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Meridionali di tutto il mondo, unitevi!

16 Lug

L’autore di questo blog si associa all’appello “Schietti, orgogliosi, allegri, mediterranei” (link), inviato dal Partito del Sud a tutti i meridionali ed a Pino Aprile, l’autore di ‘Terroni’.

Del resto, come possiamo dar fiducia, almeno noi meridionali che viviamo al Sud od altrove, ad un governo i cui ministri rappresentavano, fino a pochi mesi fa, gli interessi degli ‘eredi’ dei saccheggiatori del Meridione e degli ‘speculatori storici’, ovvero la Compagnia di San Paolo, Unicredit, le ‘cooperative’ bianche e rosse, lo IOR ed i vecchi ‘latifondisti’.

E come non riconoscere – ancora oggi come fece Francesco Saverio Nitti quasi 100 anni fa – nel sistema sprecone di overtaxing ed appalti pubblici sabaudo la matrice originaria del dissesto italiano, ampiamente confermata nell’inefficienza e nel carrierismo ‘storici’ dei suoi funzionari. Un sistema di opere pubbliche e di amministrazione pubblica elefantiaca, finalizzato, sotto i Savoia, al mantenimento di un’economia imperialistica e di ‘complesso industrial-militare’ ante litteram ed, oggi, necessario al trasferimento di risorse, centralità e know how verso gli stessi terminali di allora: Torino, Roma, Bologna.

Infine, come non ricordare che prima venne massacrato o deportato chiunque esitò nel ‘sentirsi italiano’, ad esempio inginocchiandosi al passaggio dei soldati sabaudi, poi vennero portate vie le terre demaniali e tanto, tantissimo, oro e poi ancora fu l’ora del trasferimento delle industrie e delle relazioni commerciali, dopo ancora si spostarono le ‘risorse umane’ … finchè, grazie a mafia, camorra e ndrangheta, venne realizzato il sistema d’oppressione perfetto: oggi si lucra sulla manifattura a basso costo, sull’agroalimentare mandato la macero, sull’immondizia da trasformare (altrove) in oro nero, sull’evasione fiscale ed il denaro sporco.

I motivi dell’adesione sono ‘ovvi’, visto che questo blog è uno tra quelli che hanno dato maggiore attenzione all’emergenza ‘immondizia’ in Campania e che hanno denunciato, anche sui media e nelle sedi internazionali, il dovere per lo Stato Italiano ad intervenire. (link1) (link2)

Dicevamo di un ‘appello ai Meridionali’, che sta raccogliendo una notevole messe di qualificate adesioni, che può essere sottoscritto inviando una mail a info@partitodelsud.eu .

Le celebrazioni organizzate per i 150 anni hanno un merito: aver portato l’attenzione sulle statistiche, con la Banca d’Italia costretta ad ammettere che l’area di Napoli aveva un Pil del 40% superiore alla media nazionale. E se da +40% scivoli fino a -40% non può essere per responsabilità interne: è perché hai ceduto alla forza.
Ma il vento sta cambiando e dopo Gaeta oggi Napoli è libera da ceti politici eterodiretti. Ciò incoraggia chi crede che ogni comunità possa scegliere la propria strada, senza aspettare un placet.
 
E’ il momento di osare.
Va promosso un movimento che abbia a cuore gli interessi delle Terre del Sud.
Libero e democratico, certo, ma soprattutto schietto, orgoglioso, allegro, mediterraneo.
Un movimento aperto, ma che tenga fuori chi ha governato a braccetto con partiti nordisti e oggi magari cerca di riverniciarsi.
Un movimento che punti nelle elezioni del 2013 a una rappresentanza diretta in Parlamento e che subito dopo apra, città per città, una fase costituente, perché i giovani del Sud possano contare in Europa senza esser costretti a lasciare le proprie Terre.
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Alea jacta est. Meridionali di tutto il mondo, unitevi!
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Post Scriptum: per chi volesse tenersi aggiornato, il Partito del Sud ha una sua pagina Facebook (link) ed un proprio blog (link) .

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Trattativa Stato-Mafia, la madre delle cospirazioni

22 Giu

Dopo tante dichiarazioni di pentiti e non pochi riscontri, arrivano le telefonate di questi giorni – mentre i giudici incalzano – tra l’allora ministro dell’Interno Nicola Mancino e il consigliere giuridico del Presidente Giorgio Napolitano.

Parole chiare, inequivocabili, quelle trascritte nei verbali in possesso dei magistrati, come quelle del consigliere giuridico del Quirinale, il dott. Loris D’Ambrosio, che risponde all’ex ministro indagato.

Adesso probabilmente il Presidente parlerà con Grasso nuovamente… eh… vediamo un attimo anche di vedere con Esposito… (il procuratore generale della Cassazione, ndr)… qualche cosa“.

Dopo aver parlato col Presidente riparlo anche con Grasso e vediamo un po’… lo vedrò nei prossimi giorni. Però, lui, lui proprio oggi dopo avergli parlato, mi ha detto: ma sai, io non posso intervenire“.

Certo, ma io comunque riparlerò con Grasso, perché il Presidente mi ha detto di risentirlo. Però io non lo so… francamente… lui è ancora orientato a non fare niente, questa è la verità“.

Dunque, ecco una ‘bella’ trama che coinvolge il Quirinale – di oggi e di venti anni fa – che va ad aggiungersi a quella della procura di Trani, che procederà per ‘cospirazione’ contro alcune agenzie di rating per il crollo dei titoli italiani e le speculazioni successive.

Cose simili forse stupiranno il Presidente della Repubblica, ma – diciamolo – noi italiani ce l’aspettavamo, anzi ci aspettiamo di scoprire, prima o poi, molto molto peggio di quanto già pessimanente viene a galla.

Quello che stupisce è che una persona posta ai vertici dello Stato, consulente del Presidente e, si spera buon conoscitore dalla storia patria, possa dire “io l’oggetto della trattativa mica l’ho capito, no… mi sfugge proprio completamente“.

Infatti, se La Repubblica scrive di “un patto lungo vent’anni (che) fa tremare ancora oggi molti potenti“, sarebbe opportuno parlare di un patto lungo 150 anni.

Di cosa si trattava tra Stato e Cosa Nostra?

Del solito ‘tramezzino’: voi ci alleggerite la galera e ci fate fare i fatti nostri nel Meridione, evitando che arrivi ai media l’enorme messe di gravi notizie che leggiamo sui quotidiani del Sud ma non sulle ‘grandi testate’, e noi vi garantiamo, dal Garigliano a scendere, pace sociale e vi promettiamo che, dal Garigliano a salire, eviteremo di mettere autobomba, omicidi eccetera, oltra al fatto che vi faremo vivere nel benessere con l’enorme massa di denaro che abbiamo da riciclare.

Per conoscere ‘l’oggetto della trattativa’, bastava che il dott. D’Ambrosio frequentasse qualche cinema. Della ‘trattativa’ – ormai secolare – ne raccontano film come ‘I Guappi’ di Pasquale Squitieri, ‘Il Camorrista’ di Giuseppe Tornatore, ‘Salvatore Giuliano’ e ‘Le mani sulla città’ di Francesco Rosi, ‘Bronte: cronaca di un massacro’ di Florestano Vancini, ‘Gomorra’ di Matteo Garrone, ‘I banchieri di Dio’ di Giuseppe Ferrara.

Ovviamente, preso atto che il Gotha del cinema italiano ha raccontato ‘la trattativa’, non resta che chiedersi se i giornalisti italiani trovino mai il tempo per andare a cinema.

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