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Roma, la prostituzione, i dati, l’Europa e le soluzioni che … esistono già

23 Mag

anti-prostitutionIl sindaco di Roma, Ignazio Marino si dice favorevole «alla zonizzazione della prostituzione», all’istituzione di quartieri a luci rosse: «Sarei favorevole a che ci siano zone dove è consentita e zone dove non lo è. Questo dilagare della prostituzione non solo arreca un danno al decoro della città, ma crea situazioni di disagio gravissimo ad alcuni quartieri».

Nel luglio 2012, Romatoday raccontava Prostituzione a Roma: i quartieri a “luci rosse”
„che “”
“dalla Salaria alla Tiburtina, dalla Cassia alla Prenestina, passando per Viale Marconi e non dimenticandosi i vicoli del centro, le strade della capitale pullulano di lucciole”, sottolineando che “a poco è valso il provvedimento del primo cittadino varato a pochi mesi dall’insediamento in Campidoglio nel 2008. Multe salate per la lucciola che si atteggia a tale e per il cliente “adescato”, o “distratto”, che dir si voglia”.

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Facile a dirsi, un po’ meno a farsi.

Infatti, i dati raccontano di quasi 9 milioni di italiani (il 40% è sotto i 25 anni) che frequentano prostitute, che a loro volta sarebbero 70.000 (dati  2010 Commissione Affari Sociali della Camera), di cui il 65% esercita in strada e le minorenni sarebbero addirittura tra il 10 e il 20% (dati Gruppo Abele).

Questo si trasforma in un enorme via vai di persone, se a Roma, come ovunque, un uomo su due ricorre al sesso a pagamento. Prostituzione a Roma: i quartieri a “luci rosse”
Un dossier del sindacato di polizia Silp-Cgil Roma indicherebbe che nel 2012 a Roma le prostitute su strada erano “in tutto seicento, almeno centocinquanta in più rispetto a due anni fa”.

Se fossimo al supermarket, parleremmo di seicento ‘postazioni’ accertate per 250 giorni di lavoro medio all’anno per 15 ‘clienti’ al giorno fanno 2,5 milioni di ‘utenze annue’, più almeno un altro milione che si svolge ‘al chiuso’: una media di 10.000  ‘passaggi’ al giorno.
Fossero anche solo la metà – ma potrebbero anche essere dieci volte tanto, se in Italia sono 70.000 – i soliti conti della serva ci dicono che per alloggiare 1.000 prostitute, a Roma come ovunque, servono almeno la metà di appartamenti ed, in caso di bordelli, almeno una cinquantina di piccoli edifici.

Dove metterli, in una città come Roma, è un mistero e più che zonizzarli, varrebbe la pena di disperderli: invece di aree ‘rosse’ periferiche e semiperiferiche, tanti piccoli e discreti appartamenti come già è nei quartieri centrali, dove la prostituzione certamente c’è, ma  invisibile. E per fare questo non servono leggi nazionali: basta che il sindaco inizi a contrastare seriamente la prostituzione per strada e la ‘dinamica richiesta-offerta’ si trasferirebbe in appartamentini discreti.
Il resto non si chiama più sfruttamento della prostituzione, ma di crimine organizzato e di tratta di esseri umani.

prostitution-7-20-11-color-640x486Questo, ovviamente, se la sola preoccupazione del sindaco fosse il ‘danno al decoro della città’ e il ‘ disagio gravissimo ad alcuni quartieri’, senza tenere conto della tutela della donna, degli omosessuali e, soprattutto, dei minori. E della salute, visto che Ignazio Marino di professione fa il medico e come politico presiedeva la commissione parlamentare sulla Sanità.
Infatti, la prostituzione ‘fuori controllo’ comporta che un quarto delle persone Hiv-sieropositive non sappia di essere infetto: secondo i dati pubblicati dal Centro Operativo Aids dell’Istituto Superiore di Sanità, nel 2008 gli “inconsapevoli” erano il 60% dei contagiati totali, con quasi l’80% dei contagi avvenuti per via sessuale.

Dunque, qualcosa va fatto.
Lo riconosce persino Giovanni Ramonda, responsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII: «La zonizzazione è una proposta vecchia e inaccettabile, che non risolve il problema della prostituzione e rende le istituzioni pubbliche conniventi con gli sfruttatori. L’unica soluzione veramente efficace e rispettosa della dignità umana, della donna in particolare, è l’introduzione anche in Italia del modello nordico».

Di cosa si tratta?

Il modello neo-proibizionista – o “modello svedese”, adottato in Svezia dal 1999 e successivamente in Islanda e dal gennaio 2009 in Norvegia – si fonda sulla criminalizzazione del cliente, con la punizione dell’acquisto di prestazioni sessuali, partendo dall’assunto che la prostituzione è una violenza del ‘cliente’ contro il/la prostituto/a, anche quando afferma di svolgere l’attività per scelta  consapevole.

sex-prostitute-prostitution-special_offers-offers-price-hbrn467lIn Italia, vige una forma di Modello abolizionista, che si fonda sull’idea di non punire la prostituzione né l’acquisto di prestazioni sessuali, ma al tempo stesso nel non regolamentarli, mentre si puniscono tutta una serie di condotte collaterali alla prostituzione (favoreggiamento, induzione, reclutamento, sfruttamento, gestione di case chiuse, etc.).
In pratica, lo Stato si chiama fuori dalla disputa, senza proibire o regolamentare l’esercizio della prostituzione. Questo modello è seguito dalla gran parte dei Paesi dell’Europa occidentale: Spagna, Francia, Irlanda, Italia, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Andorra, Armenia, Belgio, Bulgaria, Città del Vaticano, Danimarca, Estonia, Finlandia,  Liechtenstein, Lussemburgo, Malta, Monaco, Repubblica Ceca, San Marino, Slovacchia. In alcuni di questi paesi, però, la vacatio legis ha consentito al diverse autonomie locali di adottare un modello regolamentista, come ad esempio in Spagna.

