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Roma Nord sta messa così male?

8 Dic

(tempo di lettura 3-4 minuti)

Putiferio social a Roma per le ultime dichiarazioni dell’attore Pietro Castellitto in un’intervista a ‘Sette’. “Non credo esista un posto più feroce. Chi è cresciuto a Roma Nord, ha fatto il Vietnam. Ma è un mondo anche tremendamente delicato e crepuscolare. Un mondo dove i valori basilari dell’esistenza – voglia di potenza, di bellezza, di soldi e successo – sono ancora in voga. Dinamiche indicate come negative dal mio mondo di provenienza e da buona parte della società civile“.

Figlio di Sergio Castellitto e Margaret Mazzantini, Pietro vive in uno dei quartieri a ridosso del Tevere e del Vaticano e potrebbe darsi che la sia sia solo una percezione.

Ad esempio, il livello di istruzione che è allarmante nel Centro ed a Roma Est, piuttosto che a Roma Nord (eccetto un quartiere).

O l’abusivismo edilizio che vede il Centro assediato più o meno da tutte le direttrici.

Quanto alla “voglia di potenza, di bellezza, di soldi e successo”, sembra che sia in voga al Centro e nei quartieri dove vivono tanti protagonisti del cinema e della televisione italiani, tra i quali c’è anche Pietro Castellitto.
Roma Nord da l’impressione che l’unica sua colpa sia quella di appartenere al ceto medio …

Resta solo un quesito: perché non prendere ad esempio proprio Roma Nord, se ha un livello di istruzione accettabile, produce quel che spende e non è la Grande Bellezza dei quartieri Centrali, dove potenza, bellezza, soldi e successo la fanno da padroni con il poco tacito accordo di Roma Est, che è profondamente diseguale rispetto al resto della città?

Demata

Pensioni: i conti Inps e gli invalidi invisibili

3 Gen

Le pensioni per gli invalidi dovrebbero essere la prima ragione di esistenza di un Istituto pubblico di Previdenza Sociale, come è l’Inps fin dalle origini.

I dati dell’Inps 2017 riguardo i casi riconosciuti di invalidità civile e le prestazioni erogate sono, in sintesi, i seguenti:
– ciechi totali o parziali = 223.958 (7,3% della spesa);
– prestazioni a sordomuti = 61.001 (1,99% della spesa);
– prestazioni a invalidi totali = 2.281.116 (16,5% della spesa) 
– indennità di accompagnamento = 1.775.431 (58% della spesa) 
– invalidi parziali = 494.415 (16,2% della spesa).

Strano, vero? Come è possibile che gli invalidi totali sono oltre 2 milioni, ma quelli parziali solo mezzo? Semplice, le statistiche considerano come invalidi solo quelli a cui l’Inps eroga una prestazione.

Infatti, secondo OsservaSalute 2018, il 39% degli italiani ha almeno una malattia cronica, mentre il 23,7% è multi cronico e l’insorgere di malattie croniche ha una vera e propria impennata dopo i 44 anni.

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Molto semplicemente l’Inps, nel subentrare alle Casse previste dalla Costituzione, non si fa carico delle invalidità da lavoro se non gravissime o totali: non è un caso che le prestazioni destinate alle donne ultraottantenni siano quasi pari per numero a quelle per i maschi in età da lavoro (tra 20 e 65 anni) e maggiori per volume finanziario.

Ad ogni modo, di stranezze ce ne sono tante, ad esempio che per ogni milione speso l’Inps destina 32,60 € a testa per i ciechi totali o parziali ed i sordomuti, come per gli invalidi parziali, ma … per gli invalidi totali l’Inps non fa diversamente, dato che se i 32,60 € a testa sono per le indennità di accompagnamento … che andrebbero a chi assiste il malato … al quale così restano solo 7,23 euro “per se stesso”.

