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Popolo delle Libertà, oltre il capolinea

28 Set

Il Governo Berlusconi ha le ore contate e, se il crollo è iniziato un anno fa con Ruby Rubacuori e Fini che fondava Futuro e Libertà, anche  la sindrome da accerchiamento ha chiuso il suo cerchio, ormai.

Il dato di questi giorni è che nel bastione difensivo costruito nel tempo da Silvio Berlusconi si è aperto un varco nel momento stesso in cui gli anni e la vanagloria lo avvicinarono al sordido mondo del sesso in affitto. Utilizzatore finale certamente,  ma ricattabile ed esposto a pressioni double-face da parte di personaggi infimi e meno infimi.

Una scelta imperdonabile, se la stessa moglie ci tenne a chiarire, riguardo le veline: «L’uso delle donne per le Europee? Ciarpame senza pudore. Voglio che sia chiaro che io e i miei figli siamo vittime e non complici di questa situazione. Dobbiamo subirla e ci fa soffrire» (FareFuturo 27 aprile 2009).

Una situazione ed una storia di partito che ci porta direttamente a chiederci cosa sia oggi il PdL senza Berlusconi premier o candidato tale. Fare una stima, ormai, non è difficile, seppur con una non irrilevante approssimazione.

Se volessimo ragionare in termini di territorio, cioè di regioni e distretti elettorali, Berlusconi vinse le elezioni grazie allo sfondamento in Campania e Lazio, più la Sicilia delle Autonomie. Di sicuro, dopo Alemanno e Polverini, il Lazio e Roma voteranno altrove, alla prossima tornata, qualunque essa sia. Ed altrettanto di sicuro la Campania è in mano al “socialista” Caldoro ed a Napoli c’è De Magistris, per non parlare della Sicilia che è stata illusa per 10 anni con il sogno del Ponte sullo Stretto. Considerato che a Milano e Torino, alle amministrative, non è andata affatto bene, il PdL  di Silvio Berlusconi molto difficilmente supererà la metà dei seggi in Parlamento che detiene nell’attuale.

Se il dato molto negativo su un successo elettorale del PdL può apparire piuttosto scontato, molto più interessante è cercare di capire quali componenti abbiano ceduto maggiormente.

Di sicuro, gli elettori “acquisiti” con la fusione a freddo con Alleanza Nazionale difficilmente seguiranno il destino di La Russa e Matteoli, i due big che preferirono Berlusconi a Gianfranco Fini. Come è probabile che vengano meno, attratti da Casini ad esempio, gli elettori (ed i capibastone) di area cattolica, che, immagino, siano piuttosto stufi di  un Giovanardi che predica, mentre etica, welfare e sicurezza vanno in malora.

Così, ad occhio e croce, parliamo del 10% dell’elettorato e del 30% dei consensi raccolti dal PdL, cui andrebbe ad aggiungersi l’emorraggia padana verso la Lega Nord e l’astensionismo. In pratica, l’estinzione in alcune regioni o, più probabilmente, distretti, specialmente se il Popolo delle Libertà non potesse (causa scandali) o non volesse (per opportunità) contare sulla forza d’immagine e sui potenti mezzi che Silvio Berlusconi ha messo a disposizione del partito in campagna elettorale.

Attualmente, il Popolo delle Libertà è fermo, come solo può esserlo un aggregato di peones con pochi alfieri e qualche regina decotta, che assiste inerme alla fine del suo Macbeth. Un futuro potrebbe essere possibile se Berlusconi abdicasse e se il leader (Alfano, Tremonti, eccetera) venisse scelto da un congresso.

Non è la prima volta che un partito scompaia nell’oblio della Storia, dopo aver dominato la scena per 10 o vent’anni. 

Non sarà questo il caso del PdL ma ci si stanno impegnando fino in fondo …

Lettieri – De Magistris: programmi a confronto

26 Mag

Secondo quello che paventano i media, quella di De Magistris a Napoli sarà una cavalcata plebiscitaria.

