Il 4 giugno del 1999, Clayton Derrell Lockett (23 anni ) con il cugino diciassettenne Alfonzo Laron Veasey Lockett e un altro complice, Shawn C. Mathis, di 26 anni, irrompono in casa di Bobby Lee Bornt, dove c’era anche suo figlio di otto mesi, per un debito non saldato.

Shawn C. Mathis
Mentre accadeva il brutale pestaggio, Stephanie Michelle Neiman e Summer Hair, diciottenni, bussavano alla porta dell’abitazione ed erano costrette ad entrare con la violenza. L’amica di Stephanie veniva stuprata dai tre teppisti in più riprese. Dopo di che, Bobby Lee Bornt, il bambino e le due ragazze venivano portati in un’area rurale con il pick up di Stephanie, mentre l’auto della gang, rubata, veniva abbandonata dov’era. Il tutto non prima di essersi procurati una pala e aver imbavagliato le ragazze col nastro adesivo.
Arrivati sul posto, Clayton Derrell Lockett ordinava a Mathis di scavare ad una certa distanza dalla strada, dicendo che “è ora che qualcuno se ne vada”.
Poi, portava solo Stephanie nella buca e le sparava un primo colpo, dopo di che si inceppava la pistola, ma Lockett andava alla luce del pickup per sbloccarla, mentre Stephanie lanciava urla soffocate dal bavaglio e, riparata la pistola, ritornava sulla fossa, sparava di nuovo a Stephanie e ordinava ai suoi complici di interrarla.
Infine, minacciava tutti di morte, se avessero fatto parola della cosa, e lasciava liberi i suoi ostaggi.
Inutile dire che la polizia venne subito informata.
La sentenza fu quella che si poteva aspettare in Oklahoma, come in tanti altri luoghi: condanna a morte per Clayton Derrell Lockett, carcere a vita per suo nipote Alfonzo e per Shawn C. Mathis.

Alfonzo Laron Veasey Lockett
Tre ragazzini nel posto sbagliato – Stephanie, la sua amica e Alfonzo – in balia di un giovane violento (Clayton Derrell) e del suo complice succube (Mathis).
Una storia maledetta, se persino Jasper Lockett, il fratello all’epoca sedicenne, dichiarava ai giornali che Clayton prelevò Alfonzo con la scusa di portarlo in un locale notturno e che lui aveva cercato di convincerlo a non andare.
Clayton Derrell Lockett a soli 23 anni era appena uscito dal carcere per una sentenza a quattro anni nel 1996, mentre nel 1992, ancora sedicenne, aveva ricevuto una condanna di sette anni, seguita da accuse di intimidazione dei testimoni statali.
Una vita maledetta se addirittura LaDonna Hollins, la madre adottiva di Clayton Derrell Lockett, poco più di un mese fa presentava un sollecito ad eseguire la condanna a morte: “Se lo merita? Credo di sì – ha dichiarato Hollins alla KFOR-TV (channel 4) – Ha fatto quel che ha fatto e sta andando a morire per questo. Quindi, facciamo questa cosa. Smettiamola di rimandare.”
Esecuzione rinviata da anni a causa di problemi nell’approvvigionamento dei ‘farmaci’ letali, come denunciava la stessa KFOR-TV, perchè i “farmaci usati nelle iniezioni letali sono diventati sempre più difficili da ottenere. I produttori approvati dalla FDA si rifiutano di vendere a qualsiasi reparto di struttura correzione i farmaci utilizzaii in esecuzioni a causa della controversia che circonda la pena di morte. L’Oklahoma ha il cloruro di potassio che blocca il cuore. Tuttavia, lo Stato non ha fenobarbital, che provoca perdita di coscienza, e vecuronio bromuro, che ferma la respirazione.“

Clayton Derrell Lockett
Ad ogni modo, la faccenda si risolveva e martedì 29 aprile era prevista l’esecuzione di Clayton Lockett con una procedura diversa, utilizzando come sedativo il midazolam anzichè il fenobarbital. Nel primo caso, si tratta di una benzodiazepina ad azione breve priva di azione analgesica, nel secondo è un barbiturico piuttosto potente.
Il sedativo è stato somministrato alle 18.23 ora locale, dieci minuti dopo Clayton Lockett veniva dichiarato “non cosciente” e gli iniettavano le altre due sostanze, ma un minuto dopo iniziava a muovere la bocca e, dopo un altro minuto, a contorcersi, a respirare a fatica, a stringere i denti e a cercare di alzarsi. Alle 18.39 gli agenti penitenziari calavano le tende della sala visitatori e solo alle 19.06 Lockett veniva dichiarato morto per attacco cardiaco.
Una morte maledetta, se i suoi avvocati all’uscita della camera di esecuzione raccontano che «È stato molto difficile da vedere. Sembrava una tortura».
L’inefficacia del sedativo – che ha causato un’agonia di oltre 30 minuti – è stata ufficialmente attribuita all’ago fuoriuscito dalla vena, ma il New York Times riporta che la miscela utilizzata per Lockett era stata utilizzata solo in Florida nel 2013 e con un dosaggio molto superiore: il ‘metodo’ verrà verificato prima di procedere a nuove esecuzioni.
E’ notizia ufficiale che il governatore dello Stato dell’Oklahoma, Mary Fallin, ha chiesto «un riesame completo della procedura», che fino al 2011 utilizzava una singola iniezione di pentobarbital, che non aveva mai causato problemi di questo tipo, ma la cui fornitura da parte della casa danese che ne detiene il brevetto fu interrotta per gli stati americani che la utilizzavano durante le esecuzioni capitali.
Una vita e una morte maledetta, dicevamo, quella di Clayton Derrell Lockett, ma prima di addentrarci nel dibattito ‘pena di morte si o no’, teniamo conto che c’erano anche i genitori di Stephanie all’esecuzione di Lockett, giusto per sapere che dopo l’esecuzione gli operatori carcerari hanno trovato un loro biglietto.

Stephanie Michelle Neiman
“God blessed us with our precious daughter, Stephanie for 19 years. Stephanie loved children. She was the joy of our life. We are thankful this day has finally arrived and justice will finally be served. Susie and Steve Neiman, 4-29-14″
“Dio ci ha benedetto donandoci la nostra preziosa figlia Stephanie che aveva 19 anni.
Stephanie amata bambina. Era la gioia della nostra vita.
Noi ringraziamo questo giorno che è finalmente arrivato e la giustizia che finalmente è compiuta”.
A questo punto, ‘conosciuta la vittima’, è bene sapere che i reati vennero classificati dalla corte come ‘crimine d’odio’.
Stephanie Michelle Neiman venne uccisa perchè bianca, benestante, inoffensiva, obesa, secchiona.
originale postato su demata
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