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CSM, Giustizia e Welfare: tutto tace nel Partito Democratico

1 Ott

La Costituzione (art.104) prevede che il Consiglio Superiore della Magistratura sia composto da tre membri di diritto: Presidente della Repubblica, Presidente e Procuratore generale della Corte di Cassazione.

Si aggiungono i componenti elettivi per i quali la Costituzione non indica il numero, ma prevede che per due terzi siano eletti da tutti i magistrati ordinari e per un terzo dal Parlamento in seduta comune, scelti tra professori ordinari di università in materie giuridiche ed avvocati dopo quindici anni di esercizio della professione (c.d. membri laici).

Nel caso di Teresa Bene, avvocata e docente napoletana proposta dal Partito democratico, gli anni di avvocatura sarebbero solo sette e non si  comprende perchè sia stata candidata e votata dal Parlamento e perchè anche dopo il voto – durante il quale la questione dei ‘requisiti’ era già emersa – si è voluto arrivare all’estrema ratio mettendo in imbarazzo CSM e Presidente Napolitano.

Il centro della questione è quella che appare essere sempre più una ‘faida’ nel Partito Democratico, con pretese veteropartitiche, agguati e imboscate, blocchi ed ostruzionismi, fughe di notizie e levate di scudi prive di base, ottimismi spegiudicati mentre le riforme languono.

A  sponsorizzare Teresa Bene è stato il ministro della Giustizia Andrea Orlando, che l’aveva come consulente quando era responsabile dell’Ambiente, ma alla sua candidatura si è arrivati dopo che le Camere (ed una buona parte del PD) hanno fatto blocco sul nome di Luciano Violante.
Intanto, l’onere del Welfare e del Lavoro è scaricato dai nostri Media su Matteo Renzi e la sua compagine di quarantenni, mentre c’è anche l’uomo delle Coop, l’attuale ministro Giuliano Poletti a spiegarci che “noi non vogliamo abolire l’articolo 18. Vogliamo riformare il mercato del lavoro ma io vorrei anche una cosa più importante: che noi aiutassimo l’Italia a cambiare quel residuo di opinione sbagliata che c’è sull’impresa. Perché c’è ancora chi pensa che l’impresa è dove si sfrutta il lavoratore”. 

“L’idea che il rapporto lavoro-impresa si risolve con il conflitto  e il contratto non ci arriva più, è troppo banale, è inadeguata. Dobbiamo uscire di qui. Perché l’impresa possa crescere bisogna che gli riduciamo il livello di rischiosistà, l’incertezza allontana le imprese. Dobbiamo fare un’operazione che sarà difficile, perché in questo paese abbiamo costruito più o meno consapevolmente un nesso tra lavoro e posto di lavoro che è diventato tossico. Se guardiamo bene dentro la delega ci troveremo cose splendide”.
new jobs

Ben detto, ma dato che l’unico timore verso la riforma del Lavoro è che non è accompagnata da una equivalente riforma del Welfare, il ministro Poletti potrebbe contribuire a far chiarezza ed a tranquillizzare gli italiani, speigandoci se per lui la riforma Fornero va bene, se le forche caudine per gli invalidi al lavoro sono costituzionali, se il salario minimo è da farsi, se l’Inps può andare avanti così o va riformata, eccetera eccetera …

Quanto ad Andrea Orlando – nato a La Spezia l’8 febbraio 1969,  diploma di liceo scientifico; dirigente di partito – non resta che valutare se presentare le proprie dimissioni da ministro della Giustizia o fare un cambio di passo, superare le logiche di partito e farci capire – alla stregua di quanto detto per il Welfare – dove ‘collocare’ e come ‘gestire’ l’incrementale quantità di delinquenti che ci troviamo e come concludere i processi in cinque anni cinque.

Altrimenti, davvero le chiacchiere stanno a zero e – senza chiarezza – il 2015 si prefigura difficilissimo.

originale postato su demata

Responsabilità e magistratura

4 Apr

Eugenio Scalfari su La Repubblica scrive che “la responsabilità civile dei magistrati è un nonsenso, viola il principio del libero convincimento del magistrato nella formulazione delle ordinanze e delle sentenze, pretendendo che quel principio sia sostituito con la prova raggiunta al di là di ogni ragionevole dubbio: sostituzione del tutto inutile visto che anche l’assenza di ogni ragionevole dubbio viene accertata attraverso il libero convincimento del magistrato.”

Il principio del libero convincimento del magistrato … siamo sicuri che sia sacrosanto?

Nel III Millennio, proprio in base al “politically correct” così caro alla nostra bostoniana sinistra, la prova raggiunta al di là di ogni ragionevole dubbio è fatto giudiziario, il libero convincimento è opinione ed arbitrio.

Chi mai vorrebbe essere condannato per un libero convincimento? Che giustizia fa lo Stato, se nel nostro sistema non bastano le prove raggiunte al di là di ogni ragionevole dubbio?

E’, per caso, da ricercarsi nella “convinzione dei giudici” la causa delle tante e notorie scarcerazioni facili della nostra Repubblica?

Processo breve, processo ingiusto

31 Mar

L’Italia è un paese dove una causa fallimentare dura più di un decennio ed un recupero crediti, se va bene, qualche anno. Una banale lite od un contenzioso lavorativo si attestano su poco più di un quinquennio. Praticamente impossibile contestare  multe, balzelli e tributi errati od inesatti a causa delle lungaggini procedurali.

Cause civili e non penali, come quelle a cui si applicheranno le norme sul processo breve.

E’ evidente che quelle che il governo Berlusconi sta facendo approvare di tutta fretta non sono leggi utili agli italiani onesti e neanche a quelli moderatamente disonesti, ma “penalmente non rilevanti”.

Il processo breve serve solo ad evitare lo svolgimento dei processi per i politici, i funzionari e gli imprenditori coinvolti in fatti di corruzione e concussione, reati ambientali e societari, l’appropriazione indebita e le truffe, che, tra l’altro, sono fatti che si possono acclarare solo dopo un lungo monitoraggio.

Un totale di poche decine di migliaia di persone che, grazie al combinato prescrizione-processo breve, potranno restare al loro posto, continuando a compiere le nefandezze che intercettazioni e filmati comprovano, grazie ad un cavillo od una negligenza che hanno allungato i tempi del processo.

Quale governo e quale parlamento approverebbero mai una legge che  agevola chi dilapida il denaro pubblico, chi defrauda pensionati e sprovveduti o svena le aziende, chi avvelena l’ambiente od evade le tasse?