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Sanità: tagli ai malati od ai medici?

27 Nov

“La sostenibilità futura dei sistemi santiari nazionali, compreso il nostro di cui andiamo fieri, potrebbe non essere garantita se non si individueranno nuove modalità di finanziamento per servizi e prestazioni” … “La sostenibilità futura del Servizio sanitario nazionale potrebbe non essere garantita”. (Mario Monti in videoconferenza)

Mai sentita un’informazione scorretta come questa.

Per riallineare il Sistema Sanitario Nazionale alle risorse effettive del Paese, basterebbe pagare i nostri medici in base quanto possiamo permetterci e non a fronte di quanto pretendono.

Ed, essendo tutti o quasi ‘dipendenti pubblici’, la questione è lapalissiana.

Un paese ricco paga lautamente, uno meno ricco, non potendo tagliare sui servizi, farmaci e diagnostica, può solo intervenire sugli stipendi, specialmente se i redditi dei medici di norma superano gli 80.000 euro lordi e se un primario di un policlinico universitario supera spesso i 10.000 euro lordi al mese.

Di cosa stia parlando Mario Monti in effige (videoconferenza) vorremmo davvero saperlo, visto che, tra l’altro, ha accuratamente evitato, finora, di incidere sui redditi e sulle mansioni di professori, medici e giornalisti?

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Spending review: come dire tagli

18 Dic

Il ministri dello Sviluppo e quello della Coesione territoriale, Passera e Barca, che il governo Berlusconi aveva accantonato e che andranno a finanziare infrastrutture: ferrovie, porti, scuole, carceri.
Non è una gran cifra, solo per le scuole ne servono almeno il doppio, se non il triplo, e, dunque, non ci saranno infrastrutture se non arriveranno economie, ovvero tagli.

D’altra parte, è notorio che non si rilancia a costo zero la crescita, lo sviluppo, l’innovazione.

Così andando le cose, il governo ha avviato la mappatura della “spending review”, che Tremonti aveva previsto in Finanziaria e che l’Europa si attende.
Si tratta, in parole povere, di tagli di spesa “mirati”, per almeno 10-15 miliardi di Euro.

Un’anteprima sono quelli già contenuti nel decreto “Salva Italia” relativamente la Sanità, che ricadranno inevitabilmente sui malati e che, per ora, colpiscono medici e paramedici.
Visto che anche la lobby dei farmacisti ha ottenuto la sua postilla, la cosa inizia a sembrare paradossale.

Ma non solo.
Dove pensa di prendere, il governo Monti, le risorse necessarie a finanziare il rilancio della domanda e il welfare che serve per “gestire” almeno due milioni di disoccupati?
Dalla lotta all’evasione fiscale ed agli sprechi … in un paese dove il falso in bilancio è depenalizzato e dove i dirigenti pubblici sono assicurati, in caso di condanne, a carico dello Stato.

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Tagliare gli invalidi

17 Feb

Il governo leghista di Berlusconi e Bossi si appresta a varare nuove leggi riguardo l’invalidità e le malattie croniche o rare.

I confronti con gli altri paesi europei sono impossibili, dato che altrove la previdenza è privatizzata come l’assistenza sanitaria ed il sistema fiscale ed i servizi pubblici hanno ben altra efficienza e ben altra economicità. Basti dire che paghiamo molto più dei tedeschi e dei francesi per avere molto meno e di dubbia qualità, e che la commistione tra fiscalità, assistenza e previdenza non coinvolge solo le ASL ed i servizi sociali, ma tutto il sistema italiano, tra cui INPS e Sindacati nei CdA.

