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Vittorio Emanuele III, le leggi razziali ed il monumento nazionale col suo nome

1 Feb

Vittorio Emanuele III è stato re d’Italia dal 1900 al 1946 e morì il 28 dicembre 1947 ad Alessandria d’Egitto in esilio, passando alla Storia per il ‘sostegno’ dato al Fascismo, ma anche per la ‘fuga’ dopo l’8 settembre del 1943 e, soprattutto per la sottoscrizione delle leggi razziali nel 1938 frutto del patto con Hitler.

Facciata-esterna

Nonostante questo, navigando su internet, scopriamo che ancora oggi ci sono luoghi pubblici intitolati a questo re d’Italia. Ad esempio, un paio di scuole in Sicilia, delle strade in due comuni del Lazio e chissà dove ancora. Soprattutto a Napoli, dove non solo una via centrale, ma anche la Biblioteca Nazionale del MiBAC sono intitolate a Vittorio Emanuele III.

Strana nazione l’Italia: le intitolazioni sono perdurate in tutti questi anni, nonostante per quasi settant’anni persino alla salma di Vittorio Emanuele III fosse stato interdetto il rientro in Italia.

Incredibile, però, che il Ministero per i Beni Culturali non abbia la sensibilità di ridenominare una Biblioteca Nazionale intitolata ad un re che sottoscrisse quelle leggi razziali, che sortirono il risultato immediato di.

  1. novantasei professori universitari, centotrentatré assistenti universitari, duecentosettantanove presidi e professori di scuola media, un centinaio di maestri elementari, duecento liberi docenti, duecento studenti universitari, mille studenti delle medie e quattromilaquattrocento delle elementari vennero scacciati dalle scuole pubbliche del Regno
  2. quattrocento dipendenti pubblici, cinquecento dipendenti di aziende private, centocinquanta militari e duemilacinquecento professionisti, persero il posto di lavoro restando senza alcun sostentamento
  3. seimilaquattrocentottanta ebrei furono costretti a lasciare il Paese, tra cui fisici della scuola romana come Enrico Fermi (la cui moglie Laura era ebrea), Emilio Segrè, Bruno Pontecorvo, mentre Tullio Levi Civita, autore di studi alla base della teoria della relatività di Albert Einstein, preferì restare e morì isolato dal mondo scientifico nel 1941.

Demata