Tag Archives: rilascio

Crimea, Ucraina, Kazakistan, Siria, petrolio, gas, Heimat, dominio dei mari e altro ancora

31 Mar

Se qualcuno volesse scrivere la sceneggiatura o delineare uno scenario internazionale di quanto sta accadendo tra Stati Uniti, Germania e Russia via Ucraina-Siria-Crimea, ce ne sarebbe abbastanza per un ottimo polpettone cinematografico stile Spy Stories ambientate durante la Guerra Fredda.

Iniziamo dalla scacchiera.

Il progressivo incremento dei trasporti via mare va di pari passo con le piraterie, i porti franchi e le micronazioni dalle tante pretese. La flotta russa, oltre ad essere più moderna di quella USA in fatto di portaerei, è pressochè inutilizzata e confinata nei mari freddi del Baltico e dell’Artico. La superiorità della tecnologia militare russa è notoria anche a livello di aviazione (Sukoi – Mig), di ‘artiglieria’ leggera (sistemi razzo russi e iraniani) e di armi leggere (Kalashnikov). E, quanto alle guerre in Afganistan, possiamo prendere atto che i soldati russi si dimostrarono ben più coriacei dei cow boys yankees odierni.

Il Climate Change prefigura un notevole incremento delle terre coltivabili a disposizione delle repubbliche ex sovietiche, Russia inclusa. Niente di fantascientifico. E’ già accaduto 3-4.000 anni prima di Cristo e dal 600 d.C a seguire che le popolazioni scandinave, grazie al disgelo, siano cresciute demograficamente ed abbiano dovuto espandere i propri territori. Inoltre, il dopo Fukushima rende ancor più interessante l’uso del gas naturale come fonte energetica. Questo gas, per motivi geografici, deve passare attraverso l’Ucraina o il mare al largo della Polonia, che sono ambedue, ormai, delle colonie della Deutsche Bank e della Goldman&Sachs. Una discreta quantità del gas ‘russo’ proviene dalla repubblica kazaka, dove vivono e governano gli ultimi discendenti di quella che alcuni considerano la ‘dodicesima tribù di Israele’, i Cazàri.

ervature energetiche Eurorussia

Israele, a sua volta, non sembra essere per nulla infastidito nè dalle guerre – prima irakena, oggi siriana, per non parlare della caotica rivoluzione egiziana – nè dall’iperattivismo saudita in Medio Oriente. E, d’altra parte, mandare in tilt Damasco è il mezzo migliore per evitare che si ricomponga l’ultimo califfato mancante al mosaico, ovvero la riunione di Libano, Siria, Giordania e Iraq. Qualcosa di inimmaginabile negli anni ruggenti del sionismo, ma altrettanto realistica se Erdogan (ri)vince alla grande le elezioni.
E i ‘nemici’ di Israele sono noti da decenni: Russia, Iran e, guarda caso, Siria. Come lo sono gli ‘amici’: Stati Uniti e, guarda caso, Germania e Arabia Saudita.

Syrian Pipelines Siria Oleodotti

Dunque, esiste la probabilità che qualche potente kazako e qualche suo lontano cugino di New York o di Tel Aviv non vedano di buon occhio l’aggiramento dell’Ucraina e della Germania con gli oleodotti e i gasdotti del South Stream attraverso il Mar Nero. Tutto legittimo, come potrebbe esserlo, viceversa, l’idea russa di risolvere a pie’ pari il ‘problema ceceno’, che ha finora bloccato la realizzazione dell’autostrada energetica, riprendendosi la Repubblica di Crimea, regalata da Krushev all’Ucraina e da questa inglobata, che si trova abbastanza a nord per poter abbandonare la Cecenia al proprio destino di area tribale.

mappa-gasdotti-e-rigassificatori

Per completare la scacchiera, ricordiamo che l’Italia si  approvvigiona di gas tramite la Tunisia e potrebbe infischiarsene, come gli stati europei del Nord Europa che utilizzano il North Stream, come anche ha forti interessi (tramite ENI) in Kazakistan e, dunque, la ‘cresta’ che gli ucraini fanno sul gasodotto  principale non può farci gioire. Come non gioiscono – di sicuro – nè i bulgari, nè i serbi, nè i turchi, nè gli albanesi e neanche i molisani, che dalla messa in opera del South Stream potrebbero ottenere l’energia e l’upgrade necessari per lo sviluppo.
L’Italia è anche il paese al quale fu demandato di provvedere alla costruzione di caccia F35, in quantità non inferiore a 100 come sembra, che prima o poi saranno usati per fare la guerra da qualche parte.
E, se il Kazakistan vi ha portato alla mente il caso Shalabayeva-Bonino, mettiamo anche in conto che neanche 12 ore dopo le rassicurazioni di Obama a Renzi sul caso dei marò in India, il governo indiano ha dichiarato illegittimo l’uso delle leggi antiterrorismo a carico dei nostri militari, aprendo un’inchiesta.
Meglio incassare, si sarà detto Matteo Renzi, piuttosto che un nuovo caso Mattei … tanto sarà difficile scalzare ENI dalle repubbliche ex sovietiche e … dalla Turchia.

