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Il rapporto sulle torture della CIA tradotto in italiano

9 Dic

Di seguito c’è l’estratto – tradotto in italiano – delle prime venti pagine del Committee Study of the Central Intelligence Agency’s Detention and Interrogation Program.
Ogni commento è superfluo dinanzi all’inutile esercizio della crudeltà umana che si è proseguito per almeno cinque anni nel più totale arbitrio.

La CIA non informò il leader del Select Committee on Intelligence del Senato sulle  tecniche ‘avanzate’ di interrogatorio della CIA fino a settembre 2002, quando le tecniche erano state approvatie ed utilizzate. Prima del 6 settembre 2006, la CIA ha fornito informazioni inesatte alla leadership  del Select Committee on Intelligence del Senato.
Le lettere al Comitato contenevano numerose inesattezze, comprese descrizioni imprecise di come sono state applicate tecniche di interrogatorio e quali informazioni sono state ottenute dai detenuti della CIA.
La CIA ha travisato le opinioni dei membri del Congresso su una serie di occasioni. (pagg. 11-12)

Le condizioni dei luoghi di detenzione della CIA erano povere  e sono state particolarmente desolanti all’inizio del programma. I detenuti della CIA presso la struttura di detenzione COBALT sono stati tenuti in completa oscurità e costantemente incatenati in cellule isolate con forte rumore o musica e solo un secchio da utilizzare per i rifiuti umani.
Il capo degli interrogatori descritto COBALTO come una “segreta”. Un altro alto ufficiale della CIA ha dichiarato che COBALTO era essa stessa una tecnica di interrogatorio potenziato. ‘A volte, i detenuti camminavano in giro nudi o erano stati ammanettati con le mani sopra la testa per lunghi periodi di tempo.
Altre volte, i detenuti di COBALTO sono stati sottoposti a quello che è stato descritto come un “takedown ruvido“, in cui circa cinque ufficiali della CIA urlavano a un detenuto, lo trascinavano al di fuori della sua cella, tagliavano i vestiti, e lo legavano con nastro Mylar . Il detenuto veniva poi incappucciato e trascinato su e giù per un lungo corridoio, mentre essere schiaffeggiato e preso a pugni. (pag. 11)

Durante tutto il programma, più detenuti della CIA che sono stati sottoposti alla CIA a tecniche di interrogatorio o esposti  a isolamento prolungato hanno manifestato problemi psicologici e comportamentali, tra cui allucinazioni, paranoia, insonnia e tentativi di autolesionismo o di auto-mutilazione. Diversi psicologi hanno identificato la mancanza di contatto umano vissuta da detenuti come causa di problemi psichiatrici. (pag. 11)

Fin dal primo detenuto della CIA, Abu Zubaydah, e continuando con molti altri, la CIA applicava le tecniche di interrogatorio con la ripetizione significativa per giorni o settimane per volta. Tecniche di interrogatorio, come schiaffi e “murature” (sbattere detenuti contro un muro) sono stati utilizzati in combinazione, spesso in concomitanza con la privazione del sonno e la nudità. (pag. 10)

La tecnica waterboarding era fisicamente dannosa, inducendo convulsioni e vomito. Abu Zubaydah, per esempio, è diventato “completamente insensibile, con bolle che venivano su attraverso la sua bocca completamente spalancata”.
Documenti interni della CIA descrivono il waterboarding di Khalid Shaykh Mohammad evolversi in una “serie di (quasi) annegamenti.”
La privazione del sonno è arrivata a tenere detenuti svegli fino a 180 ore, di solito in piedi o in posizioni di stress, a volte con le mani incatenate sopra delle loro teste. Almeno cinque detenuti hanno sperimentato allucinazioni inquietanti durante la prolungata privazione del sonno e, in almeno due di questi casi, la CIA continuava comunque a privare il sonno. (pag. 10)

