La proposta sulle pensioni delle 5S è poco conosciuta, ma merita davvero qualche approfondimento.
Deve esserci un (1.000 euro?) e un tetto massimo per tutti gli altri e nessun innalzamento dell’età pensionabile. In pensione si può andare a 60 anni, non possono esistere in questo momento diritti acquisiti. Mettiamo un tetto massimo pensionistico a ogni italiano, ad esempio 2.500 euro, vietiamo il cumulo di pensioni, diamo a ogni pensionato una pensione commisurata a quello che ha realmente versato. (da La posizione del M5S sulle Pensioni)
Iniziamo col dire che dare al pensionato in proporzione a quanto ha realmente versato è antitetico sia all’idea di ‘tetto’ sia a quella di ‘minimo’, se parliamo di pensioni.
Come anche è in relazione agli stipendi, caso mai, e per la rivalutazione nel tempo che si impongono tetti, non sulle rendite di quanto versato.
La questione viene posta, più in esteso, sul post di Beppe Grillo ‘In pensione a 70 anni‘, con alcuni passaggi emblematici.
Ma se una persona versa 1800 euro annui su uno stipendio da 19.000 per avere dopo quarant’anni 1.200 euro di pensione, quanto dovremmo rendere nello stesso tempo e con la stessa proporzione per chi versa 7.500 con uno stipendio da 50.000? Non meno di 3.000, figuriamoci i medici e i dirigenti amministrativi o gli universitari che vanno per i centomila.
Inoltre, sussiste un errore di fondo: l’ex Inpdap (pensioni dipendenti statali) non era insostenibile, anzi, le sue entrate erano sufficienti se non abbondanti, visto che con la Riforma degli Anni 90, si passò da una vita lavorativa media di 27 annu a 40 come tutti.
Piuttosto, non si comprende perchè le 5S e i Sindacati non si sollevino per il buco di decine di miliardi è causato – così sembra – da mancati versamenti datoriali, da anticipazioni alla Sanità, da assorbimenti di casse dirigenziali in rosso.
In pratica, si chiede di riportare l’Inps alla sua funzione originaria di Previdenza Sociale, sottointendendo il ritorno alle Casse previdenziali di comparto. All’Inps competerebbe anche il reddito di cittadinanza, per anziani non pensionabili e per chi in età da lavoro.
Perfetto.
Prima delle 5S c’ erano, però, vari esperti di settore e blogger a scriverlo, da anni.
Perchè non far riferimento agli ‘originali’, autoattribuendosi il carisma dell’Innovatore, invece che portare avanti un discorso rabberciato come quello di Giulia Sarti, deputata del M5s, che raccontava di 5.000 euro per tutti (link) e ha scatenato l’ilarità della Rete?
Forse perchè ci sono da spiegare due ‘amare questioni’, che i blogger e gli esperti segnalano, ma Grillo e le sue 5S no:
- In primis, quale privatizzazione delle Casse di comparto può essere possibile se lo Stato non provvede a ‘restituire’ all’ex Inpdap tra i 35 e i 50 miliardi per coprire il buco che ha creato?
- Last but not least, riportando a contributivo coloro che hanno versato, per gran parte o toto, prima del 1980, le pensioni che ne vengono diventerebbero inferiori o prossime alla minima per gran parte degli ultrasettantenni.
Ci vuole, dunque, una patrimoniale – per sbloccare le pensioni e il turn over e per far ripartire le infrastrutture alleggerendo il debito.
Ma la patrimoniale a Beppe non piace, forse perchè lui – ma non noi – dichiarava nel 2005 un reddito di ‘soli’ 4.272.591 euro, ma da quando è in politica – guarda caso – è diventato zero.
Anche se dichiara di possedere Porsche, Chevrolet Blazer, Maserati, Ferrari, più un piccolo impero immobiliare e un bel tot di attività con il fratello. Anche se il suo blog è valutato tra i 25 più influenti del globo e frutta talmente tanto che nel 2006, Beppe dichiarava entrate reddituali per 69.784 dalla Casaleggio associati, l’agenzia che gestisce il suo blog.
L’impressione che ne viene fuori, dalle proposte di Beppe Grillo e le 5S, è quella di un discreto, ma dilettantesco patchwork delle migliori idee che altri hanno pubblicato in Rete.
Su questo blog – ad esempio, ma non è il solo – si parla dal 2007 di prepensionamenti e turn over pubblico, di ripristino delle originarie funzioni dell’Inps e delle Casse (privatizzazione assicurativa), di denuncia delle pensioni d’oro e della voragine Inpdap, eccetera.
Quanto alle soluzioni, mi dispiace per le 5S, ma è difficile che quelle non sconvenienti per un ricco multimilionario coincidano – quando c’è da mettere mano al portafogli – con quelle di ha poco e nulla o campa di stipendio.
originale postato su demata
Tag:5S, agenzia del lavoro, alfano, ammalati, assegno di invalidità, assegno universale, Banca Romana, benessere, Camusso, casalinga, casini, cassaintegrati, cassaintegrazione, casta, CdA, CGIL, Cinque Stelle, cleptocrazia, Consel, corte, Costituzionale, Damiano, disoccupati, disoccupazione, Elsa Fornero, Equitalia, Equitalia Centro, Equitalia Nord, Equitalia Sud, esodati, Fiscal Compact, flessibilità, Fornero, frode, generali assicurazioni, giovani, giovannini, Giuliano Amato, Grillo, homeless, In pensione a 70 anni, incostituzionalità, indigente, indigenti, INPDAP, INPS, interinale, invalidi, ISTAT, Italia Previdente, lavoro, lloyds, Loquendo, lumpen proletariat, lusso, M5S, malati cronici, Mario Monti, Mastropasqua, Matteo Renzi, Meloni, mercato del lavoro, Merkel, MiniJobs, ministro, miseri, miseria, Monti, morti di fame, padoan, pareggio di bilancio, pensione, pensione anticipata, pensioni, pensioni d'ananta, pensioni d'oro, pensioni privilegiate, Pier Carlo Padoan, poveri, precari, privilegiati, Renzi, riforma, riforma delle pensioni, salario minimo, sindacati, sistema contributivo, SSN, Sussidio universale, titoli di stato, Tremonti, vendola, welfare
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.