Rete_Trasporto_Gas 961_595

Il tutto mentre, prima o poi, la Gran Bretagna si troverà – per la prima volta in 200 anni con un re giovane e, dopo tanti secoli, con un principe cadetto scalpitante. E mentre la Scozia potrebbe diventare una repubblica, incassando molto del petrolio del Mare del Nord, Londra sta cercando in ogni modo di ottenere il controllo dei ricchi pozzi delle Falkland – Malvinas, al largo dell’Argentina.
I francesi hanno i loro problemi, con una sinistra che ormai è andata ad aggiungersi ai lauti banchetti (e qualche scampagnata extraconiugale) dell’alta borghesia affermatasi nell’Ottocento.
Quanto alla Germania, c’è poco da dire: nel momento in cui è arrivata (anni fa) a dotarsi di una corolla di stati satellite (Olanda, Lussemburgo, Polonia, Ucraina, Slovenia, Croazia, Repubblica Ceca, Triveneto …), grazie al potere delle proprie banche e alla forza delle proprie istituzioni, i suoi confini coincidono con quelli della Heimat.

Obama?
Possibile che gli USA siano talmente alla canna del gas – tra complesso industrial-militar-finanziario e un melting pot che funziona in parte – da dover trasformarsi nel braccio (armato) degli interessi di Germania e Israele?
Dov’è l’afflato di Carter e di Clinton che riuscirono a costruire e sugellare l’armistizio ancora corrente, seppur instabile, tra Israele e Palestina? Dov’è la competenza di George Bush senior che preferì non invadere l’Irak? E dove sono gli staff di quei presidenti americani?

Perchè, da quando Barak Obama è subentrato a G. W. Bush come presidente agli inizi del 2009, della ‘Road map for peace‘ non se ne è più parlato?
E come spiegarsi il perchè, se Hillary Clinton – che pure ci aveva provato – ha lasciato la carica di Segretario di Stato a John Kerry, nipote di James Grant Forbes II e pronipote di Robert Charles Winthrop per parte di madre, ma anche nipote di ebrei austroungarici, immigrati ai primi del ‘900 in USA,  e con due zii  – Otto e Jenni  – sterminati dai nazisti con tutte le loro famiglie.

Timori dovuti, dato che Mr. President ha già dimostrato – in occasione delle rivolte arabe contro i regimi corrotti – di non cavarsela molto bene fuori dai confini delle metropoli wasp statunitensi. Come anche, ha lanciato promesse al vento, vedi il ritiro dall’Afganistan o la guerra lampo in Siria, per non parlare dell’Obamacare o dell’assimilazione degli ispanici o, peggio, del grande piano infrastrutturale che annunciò cinque anni fa.
Questa è la chiave di volta.

Putin-Vs.-Obama

Per il resto, va tutto bene. La Germania – grazie al distacco della Crimea dall’Ucraina – ormai arriva a Kiev e controlla i rubinetti di francesi e olandesi. L’Italia incassa sconti e commesse più due marò liberi, tanto tra tre mesi la banderuola gira. Israele ha un rapporto con i Sauditi ormai ben consolidato e, se l’Imperatore americano facesse il suo mestiere, si dedicherebbero ambedue al business as usual piuttosto che trovarsi prima o poi la casa in fiamme.
Russia e Kazakistan hanno indietro la loro Crimea e potranno avere un South Stream che fa capo all’attuale hub di Odessa, senza dover dipendere – come accade a noi italiani – dai voleri (e dagli affarucci) dei Graf di Berlino (e Monaco di Baviera), che – come Machiavelli e la storia medievale insegnano – abitano troppo vicino alle nostre amate coste.

Un grande presidente americano avrebbe rilanciato la Road Map per il Medio Oriente, prima che i turchi stacchino gli acquedotti che alimentano Israele. Un segretario degli esteri, con una carrriera da pacifista e da procuratore integerrimo del caso Contras, avrebbe rilanciato la Road Map per il Medio Oriente, prima che le masse arabe (egiziane e non solo) rivolgano all’esterno piuttosto che all’interno le loro tensioni.
Ma Obama e Kerry di politica estera ne masticano poca e di storia e dottrina politica ancor meno, basta leggere i curricula da avvocati per saperlo, e così andando le cose a festeggiare saranno Putin e Merkel …

Non a caso i repubblicani di Romney sono partiti alla carica, poichè proprio in campagna elettorale Obama accusò il suo contendente di ‘ricadere nella Guerra Fredda’, mentre i democratici – temendo che la debolezza finora dimostrata dal ‘loro’ presidente possa rivelarsi  un boomerang – ormai si sono  aggregati al coro bipartisan che al Congresso chiede di inviare aiuti militari in Ucraina ‘per supportare il nascente governo’.
La Crimea? E’ russa, come avranno avuto modo di spiegare le diplomazie francesi e inglesi …

originale postato su demata

 

Decreto “svuota carceri”: un altro flop

5 Gen

Non sono trascorsi neanche 100 giorni dall’insediamento di Mario Monti e già si iniziano ad osservare i primi “non sense all’amatriciana”.

