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Giustizia, i dati ufficiali: cosa riformare?

23 Ago

Secondo i dati ufficiali del Ministero della Giustizia, i detenuti in Italia sono 52.144 alla data del 31 luglio 2015, più altri 32.586 ‘liberi’ per misure alternative come l’affidamento in prova ai servizi sociali, la detenzione domiciliare, il lavoro di pubblica utilità, la libertà vigilata o controllata.
Eppure, nel solo 2011 erano 1.319.929 i procedimenti penali per reati ordinari con autore noto definiti presso le Procure della Repubblica.

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Impressionante il numero esiguo di mafiosi detenuti (7.023) o degli ergastoli (1.603) e delle pene superiori ai 20 anni (2.155), mentre solo gli omicidi volontari in Italia sono di media più di 500 l’anno.

Balza anche all’occhio che i detenuti italiani sono equamente distribuiti per fasce d’età, cosa che dimostrerebbe che almeno una parte di chi incappa nella legge è un delinquente abituale che opera per l’intero arco della vita ‘lavorativa’. Sarebbe il caso di tenerne conto …

Che le cose non vadano una favola per i cittadini comuni è ben descritto dai  21.562 detenuti per reati contro la persona, altri 10.088 per violazione delle leggi sulle armi, per non parlare dei 1.110 incarcerati (pressoché tutti italiani) per reati contro il sentimento e la pietà dei defunti.
Gli stranieri rappresentano circa il 30% dei detenuti per reati contro la persona, traffico di droga e contro il patrimonio.

Riguardo il consumo di stupefacenti come per la povertà ci sarebbe da arrivare a nuove norme sulle droghe e sul reddito minimo, visto che 3.899 persone finiscono in carcere per mere contravvenzioni.
Inoltre, su 29.234 consultati, in gran parte italiani, 17.144 sono in possesso della licenza media, 6.023 hanno appena completato le elementari, 1.768 sono privi di titolo di studio o analfabeti.
Dunque, la prima causa della criminalità andrebbe ricercata nelle più o meno sfortunate famiglie d’origine come nel metodo delle politiche sociali adottate, che opta per lasciare i figli ai genitori anche quando questi sono autori di delitti orribili come a Cogne o Milano.
Compresa nella questione c’è anche la Buona Scuola, l’annosa questione della valutazione e l’incapacità a contenere la dispersione scolastica, se da noi c’è una delle più basse percentuali di diplomati/laureati dell’OCSE, ovvero terreno fertile per povertà e crimine.

La questione non è nei tribunali: essa compete a chi legifera.

Quando si parla di riforma della giustizia, tre sono le cose che davvero interessano il cittadino medio.
La prima è di essere in un’effettiva posizione paritetica rispetto all’accusa ‘in nome del popolo italiano’, ovvero la separazione delle carriere e degli organi inquirenti, ma soprattutto la questione della privacy e del limite temporale certo da porre agli iter processuali, che dovrebbero estinguersi o concludersi entro un termine ragionevole.
La seconda è essere sicuri di non ritrovarsi il delinquente che ha denunciato a piede libero sotto casa sua dopo due giorni o poco più. Dovrebbe essere evidente che i reati contro le persone sono ‘urgenti’ e ‘gravi’ fino a prova contraria, non il contrario, e che secondo buon senso un pluripregiudicato non dovrebbe fruire facilmente di arresti domiciliari, misure alternative e sconti di pena.
La terza è che scuola e servizi sociali intervengano adeguatamente nel caso di minori a rischio. Ignoranza e abusi in famiglia generano povertà e crimine. Ne verremo fuori senza potenziare i Tribunali dei minorenni e continuando ad esternalizzare servizi educativi e sociali, mentre le scuole restano ognuna una repubblica a se?

Demata

Furti e rapine in casa: arrivano leggi più severe?

3 Ago

Secondo l’XI Diario della Transizione del Censis, negli ultimi dieci anni i furti in casa a Roma sono più che raddoppiati (+120,6%) e nel 2014 i furti denunciati nella Capitale sono stati ben 15.779.

Parliamo di 43 furti in casa al giorno, quasi uno ogni mezz’ora e … in dieci anni saranno state almeno 100.000 le famiglie romane che hanno visto le proprie case ‘visitate’ dai ladri
Furti avvenuti anche in zone (teoricamente) a massima vigilanza e degenerati anche in sequestri, stupri e aggressioni, come raccontano le cronache romane.

In Italia, nel 2014, i furti nelle abitazioni denunciati sono stati quasi 250.000. Ogni giorno 689 effrazioni, in pratica 29 ogni ora: ogni due minuti un ladro penetra in un’abitazione.

Poi ci sono le rapine in casa e sono diverse migliaia con un incremento del 30% nel solo biennnio 2010-2012.

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Nel 2013 gli arresti per furto in abitazione sono stati 6.628 (62% stranieri) e le denunce a piede libero 15.263 (54% stranieri).
Dunque, se le indagini sono svolte con efficacia ed i ladri vengono identificati, com’è che ci troviamo che i detenuti sono solo 3.530 (42,3% stranieri)?

E’ presto detto: la norma attuale prevede una detenzione da uno a sei anni. Dunque, se sei anni toccano a chi ruba un quadro al museo, molto molto inferiore va ad essere la condanna per chi ruba pochi euro.

Questo significa che tanti dei denunciati a piede libero per furtarelli (ndr. tenuità del reato) finiranno per ricevere una condanna di un annetto, di cui due terzi scontati agli arresti domiciliari ed un altro terzo in libertà condizionata.
Inoltre, per il furto vige la prescrizione e, dunque, basta un ottimo avvocato per rallentare l’iter già farraginoso fino all’agognato quinquennio.
Dunque, accade che spesso si tratta di ladri abituali che – alla meglio – entrano ed escono dal carcere per brevi periodi, per non parlare delle migliaia di stranieri che si volatilizzano evitando la detenzione.