Considerato che l’IDV ha sempre sostenuto Bassolino e Jervolino e che dietro il candidato sindaco s’intravedono i soliti nomi, tutto questo è a dir poco strano.

Visto quanto scoperto nel confrontare i programmi di Moratti e Pisapia, viene il sospetto che i candidati sindaco “per Berlusconi” abbiano più di una ragione per lagnarsi dei media.

Presi i programmi di Gianni Lettieri e di Luigi De Magistris, infatti, l’impressione è la stessa che per Milano: completo e lungimirante  il primo, limitato e sparagnigno il secondo.

Un dettaglio, però, induce a diffidare fermamente: il programma del candidato berlusconiano costa davvero molto, attingendo a risorse che la città, al momento, non ha: buona parte delle promesse, a ben vedere, farebbero affidamento al “Piano per Napoli” che il governo leghista dovrebbe approvare e che Lettieri considera propedeutico …

Qua nisciuno è fesso.

 

GIANNI LETTIERI

LUIGI DE MAGISTRIS

 

Ambiente e Cultura
  • raccolta differenziata porta a porta
  • individuazione di un sito di trasferenza e avvio dei lavori per la realizzazione di un sito di compostaggio
  • isole ecologiche
  • piano per la balneabilità
  • diffusione degli impianti fotovoltaici
  • introduzione dell’Ecopass
  • abbattimento di edifici degradati nelle periferie
  • Museo della musica napoletana
  • abbandonare il ricorso a società di capitali per la gestione dell’acqua
  • raccolta differenziata porta a porta in tutti i quartieri della città
  • incentivi alla vendita di prodotti domestici alla spina
  • creazione di una isola ecologica per municipalità
  • riqualificazione del patrimonio immobiliare pubblico
Welfare e Imprese
  • interventi fiscali e forme di sostegno per le famiglie a basso reddito
  • nuovo Assessorato alla famiglia, alla scuola e ai bambini
  • un asilo nido pubblico in ogni municipalità
  • apertura pomeridiana delle scuole, con attività sperimentali e laboratori
  • controlli mirati e premi aziendali in tema di sicurezza.
  • banca per il microcredito
  • sportelli coordinati Università e Imprese
  • assunzione nel Comune di 1.500 giovani laureati
  • incentivi fiscali a chi inserisce giovani apprendisti
  • strutture sportive moderne
  • spazi ad hoc per mercatini etnici e venditori ambulanti
  • semplificazione comunale per le imprese di ristorazione
  • creazione del Napoli Convention Bureau per i grandi eventi
  • istituzione di micro incubatoci d’impresa, agenzie di sviluppo locale e sportelli di micro credito, soprattutto per giovani e donne
  • rimodulazione delle concessioni comunali
  • costruzione di quattro strutture per le donne
  • riqualificazione del patrimonio immobiliare abitativo pubblico
  • Garante per le problematiche della disabilità
  • Garante per la Salute dei cittadini
Sicurezza e Mobilità
  • Più mezzi pubblici ed orari garantiti h24
  • Funicolari aperte fino alle 2.00 di notte
  • Potenziamento delle linee ferroviarie urbane
  • piste ciclabili
  • estensione delle aree pedonali del centro storico
  • parcheggi d’interscambio
  • Mobility Management e Car Sharing
  • più videosorveglianza
  • istituzione di ZTL estese
  • controllo elettronico delle corsie preferenziali
Pubblica amministrazione e legalità
  • trasferimento di funzioni e poteri dal Comune alle Municipalità
  • valorizzazione dei dipendenti comunali
  • cronoprogramma delle opere pubbliche, consultabile online
  • società partecipate accorpate in un’unica holding
  • abolizione di sprechi ed extra benefit
  • Authority per la trasparenza
  • prepensionamento di 5.000 dipendenti comunali
  • nuova disciplina delle gare d’appalto per la manutenzione stradale
  • bilancio partecipato
  • riorganizzazione amministrativa del Comune
  • istituzione di un nucleo di valutazione collegiale
  • tagli alle consulenze esterne
  • riqualificazione del personale comunale
  • accorpamento delle partecipate con la riduzione dei cda
  • gestione documentale elettronica in backoffice degli atti
  • partecipazione e accesso elettronici dei cittadini in frontoffice
  • maggiore efficienza energetica degli edifici pubblici
Tasse e Tariffe
  •  ?
  • rimodulazione delle concessioni comunali