Dopo quello dell’urgenza di fare cassa portando l’età pensionabile a 42 anni di contributi, una misura i cui effetti si vedranno dopodomani o chissà quando, e dopo quell’altro dell’acquisto di ben 130 cacciabombardieri F35, in tempo di tagli e miserie per alcuni ma non per tutti, arriva l’indulto, ovvero il decreto ‘svuota carceri’.

E cosa scopriamo?

Che le celle di sicurezza sono poche, promiscue e senza servizi igienici, oltre al fatto che i braccialetti elettronici sono altrettanto pochi e che, soprattutto, non hanno il GPS …

E’ il vice capo della Polizia, il prefetto Francesco Cirillo, a denunciare (fonte ADN-Kronos) che le camere di sicurezza, oggi disponibili in Italia, sono in tutto 1057 e dovrebbero ospitare, per circa 48 ore dal fermo, le oltre 25.000 persone arrestate annualmente per reati non gravi e in attesa di processo per direttissima.
“Non hanno il bagno, non consentono l’ora d’aria né la separazione tra uomini e donne e dunque non garantiscono ‘condizioni indispensabili per rispettare la dignità delle persone’.”

Quanto ai braccialetti elettronici per il controllo a distanza dei detenuti, quelli disponibili sono solo 2.000 e non sono numericamente sufficienti, neanche adesso, per i detenuti agli arresti domiciliari. “Sono inoltre strumenti tecnicamente non idonei, perché non dotati di sistema Gps e dunque non consentono la localizzazione. Quanto ai costi, calcolati in circa 500 euro ciascuno, avremmo speso di più se fossimo andati da Burgari”, commenta con una battuta il vice capo della polizia. (fonte ADN-Kronos)

Morale della favola?

Il decreto “svuota carceri” appare sempre di più come un frettoloso e scandaloso indulto, questo blog lo prefigurava in tempi non sospetti, ma, soprattutto, il governo Monti non sembra riuscire a far meglio di Tremonti, se parliamo di affidabilità dei conti …

originale postato su demata

Carceri sovraffollate: arriva un nuovo indulto …

16 Dic

Per alleviare il problema del sovraffollamento delle carceri, il governo Monti si accinge a varare un pacchetto di provvedimenti che farà discutere:

  1. detenzione presso le camere di sicurezza di polizia e carabinieri per gli arrestati in flagranza di reato ed in attesa di processo per direttissima
  2. depenalizzazione per i reati minori
  3. estensione da 12 a 18 mesi del residuo di pena che si potrà scontare agli arresti domiciliari
  4. estensione della reclusione domiciliare, ovvero la possibilità di scontare la pena definitiva presso il proprio domicilio.

La detenzione, in attesa del processo e per 72 ore, presso caserme, commissariati e questure non apporterà grandi benefici al sovraffollamento carcerario, ma permetterà di azzerare i costi di trasferimento per 21.000 persone l’anno.
Una misura che avrebbe dovuto esistere già da tempo e che, soprattutto, andrebbe attuata per motivi di “civiltà” e non per mera necessità finanziaria.

Se parliamo di reati “minori”, va subito precisato che il codice non ne fa distinzione e che sono, nella sostanza, quelli che generano minore allarme sociale. Ed anche in questo caso, ricordando che la proposta era stata avanzata dal PdL, prendiamo atto che si tratta di una misura che avrebbe dovuto esistere già da tempo e che, soprattutto, andava attuata per motivi di “civiltà” e non per mera necessità finanziaria.

Bene depenalizzare gli spinelli e l’immigrazione clandestina, male se si trattasse di frodi fiscali o di sfruttamento della prostituzione.

Quanto alle altre due misure, dobbiamo ricordare che consistono in un’ampia estensione della detenzione domiciliare senza braccialetto elettronico, con un obbligo di firma spesso neanche quotidiano e con affidamento ai servizi sociali.

In un paese che “vanta” due milioni di disoccupati, “garantire” un lavoro (socialmente utile) a chi delinque appare come un vero paradosso.

Senza contare che, in breve tempo, una buona parte dei detenuti rilasciati si ritroverebbe nuovamente nei guai con la legge, come le statistiche sugli indulti dimostrano.

A proposito di indulti, se non fosse che si tratta di arresti domiciliari in vece di scarcerazione tout court, le proposte del governo ad un indulto somigliano, anzi lo estendono agli anni a venire.

Carceri sovraffollate? Costruiamone di nuove.

originale postato su demata