si cantano messe, per questo tutti da un mese tacciono, la diretta streaming è finita in soffitta ed il tempo degli annunci ‘spot’ – si spera – è finito.

Demata

Perchè NON votare Cinque Stelle a Roma

14 Giu

A Roma è ballottaggio tra Raggi e Giachetti, tra PD e Cinque Stelle.

Sui punti chiave che premono maggiormente a noi romani (ma anche a molti italiani) Virginia Raggi a RaiUno – a ben analizzare l’intervista – non ha fornito soluzioni salvo lo ‘status quo’ e il ‘fai da te’:

  • Atac e Ama nessuna privatizzazione …, visto che venivano assunti amici degli amici”

  • Abbiamo tanti dipendenti sia diretti che indiretti che non vengono sfruttati appieno …, perchè sono frutto di Parentopoli”

  • A Roma ci sono 8.700 chilometri di strade, quindi le buche sono un problema democratico che coinvolge tutti. Bisogna ricominciare a far … fare i lavori a tutti, non solo le grandi ma anche le piccole imprese”.

Sappiamo anche che Raggi ha lanciato l’idea di una funivia – in una città che si estende largamente in pianura – e di incrementare la ciclabilità – mentre il 45% dei romani è anziano e le percorrenze di molti chilometri.

Quanto ai 21 punti del Programma Cinque Stelle:

  1. Maggior presidio di strade e parchi, riforma del corpo di Polizia Municipale e creazione di un Centro Operativo Unico per Roma Capitale.

Con quali risorse e competenze? Ed in che modo?

  1. Lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata, taglio agli sprechi dell’Amministrazione, riduzione delle imposte comunali compresa l’IMU sulla prima casa.

La prima casa deve essere esentasse !

  1. Incorporazione nei Dipartimenti comunali delle Società partecipate. Applicazione del tetto degli stipendi dei dirigenti con rapporto 1 a 12. Risoluzione dal 1° luglio 2013 del contratto con Equitalia.

E’ buona norma amministrativa che le partecipazioni non siano incorporate. La risoluzione di Equitalia dovrebbe avvenire solo dopo aver determinato come riscuotere (o cedere) il credito.

  1. Censimento di tutte le proprietà del comune, per verificarne l’attuale utilizzo e la legittimità dell’assegnazione, al fine di renderle disponibili alla cittadinanza per l’edilizia popolare, le iniziative sociali e culturali.

Al fine di renderle disponibili per il risanamento del disastrato bilancio.

  1. Posizionamento del cittadino al centro della gestione amministrativa. Ottimizzazione dei servizi. Semplificazione della “macchina amministrativa” e certificati on-line.

Con quali risorse e competenze? Ed in che modo, se la metà dei romani ha più di 65 anni ed un buon quarto ha a stento la licenza media?

  1. Misure urgenti per l’emergenza abitativa, stop al consumo del suolo, riqualificazione del costruito, revisione del PRG, tutela e valorizzazione dell’agro romano e delle aree verdi.

Con quali risorse ?

  1. Trasparenza negli appalti e in tutti i procedimenti amministrativi. Assunzioni tramite concorsi pubblici per evitare nuove “parentopoli”. Meritocrazia.

Con quali risorse ? Con quale disciplinare del personale ?

  1. 8. Bilancio, opere pubbliche e programmazione urbanistica mediante processi di partecipazione dei cittadini.

Con quali risorse approntare e gestire server in grado di accogliere l’eventuale consultazione di milioni di persone? Quali garanti per la strutturazione dei questionari ?

  1. Creazione di una commissione d’inchiesta sui derivati sottoscritti dal Comune di Roma.

Caso mai istituzione di una commissione … e da parte di quale organo, il Consiglio Comunale stesso o facente capo al nuovo Sindaco ?

  1. Piano straordinario di manutenzione delle strade, delle scuole, delle strutture culturali e del verde pubblico.

Con quali risorse ? Secondo quali priorità ?

  1. Sostegno alla Proposta di Legge sull’acqua pubblica e stop alla vendita di ACEA.

Perchè ?

  1. Incentivi alla raccolta differenziata porta a porta per i rifiuti e creazione di centri per il riuso, riparazione, riciclo e compostaggio. Disincentivi all’usa e getta.

Con quali risorse ?

  1. Rivoluzione della mobilità: più mezzi pubblici, meno auto, pedonalizzazioni e piste ciclabili, car sharing e car pooling.

Con quali risorse ? Con quali privati ? Con quali procedure ?

  1. Sostegno al microcredito per commercianti, artigiani, piccola e media imprenditoria, politiche di autogestione, ad esempio orti urbani e centri culturali.

E’ legittimo un nesso così diretto tra amministrazione pubblica, concessionari di immobili e/o servizi e funzione di tutore /erogatore di microcredito ? E come evitare che non sia clientelare?

  1. Introduzione di un voucher mensile di sostegno sociale per bambini 0-3 anni, genitori separati, disabili e anziani con malattie croniche.