Contrariamente alle descrizioni della CIA al Dipartimento di Giustizia, il personale incaricato di Abu Zubaydah avrebbe dato “la precedenza” all’interrogatorio sulla sua assistenza medica, con conseguente deterioramento di una ferita da proiettile ricevuta durante la sua cattura.
In almeno altri due casi, la CIA ha utilizzato le sue tecniche di interrogatorio potenziate nonostante gli avvertimenti da personale medico della CIA che le tecniche potrebbero esacerbare lesioni fisiche. Il personale medico della CIA ha curato almeno un detenuto per consentire l’uso continuato della privazione del sonno stando in piedi. Almeno cinque detenuti della CIA sono stati sottoposti a “reidratazione rettale” o alimentazione rettale senza documentata necessità medica. La CIA ha posto detenuti in “bagni” di acqua ghiacciata . (pagg. 10-11)

La CIA ha portato alcuni detenuti a credere che non sarebbe mai stato permesso di lasciare vivi la custodia della CIA, suggerendo a un detenuto che avrebbe uscito solo in una bara a forma di scatola. Un interrogatore ha detto ad un altro detenuto che non sarebbe mai arrivato in tribunale, perché “non potremo mai far sapere al mondo quello che ho fatto su di te.” Ufficiali della CIA hanno anche minacciato almeno tre detenuti di danni per le loro famiglie – incluse le minacce per  i figli di un detenuto, di abusare sessualmente di quella di un altro detenuto e di “tagliare la gola della madre di un detenuto.” (pag. 11)

Ufficiali della CIA non addestrati hanno condotto frequenti presso l’impianto (ndr. denominato COBALT in territorio non specificato)  interrogatori dei detenuti non autorizzati e non supervisionati con dure tecniche fisiche che non sono stati inseriti – nè lo saranno mai – nel protocollo formale  di interrogatori “rinforzati” della CIA.
La CIA aveva posto un giovane ufficiale con nessuna esperienza pertinente come responsabile del COBALTO. Nel
Novembre 2002 un detenuto che era stato tenuto parzialmente nudo e incatenato ad un pavimento di cemento è morto per sospetta ipotermia presso l’impianto. (pag. 17)

La CIA, nello svolgimento del suo programma di detenzione e gli interrogatori, ha complicato e in alcuni casi impedito le missioni di sicurezza nazionale di altri esecutivi, tra cui il Federal Bureau of Investigation (FBI), il Dipartimento di Stato  e l’Ufficio del Direttore della National Intelligence (ODNI).
La CIA ha trattenuto o ristretto informazioni inerenti le competenze di queste agenzie e le loro responsabilità, negato l’accesso ai detenuti, fornito informazioni inesatte sul programma di detenzione e interrogatori della CIA a queste agenzie.
L’utilizzo di tecniche di interrogatorio coercitive e strutture di detenzione segrete che non soddisfacevano gli standard tradizionali degli Stati Uniti ha portato l’FBI e il Dipartimento della Difesa a limitare il loro coinvolgimento in attività della CIA di interrogatorio e di detenzione. Questo ha ridotto la capacità del governo degli Stati Uniti di distribuire le risorse disponibili e il personale specializzato per interrogare i detenuti e gestire le strutture di detenzione. (pag. 16)

La CIA non ha rivisto la sua esperienza passata con interrogatori coercitivi, o la sua precedente dichiarazione al Congresso che “tecniche fisiche o psicologiche disumane sono controproducenti perché non producono intelligence e probabilmente comporteranno risposte false.” La CIA, inoltre, non ha contattato gli altri elementi del governo degli Stati Uniti con competenze negli interrogatori. (pag. 17)

Numerosi agenti della CIA avevano gravi e documentati problemi personali e professionali – tra cui storie di violenza e di atti di trattamento abusivo di altri – che avrebbero  dovuto mettere in discussione la loro idoneità a partecipare al programma della CIA di detenzione e interrogatorio, il loro stesso lavoro con la CIA e il loro continuo accesso alle informazioni classificate. In quasi tutti i casi, questi problemi erano noti per la CIA prima l’assegnazione di questi ufficiali a posizioni di detenzione e interrogatori. (pag. 18)

