In Italia, oggi come oggi, “chi ha subito un danno ingiusto per effetto di un comportamento, di un atto o di un provvedimento giudiziario posto in essere dal magistrato in violazione manifesta del diritto o con dolo o colpa grave nell’esercizio delle sue funzioni ovvero per diniego di giustizia” NON può agire contro lo Stato e contro il magistrato per ottenere il risarcimento dei danni.
Un concetto lapalissiano, se in uno stato di diritto. Un abisso della democrazia, se non attuato.
Ad oltre 60 anni dalla stesura della Costituzione italiana, ieri, finalmente, alla Camera s’è fatto un primo passo in questa direzione con un emendamento approvato con i voti del Centrodestra più un’ottantina di Demoratici, M5S astenuti.
Annotiamo alcuni singolari commenti di sponda democratica e governativa: “al Senato modificheremo la norma”, “un vero e proprio colpo di mano del centrodestra con la complicità del M5S”.
Eppure, è alla Camera – e non al Senato – che il PD ha praticamente la maggioranza assoluta …
Una questione controversa, quella della responsabilità civile dei magistrati, se per Giorgio Napolitano, presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, “la tutela dell’indipendenza assicurata al giudice dagli ordinamenti non rappresenta un mero privilegio”, ma secondo il vice presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, Michele Vietti, “è in gioco non un privilegio, ma l’indipendenza di giudizio del magistrato”.
Per l’Associazione nazionale magistrati questo voto è “un fatto grave”, “questa norma costituisce un grave indebolimento della giurisdizione”. Per l’Associazione magistrati della Corte dei conti l’emendamento “costituisce un gravissimo vulnus all’autonomia e all’indipendenza dei giudici”. Per Anna Canepa, segretario di Magistratura democratica, “il voto arriva a indebolire la magistratura proprio nel delicato momento delle inchieste sulla corruzione”.
Eppure, per noi comuni mortali, quello che resta incomprensibile è che – se sottoposti ad eccesso, dolo o inerzia in un processo di giustizia – non ci sia qualcuno che paghi i danni.
Specialmente, se leggiamo sulla Costituzione (art. 24) che “tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi“, precisando che (art. 113) “contro gli atti della pubblica amministrazione è sempre ammessa la tutela giurisdizionale dei diritti e degli interessi legittimi dinanzi agli organi di giurisdizione ordinaria o amministrativa.
Tale tutela giurisdizionale non può essere esclusa o limitata a particolari mezzi di impugnazione o per determinate categorie di atti. La legge determina quali organi di giurisdizione possono annullare gli atti della pubblica amministrazione nei casi e con gli effetti previsti dalla legge stessa.”
L’art. 104 sancisce solo che “la magistratura costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere”.
originale postato su demata
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