Ebola è un batterio (RNA) appartenente alla famiglia Filoviridae, è estremamente aggressivo per l’uomo ed è classificato in categoria A come potenziale agente di bioterrorismo dal Working Group on Civilian Biodefense irlandese.
Causa una gamma di sintomi quali febbre, vomito, diarrea, dolore o malessere generalizzato e a volte emorragia interna e esterna fino alla morte ( 50% all’89% secondo il ceppo virale), solitamente dovuta a shock ipovolemico o sindrome da disfunzione d’organo multipla.
In termini di biodifesa, una febbre emorragica virale presenta seri rischi (Irish W. G.C.B.) a causa di:
1. alta morbilità e mortalità;
2. potenziale trasmissione da persona a persona;
3. bassa dose infettante e alta infettività mediante la diffusione di aerosol, con una capacità commisurata a causare grandi focolai;
4. vaccino efficace non disponibile o disponibile solo in quantità limitata;
5. in grado di causare ansia tra il pubblico e gli operatori sanitari;
6. stabilità ambientale.

E’ di ieri la notizia che secondo l’Association of American Physicians and Surgeons “la diffusione Ebola non può essere fermata fino a che i trasporti da aree endemiche non sarà vietato”.
La portavoce della maggiore associazione dei medici statunitensi, Lee Hieb, ha anche precisato che:
- negli USA esistono solo quattro ospedali di bio-contenimento
- i sistemi standard (abito di carta, guanti in lattice, maschere e visiera) sono davvero inadeguati per Ebola
- non stiamo facendo le cose più elementari di cui abbiamo bisogno di fare per contenere un contagio.
Riguardo l’idea di Barak Obama di inviare truppe statunitensi nelle zone dove si espande il contagio, Lee Hieb ha anche commentato “Abbiamo una sorta di tradizione nell’impegnare truppe senza un buon progetto strategico. Qual è il nostro piano? Non ho mai sentito il piano. E se facciamo il punto 16 sanitari di Medici Senza Frontiere, come altri provenienti dagli Stati Uniti, sono loro stessi infetti pur essendo personale altamente qualificato e addestrato. Ora ci accingiamo ad inviare Lance Corporal Smith laggiù e non credo che potremo venirne fuori senza che alcuni di questi ragazzi resteranno infettati”.
Il dottor Lee Hieb ha anche tranquillizato la popolazione ricordando che ebola non è il vaiolo, che si trasmette con estrema facilità per via aerea, come l’ultimo caso registrato in Europa, quando un unico paziente aveva contagiato e ucciso sei allievi infermieri perchè il suo respiro era andato dalla sua finestra ad un’altra finestra in ospedale.
Al momento, dunque, la prima opzione è quella di mettere in quarantena intere regioni dell’Africa, impedendo il rientro a casa di chi si recasse lì per molti giorni. Una scelta che confluirebbe inevitabilmente nel mettere progressivamente tutta l’Africa in quarantena (ovvero abbandonarla a se stessa), mentre Ebola avanza nel continente, e nel trasformare – prima o poi – tutti coloro che arrivano da lì (neri, maghrebini e egiziani) in potenziali untori.
Il presidente della Banca Mondiale Jim Yong Kim: “Ebola ha un impatto potenzialmente catastrofico, in gioco c’è il futuro dell’Africa. Il virus ha già avuto un profondo impatto su milioni di persone in Guinea, Liberia e Sierra Leone. Molte attività hanno chiuso, le compagnie aeree cancellano voli e gli scambi commerciali si sono ridotti. Le stime di crescita sono state tagliate significativemente’‘.
La quarantena verso l’Africa è un’ipotesi orribile dal punto di vista umanitario, terribile per il ritorno alla politica dei grandi blocchi, catostrofica per l’economia a medio termine, ma … secondo i sostenitori, almeno eviterebbe l’estendersi del contagio nel nord del mondo e la chiusura delle frontiere di tutti verso tutti, cioè la Guerra.
La seconda opzione è di mantenere le attuali misure, sperando che il contagio si allarghi lentamente e che al più presto arrivi quel vaccino che almeno da vent’anni cercano in tanti … ma Ebola si diffonderebbe comunque nelle aree maggiormente abitate, quanto meno in tutto il Terzo Mondo, innescando un meccanismo di infezione omologa da uomo a uomo con un crescente numero di contagiati tra la popolazione fino a collasso del sistema sociale, finchè l’epidemia non si estingue da sola a causa del crollo demografico …
L’utilizzo di militari statunitensi comporta sia il rischio che estendano il contagio a casa loro sia che possano ritrovarsi tagliati fuori dal rientro per mesi o anni e – peggio – additati come untori dalla popolazione locale.
E il rischio maggiore al momento -in termini di ‘salto di qualità’ della crisi – è rappresentato dalla possibilità che Ebola approdi in India e Brasile, dove miseria e megalopoli fornirebbero il ‘materiale umano’ di cui il batterio è affamato.
Infatti, l’India solo ieri ha accettato di rimpatriare ben 112 dipendenti della Afcons (terzo gruppo indiano nelle costruzioni) in fuga da diversi stati africani, di cui uno potenzialmente infetto, mostrando al mondo le poco rassicuranti immagini delle dotazioni di protezione del personale sanitario indiano. In Brasile il responsabile per la vigilanza sulle epidemie del ministero della Salute, Jarbas Barbosa, ha confermato il primo probabile caso di ebola nello stato meridionale del Paranà.
segue
Ebola Story 1: quali i rischi di trasmissione e contagio?
Ebola Story 2: il contagio arriva negli USA. Perchè fa così paura?
Originally posted on Demata
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