Moratti – Pisapia: programmi a confronto

26 Mag

Letizia Moratti continua a pagare la presenza di Silvio Berlusconi “capolista” e le (xeno)fobie della Lega.
E’ di oggi l’appunto di Famiglia Cristiana che si trova a chiedersi “se la polemica elettorale resta ferma all’anticomunismo, al taglio delle tasse (promesso da 17 anni), fino all’assurdo della cancellazione delle multe stradali, anche se domenica vincesse la Moratti quale riforma si potrebbe attendere per una politica cosi’ desolante come quella di oggi in Italia?”.
Il periodico delle Edizioni Paoline, schierandosi nella corsa a sindaco, precisa anche che Milano “non rischia nulla di terribile”, se vincesse il candidato del centrosinistra Giuliano Pisapia.

Tutto questo accade mentre la Lega innescava una puerile querelle riguardo il diritto dei residenti islamici di avere una moschea degna di tale nome, cui tutti i media hanno “abboccato”, ditraendo l’elettorato da quello che più conta: i programmi dei due candidati sindaco.

E qui viene il bello, o meglio il tragico.

Il programma di Letizia Moratti è chiaro, preciso, completo: sono indicati, quasi elencati, i servizi, le risorse, le destinazioni. Non sono pochi ed, a scorrerli, c’è quasi da vergognarsi a vivere nella Capitale od in gran parte d’Italia, visto di cosa son capaci i milanesi.
Il programma di Giuliano Pisapia è vago, impreciso, incompleto: l’unica cosa chiara è che faranno tanti progetti e tante commissioni per dare tanti diritti a tutti. Sembra il programma di Walter Veltroni per Roma e sappiamo tutti cosa ha trovato “dopo” l’attuale sindaco Alemanno.

Incredibile? Ecco di seguito i due programmi a confronto.

 

LETIZIA MORATTI

GIULIANO PISAPIA

 