E c’è da restar perplessi se consultiamo le Disability statistics 2012 dell’Unione Europea e scopriamo che in Italia erano 6.991mila le persone disabili maggiori di 15 anni e”with long-standing health problems”, cioè note da vecchia data, mentre … l‘Inps – Statistiche in breve (marzo 2017) – invece – eroga solo 3.060.490 prestazioni agli invalidi civili (invalidi civili, ciechi civili, sordi civili).
E dove sono finiti gli altri quasi quattro milioni con long-standing health problems e che, magari vanno ormai per i 50, hanno 20-30 anni di contributi versati e che … più tempo li teniamo al lavoro e più ci costano e ci costeranno in Sanità?

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Il Ministro Di Maio come la sua collega Grillo terranno conto che è davvero impossibile che una nazione di 60 milioni di abitanti abbia solo 3 milioni di invalidi ‘a carico’, se la media  europea è del il 17% della popolazione, cioè da noi “dovrebbero essere” 10 milioni?
Sarebbe importante sia in termini di conti futuri dell’Inps sia di spesa sanitaria appropriata sia di ‘giustizia sociale’ sia di finanza, economie ed investimenti.

A dire il vero, dovrebbero essere Politica, Sindacati e Imprese a chiedersi che fine fa il consenso di questi 4-7 milioni di elettori / lavoratori / consumatori invalidi senza visibilità e prestazioni, senza possibilità di pensione, senza accesso ad un reddito/sussidio minimo, nonostante decenni di contributi versati.

Siamo sicuri che, superando la Fornero e garantendo il Reddito a chi non ha contribuzione, non finiranno esclusi ancora una volta proprio gli invalidi ‘parziali’ che, viceversa, hanno ormai versato tanto, ma “sempre non abbastanza”?

Su quali numeri sta lavorando la Politica, se ci sono milioni di italiani che scompaiono dalle statistiche della Previdenza ma esistono in quelle della Sanità?
Soprattutto, è ben informata che con pochi miliardi l’anno si risolverebbe un enorme problema di diritti, salute, turn over, innovazione, bilancio pubblico ed efficienza amministrativa, che coinvolge direttamente milioni di italiani?

Demata

Firenze, non povera ma non bella?

12 Ott

Firenze è un comune italiano di circa  370.000 abitanti, che secondo il Sole24Ore ha un reddito medio per abitante di 16.468 euro e di 33.989 euro per famiglia (dati 2007).

Che sia una città piccola, come sostiene Marchionne, è inoppugnabile, ma definirla povera, con i redditi medi degli italiani, è difficile, specie se il reddito medio pro capite a Pomigliano d’arco, dove c’è la FIAT, è di 8.575 euro pro capite (dati 2010).

Il punto, però, secondo i fiorentini – tra cui certamente il sindaco Matteo Renzi – è che la città, povera o piccola che sia, è oltremodo bella. Purtroppo, con tutto il rispetto e la simpatia per gli amici fiorentini, c’è solo da constatare che le cose non stanno esattamente così.

Firenze ‘era’ bella, ma oggi sembra essere diventata un luna park per turisti ‘usa e getta’ ed un bivacco per desperados che alimentano – al ribasso – commercio ed occupazione locali.

Una situazione ‘esemplarmente’ alimentata dal Comune di Firenze, che applica lo ZTL in modo da avere un flusso di turisti-pedoni fino alle 19,30 ed un rombate afflusso di movidari nel corso  della notte, evitando con gli opportuni balzelli che qualche vero amante di Firenze resti per più di 3-4 giorni, occupando per troppo tempo la camera d’albergo ed intasando il ricambio dei festanti giostranti finto-cult. In caso di bisogna, son ben accetti convegnisti e congressisti, sempre di 3-4 giorni si tratta.

Una cannibalizzazione della ‘bella e colta Firenze’ che emerge quà e là dalle cronache fiorentine.