Prima dell’introduzione della legge Merlin, anche l’Italia seguiva il modello regolamentarista, che è nasce da esigenze di ordine sanitario e di ordine publico, ma anche di tutela delle prostitute e vige solo in otto Paesi europei (Paesi Bassi, Germania, Turchia, Austria, Svizzera, Grecia, Ungheria e Lettonia), ai quali andrebbe aggiunta la Spagna, dove molte autonomie locali hanno provveduto a regolamentare lo svolgimento dell’attività al chiuso.
Il modello regolamentista include l’imposizione di tasse e restrizioni, più o meno ampie, nell’esercizio della prostituzione, l’individuazione di luoghi preposti all’esercizio e la prescrizione di controlli sanitari obbligatori per prostitute e prostituti per la prevenzione delle malattie.

aids-hiv_o_dmaoCome per tante altre innovazioni sociali, fu il Regno delle Due Sicilie, nel 1432, ad emettere le prime norme a tutela di chi si prostituiva (donne e uomini), tramite il rilascio della reale patente per l’apertura di un lupanare pubblico. Successivamente, anche nella Serenissima Repubblica di Venezia e nello Stato pontificio venne regolato il sistema delle ‘case di prostituzione’, che spesso erano tenute dalle stesse donne.
Norme di tutela delle donne, di prevenzione sanitaria e di ordine pubblico, non di sfruttamento con l’imposizione di tasse e gabelle.
Le cose cambiarono nel 1860, quando il Regno sabaudo introdusse una regolamentazione in cui addirittura andava a fissare i prezzi degli incontri a seconda della categoria dei bordelli, adeguandoli al tasso di inflazione …
Con l’Unità d’Italia, questa pratica questa pratica fu estesa a tutto il paese (come la persecuzione degli omosessuali che, viceversa, le Due Sicilie non discriminavano) e solo con l’avvento del regime fascista furono imposte serie misure sanitarie per le prostitute  donne, iscritte ad uno ‘schedario’ e sottoposte ad esami medici periodici.

Ovvio che, alla prima buona occasione, questa centenaria mercificazione della donna per la ‘pubbblica utilità’ doveva finire: l’Italia fece  una legge frutto della tenacia della senatrice socialista Lina Merlin e di grandi compromessi.
Il risultato fu il solito pasticcio, dato che lo Stato italiano smise di sfruttare la prostituzione, ma tante donne che si prostituivano passarono dalle ‘case chiuse’ (ndr. chiamate così per via delle finestre sbarrate anche di giorno) ai marciapiedi delle strade provinciali, vennero eliminate tutte le tutele sanitarie per le prostitute, le ‘occasionali’ ebbero un notevole incremento ed i ‘papponi’ divennero invisibili e potenti, come ricorderà chi leggeva le cronache degli Anni ’60-70  …

prostitution-a-smart-career-choiceRitornando a Roma ed alle idee del sindaco Marino, è davvero imbarazzante la preoccupazione per il decoro urbano, per il disagio dei cittadini (ma non le donne, i minori e la salute di tutti), specialmente se confluisce nell’idea di ripristinare uno sfruttamento della prostituzione di Stato, che de facto facilita ed incrementa il fenomeno.

Il paese con il maggior numero di prostitute in Europa, secondo le stime, è la Germania dove ne sono registrate circa 400.000. In Spagna, a Valencia, una scuola per prostitute (Academia del placer) ha lanciato lo slogan anticrisi “Se sei giovane e non trovi lavoro, diventa prostituta” …

Intanto, in Italia, andando a scartabellare tra le leggi, semre che il vero prolema sia solo uno.
Tutti sanno che l’articolo 3 della Legge Merlini del 1958 prevede pene e sanzioni per “chiunque avendo la proprietà o l’amministrazione di una casa od altro locale, li conceda in locazione a scopo di esercizio di una casa di prostituzione”.

Pochi sanno che, con la pronuncia n. 33160/2013, la Corte di Cassazione chiarito che se si concede in affitto un appartamento a prezzo di mercato non si viola la Legge Merlin, poiché per ‘casa di prostituzione’ si deve intendere un qualsiasi luogo chiuso dove più persone esercitano il meretricio e sia presente in tale posto anche un gestore della prostituzione delle relative persone, mentre non si può procedere per favoreggiamento e/o sfruttamento semplice in merito, se l’appartamento viene affittato ad un prezzo di mercato al solo scopo abitativo, senza alcun supplemento ulteriore, che possa far favorire concretamente il sesso a pagamento.sexwork

Dunque, tenuto conto che la Legge Merlin persegue la prostituzione come fenomeno organizzato/associativo, che la lectio attuale è a riguardo più tollerante di quella vigente nel secolo passato, e considerato comunque che la tollera come attività individuale, la prima cosa che bisognerebbe fare per il decoro di  Roma è quella di contrastare seriamente la prostituzione per strada – anche solo multando i clienti per sosta – e questo tocca in primis al Campidoglio.
Fermo restante che chiunque è libero di prostituirsi a casa propria, di proprietà o in affitto che sia.