Ambiente
  • 100.000 nuovi alberi in città
  • 5 nuovi parchi (expo 2015)
  • miglioramento dell’efficienza energetica delle case popolari
  • raddoppio spazzini di via
  • nuove aree cani
  • pronto soccorso per animali operante 24 ore su 24
  • rimozione del degrado ambientale al fine di ripristinare la legalità nelle periferie
Anziani
  • nuovi centri per anziani
  • raddoppio assistenza a domicilio
  • potenziamento sportello badanti
  • potenziamento dei centri diurni
  • adeguamento degli interventi per le persone non autosufficienti e disabili
  • cinema e teatro a biglietto ridotto per gli anziani “nonni”
  • rete di strutture di lungodegenza,
Cultura
  • nuovo museo arte contemporanea
  • nuove biblioteche in periferia
  • grandi eventi a Milano
  • Istituire un grande Assessorato alla Cultura
  • Istituire la Conferenza permanente tra comune, università, enti di ricerca
  • Rifugi anti-noia e presidi di legalità
  • sportello pubblico per tutti gli operatori di cultura
  • assegnazione di spazi del demanio comunale
Famiglie e infanzia
  • piano casa
  • Fondo Sostegno Affitti
  • nuovi asili nido
  • Bonus Bebè e Bonus nonno
  • Sportello baby Sitter
  • libri di testo gratuiti
  • risanamento delle condizioni materiali delle case pubbliche
  • riqualificare l’offerta dei Consultori familiari
  • forte investimento “per la qualità” e profonda riorganizzazione interna negli asili e nelle scuole per l’infanzia
Giovani e sport
  • ristrutturazione delle palestre scolastiche
  • potenziamento incubatori imprese innovative
  • spazi per i giovani talenti
  • incentivi per le imprese dei giovani
  • Carta comunale dello studente
  • superare l’attuale modello organizzativo dello sport milanese
  • ampliamento dell’offerta di posti letto per i fuorisede
  • borse per la mobilità in entrata e in uscita per gli stranieri
Mobilità
  • nuove metrò M4 e M5,
  • nuovi parcheggi,
  • potenziamento Bike-Mi e Car-Sharing
  • potenziamento Bike-Mi
  • maggior coordinamento dei mezzi pubblici che collegano i diversi atenei
  • pianificazione della mobilità e prevenzione dell’inquinamento atmosferico
Accoglienza
  • messa in sicurezza e riduzione dei campi regolari
  • chiusura di tutti i campi abusivi
  • insegnamento dell’italiano
  • autorizzare esperienze di “autocostruzione”
  • riconoscere il diritto di voto agli immigrati
  • indagini di settore ed interventi di mediazione
  • insegnamento dell’italiano
  • rete di sportelli “Nuove Cittadinanze
  • realizzazione di un grande centro di cultura islamica
Sicurezza e legalità
  • pattuglia di quartiere
  • più videosorveglianza
  • diffusione dei braccialetti anti aggressione con geo-localizzazione
  • contrasto delle baby-gang
  • tracciabilità dei flussi per le società partecipate
  • attenuazione della percezione d’insicurezza dei cittadini milanesi
  • sportello dei diritti di quartiere
  • pubblicità della situazione patrimoniale e delle condanne e pendenze di tutti i facenti parte di organismi del Comune
  • misure organizzative per prevenire la corruzione
  • campagne di informazione e iniziative pubbliche contro l’usura
Occupazione
  • 61.000 nuovi posti (expo 2015)
  • diffusione del telelavoro, del part time
  • Job Sharing
  • Buoni Lavoro
  • sostegno all’opera di reinserimento socio-lavorativo dei detenuti
  • riapertura di opportunità lavorative con le associazioni degli industriali, degli artigiani, della cooperazione sociale
  • rigorosa verifica di tutte le esternalizzazioni
  • piano procedurale per 220 incarichi da ricoprire
Salute e Disabili
  • Centri Socio Educativi
  • potenziamento servizi
  • Centri Diurni Disabili
  • Nuclei Distrettuali Disabili
  • poliambulatori integrati
  • psicologo di quartiere
  • garantire a tutti i cittadini una rete diffusa di cure primarie,
  • una nuova stagione di impegno per la medicina del lavoro e per la sicurezza,
  • politiche di adeguamento della rete di offerta dei servizi sanitari e socio sanitari
  • promozione dell’integrazione tra servizi sanitari, socio sanitari e sociali
Imprese
  • più sostegno alle onlus
  • nuovi servizi on line
  • meno burocrazia per le imprese
  • Casa delle Associazioni di quartiere
  • Istituzione di un nuovo organismo interno al Comune “in staff al Sindaco” per la gestione delle partecipate
  • revisione delle procedure e dei capitolati contrattuali
  • revisione delle autorizzazioni a operare nelle aree di mercati all’ingrosso
  • Consulta cittadina della cooperazione internazionale
Tasse e Tariffe
  • no aumenti
  • adeguamento delle tariffe
  • ristrutturare il debito del Comune
  • accesso a venture capitals

Televisione: Berlusconi ovunque

21 Mag

A Napoli e Milano, Pisapia e De Magistris andranno al ballottaggio senza l’effettivo sostegno del PD. 

Non ci vuole molto a capire che l’ex magistrato demoliberale è l’antitesi del potere bassoliniano e non solo di quello camorristico. Come non è necessaria troppa fantasia per immaginare quanta gioia si possa provare nelle Botteghe Oscure se anche a Milano dovesse affermarsi Sinistra e Libertà.