A prescindere dal reddito e/o dalla gravità o invalidità ? Dopo di che tutti i servizi ai privati, senza responsabilità per l’ente che amministra i servizi sociosanitari ?

  1. Creazione del Parco Archeologico dell’area dei Fori Imperiali. Allestimento di piazze ed altri luoghi pubblici pedonalizzati in tutti i Municipi per recuperare i legami di “comunità”.

Le periferie romane notoriamente NON hanno piazze …

  1. Contrasto alla caccia, alla vivisezione, alla macellazione crudele, ai maltrattamenti verso gli animali, ai canili lager, al transito e stazionamento dei circhi animali all’interno del territorio comunale. Prevenzione del randagismo.

I problemi concreti sono però dati dalla progressiva inurbazione di cinghiali, volpi e gabbiani, oltre che da chi maltratta i cani.

  1. Istituzione del registro delle unioni civili e delle famiglie di fatto anagrafiche.

Aumentiamo il caos amministrativo in cui vivono le coppie non sposate ?

  1. Abbattimento graduale delle emissioni inquinanti causate dagli edifici e dal traffico. Efficienza energetica degli immobili e dell’illuminazione stradale.

La norma prevede l’abbattimento ‘immediato’ se i livelli inquinanti sono sopra la soglia, non graduale. Con quali risorse l’efficienza energetica e l’illuminazione pubbliche ?

  1. Tutela, conservazione e promozione del patrimonio culturale, tradizionale e delle realtà innovative presenti nel territorio. Valorizzazione delle specifiche identità di ciascun Municipio, creazione di Centri Culturali di Quartiere.

Centri Culturali di Quartiere ? E chi dovrebbe frequentarli ?

  1. Obiettivo “prima città al mondo per flusso di turisti stranieri” nuovo piano internazionale per il turismo sostenibile inteso come prima risorsa di Roma Capitale.

Quasi triplicare i flussi attuali ? (ndr. Londra accoglie circa 18,6 milioni di visitatori l’anno. Parigi, Instanbul, Bangok, Dubai eccetera dai dieci ai sedici. Roma meno di sette.

Demata

Roma: il conto (salato) degli elettori e della finanza

29 Ago

L’avventura di Ignazio Marino sindaco di Roma iniziò nel 2013: si era ad aprile e si erano appena concluse tra le polemiche le Primarie che gli avevano permesso di diventare candidato del Pd, con quasi 100.000 votanti ed i ‘cavalli di razza’ Gentiloni e Sassoli surclassati.

In quell’occasione, Antonio Funiciello, portavoce del comitato “Gentiloni per Roma” denunciava che: “stanno arrivando al comitato numerosissime telefonate e segnalazioni di irregolarità e disservizi nei seggi elettorali. Invito tutti a vigilare affinché il voto si svolga in maniera regolare. Sarebbe davvero grave se una giornata di democrazia come quella di oggi venisse funestata da vicende poco chiare”. (Fatto Quotidiano – 7 aprile 2013)

E la renziana Cristiana Alicata – blogger membro della direzione regionale del Pd Lazio – ebbe a scrivere su Facebook: “Le solite incredibili file di Rom che quando ci sono le primarie si scoprono appassionatissimi di politica” e “Sono voti comprati. Punto. Chi lo nega è complice dello sfruttamento della povertà che fa il clientelismo in politica”. (Repubblica – 7 aprile 2013)

Con l’emergere di Mafia Capitale, il ministro della Pubblica Amministrazione Marianna Madia denunciò: “Nel Pd a livello locale e parlo di Roma facendo le primarie dei parlamentari ho visto, non ho paura a dirlo, delle vere e proprie associazioni a delinquere sul territorio”. Così sul territorio si muovevano le truppe cammellate dei ras locali che muovevano persone, voti e tessere. C’era anche un tariffario: 10 euro per un voto al proprio candidato di fiducia, 20 per la tessera. Tessera che a volte veniva assegnata anche all’insaputa dei malcapitati. (Huffington Post – 11 dicembre 2014)

“Pacchetti di tessere comprate in bianco dai capibastone e restituite compilate, come e da chi però non si sa. Code di extracomunitari ai seggi delle primarie. Pulmini di anziani prelevati dai centri ricreativi e ricompensati con buste alimentari. Soldi distribuiti fuori dai circoli per incentivare il voto.” Tutti episodi che «sono stati però ignorati dal Pd cittadino, che ha convalidato quel voto e non ha mai preso provvedimenti disciplinari, anzi» – Andrea Sgrulletti, ex segretario pd di Tor Bella Monaca – «Noi che abbiamo denunciato siamo finiti sul banco degli imputati e io stesso ho rischiato l’espulsione dal Pd». (Repubblica – 11 dicembre 2014)

