Solo due mesi fa le agenzie denunciavano che “le carceri italiane sono di nuovo sull’orlo del collasso: la popolazione carceraria, secondo la “capienza regolamentare”, dovrebbe essere di 50.511, ma al 30 novembre 2017, sono i dati ufficiali dell’Amministrazione Penitenziaria (Dap), il numero dei reclusi era di 58.115. Vale a dire 7.604 unità in più rispetto alla regola“. (AGI)
E solo due mesi dopo, cioè oggi, il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, annuncia che “noi avevamo un indice di sovraffollamento ed oggi siamo rientrati in una situazione più accettabile, negli istituti di pena ci sono 8000 detenuti in meno e si possono contare 5000 posti detentivi in più“.
Infatti, la soluzione adottata meno di un mese fa è stata quella del “meno carcere e più misure di comunità”, che “riportano al centro del sistema la finalità rieducativa della pena” indicata dalla Costituzione, con la scarcerazione di ottomila detenuti, praticamente l’ennesimo indulto esteso anche a chi aveva commesso crimini violenti.
A guardare il grafico, infatti, ci si rende conto di quanto sia un concetto sdrucciolo pretendere che «il tema deve essere non quello dell’effettività della pena ma dell’utilità della pena»: se gli italiani prediligono reati come resistenza, lesioni, rapina, sturpo e omicidio, c’è da tener conto che – prima dello Stato e/o dell’interesse pubblico – esiste una parte lesa, una vittima, che confida nella ‘certezza della pena’ e non solo nell’eventuale risarcimento del danno.
Tra l’altro, la Costituzione – art. 27 – precisa che la “responsabilità penale è personale”, che significa anche che non possono esserci sconti per risparmiare sulla spesa carceraria.
Risparmio che, a ben vedere, non sussiste se – a parte la percezione di impunità – tutto questo ci costringe anche ad avere “più agenti di tutta Europa, ma la sicurezza sul territorio non funziona”. (L’Espresso) “Ben 278 mila, contro i 243 mila della Germania e i 203 mila della Francia. Il dato italiano, inoltre, non comprende le polizie municipali (60 mila uomini), i vigili del fuoco (altre 31 mila unità) e la polizia penitenziaria (38 mila).”
Infatti, secondo i dati ONU, l’Italia è più o meno alla pari della Turchia con 467,2 agenti ogni 100mila abitanti, cioè il 50% in più che negli USA, dove gli addetti al ‘law enforcement’ sono meno di tanti paesi europei, cioè 284 ogni 100.000 residenti.
E, se a noi 56mila detenuti su 60 milioni sembrano troppi da mantenere, prendiamo atto che nel 2015 la Francia aveva 65mila detenuti su una popolazione pari alla nostra, mentre Inghilterra e Galles insieme contavano 85mila detenuti per circa 56 milioni di abitanti.
Demata
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