E, d’altra parte, quale migliore occasione per ribadire che senza il PD capofila non si vince da nessuna parte?

Il segnale di questa deriva è tutto nell’appello, sfortunatissimo, del comunista Ferrero alla convergenza tra PD, SeL ed IdV.

Con quest’aria che tira, e mentre i media ignorano o mistificano i fatti spagnoli, cosa fareste voi, se foste Silvio Berlusconi? Attacchereste come falchi, visto che vi sentite Napoli e Milano in tasca …

 Così come vanno le cose, il “pareggio (Torino-Bologna, Milano-Napoli) conviene a tutte le forze parlamentari e solo a loro. E così finirà, a meno di una sempre possibile impennata d’orgoglio dei napoletani o dei milanesi verso il potere romano e padano.

Elezioni amministrative: nessun vincitore

18 Mag

Tutti concordano sul fatto che il Centrodestra non abbia vinto queste amministrative e tanti ritengono che la responsabilità sia dei panni sporchi di Silvio e dello scontro istituzionale in atto.

Alcuni, ma non troppi, attribuiscono il flop alle figuraccie della Lega, prima di tutte quella con Libia, Nato ed Unione Europea. Solo pochi tengono conto che l’esodo di Gianfranco Fini non costa solo il 4% che Futuro e Libertà ha generalmente conseguito.

Anche il PD non vince, checchè ne dicano, visto che Piero Fassino e Virginio Merola hanno vinto con il “solo e risicato” 50% contro candidati del PdL “leggerissimi” che comunque hanno totalizzato il 30%, mentre la Lega, in ambedue i consigli comunali, ha enormemente aumentato il proprio quorum.

Anche Casini non vince e con lui l’UDC, visto che ha diverse alleanze un po’ dovunque e che, se volesse davvero far politica nazionale, il dover scegliere gli sottrarrebbe voti.

Sinistra e Libertà per ora vince, a Milano, con Pisapia, ma sarà il ballottaggio a dirci se questo è realmente vero od è stato l’effimero esito di un week end. Lo stesso vale per De Magistris, visto che gli avversari più acerrimi son proprio l’UDC ed il PD napoletani.

Il segnale, però, gli Italiani l’hanno dato.

I nuovi leader, che la gente inizia ad acclamare, sono cinquantenni, liberali o libertari, provenienti dalla società civile e non dai partiti o dai comitati, sufficientemente colti, con un forte riferimento al senso dello Stato.

Obiettivo: non vincere le elezioni a Napoli e Milano

11 Mag

Dopo la “vocazione maggioritaria” di Veltroni e Fassino, che comunque aveva fruttato quasi la metà delle preferenze, il “nuovo corso” del PD  di Bersani e D’Alema arriva alla prova elettorale.
Infatti, domenica prossima, Torino, Milano, Bologna e Napoli rappresenteranno il banco di prova, forse l’ultimo, per i Dalemiani.

Ci si aspetterebbe grande pressione, considerato che l’UDC è da considerarsi alleato e che con SEL ci dovrebbe essere un minimo di intesa.
E invece no, come al solito si vola basso.

“Una cosa è certa: se lunedì sera le proiezioni daranno Giuliano Pisapia e Mario Morcone al ballottaggio a Milano e Napoli, con Fassino e Merola vincitori al primo turno a Torino e Bologna, nel Pd si respirerà aria di festa grande”, lo scrive Carlo Bertini, politologo di La Stampa.

Ebbene si, ci si accontenta di riprendersi le città “rosse” Torino e Bologna e auspicandosi di far presenza a Milano e Napoli.