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Un resoconto completo delle detenzioni e degli interrogatori della Cia potrebbe essere impossibile, dato che i record in alcuni casi sono inesistenti, e, in molti altri casi, sono sparsi e insufficienti.
Non c’era quasi nessuna registrazione dettagliata delle detenzioni e degli interrogatori nel centro di detenzione COBALTO nel 2002  e quasi nessuna registrazione per il sito di detenzione GRAY della CIA, anche esso nel paese.
Nei centri di detenzione al di fuori del Paese la CIA teneva un record sempre meno dettagliato delle sue attività di interrogatorio nel corso del programma di detenzione e interrogatori.

Mentre erano sottoposti a tecniche di interrogatorio della CIA o successivamente, molti detenuti hanno inventato informazioni, con conseguenti deficit nell’intelligence. I detenuti hanno fornito informazioni ‘fabbricate’ su questioni di intelligence critiche, comprese le minacce terroristiche che la CIA ha identificato come sue massime priorità.
Altri detenuti hanno fornito informazioni  accurate o significative per l’intelligence  prima  o senza essere stati sottoposti a queste tecniche. (pag. 9)

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Rapporto FIEG: la fotografia di uno spreco

19 Apr

Secondo il rapporto della Federazione degli editori di giornali per il 2009-2011, i lettori dei quotidiani on line sono cresciuti.
Per l’esattezza, secondo il rapporto Fieg, “tra il 2009 e il 2011 il numero complessivo di utenti attivi sul web in un giorno medio è passato da 10,4 a 13,1 milioni, con un aumento del 26%. La percentuale dei lettori dei quotidiani online sul totale degli utenti web, nel giorno medio, nel 2011 è del 46,8%, mentre nel 2009 era del 38,3%. Verosimilmente nel 2012 supererà la soglia del 50%”.

Dunque, i lettori dei quotidiani on line nel 2011 sono cresciuti dell’1,8% e non che “il numero degli utenti di siti delle testate, in un giorno medio, è cresciuto del 50%, passando da 4 a 6 milioni di individui”, come qualcuno è riuscito a scrivere. Piuttosto, il 50% è riferito agli utenti on line, la cui metà, quando si connette, va anche a sfogliare un quotidiano on line.

Un documento tutto da leggere ed approfondire quello della FIEG, dove scopriamo, a pagina 29 che, nei quotidiani a grande tiratura, il costo del lavoro dipendente per addetto è di 101,355 Euro. Praticamente il doppio di quello delle piccole testate locali: principi e peones …

La diffusione dei settimanali per “giovani” è mediamente di 40.385 copie alla settimana. Sostanzialmente, il traffico settimanale di un qualunque sito per adolescenti che si rispetti, ma senza i costi e l’inquinamento della carta stampata.

Un periodico mensile ha venduto come media giornaliera  di 137 copie nel 2008, 127 copie nel 2009 e 118 copie nel 2010. I peridici di Attualità/Pol. Economica, nel 2010, hanno diffuso, in totale, solo 433.000 copie (-23% rispetto al 2009). 1300 copie al giorno totali (diffuse e non necessariamente vendute), mentre un blog che si rispetti ha almeno 2-300 passaggi effettivi al giorno.

Sempre restando ai periodici mensili, se ne stampano circa 17 milioni di copie per venderne solo il 60% (circa 10 milioni). Il restante è tutto inquinamento, dallo spreco di cellulosa, alle cartiere ed alle tipografie, al trasporto su gomma, alla risbiancatura delle copie invendute per il riciclaggio.