Se, poi, tra Stato e Regioni, in Italia, volessimo (ri)attivare un servizio sanitario apposito e ‘nazionale’ per tutelare la salute di chi si prostituisce e dei cittadini, non sarebbe davvero una cattiva idea. Specialmente se, tramite l’accesso a questo servizio, chi si prostituisce potesse ottenere una registrazione nel sistema di welfare, atta ad accedere al sistema pensionistico versando tributi e contributi, con lo Stato che fa da tutore e non da sfruttatore.
Forse, anche a Lisa Merlin sarebbe piaciuto qualcosa del genere.

E certamente piacerebbe a tutti, specialmente alle mogli, fidanzate e compagne inconsapevoli dei ‘clienti’, che si impedisse di prostituirsi a chi ha contratto l’Aids e questo può avvenire solo tramite la registrazione delle/dei prostitute/i. Non, altrettanto di sicuro, ignorando la questione ed affidandosi alla provvidenza.

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Silvio e Ruby, una sentenza da brivido

22 Nov

Cinque mesi fa – era il 24 giugno – i giudici della IV sezione penale del tribunale di Milano Orsola De Cristofaro, Carmela D’Elia e Giulia Turri condannavano Silvio Berlusconi a sette anni di carcere e alla interdizione perpetua dai pubblici uffici per concussione per costrizione e per prostituzione minorile, nonostante il Pubblico Ministero avesse chiesto una pena inferiore.

Inoltre, i giudici hanno chiesto per larga parte dei testimoni a favore di Berlusconi che la Procura della Repubblica valuti nei loro confronti una accusa di falsa testimonianza.
Parliamo di trentadue persone tra cui il consigliere per la politica Estera dell’ex premier, Valentino Valentini, la deputata Pdl Maria Rosaria Rossi, la europarlamentare Licia Ronzulli, il giornalista e presidente di Medusa Film Carlo Rossella.

Una falsa testimonianza, secondo la IV sezione penale, che finora la Procura di Milano – a ben cinque mesi dall’ipotesi di reato – non ha affatto confermato.
Ben trentadue persone – tra cui alcune certamente autorevoli – che hanno affermato cose e raccontato fatti che – evidentemente – andavano in tutt’altra direzione rispetto alle motivazioni della sentenza: “la notte ad Arcore «con il presidente del Consiglio, in promiscuità sessuale», sempre secondo i magistrati milanesi, era riservata soltanto ad alcune giovani «scelte personalmente dal padrone di casa tra le sue ospiti femminili». «Tra queste, egli scelse El Mahroug Karima in almeno due occasioni». Anche le altre ospiti femminili, si legge nelle motivazioni della sentenza, venivano ricompensate «con denaro, con gioielli, con autovetture, con il pagamento del canone di affitto delle abitazioni in via Olgettina, con contratti di lavoro a Mediaset ed altre utilità».” (Corsera)

E’ vero che alcune testimonianze erano degne di un deficiente e che qualcuno potrà credere che ben trentadue testimoni – tra cui alcune note escort se non prostitute – siano poco attendibili o che ritenere falsa una testimonianza da parte di un giudice equivalga ad averlo dimostrato in un giudizio.
Purtroppo per la nostra povera Italia, in uno Stato di diritto è vero il contrario.

Ma c’è dell’altro.

Le motivazioni della sentenza riportano che «risulta innanzitutto provato che l’imputato abbia compiuto atti sessuali con El Mahroug Karima in cambio di ingenti somme di denaro, variabili, ci circa 3.000 euro per volta, e di altre utilità quali gioielli».
Peccato che la diretta interessata non abbia confermato la cosa e che, in mancanza di testimonianze dirette dell’atto sessuale, da che mondo e mondo non c’è verso di processare qualcuno. Tra l’altro, la ragazza ha dichiarato che alle serate cui aveva partecipato c’erano solo Emilio Fede e Lele Mora, ovvero che il prostitutore non è Berlusconi ma i due noti personaggi.

«Risulta provato che il regista delle esibizioni sessuali delle giovani donne fosse proprio Berlusconi, il quale dava il via al cosiddetto bunga bunga, in cui le ospiti si attivavano per soddisfare i desideri dell’imputato».
Peccato, soprattutto, che essendo Ruby minorenne, si sarebbe dovuto parlare di ben altri reati, caso mai risultassero ‘provati’ la promiscuità o gli atti sessuali – come sostiene nella sentenza la IV sezione penale. Reati che – tra l’altro – dovevano coinvolgere anche coloro che dovevano vigilare sulla ragazza minorenne in affido e non solo la funzionaria della Questura.
E peccato che quello che emerge anche dalla testimonianza della testimone chiave dell’accusa – Nadia Tumini – è la descrizione di feste ‘scollacciate’ – ma non di ammucchiate od orge, come precisa telefonicamente al padre – e soprattutto di un gruppo di persone, principalmente donne, che ottenevano scientemente regali e favori offrendo sapientemente le loro grazie ad un attempato ed impenitente signore.

