Luigi Di Maio ha annunciato pochi minuti fa che: “Lo avevamo detto, vi abbiamo promesso uno Stato dove i giovani possano trovare lavoro e i nonni facciano i nonni. Superata la legge Fornero: con la #ManovraDelPopolo a 62 anni, dopo decenni di lavoro, si potrà finalmente andare in pensione”.
Peccato che il Ministro del Lavoro non si renda conto che ha appena annunciato (festosamente) che chi ha iniziato a 18 anni resta al lavoro ben 44 anni, mentre con le norme di Elsa Fornero poteva andare in pensione ‘anticipata’ con 43 anni e 3 mesi di contributi versati per gli uomini e 42 anni e 3 mesi per le donne.
Marco Leonardi, professore di economia alla Statele di Milano ed ex consigliere economico della Presidenza del Consiglio ha deunuciato, oggi, sulla sua pagina Facebook che nella “bozza quasi definitiva della legge di Bilancio non ci sono le norme su pensioni Quota 100”.
E che ci fosse poca voglia di pensionare era confermato su diversi fronti.
“La ministra della Pubblica Amministrazione, Giulia Bongiorno, ha espresso, infatti, la propria preoccupazione per l’ampio turn over a cui si andrebbe incontro nel 2019, viste le numerose uscite previste”. (Blasting News)
“Con ‘Quota 100’ il servizio sanitario nazionale andrà in tilt. Secondo il sindacato Anaao, 25mila medici e dirigenti ospedalieri potranno andare subito in pensione, ma a causa del blocco delle assunzioni non saranno sostituiti da nuovi lavoratori”. (TPI News)
“Se si abbassa l’età del ritiro dal lavoro, in futuro si avranno problemi per assegni pensionistici che avranno perso potere d’acquisto, per cui serviranno altri interventi pubblici di tipo assistenziale”, preavvisa Elsa Fornero (Sole24ore)
Eppure, durante la presentazione sulla nota di aggiornamento del Def del 3 ottobre 2018 – cioè prima delle batoste dello spread, del rating e del bilancio da mettere in ordine come hanno ricordato il Presidente Mattarella e l’Unione Europea – il vicePresidente del Consiglio Matteo Salvini aveva dichiarato che “tra gli impegni presi che cominciamo a mettere in pratica c’è il superamento della legge Fornero che vedrà la possibilità, e non l’obbligo, di andare in pensione con qualche anno di anticipo già dall’anno prossimo, senza alcun tipo di penalizzazione”,
Dunque, c’è chi crede che la riforma pensioni e di reddito di cittadinanza se ne riparlerebbe dopo le elezioni europee. Qualcun altro teme che Movimento Cinque Stelle e Lega vogliano far di tutto affinché si possa chiudere con le due importanti misure entro il mese di aprile, ‘per buttar lì qualche soldo prima delle elezioni’.
E chi è convinto che non se ne ricaverà nulla dal contrasto tra la Lega che è contro la Legge Fornero da sempre e i Cinque Stelle che hanno promesso il reddito di cittadinanza.
Infatti, il risultato per ora è peggiorativo per chi ha iniziato a lavorare prima dei 21 anni. E’ evidente che Di Maio abbia prevalso su Salvini sulle priorità tra ‘anziani’ e ‘quarantenni’, se è andata perduta anche la Quota 41, cioè ‘congelare’ il computo dell’aspettativa in vita a quella del 2011 e consentire a coloro che hanno versato 41 anni di contributi di andare in pensione a prescindere dalla loro età anagrafica.
Il messaggio alle nuove generazioni? Non iniziate troppo presto a lavorare: l’età contributiva serve a poco.
Demata
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