La quantità di carta consumatata in un anno è nell’ordine delle 5-6.000 tonnellate annue, se parliamo solo delle 56 aziende editrici dei maggiori quotidiani. Nel 2010, il “consumo apparente” è stato di circa 800.000 tonnellate di carta, quasi del tutto d’importazione.

La Repubblica – volendo fare un esempio rappresentativo – ha ottenuto, nel 2011, i passaggi di 1.383.515 utenti unici su 11.976 pagine pubblicate in un giorno medio. Circa 130 Utenti Web per pagine viste: una quantità ampiamente paragonabile a quanto raccoglie un blogger “storico” od un aggregatore, se non inferiore.

Dai citati dati Istat (Cittadini e nuova tecnologia. 20 dicembre 2011), il 51% degli utilizzatori usa internet anche per leggere giornali, riviste, news. E tra le “news, vanno evidentemente inclusi i blogger, visto quello che gira su Facebook, ed è possibile che almeno un terzo di quel 51% sia da attribuirsi a loro.

Secondo il Censis, il totale delle persone “estranee ai mezzi di stampa” supera il 45%, mentre solo la metà dei lettori di giornali usa anche internet. Ecco spiegato il caos dell’opinone pubblica italiana ed il ruolo giocato dall’editoria nel sostegno a Mario Monti.

Al Sud si vende quasi la metà dei quotidiani del Nord (92) e del Centro (84), mentre i dati relativi all’acculturamento della popolazione sono omogenei o comunque non spiegano questo rapporto, anche includendo i fattori di depressione socio-economica. Evidentemente, è una questione di contenuti, non a caso in Campania si registra il dato in assoluto peggiore: 36 copie ogni 1000 abitanti.

Considerato che in Italia esiste un monopolio televisivo RAI-Mediaset, è davvero allarmante che il 55,9 % della pubblicità vada alle televisioni, mentre solo il 15,4% ai quotidiani ed il 9,3% ai poco letti periodici, la radio “resiste” con il 7,1% ed Internet avanza con il 14,6%. L’allarme è “speciale”, se parliamo della televisione di Stato, la RAI, che opera come una televisione commerciale in un sistema diffuso di aziende a partecipazione pubblica.

In soldoni, la RAI incassa pubblicità per circa 1 miliardo di  Euro annui, ai giornali arrivano 2 miliardi, a Mediaset oltre 2,5 miliardi. Basterebbe avere meno interruzioni pubblicitarie o meno canali per editore o, meglio, una televisione di Stato non commerciale per ovviare al problema.

In termini di sudditanza dell’informazione rispetto ai “mercati”, è significativo che i ricavi editoriali si dividano 50-50 tra vendite ed introiti pubblicitari. E’ dunque interesse vitale di chi ci informa, promuovere abitudini e stili di vita consumistici.

I giornalisti occupati in quotidiani (5000), periodici (4000) e agenzie di stampa (1000) sono circa 10.000, meno dei presidi delle scuole o dei notai. Una vera casta, se consideriamo sia cosa serve per entrare nell’Ordine sia , soprattutto, che i poligrafici della carta stampata (operai ed impiegati) sono in tutto quattro gatti (5.569).

A quanto ammontino i contributi pubblici per la carta stampata non ho trovato traccia e, ricercando in rete, poco o nulla.

D’altra parte, la FIEG era presieduta, fino a pochi mesi fa, da quel sottosegretario del Governo Monti, Malinconico Scandenberg, dimessosi recentemente per uno scandalo. Come anche, la FIEG rappresenta la stampa italiana, quella che scende – ben coadiuvata dalle nostre televisioni – sempre di più nelle classifiche mondiali per la qualità dell’informazione. Non c’era da aspettarsi una gran trasparenza.