Dulcis in fundo: «Ritiene il Tribunale che la valutazione unitaria del materiale probatorio illustrato evidenzi lo stabile inserimento della ragazza nel collaudato sistema prostitutivo di Arcore ove giovani donne, alcune delle quali prostitute professioniste, compivano atti sessuali in plurimi contesti».
Ritiene?

Poco interessa che Silvio Berlusconi venga condannato per ‘concussione per costrizione’, mentre la stessa motivazione racconta di un Premer che ‘induceva il dott. Pietro Ostuni’ e non ‘costringeva’.

Che ad Arcore le ‘festicciole del Premier’ somigliassero pià ad un club privé che ad un salotto borghese-sembra acclarato e questo ‘di per se’ non è reato, ma lo diventa se i presenti sono a conoscenza della minore età di Ruby-Karima. Ed, in tal caso, tutti i presenti sono in qualche modo colpevoli.
Intanto, sempre dagli atti quello che emerge è più un Silvio Berlusconi invaghito di una scaltra ‘giovane adultizzata’, che “le consegnò anche delle somme di denaro considerevoli, per un importo complessivo di euro 187.000 in appena tre mesi, da febbraio a maggio 2010.” Difficile credere che volesse ‘condividere’ con altri la sua fiamma.

Che la minorenne Ruby abbia raggiunto Milano dopo essersi “arbitrariamente allontanata dalla comunità La Glicine CIR di Messina” appare un ‘danno collaterale’. Eppure, la sua età non era molto diversa dalle due prostitute minorenni del recente scandalo pariolino, quando Emilio Fede conobbe – secondo i giudici – Karima Heyek aka Ruby Rubacuori nel 2009 alla manifestazione ‘Una ragazza per il cinema’ o quando, subito dopo, la ragazzina raggiunse Milano sostanzialmente per prostituirsi, come dimostra una conversazione telefonica del 20 agosto 2010, quando si accordava “per evadere, in una notte, le richieste di cinque clienti per la somma complessiva di euro 4.000.”

A proposito, che le signorine presenti alle serate di Arcore – non solo Ruby – abbiano evaso il fisco, non dichiarando le laute donazioni, non sembra interessare alcuno. Meglio non approfondire la questione, che poi finisce che c’è da legalizzare e tutelare la prostituzione. Non sia mai detto.

Da un collegio giudicante composto da tre donne – che paventa l’esistenza di una cricca che ‘ha messo in mezzo una (furba) ragazzina’ e non  un Silvio Berlusconi redivivo Immanuel Rath, l’attempato professore di ginnasio di Der Blaue Angel – ci saremmo aspettati ben altro.

Anche perchè –  e questa si che è una vergogna – per la legge italiana si configura il reato di atti sessuali con minorenni, anche con il consenso del minore, solo quando l’adulto è un genitore et similia.

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Europei a rischio AIDS?

9 Giu

Se non hanno fatto ‘effetto’, sull’opinione pubblica europea, le decine di migliaia di cani randagi sterminati in Ucraina (30.000?), per ‘l’organizzazione’ di Euro 2012, lo faranno, molto probabilmente i danni che arriveranno dallo sfruttamento delle donne, che, ricordiamolo non sono dei cani od un ‘oggetto commerciabile’. (leggi Euro 2012: una storia da cani ed anche peggio + video)

Infatti, se decine di migliaia di ‘amici dell’uomo’ hanno dovuto trovare una atroce morte per i fasti del calcio europeo, non saranno certamente da meno – anzi molte di più – le donne che offriranno per Euro 2012 i loro ‘servigi’ ai turisti ‘sportivi’.

Da anni, l’organizzazione ucraina FEMEN denuncia il progetto di trasformare il paese in una sorta di Bengodi per il turismo sessuale, che sta certamente avendo il suo exploit in questi giorni, mentre le centinaia di migliaia di ‘tifosi’ e le decine di migliaia di ‘operatori del calcio’ stanno confluendo lì per Euro 2012.

Di tutto questo, larga parte degli italiani non sa nulla o, comunque, non abbastanza. Come sembrano non saperne nulla Angela Merkel, Hollande, Mario Monti, Raioy, speranzosi che l’ipnosi mediatica ed un’eventuale vittoria riportino un po’ di consenso tra i loro ‘sudditi’.

Eppure, come riportava ieri il Secolo XIX, “prostituzione e Aids sono tra le piaghe più dolorose che affliggono l’Ucraina e, secondo alcuni osservatori, l’arrivo di circa 800 mila appassionati di calcio da tutto il continente con Euro 2012 potrebbe aggravare ulteriormente la situazione.