Non chiaro perchè il Partito Democratico non possa aspirare a conquistare il seggio di Sindaco di Milano, se non annotando che tutta la campagna di Pisapia è andata in sordina, nonostante i tanti scandali che ormai assediano la Moratti e, soprattutto, Formigoni.
Come anche, è poco comprensibile perchè l’opposizione non faccia di Napoli una propria roccaforte, se non prendendo atto che, dopo Bassolino e Iervolino, lì si va a votare con un’emergenza sanitaria ed un intervento militare in corso e con barricate e roghi per le strade.

Dunque, come al solito, il PD dalemiano si acconteterebbe di vincere “sul sicuro”, a Torino e Bologna, ovvero dove la tradizione rossa ed il benessere dei ceti medi consentono di amministrare “in santa pace” e senza dover troppo contare sugli alleati.
Vincere a Milano, per non dire a Napoli, potrebbe essere rischioso: potrebbe richiedere di dover “rendere realistico e convincente il perseguimento degli obiettivi, gli ostacoli da superare e la gradualità da adottare”, come Antonio Giolitti scriveva anni addietro e Giorgio Napolitano ha sottolineato giorni or sono.

leggi anche Antonio Giolitti, un pensiero attuale

Antonio Giolitti, un pensiero attuale

5 Mag

C’erano, ieri, Giorgio Napolitano, Eugenio Scalfari e Giuliano Amato al convegno su Antonio Giolitti, ex ministro ed esponente di rilievo della sinistra, tenutosi ad un anno dalla morte a cura della Treccani e della Fondazione Lelio Basso.
Ampio e profondo l’intervento del Presidente della Repubblica, che, prendendo spunto da un non dimenticato articolo di Giolitti, ha ricordato come l’ex ministro incarnasse la definizione di Bobbio della «mitezza» come «pratica della tolleranza e del rispetto verso l’altro, senza pretese di reciprocità».
Un vero democratico, insomma, preoccupato soprattutto dall’assenza di una “alternativa” nel nostro sistema politico.

“Sono passati quindici anni, ma in quel testo c’è un tema che è ancora di attualità, e che perciò dovrebbe rileggere molte volte chi fa politica a sinistra oggi ed è, a quanto pare, all’opposizione”.
Infatti, sono rimasti senza esito i tre imperativi posti da Giolitti alla politica (di sinistra) italiana:

  1. essere capaci di esercitare l’azione di governo
  2. togliersi di dosso il sospetto di volersi insediare al potere come un’alternativa senza alternativa
  3. rendere realistico e convincente il perseguimento degli obiettivi, gli ostacoli da superare e la gradualità da adottare.

Il risultato di questa incapacità a superare gli schemi dalla Guerra Fredda, se non addirittura quelli del campanilismo municipale, è che ancora oggi l’Italia soffre di “una drastica sottovalutazione quanto di una non conoscenza della socialdemocrazia europea”, confluita in “un grave impoverimento culturale dei partiti e della loro funzione formativa”, causato da “un divorzio tra politica e cultura, di un rapporto che si è rotto, da tutte e due le parti nel corso degli ultimi dieci o venti anni”.

Proprio ieri questo blog poneva dei quesiti analoghi alle riflessioni di Giorgio Napolitano ed Eugenio Scalfari.

“Qual’è l’effettivo livello culturale dai nostri politici? Sono informati? Sono adeguati alle responsabilità ed alle decisioni che gli competono? Sono in grado di comprendere e valutare le diverse proposte che, si spera, i loro esperti avanzano?
Hanno sufficienti competenze sociali e geopolitiche per interpretare il presente ed anticipare il futuro? Sono ben riposte le speranze delle giovani generazioni?”

Evidentemente no, se dobbiamo constatare che sono del tutto inattuate ed ignorate le riflessioni di Antonio Giolitti, pubblicate in questo intervento del 1983 sulla politica energetica (ed urbanistica) del paese.

La Russa, Lukashenko e … la beata ignoranza

4 Mag

Durante la trasmissione Ballarò, che va in diretta tv sulla RAI, Ignazio La Russa viene interpellato dal conduttore  Giovanni Floris e la regia “switcha” l’inquadratura e l’audio su di lui.