Basti sapere che, nel 2003, Liberazione incassò 3.718.490,08 € di contributi, La Padania 4.028.363,80 €, Rinascita 907.314,84 €, Il secolo d’Italia 3.098.741,40 €, Il Sole che ride 1.020.390,93 €, L’Unità 6.817.231,05 €. (fonti varie)

Forse un miliardo di Euro all’anno in totale, forse di più, visto che Beppe Lopez, in libro del 2007, denunciava che “la parte più cospicua delle provvidenze se ne va in “contributi indiretti”: agevolazioni postali (228 milioni nel 2004), rimborsi per l’acquisto della carta (per fortuna aboliti nel 2005), agevolazioni telefoniche, elettriche, ecc. Contributi che premiano in particolare i grandi gruppi editoriali con molte testate, alte tirature e ampi organici.”

Come aspettarsi un’opinione pubblica informata e consapevole dinanzi ad una storia così? Perchè continuare a buttare carta ed a sprecare risorse industriali (la pubblicità) se le cose stanno così? Perchè spendere uno o due miliardi di Euro, presi dalle vuote casse dello Stato italiano, per finanziare fogli che nessuno legge?

Perchè arricchire l’ennesima casta, discriminando i blogger con un Ordine dei Giornalisti che non ha mai funzionato (vedi caso Emilio Fede), mentre la gente legge su internet e non si fida più di nessuno? Perchè la RAI, televisione commerciale di Stato? E come mai Mediaset, che ha tutti i paramtri per essere definita prevalente, se non monopolista almeno per quanto riguarda i privati?

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Demos conferma, italiani insoddisfatti

9 Gen

Demos pubblica oggi il Rapporto annuale sugli atteggiamenti degli italiani nei confronti delle istituzioni e della politica, realizzato su incarico del Gruppo L’Espresso.

La prima cosa che balza all’attenzione di chi voglia consultarlo, è che il quadro che emerge dalle statistiche del gruppo di lavoro di Ilvo Diamanti è meno allarmante di quanto si percepisca “stando tra la gente”.     Perchè?

Iniziamo con il grafico relativo alla “fiducia dei cittadini”, che permette di raffrontare i dati del 2011 con quelli del 2010 e del 2001, ma dei quali Demos pubblica solo il differenziale con lo scorso anno.
Ecco come sarebbe la tabella se, viceversa, raffrontassimo il 2011 con il 2001: un disastro.

Si passa alla “soddisfazione dei servizi” da parte degli italiani (link) e viene fuori che dal 2001 al 2011 la soddisfazione degli italiani verso l’assistenza sanitaria pubblica (+1,7%) è addirittura aumentata … come anche resta da chiedersi quale valore possa avere monitorare la soddisfazione delle scuole private (-22,5%), se gli intervistati non le abbiano mai frequentate …

A seguire troviamo la partecipazione politica dei cittadini con un panorama abbastanza piatto e desolante, se addirittura i cittadini che svolgono attività ricreative e sportive o culturali sono meno del 50%, in calo, e la partecipazione “politica” è sotto il 15%.  Non si comprende perchè Demos abbia usato degli indici che, ai non addetti ai lavori, possano dare un’impressione diversa, visto che magnificano l’entità. Come anche resta da capire come mai i cittadini che discutano di politica on line (praticamente tutti almeno una volta all’anno) siano solo l’11% secondo le interviste raccolte per conto del Gruppo l’Espresso.

Morale della favola? Secondo i dati di Ilvo Diamanti ed i suoi collaboratori il numero di cittadini che ritiene che si possa fare politica senza partiti è ormai alla pari con quello di coloro che credono nella politica degli schieramenti.

Non è più semplice “antipolitica”, non può esserlo se il 47% degli italiani è convinto che “la democrazia può funzionare anche senza partiti politici”.

Dove sarà arrivata questa percentuale tra un anno, quando, completatasi la legislatura, finalmente ci lasceranno votare? Siamo sicuri che il Governo Monti possa arrivare a fine corsa senza causare danni irreparabili al sentire popolare ed alla percezione del potere da parte degli italiani?

Sarà per questo che Ilvo Diamanti titola: “E’ ora di restituire lo Stato ai cittadini”?

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