L’Ucraina è il Paese europeo in cui il virus dell’Hiv è maggiormente diffuso. Secondo i dati pubblicati nel 2007 dall’Unaids, i sieropositivi nella repubblica ex sovietica sono circa 410.000, cioè l’1,46% della popolazione adulta. La percentuale, secondo un’indagine dell’istituto di sociologia di Kiev, toccherebbe però addirittura il 9% tra le prostitute, che in Ucraina si stima siano tra le 63 mila e le 93 mila.”
Verosimilmente, in base a questi dati, saranno 30.000 – considerando anche l’afflusso di donne, ancor meno cnsite, dai paesi viciniori – le prostitute che entreranno in contatto con i ‘tifosi’, e se solo duemila fossero sieropositive sarà una mattanza.
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La portavoce di FEMEN,  Inna Shevchenko, denuncia che “l’Ucraina si è trasformata in un grande bordello. Qui ci sono donne molto belle ma anche molto povere e poco istruite che non hanno alternative diverse dall’essere schiave a casa, al lavoro o nel mercato della prostituzione. Stanno organizzando il campionato in questo Paese perché qui si possono guadagnare soldi in maniera molto facile. È come un fast food.”
Quanto all’AIDS, sarà da vedersi se si tratta di allarmismo e sensazionalismo oppure le statistiche – ahimé a tal punto postume – confermeranno un incremento di contagi, in Ucraina come altrove.
Il buon senso avrebbe suggerito una maggiore attenzione ai ‘preparativi’ dell’Euro 2012 che avrebbero prevedibilmente lasciato ‘a desiderare’, in un paese corrotto, povero e fortemente condizionato dalle oligarchie post-sovietiche.
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Dunque, preso atto della indifferenza europea verso i diritti universali (cani o donne di questo si tratta) e speriamo di non ritrovarci, tra qualche anno con qualche focolaio di infezione.
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Intanto, ringraziamo l’Uefa e l’Unione Europea per la sconcezza dello spettacolo.
Difficie esultare per un goal, un gesto atletico od una vittoria sapendo cosa hanno passato decine di migliaia di nostri ‘amici dell’Uomo’ prima di morire o  … come passeranno la notte decine di migliaia di donne ucraine … e per quali miserie sono indotte a farlo.

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Ancora suicidi. La recessione uccide. Il Governo è allo stallo. I partiti? No comment.

13 Apr

Andiamo verso un week end uggioso, come se il clima quasi volesse anche lui associarsi al profondo dissenso che ormai ha fatto suoi pressochè tutti gli italiani.

La piaggieria di Mario Monti verso i grandi poteri europei e statunitensi, l’ostinazione di Fornero nello stangare lavoratori e bisognosi anzichè supportarli.
L’attesa perdurante di una proposta di Patroni Griffi per limitare la spesa della pubblica amministrazione, quella di Balduzzi riguardo sprechi e disastri sanitari, l’effimera attività diplomatica di Terzi visto cosa accade agli italiani in India.
L’invisibilità di Gnudi, agli affari regionali, o di Barca, per la coesione territoriale, il mancato rilancio. I mancati investimenti che le piccole e medie aziende attendono ancora “buone nuove” da Renato Passera.

Intanto, tutti hanno capito che i mercati vanno male non per colpa nostra, ma della Germania e degli USA che ci scaricano addosso la crisi, sotto forma di “derivati”, “moral suasons”, “incorporamenti”.

Riguardo i partiti, nulla da dire, nel senso che nulla accade. Solo scandali e protervia – il tempo dell’ostinazione è finito – nel mantenere denari, privilegi ed impunità.

Tutto come al solito, insomma. Non proprio.

C’è una lista che sta girando in rete. Una lista che, ahimé, giorno su giorno si allunga.

  • 21/03/2012: Cosenza, 47 anni, disoccupato si spara
  • 23/03/2012: Pescara, 44 anni, imprenditore si impicca
  • 27/03/2012: Trani: 49 anni, imbianchino disoccupato si getta dalla finestra
  • 28/03/2012: Bologna: 58 anni, si dà fuoco davanti all’Agenzia delle entrate
  • 29/03/2012: Verona, 27 anni, operaio si da fuoco
  • 01/04/2012: Sondrio: 57 anni, perde lavoro, cammina sui binari, salvato in tempo
  • 02/04/2012: Roma: 57 anni, corniciaio, si impicca
  • 03/04/2012: Catania, 58 anni, imprenditore si spara
  • 03/04/2012: Gela,78 anni pensionata si getta dalla finestra, riduzione della pensione
  • 03/04/2012: Roma, 59 anni, imprenditore, si spara con un fucile
  • 04/04/2012: Milano, 51 anni, disoccupato si impicca
  • 04/04/2012: Roma Imprenditore si spara al petto col fucile. La sua azienda stava fallendo

Appare davvero impensabile tentare di arrivare alle amministrative per poi prender decisioni, che, a tal punto, non potranno altro che essere attuate in settembre, quando sarà troppo tardi, visto che fino ad allora i suicidi saranno centinaia. Ammesso che ci si fermi ai suicidi.

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Soldi e portaborse ai partiti? Davvero troppi

12 Apr

Alfano, Bersani e Casini hanno fatto in fretta a trovare un accordo sul finanziamento ai partiti, pur di mettere a tacere l’annosa questione ed evitare che, con una legge “seria”, si andasse ad intaccare un piccolo tesoro cui attingono i nostri politicastri.

Infatti, gli scandali Luzi e Belsito, in particolare, hanno dimostrato che i soldi che arrivano ai partiti sono davvero tanti, evidentemente troppi se … addirittura “gli cascano dalle tasche”. Troppi anche e soprattutto perchè non sono collegati ad una attività effettiva, ma solo presunta. Ne è un esempio il PdL che ottenne, anni fa, rimborsi superiori (qausi doppi) rispetto alle spese elettorali sostenute.