Accade, però, che il ministro della Difesa, tutto preso a parlare con i suoi collaboratori,  non si accorge  nè di essere ripreso nè che il suo microfono era attivo.

Così accade che  i telespettatori possano ascoltare il ministro della Difesa che  chiede informazioni al suo collaboratore sul dittatore bielorusso con un perentorio “ma chi è ‘sto Lukashenko?”

E’ davvero inspiegabile come si possa ricoprire la carica di ministo Della Difesa senza sapere chi sia il presidente dell’Ucraina, sia perchè  la Difesa è quasi sullo stesso livello della Farnesina, come rilevanza all’estero, sia anche perchè  Berlusconi, primo ministro di La Russa, è stato molteplici volte criticato per la sua “disponibilità” verso un dittatore.

La Russa è il caso di oggi, ma non è isolato. Ad esempio, la Gelmini, che sbaglia anche una semplice percentuale.

O Bossi, che ormai non diffonde volgarità solo in diretta, ma anche a mezzo agenzia, per non parlare di Berlusconi ormai famoso nel mondo per le sue “cadute di stile”.

Qual’è l’effettivo livello culturale dai nostri politici? Sono informati? Sono adeguati alle responsabilità ed alle decisioni che gli competono? Sono in grado di comprendere e valutare le diverse proposte che, si spera, i loro esperti avanzano?

Hanno sufficienti competenze sociali e geopolitiche per interpretare il presente ed anticipare il futuro? Sono ben riposte le speranze dele giovani generazioni?

Evidentemente no.

Interesse pubblico, privacy violata

30 Apr

In diverse occasioni, durante le trasmissioni televisive di “mi manda RAI3” ho avuto modo di notare come sia spesso raccomandato di non fornire con facilità informazioni “banali”, come nome-cognome, indirizzo, telefono fisso, codice fiscale, conto corrente.
Peggio che andar di notte, se parliamo del numero della carta di credito o di bancoposta oppure del dare tutte queste informazioni tutte insieme ed a persone non qualificate.

Tutti gli esperti ci consigliano cautele non perchè fossimo ricchi o poveri, furbi o sprovveduti, ma solo per evitare che qualcuno usasse la nostra identità per truffe e traffici, che sottoscrivesse crediti o conti a nostro nome.
Sono passati tanti cittadini davanti alle telecamere di RAI3: sempre le stesse raccomandazioni.

Ma quello che è accaduto oggi è molto di più.
Sono usciti, pubblicati, scaricati i database completi, proprio quelle cose che i programmatori stipano gelosamente perchè è POTERE, economico, politico, sociale.
Con quei dati le organizzazioni criminali (quale Mafia internazionale preferite) possono fare “miracoli”. Con un database così ampio si possono costruire simulazioni per investimenti e speculazioni, scenari per tarare il pizzo sui territori, sviluppare proiezioni socioeconomiche e di sviluppo.

Dunque, quest’ultima vicenda del Ministero dell’Economia e Finanze è seria.
Vedremo se ci saranno indagini rapide, processi chiari, condanne esemplari e se i media si comporteranno come hanno fatto i loro colleghi stranieri nei casi analoghi di casa loro.

Il fatto grave, a mio avviso, è che qualcuno” ha confuso la lista degli evasori (che portano i soldi all’estero) con quella dei contribuenti (in gran parte onesti cittadini, anche relativamente o poco abbienti).
E’ la prima che è stata pubblicata in mezza Europa, violando dei segreti in un paese “minore” e commettendo, cosa non da poco, anche dei reati. La seconda no.

Un’ultima cosa: secondo la logica dei ministri TPS, Visco e Romano, se è di interesse pubblico rendere noti i redditi delle persone, lo dovrebbe essere ancor di più pubblicare le foto dei criminali (ladri, pedofili, spacciatori, truffatori, rapinatori, stupratori . mafiosi eccetera) nelle zone dove vivono.
O no?

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