Facendo la conta dei primi nomi coinvolti dalle prime indagini di Mafia Capitale troviamo Mirko Coratti (presidente del Consiglio comunale di Roma), Daniele Ozzimo (assessore alla Casa), Micaela Campana (responsabile welfare nella segreteria del partito), Pierpaolo Pedetti (presidente della commissione Patrimonio in Campidoglio), Andrea Tassone (presidente del Municipio X), Franco Figurelli (segreteria di Coratti), Luca Odevaine (ex vice capo di gabinetto con Walter Veltroni, ex capo della polizia provinciale con Nicola Zingaretti, inserito nel Coordinamento nazionale sull’accoglienza per i richiedenti asilo del ministero dell’Interno), Maurizio Venafro, Regione Lazio, Massimo Caprari (consigliere di Centro Democratico, nella maggioranza del sindaco Marino), Daniele Magrini (dirigente della Regione Lazio, responsabile del dipartimento Politiche sociali). (Fatto Quotidiano – 6 aprile 2015)

E da circa un mese, l’opinione pubblica ha avuto conferma che “sono , i circoli “dannosi” del Pd romano identificati dalla Oggi, la relazione di Fabrizio Barca, incaricato dal commissario Matteo Orfini di condurre la mappatura nella Capitale dopo lo scandalo delle tessere false, conferma che 27 circoli , sui 108 esistenti, “bloccano il confronto sui contenuti, premiano la fedeltà di filiera, emarginano gli innovatori”, altri 17 sono i cosiddetti “di inerzia”, mentre addirittura 2 sono definiti “presidio chiuso”, ovvero “circoli segnati da forte degrado sociale ed istituzionale”. “In particolare si registrano “irregolarità” di iscrizioni in corrispondenza di votazioni o congressi. Inoltre il “38,3% degli iscritti non frequentano il circolo”. (TGcom24 – 15 luglio 2015)

Gli appelli del Comitato Gentiloni e le denunce della renziana Cristiana Alicata di quell’aprile 2013 erano fondati. Inoltre, le siste che sostenevano Ignazio Marino come sindaco raccoglievano solo 512.720 voti su 2.359.119  elettori e di questi  solo il 15,9% era ‘solo sindaco’: parlare di voto ‘popolare’ è un’iperbole, mentre è quasi atto dovuto lagnare un difetto di democrazia (viste specialmente le primarie, ma anche arresti e defezioni /incompatibilità successivi).

A parte la questione se e chi “non poteva non sapere”, in questi due anni Ignazio Marino, con la ‘sinistra’ che lo sostiene, non ha voluto confrontarsi con l’evidenza che la sua stessa candidatura a sindaco (come in parte quella di Zingaretti in Regione) si fondarono sulle Primarie e sulle Sezioni del PD di cui sopra.

La soluzione è tutta un equivoco, visto che si evita il commissariamento per mafia del comune di Roma, ma si commissaria il Sindaco, delimitandone l’ambito a “traffico e decoro” (polizia municipale,  viabilità e giardini, forse la raccolta rifiuti e i trasporti Atac e Metro, eccetera).

“Il Consiglio dei ministri non ha avuto il coraggio di dire a chi fa politica perché ci crede o perché c’è costretto: signori, state uccidendo Roma … si scende dal carro e fine della giostra, tutti a casa. … Decisione complessa ma doverosa, in linea con la dignità smarrita della politica, messa da canto e sacrificata sull’altare del chissà chi vincerà a Roma se cacciamo adesso Marino e andiamo presto ad elezioni anticipate.”

“Gli impegni, le decisioni, i programmi e in qualche caso anche il personale politico per governare bene Roma dovevano essere di ben altra fattura. Così non è stato. E questa volta, persi tutti i treni possibili, i romani si preparano a presentare il loro conto. Che sarà salatissimo.” (Repubblica – 29 agosto 2015)

Un conto che si prevede salato anche a livello nazionale, se Roma e il Governo Renzi non sapranno dimostrare che la Capitale è la prima a rispettare le leggi che emana.
Forse è pretendere troppo, c’è già chi parla di ‘questione culturale’, ma chi vuole raccogliere e rappresentare il voto ‘popolare’ – come Sinistra  e sindacati reclamano – dovrà vedersela con i tanti cittadini che in questi anni recenti si son trovati in situazioni anche drammatiche a causa di sprechi, ruberie, disservizi, impunità mentre piovevano tasse, tagli, licenziamenti. 

A proposito, quanto ci costa la situazione di Roma in termini di spread dei nostri buoni /titoli, ad esempio, o di capacità di ripresa del Bel Paese o di efficienza finanziaria degli enti a controllo pubblico?

Sapientemente Alfano e il Centrodestra prendono progressivamente le distanze ed, a questo punto – per Roma, per il Partito e per l’Italia – dovrebbe essere il sindaco ad avere un colpo di umiltà” … “Pensate quale dignità se avesse detto: mi arrendo, rimetto il governo di una città che non sono riuscito a capire, con la quale non c’è mai stato un vero feeling. Applausi e onore delle armi.” (Repubblica – 29 agosto 2015)

E chissà che Piazza Affari non risalga persino di qualche punto …
Demata