Ma i “troppi soldi” non sono semplicemente collegati al “cash”, ma anche, come dimostrano le inchieste correnti, all’enorme quantità di portaborse (spesso pubblici dipendenti distaccati) che “stazionano” nelle nostre Pubbliche Ammnistrazioni senza aver nulla da fare, visto che sono il “raddoppio politico” dell’infrastruttura pubblica che già paghiamo.

Personaggi – ben pagati e foraggiati dalle nostre Regioni, Provincie, Comuni, Enti vari – che spesso sono posti a “monitorare”, “coordinare”, “riferire” riguardo l’attività di dirigenti pubblici qualificati, pur avendo si e no una laurea in legge o poco meno … per non parlare della milionata di autisti, scelti ed assunti “direttamente”.

Queste le vergogne di una classe politica decisamente incompetente che non sa far altro che circondarsi di fedeli incompetenti, spendendo e spandendo pur di mostrare (quello gli resta) i “segni del potere”.

Quanti milioni di euro, in questi anni, non sono serviti ai partiti, ma solo ai portafogli dei politici che ne fanno parte? E quante decine di migliaia di “esseri inutili a se stessi” bivaccano nei nostri Enti, locali e non?

Queste sono le domande a cui Mario Monti dovrebbe dare risposta da mesi, visto che il dicastero dell’Economia è a lui assegnato. Queste le domande che le nostre Regioni – ed i Revisori che le vigilano –  dimenticano di porsi.

Domande alle quali, evidentemente, l’onest’uomo Mario Monti – almeno lui – preferisce non dar risposta.

leggi anche Rimborsi elettorali, arriva una riforma miserrima

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Rimborsi elettorali, arriva una riforma miserrima

10 Apr

Finalmente, sotto l’onda degli scandali “eccellenti”, i nostri partiti sembrano essersi decisi a limitare la ruberia dei rimborsi elettorali, che ci vede in testa ai paesi civilizzati, seguiti, a quanto sembra, da una insospettabile Germania.

Infatti, i dati diffusi da Linkiesta – indiscutibilmente “macro” ed inappellabilmente “iper” – dimostrano che, se in Italia “piove, governo ladro”, non va molto meglio la Germania della Grosse Ammucchiata e dell’ex-Cancelliere socialdemocratico Schroeder “prestato” alle lobbies dell’energia.

Finanziamento annuale dei partiti

  • Francia: circa 80 milioni di euro
  • Spagna: circa 80 milioni di euro
  • Germania: circa 330 milioni di euro (Fondazioni)
  • Italia: circa 260 milioni di euro

Stipendi dei parlamentari

  • Francia: circa 7.000 euro
  • Spagna: circa 3.000 euro
  • Germania: circa 8.000 euro
  • Italia: circa 12.000 euro

N.B. al netto di diaria, indennità di residenza, spese di viaggio e trasporto, spese di segreteria, spese per assistenza sanitaria, assegno vitalizio e di fine mandato.

Rimborsi Elezioni legislative

  • Francia: circa 44 milioni di euro
  • Spagna: circa 130 milioni di euro
  • Germania: massimo 133 milioni di euro
  • Italia: oltre 470 milioni di euro (dati 2001)
  • Unione Europea: 1,8 miliardi di euro

N.B. I partiti italiani hanno percepito, nel 2009, 250 milioni di euro come rimborsi elettorali per il Parlamento dell’Unione.

Quali conclusioni possiamo trarne? Non poche e piuttosto specifiche.

Innanzitutto, il doppio sistema di finanziamento – per voti raccolti ed “ordinario” alle strutture politiche – che vige in Italia e Germania è la principale causa di sovracosto della politica, oltre che di sudditanza dell’eletto verso il partito. O gli uni o le altre.

In secondo luogo, non è pensabile che un politico italiano possa godere di un “reddito” mensile triplo o quadruplo rispetto ad un collega tedesco o francese.

Inoltre, sia il sistema delle fondazioni – tedesco ma non solo – andrebbe profondamente rivisto sia, soprattutto, non è nota la situazione immobiliare e mobiliare dei singoli partiti.

Infatti, la “situazione finanziaria” dei partiti (e dei sindacati) non è affatto irrilevante.

Ad esempio, è legittimo che un partito usi i rimborsi per ripianare debiti o pignoramenti? Ed è giusto che i partiti “immobilizzino” – ovvero investano – somme derivanti dai rimborsi elettorali? E siamo sicuri che sia legittimo usare i rimborsi elettorali – che non pochi paesi destinano ai “candidati” – per il finanziamento ordinario della struttura partito?

Di tutto questo non sembra che se ne parli. Anzi, di tutta fretta i nostri (clepto)partiti vorrebbero approvare i “pannicelli caldi”, ovvero un miserrimo decreto che porti la certificazione alla Corte dei conti, che metta i bilanci sul web con indicazione dei finanziamenti oltre 5mila euro e basta.

Il “loro” problema sono i “furti interni”, mica altro …

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Politica italiana? Da scandalo …

10 Apr

Andando a fare il punto della situazione, mentre l’Italia riparte, dopo Pasqua, lo scenario è desolante.

Le indagini che coinvolgono i partiti sono ormai ubique e connotanti.
Guardando a sinistra, gli scandali Penati, Luzi si assommano a quelli della Regione Puglia e Calabria, a quello di Bassolino in Campania, gli scandali che hanno coinvolto i sindaci di Genova, Bari e Bologna, per non parlare di quelli, a luci rosse, che hanno coinvolto il consiglio regionale umbro e la segreteria regionale toscana o del brutto affare che coinvolge SEL in Alto Adige.