Ad esempio, la situazione di Piazza Brunelleschi, denunciata da alcuni giovani fiorentini allo stesso Renzi, che, ricordiamolo, su LA7, giorni fa, ha annunciato testualmente di voler “rivoluzionare la scuola”.

Oppure La Repubblica (vedi foto sotto) quando parla di “Cibo andato a male, lattine e bottiglie, flaconi di Metadone, siringhe, spacciatori e drogati, disperati da marciapiede che dormono nei cartoni. Persino escrementi e un odore terribile”.

Il Corriere della Sera scrive, ancora, di “combattere il degrado e la sporcizia che derivano dalla movida notturna e che affliggono la aree intorno alle basiliche fiorentine”.

Il prefetto Varratta – dopo che l’arcivescovo ha raccolto il grido di aiuto di alcune chiese fiorentine – parla «di comportamenti incivili e di mancanza di attenzione verso i luoghi e di considerazione per le persone. Il nostro obiettivo è di contenere questi fenomeni per evitare che degenerino in fatti più gravi».

L’Espresso denunciava (pochi giorni fa) la storia di “Michelle D. che passa le sue giornate tra i monumenti di Firenze che tutto il mondo ci ammira. Ha cominciato a consumare eroina a 13 anni, quando ancora frequentava la scuola media. Così come sua sorella, Camilla, 20 anni, e i loro amici”.

E sempre L’Espresso raccontava di “Saverio L., 24 anni, finito al pronto soccorso per un arresto cardiaco dopo un malore. Ed è morto. Secondo la polizia, l’ha ucciso una nottata passata con amici. A sniffare eroina e cocaina. Il giorno del funerale, le pagine di cronaca locale descrivono un ragazzo appassionato di moto, cresciuto tra il catechismo e l’oratorio dei salesiani”.

Il quadro di uno sfascio sociale,  che si rende necessario perchè riportare la città al ‘turismo colto’ (e spesso facoltoso) implica – evidentemente – qualcosa che non è nelle corde del Partito Democratico, visto cosa sono diventati Perugia, Rimini e Bologna, diversamente da Montecarlo o Venezia.
Un disastro culturale, che si rende possibile perchè la ‘Firenze che conta’ abita più a Fiesole e molto meno in città (dati ISTAT sul PIL).

Una contraddizione politica, se nella ‘democratica’ Firenze circa il 20% dei residenti dichiara un reddito superiore ai 33.500 euro, pari al 50% circa del totale dei redditi ‘prodotti’, mentre ‘nell’elitaria Venezia’ più o meno la stessa percentuale di ‘benestanti’ rappresenta – come volume finanziario ‘prodotto’ – all’incirca il 40% del totale. Una Firenze ‘che arriva alla fine del mese’ per tanti e ‘diffusamente benestante’ per altri.

«Firenze non può vivere con il coprifuoco, ma non è possibile usare le strade come propaggini dei locali», dice Matteo Renzi, dinanzi alle “rimostranze dei gestori dei locali, all’indomani del sequestro preventivo di alcuni esercizi in via dei Benci, ma anche di residenti e comitati” (metronews.it).
Praticamente tutti contro tutti, my compliments.

Al di là di come vadano effettivamente le cose nella città del Savonarola, però, certo è che Firenze è molto meno bella di quello che potrebbe essere, come è probabile che vada sempre peggio, visto che genere di turismo si predilige attrarre e quanto sia difficile arrivare in città senza prendere una TAV,  che ormai è quasi l’unico modo per entrarvi, aereoporto o limousine esclusi.

Mi dispiace per i fiorentini, che meriterebbero di meglio, come lo meriterebbero tutti i residenti dei centri storici italiani, ormai invasi da oggetti sintetici, devoluzioni culturali ed esistenze anonime.
L’opposto di quello che storia, racconti e cinema di testimoniano della città sull’Arno e della nostra civilizzazione italica.

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Sarebbe ora di cambiare e di ritornare un po’, solo un po’, se stessi.

originale postato su demata