Ovviamente, vista la vergogna generale, è meglio parlar d’altro e così iniziano a circolare le “solite” statistiche che ci raccontano dei “soliti” meridionali e dei “ligi” settentrionali, con le solite “disastrose” percentuali del Sud e quelle “economiche” del Nord senza, però, aggiungere nulla sulla anzianità della popolazione, sul tipo di lavoro svolto, sull’aspettativa di vita, sugli infortuni  e gli incidenti, sulle patologie genetiche “etniche” (ballo di San Vito, anemia falciforme, eccetera), sulla maggiore replicanza di una patologia in famiglie numerose, sul minore ricorso all’aborto terapeutico.

Una tipica operazione di disinformazione atta a fomentare pregiudizi etnici o razziali, classificata e descritta sia Walter Lippmann sia da Kurt Lewin, se qualcuno studiasse ancora giornalismo e/o comunicazioni di massa.

Acclarata la furbastra manovra  mediatica, di cui si spera si accorgano anche i media, passiamo agli invalidi, che sono la cosa che conta.

Dovremmo, innanzitutto, partire dal fatto che l’Italia già non riconosce a pieno numerose patologie che la materia medica internazionale classifica come invalidanti. Un fenomeno abbastanza tipico, se parliamo di malattie rare, di cui, ovviamente, non gliene frega niente a nessuno, visto che ormai siamo alle associazioni dei malati fondate dai medici e che, a 10 anni dalla legge sulle malattie rare, ancora non sono pubblicati i dati relativi al numero dei malati ed ai centri di riferimento, ammesso che qualcuno li abbia forniti o raccolti.

Subito dopo, dovremmo  spiegare ai cittadini che “riducendo le invalidità” si riduce automaticamente il diritto a tante prestazioni, più o meno costose, con il risultato che ci sono malati più malati ed indifesi di prima.

Infine, c’è da chiedersi perchè così tanti invalidi in Italia, sussidiati od occupati che siano.

Innanzitutto, per i malati con malattia genetica riscontrata, ricordiamo che vengono spesso diagnosticati tardi e male, nonchè seguiti peggio, con il risultato che, ad esempio, una malattia come la porfiria, gestibilissima in Svezia, diventa devastante in Italia, che non si cura neanche di creare e monitorare i centri cui la sua stessa legge la obbliga.

Chiaramente, dopo 20-30 anni di cure e diagnosi sbagliate o carenti, il malato è diventato un invalido grave. La malasanità, che le statistiche descrivono come incredibilmente bassa nel nostro paese,  ha un effetto devastante sui malati cronici, i quali  non possono far altro che peggiorare.

Ma non solo, visto che hanno un peso anche le altre carenze dei servizi pubblici nella manutenzione stradale e nella mobilità, ad esempio, come nei controlli sulla sicurezza sul lavoro o nell’assistenza alle famiglie a rischio, per non parlare della scarsità di centri geriatrici adeguati o dell’impossibilità di negoziare il prepensionamento con l’INPS o con l’INPDAP.

Carenze ed inadempienze che vanno ad aggiungersi al fatto che molti invalidi ricevono un sussidio ridicolo (2-300 euro), che degrada la loro condizione ed incrementa la condizione invalidante, e che i malati terminali neanche fanno a tempo ad ottenere l’invalidità e l’accompagno con enormi problemi per loro stessi e per le famiglie.

Siamo in un paese dove nessuno si prende cura dei cittadini sani, figuriamoci gli invalidi.

Ed infatti, a fronte di questo indegno disastro, nessuno si chiede, in parlamento come nelle redazioni e nelle parrocchie, quanto costerebbe in meno l’attuale sistema, se solo  i medici guadagnassero il 10% in meno.

Oppure, di quante economie e quanta salute potremmo godere se fossero più qualificati nel diagnosticare le malattie, che a ben vedere non sono proprio così tante, più informati per indirizzare consulenze ed esami, riducendo attese ed andirivieni, più collaborativi tra loro in modo da favorire la conoscenza biomedica, più formati come manager cui sono affidati personale, risorse e reparti?

Perchè far pagare a noi malati (ed al mondo del lavoro che ci cura ed assiste)  la loro incapacità e la loro sete di profitto?