Guardando a destra, lo scenario è altrettanto desolante. Dagli scandali “personali” di Silvio Berlusconi agli indagati “eccellenti” come Ghedini e Cosentino, ai misfatti del “cerchio magico” della Lega Nord, alle case romane di Scajola e Tremonti, ai tanti comitati d’affari finiti sotto le lenti della Finanza o della Magistratura.

Per finire al “centro”, dove lo scandalo Enav- Finmeccanica ha visto i media parlare di un coinvolgimento dei vertici dell’UDC, senza, poi, da più notizie.

Per non parlare degli interi comuni commissariati per infiltrazioni mafiose, sia al Nord come al Sud, dove troviamo coinvolti tutti i partiti e dove vengono eletti anche parlamentari di un certo rilievo. O dell’ormai onnipresente coinvolgimento di qualche multinazionale o di qualche sua filiale, corporata, collegata o sussidiaria, in qualche storia di corruzione, che sarebbe più esatto chiamare ancora concussione.

Cosa accadrebbe (accadrà) se la magistratura dovesse emettere nel giro di un mese o poco meno – come accadde per Tangentopoli – un migliaio di ordini d’arresto o richieste a procedere, nel caso di parlamentari?

Game over, così si usa dire in terra statunitense, che di default, politici, se ne intende.

D’altra parte, i compiti prioritari di Mario Monti si sono esauriti: titoli venduti, Unicredit salvata, Finmeccanica ha le sue commesse. Ergo, quel poco che resta dell’Italia è salvo.

Non era possibile fare di più, anche se lo “scherzetto delle pensioni” è stato davvero un “fuori onda” come lo è stata l’assenza dello Stato con l’Appennino sepolto di neve.

E, d’altra parte, non è bene fare di più in questa direzione, la recessività dell’intervento di Mario Monti è addirittura maggiore delle peggiori previsioni, dato che i partiti non hanno provveduto a formulare proposte atte a ridurre il costo della politica e della governance.

Dunque, giusto il tempo di incassare una riforma del lavoro con un giudice a dirimere casi obligui e di lasciar scritta una proposta per riformare la Pubblica Amministrazione, poi, via: governo tecnico a termine per la riforma della politica e voto, al massimo, in settembre.

Legge elettorale, rimborsi elettorali, democrazia nei partiti, superamento della “par conditio” subito e, per quanto riguarda la PA, che Monti lasci una legge da votare (o già votata) e vada bene così.

Non c’è molto tempo: sono ormai tanti, troppi, i mandati d’arresto che la magistratura attende di emettere o di eseguire a carico di politici italiani di vario calibro e territorio.

L’Italia non è a rischio default: quello che può arrivare, da un momento all’altro, è un “game over”, come nel caso di uno Stato che si ritrovi “improvvisamente” privo di istituzioni, vuoi perchè non affidabili, vuoi perchè in conflitto, vuoi perchè rese impotenti.

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Feste finite? Bentornati … in Purgatorio, tra cleptocrazia, desviluppo, recessione, disoccupazione e tasse

9 Apr

Fatte le feste, si ritorna all’ordinario e dal sacro si ritorna al profano quotidiano. Un Purgatorio tutto italiano fatto di cenere, lacrime e sangue.

La cenere, quella di un Parlamento in fumo, dopo le dimissioni della Commissione parlamentare sulle retribuzioni di parlamentari e amministratori locali, con i rimborsi elettorali in Canada o altrove e ruberie – leggi “famiglie” – sul posto, mentre di legge elettorale proprio non se ne parla.

Le lacrime, quelle da coccodrillo, che i vari Monti, Fornero, Passera, Bersani, Alfano, Casini, Vendola stanno versando e quelle dei cittadini che vedono praticamente pressoché tutti i partiti coinvolti in gravissimi scandali di corruttela, mentre non si riesce a capire a chi sia affidato politicamente il Paese.

Il sangue è il nostro, che continuiamo a versare nonostante tutto, per gli innumerevoli sprechi e dissesti, che le cronache hanno annoverato in 20 anni, e per l’incremento annuo più alto al mondo del costo della benzina, ad esempio,  ed aspettando l’IMU.

Benvenuti nel Purgatorio delle anime impenitenti, che si ostinano a dar fiducia al Gatto ed alla Volpe o a dar seguito a Lucignolo che promette il Paese del Bengodi.

E speriamo che non diventi l’Inferno dei dannati, se – con quaranta proposte diverse sul finanziamento dei partiti presentate dai partiti stessi che non sono, però, quanranta – dovessimo ad ostinarci a non voler capire che l’unica cosa che ci resta da fare è andare al governo “tecnico” – quello vero – con il Presidente della Camera alla guida ed un mandato ristretto per la formulazione di una legge par andare a votare, di un’altra per il finanziamento dei partiti (pubblico o privato che sia), una ancora per la “par conditio” (letteralmente un bavaglio) ed una, infine, per le prebende dei parlamentari e degli amministratori pubblici.

Solo un pubblico dibattito parlamentare “a reti unificate” può mettere alle strette i partiti ed i media, evidentemente troppo contigui alle lobby che stanno scaricando su noi italiani una crisi dell’Eurozona “made in Germany” e, con l’inazione, avvantaggiando le lobbies finanziarie e partitiche.

