Da diversi giorni, nonostante l’assedio mediatico cui siamo sottoposti, la pubblica opinione non riesce a sapere con una minima esattezza cosa stia accadendo a Fukushima.
La BBC, come da tradizione, ha pubblicato una serie di diapositive che spiegano egregiamente gli aspetti tecnici che nessuno finora è riuscito ad esporre al grande pubblico.

A partire dal 14 marzo, una serie di incendi ed esplosioni hanno danneggiato quattro dei sei reattori dell’impianto.
Guasti all’impianto di raffreddamento sono all’origine del problema.
Nelle esplosioni cegli impianti 2 e 3 hanno comportato possibili fughe di vapore radiottivo.
Infatti, all’interno di ogni reattore, il combustibile nucleare produce vapore acqueo, che, a sua volta, produce elettricità passando attraverso delle turbine.
Dopo la scossa di terremoto, le barre di controllo si sono automaticamente riposizionate per fermare la reazione nucleare e spegnare il reattore.
A quel punto, però, il sistema di raffreddamento, che fa circolare acqua per impedire il surriscaldamento, è andato in blocco a causa dei danni alle sottocentrali elettrice, causati dallo tsunami.
Così andando, buona parte dell’acqua è eaporata, lasciando scoperte le barre e si ritiene che stia fondendo il loro rivestimento con rilascio di zirconio.
Questo metallo, reagendo con il vapore, ha prodotto dei composti molto volatili, che, compressi nell’impianto di aspirazione, sono esplosi danneggiando l’edificio che contiene il reattore.
Fonti ufficiali riferiscono l’uso di acqua marina, piuttosto inusuale, e di acido borico, che inivisce la reazione nucleare.
Uno dei principali timori è che, nel reattore 2, si sia danneggiata la vasca di “soppressione” dove va a condensarsi il vapore. Se così fosse, il vapore avrebbe la diffondersi nell’aria con le sostanze radiottive che trasporta.
Ci sono anche due incendi nel reattore 4, dove le vasche di storaggio sono a corto di acqua e dove sono conservate le barre esaurite di combustibile nucleare.
Dal 17 marzo, gli elicotteri scaricano acqua nel reattori 3 e 4 nel tentativo di colmare di nuovo di acqua le vasche semiesaurite.
Non era così difficile da spiegare, vero?
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