Riguardo i furti, basterebbe – come prevede il disegno di legge predisposto dal ministro degli Interni Alfano – incrementare le pene a due anni di minimo ed otto di massimo per ovviare a questi problemi, ma – soprattutto – servirebbe prevedere sempre e comunque il processo per direttissima ed appesantire l’aggravante di ladro abituale.

Per le rapine in casa, la questione è più complessa, ma allo stesso tempo molto semplice: non siamo al Far West, ma nell’ultimo decennio molte migliaia di bambini si sono trovate sequestrate e minacciate nella propria casa, con i propri genitori impotenti, spesso assistendo a pestaggi e scene drammatiche, per non parlare delle donne e degli anziani.

Rapina in casa Montale ModenaNon siamo più dinanzi alla sproporzione tra vita umana e difesa della proprietà, ma … se il fenomeno cresce e i criminali latitano, qual’è in Italia il limite di una legittima difesa se si è minacciati nella propria abitazione con un’arma letale, coltello o pistola o spranga che sia?

Demata

Far West Roma, l’Anno Santo e il ritorno di Rutelli

22 Mar

Roma fuori controllo, se per un pelo la famiglia di un parlamentare europeo, Alessandra Mussolini, non è finita ostaggio dei banditi , che ieri hanno assaltato la sua abitazione ad ora di cena e in quartiere zeppo di ambasciate e comandi militari.

Nulla di nuovo per la Capitale se, oltre a migliaia di cittadini, questi saccheggiatori d’importazione abbiamo anche vittime illustri come “l’ex comandante generale della Guardia di finanza Roberto Speciale, ostaggio all’Infernetto (ma il bottino è stato recuperato), un ristoratore torturato a Ottavia (spari sul divano), un professore della Sapienza massacrato di botte a San Giovanni, padre e figlio picchiati a sangue a Prima Porta, per citare rapine commesse a febbraio. Ma ci sono anche quelle di gennaio, con l’omicidio del medico Lucio Giacomoni assassinato a Mentana (4 romeni arrestati), l’incubo vissuto dalla moglie dell’ex senatore Pci Emanuele Macaluso a San Basilio e i 20 ostaggi, fra inquilini – la famiglia di un imprenditore – e ospiti, in una villa all’Olgiata.” (Corsera)

l43-rapina-villa-140919151706_medium Al Prenestino, a meno di un chilometro dal centro dei Vip e della movida, “Marta (nome di fantasia), ventottenne romana, da mesi entra ed esce da casa sotto lo sguardo attento di due uomini che ogni volta provano a bloccarle la strada e proporle di «scopare». Due uomini rumeni sempre ubriachi che di lei sanno tutto. Quando esce per andare in palestra, quando torna dal lavoro e quando le sue amiche le fanno da scudo per portarla in giro.” L’ultima volta i due l’hanno aspettata sotto casa e hanno provato a toccarla, a baciarla, a ripeterle frasi in rumeno e stringerla nel tentativo di approfittare di lei. Nella fuga solo il padre, testimone dell’accaduto, è riuscito a sventare «il tentato stupro» perché in un quartiere come il Prenestino «queste cose sono all’ordine del giorno». (Corsera)

Ovviamente, trattandosi di persone senza fissa dimora, è praticamente impossibile rintracciarli … a meno di non allontanarli (o collocarli adeguatamente e secondo diritto), che sono le antiche prassi con cui le città e i villaggi garantiscono la sicurezza dei cittadini e delle donne ….

stupro11 A Castel Romano, poco oltre Cinecittà sulla via Pontina, scopriamo l’esistenza di “una mega-discarica abusiva, dove spesso vengono anche accesi roghi tossici, con minacciose colonne di fumo che si levano verso l’alto”, ma solo perchè c’è da girare il remake di Ben Hur e arriveranno Jack Huston, Morgan Freeman e gli altri vip: “negli ambienti della produzione c’è comunque malumore e preoccupazione. «Rischiamo di fare una figura terribile con gli ospiti americani». (Corsera) Evidentemente, la salute dei cittadini e le condizioni (o la legalità degli ‘accampati’) finora non sono bastate ad attirare l’attenzione delle autorità.

rogo tossico

A Velletri, una ragazzina di 13 anni è diventata il bersaglio preferito dei bulli (ragazzi e ragazze) perché non passava i compiti ed è stata picchiata e minacciata dai compagni di classe diverse volte (l’ultima spedizione punitiva è costata 15 giorni di prognosi), ma finora nessuno è intervenuto, nè il Comune con i serivizi sociali nè la scuola con le sanzioni agli alunni.

bullismo a scuola Intanto, visto che siamo al Far West, “dopo la sentenza del Tar che ha annullato la delibera del Comune sugli aumenti tariffari (un’ora è passata da 1 euro a 1,50, abolite le agevolazioni giornaliere e mensili), l’Atac ha infatti deciso di spostare su altri servizi gli ausiliari del traffico, incaricati di controllare i pagamenti della sosta tariffata.” (Corsera) “Per tornare ad una situazione di «normalità» ci vorranno circa 20 o 30 giorni, fanno sapere dall’Atac, con un esborso economico per l’azienda di circa 2-300 mila euro.”

Sosta selvaggia Non a caso di parla di Rutelli – l’unico che in questi vent’anni abbia lasciato rimpianti – come super commissario per l’Anno Santo, mentre già molti si chiedono come mai farà Roma a reggere l’urto e garantire la sicurezza di milioni di pellegrini. Ignazio Marino? Sembra sia in viaggio all’estero per promuovere la Capitale? Sembra … Originale postato su Demata