E bisogna far presto … sono ormai tanti, troppi, i mandati d’arresto che la magistratura attende di emettere o di eseguire a carico di politici italiani di vario calibro e territorio.

Dunque, che Berlino e Parigi si rendano conto della situazione – ben più compromessa di quella greca – e, se è vero che è “l’Italia che ha salvato l’Euro”, che provvedessero loro a completare il lavoro.

L’Italia non è a rischio default: quello che può arrivare, da un momento all’altro, è un “game over”, come nel caso di uno Stato che si ritrovi “improvvisamente” privo di istituzioni, vuoi perchè non affidabili, vuoi perchè in conflitto, vuoi perchè rese impotenti.

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New York: un serial killer a Long Island

12 Apr

Tutto ha inizio nel maggio 2010 con la scomparsa di Shannan Gilbert, una donna di 24 anni, che utilizzava Craigslist, un sito di annunci usato dalle prostitute indipendenti.

La donna, che viveva in New Jersey, aveva chiesto aiuto “perchè era in immediato pericolo di vita” ad un residente di Oak Beach, per poi scappare, mentre arrivava uno sconosciuto con un SUV che la cercava.
Esisterebbe anche una drammatica registrazione di una chiamata al 911 da parte della ragazza, che urlava “Sta cercando di uccidermi! Aiutatemi, aiutatemi!”

Le indagini, in autunno avanzato, si erano portate sulle spiagge di Oak Beach e Gilgo Beach, alla ricerca del cadavere visto quanto era accaduto.
In quel mentre, la sorella adolescente di Melissa Barthelemy, una ragazza scomparsa in estate, iniziava a ricevere brevi telefonate da parte di un uomo che raccontava dettagli particolarmente crudeli riguardo la sorella rapita.

Le due storie venivano collegate in dicembre, quando, lungo la Ocean Parkway di Long Beach, erano stati rinvenuti i ben 4 cadaveri, accuratamente sotterrati, tra loro Melissa Barthelemy, ma nessuno era quello di Shannan.
Un serial killer era all’opera.

Ad oggi, sono con certezza attribuiti al Long Island Serial Killer l’omicidio di Amber Lynn Costello, 27 anni,  Maureen Brainard-Barnes, 28 anni,  Megan Waterman, 22 anni, Melissa Barthelemy, 24 anni.

I cadaveri rinvenuti sono 12, tutte donne ed un bambino.
Inoltre, nel 2006 ad Atlantic City, non troppo lontano da Long Island, vennero rinvenuti 6 corpi di giovani donne uccise nell’arco di un paio di mesi.
Probabilmente, lo stesso serial killer.
Le vittime riconosciute di Atlantic City si chiamavano Kim Raffo, Barbara Breidor, Molly Jean Dilts, Tracy Ann Roberts.

La polizia di Suffolk County e l’FBI brancolano nel buio.
L’unica testimonianza utile è quella del testimone della prima ora, quello che chiamò la polizia il 1 maggio scorso.
Si sa solo che l’assassino ha scelto alcune delle sue vittime tramite i siti per annunci usati dalle prostitute e che è sufficientemente informato sulle tecniche di indagine
Infatti, il serial killer sa come evitare telecamere ed intercettazioni, come ha dimostrato scegliendo le spiagge per abbandonare i cadaveri e la Central Station di New York  per telefonare alla famiglia Barthelemy.
Intanto, la polizia ha rinvenuto, per ora, tre “ossari” nella zona di Long Island e un altro, nel 2006, ad Atlantic City; tra i due luoghi ci sono circa 300 km di spiagge e boscaglia, con New York e Filadelfia a breve distanza.

Agli investigatori non resta altro che seguire i movimenti delle carte di credito e dei cellulari delle donne scomparse, per individuare dei fattori in comune.

A meno di un colpo di scena (e di fortuna) la “carriera”  del Long Beach Serial Killer potrebbe essere lunga e, ahimè, non è dato sapere quanti altri cadaveri emergeranno dalle spiagge della East Coast.

 

Elezioni subito!

29 Gen

Berlusconi si deve dimettere, ma non solo: è tutto il “suo” PdL che dovrebbe decorosamente rimettere il mandato, visto che non c’è verso di convocare un congresso e rimuovere il leader di partito.

Che debbano arrivare la dimissioni, degli uni o degli altri o di tutti è cosa evidente, anche se i nostri media ed i nostri poteri forti fanno di tutto per aggirare “l’ostacolo”.

La questione è semplice.

Non possiamo permetterci un “bunga bunga premier”, un “wild parties Silvio”, nè per il feroce sfottò internazionale e popolare che ne deriva, nè per l’estrema ricattabilità del personaggio, nè per lo stallo perenne del nostro parlamento a causa dei suoi personalissimi problemi, nè per la manifesta incapacità nel legiferare e (con Tremonti) nel risanare il paese.

D’altra parte, non è più possibile attendere una Sinistra incapace di risollevarsi dalle fallimentari strategie dalemiane, dai chiacchiericci veltroniani e vendoliani, dai rigurgiti postcomunisti della CGIL e dalla comprovata contiguità con il malaffare impediscano la nascita di un’opposizione.

Elezioni subito.